TRE VOLTE MANCHETTE

Triplice omaggio di Carmilla a Jean-Patrick Manchette , da non perdere.

Valerio Evangelisti:
"Manchette non è realmente un rivoluzionario: è un ribelle. E’ l’uomo che propone seriamente agli amici di spargere sul pavé parigino bucce di banane, perché i poliziotti scivolino durante le cariche. E che, quando denuncia le aberrazioni del potere, lo fa senza concedere alcun credito scontato alle motivazioni degli antagonisti. L’etica è senz’altro dalla loro parte, però cadono troppo spesso prigionieri di un fervore religioso che li espone alle peggiori strumentalizzazioni. E’ la pars destruens che va coltivata, la destrutturazione quotidiana dei dogmi. Non solo ai nobili, ma anche a Robespierre va strappato il parrucchino. Con un gesto in fondo più aristocratico di quelli di tutti loro, nobili e rivoluzionari, però condito da ironica eleganza. In sintonia con i baffetti fini di Dashiell Hammett, con il sarcasmo di Karl Marx, con la folle cattiveria di Harpo Marx quando tagliava al prossimo la cravatta o il fondo dei calzoni".

Serge Quadruppani:
"Dopo aver distinto il romanzo a enigma, romanzo del ripristino del Diritto borghese, dal romanzo noir, per il quale l’ordine del suddetto Diritto non è buono, Manchette descriveva così il posto della lotta di classe nel romanzo noir: non è assente “ nello stesso modo che nel romanzo poliziesco a enigma : semplicemente, qui, gli sfruttati sono stati battuti, sono costretti a subire il regno del Male. Questo regno è il terreno del romanzo noir… ” E nel punto 5, rileviamo : “ La fine della controrivoluzione e la ripresa dell’offensiva proletaria sono, a termine, per le professioni intellettuali, la fine di tutto. Tra le altre cose, il romanzo noir prossimamente sparirà, fenomeno che presenta una notevole quantità d’importanza nulla… ” . Infine concludeva con un P.S. : “ Non ne consegue che aver trascorso, come si dice, il proprio tempo e la propria giovinezza a scrivere dei romanzi noir o ne Les Nouvelles littéraires (elenco non limitativo) siano cose che saranno automaticamente perdonate ”.

Giuseppe Genna:

“Manchette è un tragico contemporaneo. Sta al noir come Eschilo alla fantascienza. Solo un pazzo può pensare che quella di Manchette è un’operazione di genere. Queste sono cavolate con cui i contemporanei cercano di rendersi familiare ciò che non può esserlo. Essendo sempre familiare ai lettori di ogni luogo e ogni tempo, il capolavoro non può essere familiare nello specifico. E’ soltanto un passaggio critico-storiografico, quello che confina Manchette nel polar. Se in un’opera appare la totalità di un’epoca (e in Manchette appare), si tocca un apice così universale che è calor bianco per ogni umano che incappi nelle pagine di quell’opera. Freddissimo, Manchette sortisce su di me, per esempio, l’effetto di un calore così sconvolgente da piegarmi la mente, il cuore, il polso. Il ghiaccio brucia”.

20 pensieri su “TRE VOLTE MANCHETTE

  1. Ultimamente di Serge Q. ho letto “La notte di Babbo Natale” nel Giallo Mondadori: che dire? Una cavolata assurda al pari di tante altre che circolano in giro.
    Saludos
    Iannox

  2. Serge Q. non l’ho mai letto (ciao Iannox, ero preoccupato, dov’eri, al Polo, mi pare…:-)), ma Manchette è stato un grande. Ghiaccio bollente.

  3. @ WU MING 1
    Carissimo Wu Ming1,
    sì, ho letto su Nandropausa, già a suo tempo. Che dirti? Non basta la grammatica per fare un romanzo: è scritto bene grammaticalmente parlando, ma l’idea di fondo, almeno per me, è stupida e banale. L’ho subito liquidato come romanzetto da due soldi: o meglio, da 3 euri e cinquanta centesimi circa, che non sono pochi di questi tempi. Un babbo natale che tiene in ostaggio una famiglia e gli mette pure i bracciali per farli saltare in aria ecc. ecc. ecc. Ma quale messaggio sociale c’è? Quale 11 settembre? Non c’è affatto il Malet de “La vita è uno schifo”: siamo anni luce lontani da Malet, e Malet – meglio sottolineare – con Serge Q. non ci azzecca un’acca. Mia opinione personale. A dirla tutta ho trovato solo un romanzetto infarcito di clichè ma vuoti pure questi. Sarà ottimo traduttore e critico – e non lo nego -, ma “La notte di Babbo Natale” è una boiata tremenda. L’avesse scritto un altro, uno che non era Quadruppani, neanche sarebbe stato preso in considerazione dalla più scalcagnata delle case editrici. Però non ci vorrei perder troppo tempo dietro a questo babbo natale, essendo che essenzialmente non porta essenza alcuna al lettore, perlomeno a me. Insomma, la mia opinione è criticabile, non condivisibile, però, sinceramente… Oh, basta! ^___^ Capiscimi, m’annoia ‘sto babbo natale. Manchette è invece stato un grande, sì.
    Abbracci, abbracci.
    Giuseppe
    @ FRANZ
    In Alaska per la precisione. Evidentemente, caro Franz, o mi leggi poco o mi leggi male. Ma non è un peccato. ^___^’’’ Suvvia, non mi sembravi troppo preoccupato.
    Stammi bene.
    Giuseppe

  4. C’è un equivoco, Iannox. Io ti leggo bene: tu hai dato l’annuncio che partivi per l’Alaska e hai detto che non mettevi niente su Kinglear. Io ti seguo talmente che, non credendoci, sono andato più volte su Kinglear e ho trovato cose nuove. Ho fatto riferimento al Polo pensando alla pausa al Polo Sud di Genna di mesi fa, testa…;-)

  5. @ WU MING 1
    Caro Wu Ming 1, fai bene a dissentire, ci mancherebbe altro. Solo che a me, tanto per dire un nome, ha fatto riflettere di più l’Harry Bosh di Connelly… Il babbo natale m’ha lasciato intristito. Però posso dire che il racconto di Annamaria, be’, quello m’è piaciuto e per molti versi m’ha ricompensato. Insomma, abbiamo idee diverse in merito a questo lavoro di S.Q. Niente di male.
    Abbracci, abbracci
    Giuseppe
    @ FRANZ
    Caro Franz,
    per chiarezza:
    su King Lear ho solo dato annuncio che il blog-webzine avrebbe chiuso i battenti per un po’ senza mai citare quale la mia meta;
    su King Lear di mio vengono postate soltanto ed esclusivamente recensioni e critiche ai libri, agli autori in alcuni casi – questo ormai da una lunga pezza;
    su King Lear quando ho potuto ho infilato qualche pezzo;
    se vuoi puoi pensare che sia andato in Alaska alla stessa maniera di come il Genna toccò il Polo Sud;
    tutto il resto – o quasi – lo trovi da me, sulla mia Sant’Elena ;-D Ma mi fa assai più piacere – e lo sottolineo garbatamente e sinceramente – che tu legga King Lear;
    contrariamente a quanto si potrebbe pensare in Alaska è arrivata persino la ruota, quella rotonda, di questo passo faranno grandi progressi gli abitanti. 😉
    Abbracci, abbracci
    Giuseppe

  6. Ma sul viaggio come metafora della vita (tema della maturità di quest’anno) vi siete cimentati? Io sì. Nel mio blog.
    Mio figlio, però, ha scelto la traccia di argomento storico (Stati Uniti ed Europa). Cosa? Si stava parlando d’altro? Eh no, cari miei. Se prima non si attraversa un bel bosco nero non si arriva da nessuna parte.

  7. angelì, a ridajje con l’autopromozione! sei troppo in gamba! pensa che io sono così malato di sesso che quando hai scritto “bosco” ho tradotto “figa”… come si dice figa in danese, angelì? kunt?… ma che mi kunt, angelì! e vaaiii!

  8. angelì, a ridajje con l’autopromozione! sei troppo in gamba! pensa che io sono così malato di sesso che quando hai scritto “bosco” ho tradotto “figa”… come si dice figa in danese, angelì? kunt?… ma che mi kunt, angelì! e vaaiii!

  9. e uscito il mio nuovo blog in cui a puntate mettero vienimi a trovare nottambual dei blogger.
    paolo spremuta di scontrini…
    il mio libro che ha come protagonista un ex giocatore di subbuteo e melissa p.
    il blog si chiama centocolpi.splinder.com

  10. Uomo della verità. Non preoccuparti se sei malato di sesso. La verità è nuda, lo so, ma i tuoi governanti ne stanno preparando una bella: la castrazione chimica:-/

  11. castrazione chimica? cos’è, una variante del castrato alla brace geneticamente modificato? angelì, i governanti sono dei macellai, lo so, lo so… senti, ma allora come si dice figa in danese? sentiamo…

  12. castrazione chimica? cos’è, una variante del castrato alla brace geneticamente modificato? angelì, i governanti sono dei macellai, lo so, lo so… senti, ma allora come si dice figa in danese? sentiamo…

  13. certo lippa, certo, anzi mi scuso serissimamente con te, che sei una magnifica padrona di casa. non ci crederai ma io – come certamente angelini- sono un signore (magari ogni tanto un po’ pirata, scuola julio iglesias, non so se mi spiego…); ammetto di essermi lasciato andare col sullodato angelini – nel senso buono, naturalmente. a proposito, grazie angelini, sei un vero supermito.
    e scusa ancora, lippa, ti seguo anche sul quotidiano, sei grande. e questo blog è una bella realtà. (non sono un ruffiano, dico quello che penso).

  14. certo lippa, certo, anzi mi scuso serissimamente con te, che sei una magnifica padrona di casa. non ci crederai ma io – come certamente angelini- sono un signore (magari ogni tanto un po’ pirata, scuola julio iglesias, non so se mi spiego…); ammetto di essermi lasciato andare col sullodato angelini – nel senso buono, naturalmente. a proposito, grazie angelini, sei un vero supermito.
    e scusa ancora, lippa, ti seguo anche sul quotidiano, sei grande. e questo blog è una bella realtà. (non sono un ruffiano, dico quello che penso).

  15. Ma qualcuno di voi è andato in edicola in questi giorni a comprare Stilos? Io sì, solo che né le edicole di bologna né quelle di torino ne hanno mai visto traccia. Come è possibile, Lippa?

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