LA CRISI DELLA FANTASCIENZA/2

Seconda puntata dell’inchiesta (qui la prima). Eravamo rimasti a Matrix, giusto?

   Già, Matrix. Per molti, uno spartiacque. Avvenne qualcosa del genere di quando uscì Pulp Fiction di Quentin Tarantino, e scrittori e critici italiani  diedero vita a lunghe discussioni sul fatto che non sarebbe stato più possibile fare letteratura come prima. Esiste un effetto analogo, nella letteratura di fantascienza, dopo la trilogia di Matrix,  quanto meno nella non-visione del futuro che  fornisce?  Sergio Fanucci non lo crede: “Penso che la trilogia di Matrix sia caduta nell’ossessivo tranello che impone Hollywood. Pensare per fare soldi. L’idea della matrice, della realtà non realtà, dell’essere manovrati da forze oscure, del mettere in dubbio ogni forma di appartenenza e di consenso, hanno radici profonde in quegli autori che hanno popolato i “favolosi” anni Sessanta/Settanta per la fantascienza: Ursula LeGuin, Norman Spinrad, Philip K. Dick, Roger Zelazny, James Ballard, Michael Moorcock e via dicendo. Sono loro che hanno cambiato la fantascienza iniziato un processo di innovazione stilistica e letteraria, aprendo le porte a quell’immaginario cyberpunk tanto caro al cinema di animazione fantastico. Il resto è tutta una derivazione, peraltro non tanto riuscita. Se si pensa al cinema rimane ancora oggi Blade Runner di Ridley Scott il film definibile “di svolta”. D’altronde si ispira a un grande romanzo di un autore unico”.
   Il punto, dice Valerio Evangelisti, è un altro: “Soprattutto il primo e il terzo film riprendono una quantità di temi che la grande fantascienza scritta ha trattato precedentemente. La realtà che non si sa quale sia? E’ Dick. La visualità viene dal cyberpunk e dalla sua evoluzione più raffinata. Matrix è un ottimo esempio di quanto la fantascienza abbia saputo creare a livello di immaginario. Ma io non ho trovato un Matrix letterario che sia della stessa qualità del film. La fantascienza qui ha agito come un corpo unico: la fantascienza scritta ha ispirato i videogiochi che hanno ispirato lo sviluppo di una certa informatica che ha ispirato il film, il quale riassume i punti precedenti, ed è il punto di arrivo, non la ricaduta. Bisognerebbe che qualcuno lavorasse a preparare i temi per un prossimo film”.

   E chi? Questo è il punto. Al di là dei contesti, che si parli di spazio o di tecnologia, quale visione ci viene presentata? E c’è una visione del futuro o quel che Bodei chiamava la fine del senso dell’utopia nella storia sta condannando la fantascienza? Valerio Evangelisti: “ Se prendo un romanzo, leggo la trama e scopro che presenta il racconto di società alternative mi ci tuffo. Ma accade sempre più raramente. La fantascienza presentava un contemporaneo con allusioni al futuro possibile. In questo senso si è arresa, non si scrivono più quei tipi di romanzo che mi incantavano da piccolo. Dove la pubblicità era il potere prima che lo fosse davvero, dove si criticava il capitalismo più vorace. Non si sa se andremo lontano”.

48 pensieri su “LA CRISI DELLA FANTASCIENZA/2

  1. L’errore di fondo, diffuso purtroppo e ormai mitizzato così tanto da non riconoscerlo come tale, è credere che “Blade Runner” abbia segnato una svolta positiva nella (per la) fantascienza; il film, almeno quelle parti che Dick ebbe modo di visionare, non piacque affatto a Dick, solo a Ridley Scott. Certo, il regista ha riscritto il romanzo dickiano, così fortemente che dire “Blade Runner” film ispirato al romanzo dickiano mi suona un po’ tanto assurdo. Una svolta sì, che però ha banalizzato la sf e i tanti temi sociali che l’opera dickiana porta seco.
    Se parliamo di Matrix (il primo), allora siamo nella fantascienza, dopo coi capitoli successivi entriamo nella stupidità da botteghino.
    Valerio dice una grandissima verità che condivido appieno: “Se prendo un romanzo, leggo la trama e scopro che presenta il racconto di società alternative mi ci tuffo. […] Non si sa se andremo lontano.” Oggi non si scrive più come un tempo, sicuramente. Solo pochissimi autori, pochissimi libri mi fanno emozionare veramente nel senso indicato da Valerio. Dov’è quella sf che criticava il capitalismo più vorace? Nei classici e in alcuni autori che oggi ancora resistono e non si svendono alla banalità. Per fare pochi nomi italiani, Valerio Evangelisti, Vittorio Curtoni, Vittorio Catani, Tullio Avoledo, Luca Masali, e pochi altri. Tutti autori che a mio avviso scrivono bene, facendo il fantastico – o la letteratura anche se l’etichetta di letteratura potrebbe dispiacere a qualcuno. 😉 Però c’è il fatto, almeno per me, che detti autori scrivono storie con sapienza di contenuti e di stile, ragion per cui dico che fanno anche letteratura.
    Saludos
    Iannox

  2. La crisi della fantascienza è confermata dal fatto che i commenti ai due thread dedicati al tema da Lipperini sono stati i meno numerosi. Con questi chiari di luna, si è già troppo presi dalla preoccupazione di doversi arrabattare a sopravvivere nel presente per aver voglia di perdersi dietro più o meno ottimistiche o pessimistiche visioni del futuro:-/

  3. Letti e riletti post e commenti. Interessanti, molto, ma un dubbio mi rimane. Non è che la fantascienza, come genere, è “scomparsa” per il semplice motivo che… non c’è più nulla da raccontare di nuovo?
    Provo a spiegarmi. L’evoluzione tecnologica si è mossa ed è cresciuta ad una velocità talmente alta dal rendere quasi impossibile immaginare qualcosa di “nuovo”, qualcosa che assomigli alla proiezione di un “nuovo mondo”.
    Anche le “visioni” di guru del settore (vedi Negroponte), fino a poco tempo fa “rivoluzionarie”, (e molti scrittori hanno attinto a piene mani da Negroponte o da altri meno famosi, Constantine) ora sanno di stantio e già visto: rimacinano sempre le stesse idee.
    E come fai ad inventare se, dopo 4 verifiche 4, scopri che non solo quello che hai “pensato” è già stato “pensato” da altri, ma, spesso, addirittura già realizzato; magari anche solo in fase prototipale.
    Una delle migliori “letture” fantascientifiche attuali credo possa essere considerato il sito del “DARPA” (www.darpa.mil) e la puntuale spiegazione dei budget a disposizione e delle ricerche in corso o pianificate. Ed è solo la crosta del formaggio ciò che appare.
    Oppure la fantascienza è in crisi perché stanno scomparendo (o sono già scomparsi?) i “tecnici” prestati alla scrittura? Quella strana razza in grado di masticare lettere e un minimo di cognizioni scientifiche in modo tale da consentirgli di rimestare le idee ed estrarre dal cilindro “visioni futuribili”.
    Buona giornata. Trespolo.

  4. c’è un articolo di slavoj zizek intitolato ‘the matrix, or, the two sides of perversion’ che comincia così ‘quando ho visto matrix […] ho avuto la singolare opportunità di trovarmi seduto accanto allo spettatore ideale – nella fattispacia, un idiota. un uomo sotto i trent’anni seduto alla mia destra così immerso nel film che durante la proiezione non ha fatto altro che disturbare gli altri spettatori esclamando ad alta voce cose del tipo “Mio Dio, ma allora la realtà davvero non esiste!”‘.
    bene, a prescindere dal fatto che il film è chiaramente basato su una serie di ‘emozioni’ già presenti in una buona parte della fantascianza scritta (da ‘tempo fuori sesto’ di dick a ‘the starship’ di bradbury), nonchè da un vecchio episodio di ‘ai confini della realtà’, matrix, sostiene zizek, può essere letto come (dis)incarnazione di alcuni concetti lacaniani. vediamo, la matrice, non è altro che il Grande Altro lacaniano, ovvero, il network, la sostanza sociale che struttura il soggetto. ma, secondo lacan, a questa alienazione NEL grande altro segue l’alienazione DAL grande altro, che avviene nel momento in cui il soggetto realizza l’inconsistenza del grande altro, che, in quanto ‘legge’ sociale è appunto puremente virtuale.
    il mancato passaggio a questa seconda fase, o meglio, la difficoltà ad accettare l’inconsistenza di questa ‘rete’ che struttura il soggetto è ciò che fa nascere le fantasie paranoiche. il soggetto tenta di reagire alla spaesante dissoluzione dell’ordine reificando questa entità che ‘tira i fili’, che struttura la realtà, un megacomputer, un gruppo politico-economico sotterraneo, un cane parlante.
    il punto chiave è, a mio avviso, proprio questo, gli autori di matrix sono riusciti (con quali esiti e mezzi è poi discutibile) a condensare e dare forma visiva una serie di ‘emozioni culturali’ che si riverberano nella cultura occidentale da alcuni decenni. matrix si muove nello ‘spazio interno’ per dirla con ballard, può essere una riflessione (se si è capaci di riflettere dopo mezz’ora di calci in culo a mezz’aria) sul carattere paranoide della sottocultura del primo mondo, che è poi una delle carattersitiche della SF moderna e contemporanea.
    forse la crisi, se crisi c’è, ma io parlerei piuttosto di banalizzazione, della fantascienza sta anche nel fatto che essa troppo spesso semplifica, si riduce a parabola in un universo la cui complessità è sempre più evidente.
    secondo zizek, ‘the matrix’, infatti, pecca proprio nella eccessiva semplicità di contrapporre una realtà virtuale ad una realtà reale, dove, al contrario, avrebbe potuto giocare sul rimando infinito a realtà irreali e costruite.
    scusate se sono stato poco chiaro pur dilungandomi.

  5. angelini carissimo, la fantascienza è in crisi perchè siamo nel futuro, io credo. siamo nel futuro ma con la testa nel passato. questo presente futuro ci fa paura, ci ha anche stufato. la fantascienza ci viene servita calda in tv ogni minuto sotto forma di spot pubblicitario, il cinema americano è diventato di genere fantascientifico anche quando parla di delitti e castighi. dunque, a mio avviso, il genere fantascienza ha tirato le cuoia. purtroppo, perchè si è trattato (nel passato, quando il passato era un presente ad andamento lento) di un grande genere, forse del più grande. considero verne uno dei più grandi geni della letteratura di ogni tempo, uno che inventava il futuro con penna carta e calamaio. potere esorbitante della letteratura.

  6. angelini carissimo, la fantascienza è in crisi perchè siamo nel futuro, io credo. siamo nel futuro ma con la testa nel passato. questo presente futuro ci fa paura, ci ha anche stufato. la fantascienza ci viene servita calda in tv ogni minuto sotto forma di spot pubblicitario, il cinema americano è diventato di genere fantascientifico anche quando parla di delitti e castighi. dunque, a mio avviso, il genere fantascienza ha tirato le cuoia. purtroppo, perchè si è trattato (nel passato, quando il passato era un presente ad andamento lento) di un grande genere, forse del più grande. considero verne uno dei più grandi geni della letteratura di ogni tempo, uno che inventava il futuro con penna carta e calamaio. potere esorbitante della letteratura.

  7. OT: Ma qualcuno di voi è
    andato in edicola in questi
    giorni a comprare Stilos? Io
    sì, solo che né le edicole di
    bologna né quelle di torino ne
    hanno mai visto traccia. Come
    è possibile, Lippa?

  8. andrea c: la verità del mio nome è la mia verità. io conosco la mia verità, perchè ho voluto conoscerla. sono stato fortunato.

  9. andrea c: la verità del mio nome è la mia verità. io conosco la mia verità, perchè ho voluto conoscerla. sono stato fortunato.

  10. anche io ho avuto qualche difficoltà a trovare stilos, ma solo perchè il giornalaio non sapeva dove cercarlo. non era stato informato dell’avvenuta “autonomizzazione” 🙂 me l’ha detto e dato solo il giorno dopo la richiesta.

  11. grazie angela, ti assicuro che
    ho spiegato perfettamente la
    cosa ai cinque edicolanti che
    ho provato. Comunque
    ritenterò certamente 😉

  12. Su Stilos, non so davvero cosa rispondere. Giro la domanda ad uno dei suoi redattori, se passa da queste parti.
    Uomo della verità: non so come, ma ho l’impressione di averti già incontrato, qui.

  13. Mah… questa storia che Matrix si è incartata perché sarebbe diventata una macchina da soldi, perché i soldi in qualche modo impappinano il cervello. Confesso che faccio molta fatica non a farmi piacere l’argomento, ch enon mi piace per niente, ma a ritenerlo in qualche modo descrittivo di un fenomeno esistente. Qualsiasi film e qualsiasi prodotto letterario punta fare i soldi, questa idea decoubertiniana della produzione intellettuale mi pare ideologica e tutto sommato falsa. Che poi Matrix sia diventato un pastrocchio, sono d’accordo. Ma mi sembra più un ingorgo narrativo, una vglia di metterci il padreterno e il software, Borges e l’intelligenza artificiale, l’action movie e Stanley Kubrick. Lo hanno fatto per piacere e fare piu’ cassetta? Secondo me lo hanno fatto perche’ avevano un plot debole.

  14. lippa si, sono stato qui con il mio vero nome (un nome famoso). ma da qualche tempo preferisco celarmi dietro questo nick. l’uomo della verità. l’uomo della sua verità, l’uomo che pensa a se stesso perchè se non ci pensa lui non ci pensa nessuno. parlo affettivamente. il nick mi permette di essere ancora più nella mia verità. la questione del nick è nodale: al contrario di quanto sostiene carla benedetti, io mi prendo la responsabilità di essere l’uomo della verità nel senso che così, con questo nome per me così impegnativo, con questo nome non anagrafico, sono libero di dire la mia verità. il nome è nessuno, significa qualcosa agli altri, non a me. per me è un ingombro. lo vorrei uccidere, il mio vero nome.

  15. lippa si, sono stato qui con il mio vero nome (un nome famoso). ma da qualche tempo preferisco celarmi dietro questo nick. l’uomo della verità. l’uomo della sua verità, l’uomo che pensa a se stesso perchè se non ci pensa lui non ci pensa nessuno. parlo affettivamente. il nick mi permette di essere ancora più nella mia verità. la questione del nick è nodale: al contrario di quanto sostiene carla benedetti, io mi prendo la responsabilità di essere l’uomo della verità nel senso che così, con questo nome per me così impegnativo, con questo nome non anagrafico, sono libero di dire la mia verità. il nome è nessuno, significa qualcosa agli altri, non a me. per me è un ingombro. lo vorrei uccidere, il mio vero nome.

  16. angelini caro, come ebbi a scrivere mi pare ieri o ieri l’altro (il tempo passa, si, e va) culturalibri l’ho conosciuto dai racconti epici fatti da te e da bart di monaco. a quegli eroici tempi, infatti, non avevo nemmeno il computer. l’importanza di uno scrittore è sempre relativa. io sono l’uomo della verità, vale a dire della mia verità. e anche della mia importanza. per me, io non sono uno scrittore importante, sono uno scrittore importantissimo, anzi il più importante in assoluto. ti rassicuro sul travestì: non sono biondillo, non mi travesto, trasgredisco dalla mia retta via soltanto allo stadio (non dico per quale squadra faccio il tifo, potresti riconoscermi, e non lo voglio). Mi piacciono le donne (ricordi la richiesta di traduzione in danese), ho questo vizio. (anche per questo non dico il mio nome, da un po’ di tempo essere donnaioli non è più di moda tra gli artisti, siamo in tempi di “restaurazione morale”, e il bigottismo tra i radical chic impera). secondo me biondillo (che ho letto) è molto bravo e oltretutto non ha ancora dato fondo a tutte le sue potenzialità. ne vedrai delle belle, angelini caro, per te sarà come leggere l’ennesima favola, ma non ti addormenterai, come fanno i tuoi piccoli fans…

  17. angelini caro, come ebbi a scrivere mi pare ieri o ieri l’altro (il tempo passa, si, e va) culturalibri l’ho conosciuto dai racconti epici fatti da te e da bart di monaco. a quegli eroici tempi, infatti, non avevo nemmeno il computer. l’importanza di uno scrittore è sempre relativa. io sono l’uomo della verità, vale a dire della mia verità. e anche della mia importanza. per me, io non sono uno scrittore importante, sono uno scrittore importantissimo, anzi il più importante in assoluto. ti rassicuro sul travestì: non sono biondillo, non mi travesto, trasgredisco dalla mia retta via soltanto allo stadio (non dico per quale squadra faccio il tifo, potresti riconoscermi, e non lo voglio). Mi piacciono le donne (ricordi la richiesta di traduzione in danese), ho questo vizio. (anche per questo non dico il mio nome, da un po’ di tempo essere donnaioli non è più di moda tra gli artisti, siamo in tempi di “restaurazione morale”, e il bigottismo tra i radical chic impera). secondo me biondillo (che ho letto) è molto bravo e oltretutto non ha ancora dato fondo a tutte le sue potenzialità. ne vedrai delle belle, angelini caro, per te sarà come leggere l’ennesima favola, ma non ti addormenterai, come fanno i tuoi piccoli fans…

  18. Uomo della verità. Non sarai mica l’IMPORTANTE SCRITTORE di ‘Simona Vinci è uscita dal niusgruppo’?
    O magari sei solo Biondillo en travesti… (che però, a dire il vero, tanto famoso non è)

  19. @ Squirt
    Stilos a Forlì, in centro, si trovava benissimo, quindi mi sembra strano che a Bologna non ne sappiano nulla. Ma forse come mi diceva Sorrentino è distribuito solo nelle edicole principali.
    Comunque sia, Squirt, trovalo perché è il più bel giornale culturale che ci sia oggi in circolazione. Dico davvero, fa l’effetto “zapatero”: quasi non credi che esista una cosa così bella, che te la diano per un euro ogni quindici giorni senza dover fare nessun patto diabolico. Stilos è una cosa di civiltà.

  20. @andrea b
    è che facendo bologna-torino il 21 giugno, ho chiesto a due delle tre edicole della stazione centrale di bologna la mattina stessa dell’uscita (spiegandomi bene); e il 22 mattina a un’edicola in piazza solferino a torino, e il 23 a sera a una delle edicole della stazione centrale di torino. comunque non demordo: da domani riproverò.

  21. mi sa che davvero della fantascienza non frega a nessuno, nessuno scrive niente…
    e allora divertiamoci con il ‘nome famoso’ che afferma che esiste, seppur in forma personale, una verità. il mio dubbio non riguardava la verità in assoluto, che se vogliamo, stabiliti determinati criteri, può rientrare nell’ambito delle convenzioni accettabili, ma era riferita appunto alla verità individuale. troppo decostruzionista?
    e poi, pure ammettendo che si possa accedere alla verità, volerlo mi pare un po semplicistico come mezzo per arrivarci.

  22. Uomo della verità. Se volevi davvero scrollarti di dosso il peso della fama (o della fame?:-) ) a che pro circonfonderti di misteriose allusioni (ah, se solo sapeste chi sono io!)?
    Va là, va là “ché a me non mi incanti”, ti direbbero a Fano…

  23. Andrea ha ragione, stilos si trova nelle edicole principali dei capoluoghi di regione e della provincia: insistete con gli edicolanti e portate pazienza! 🙂

  24. andrea c carissimo: sei un pochino ingenuo. se hai 25 anni va bene, se per caso nei hai 50 ti consiglio di frequentarmi – sta tranquillo, come sa angelini, mi piacciono solo le donne. la verità è una, ed è la mia. nel momento stesso che io lo affermo. tu hai la tua verità? se hai 25 anni puoi anche non averla, se ne hai 50 ti consiglio di trovarla al più presto, non fare come angelini, insomma…
    angelini carissimo, vivi ancora nelle favole – molto belle – che inventi… ti consiglio una passeggiata sul nastro d’asfalto del vero cinismo. fai quasi tenerezza. ma questo te l’ha detto una signora (ottimo sistema per cuccare, far tenerezza). per me è diverso. cinicizzati.:-)

  25. andrea c carissimo: sei un pochino ingenuo. se hai 25 anni va bene, se per caso nei hai 50 ti consiglio di frequentarmi – sta tranquillo, come sa angelini, mi piacciono solo le donne. la verità è una, ed è la mia. nel momento stesso che io lo affermo. tu hai la tua verità? se hai 25 anni puoi anche non averla, se ne hai 50 ti consiglio di trovarla al più presto, non fare come angelini, insomma…
    angelini carissimo, vivi ancora nelle favole – molto belle – che inventi… ti consiglio una passeggiata sul nastro d’asfalto del vero cinismo. fai quasi tenerezza. ma questo te l’ha detto una signora (ottimo sistema per cuccare, far tenerezza). per me è diverso. cinicizzati.:-)

  26. Qualcuno ha detto che un forte freno all’immaginazione è derivato anche dall’aver realizzato che ci sono limiti fisici invalicabili. Nessun viaggio a curvatura sei, o possibilità di ibernarsi per migliaia e migliaia di anni per raggiungere civiltà diverse da quella umana. Da qui il ripiegamento, l’assenza di utopia.
    Le ragioni sono molteplici, purtroppo, tutte accennate nei post.
    La cara, vecchia (!) fantascienza mi manca.
    sull’off topic…
    concordo con l’uomo della verità, sempre che per verità si intenda più che altro forte coscienza di sé e delle proprie idee. Il che non esclude, del resto, che qualche volta ci si possa rompere le corna contro un muro.

  27. Gianni, fin dal primo Matrix m’è piaciuto solo il salvaschermo con … com’é che lo chiamavano nel film? Insomma con la pioggia di codici verdi su fondo nero. M’ha stufato subito pure quello.
    sull’identità misteriosa non concordo. Se uno è mostruosamente bravo sa usare diversi stili…

  28. Gianni, io sono d’accordo con te, e da tempi non sospetti. Ma, peggio ancora del film, l’uso (l’abuso) di quel linguaggio fatto da Disobbedienti et similia, qualche anno or è: ogni corteo, anche il più insensato, diventava “una scelta tra pillola rossa e pillola blu” etc. etc. 😛

  29. Per Biondillo.
    Scioccone, hanno capito tutti che l’uomo della verità è Franz Krauspenhaar, lo spennacrauti:-)
    Mica poi così famoso, però.

  30. caro vicino di casa (non al momento, visto che mi trovo nella mia città natale per questioni natali), io amo Matrix. Al punto che sono disposto a difendere anche il secondo episodio, quello che solitamente viene indicato da tutti come il più debole. Ma non mi inalbero se dici che ti fa cagare. Prendo atto, ti buco le gomme della macchina e amici come prima. Per ricollegarmi a quanto detto nei commenti della prima puntata, credo che cinema, fumetti, televisione, videogiochi, musica etc etc abbiano ormai una potenza letteraria che non possiamo non riconoscere come tale. Matrix ha cambiato (piaccia o meno) il modo di raccontare le cose (adesso viene citato anche nelle pubblicità dei detersivi). E’ parte del nostro linguaggio, con quel che ne consegue.
    Ora però torno a vedermi CSI…
    M

  31. Uno scrittore lo riconosci non da quello che scrive ma da come lo scrive. “L’uomo della verità” non sono io. Basta leggerlo per capire chi è.
    (e poi io non ho mai usato un nick. Già c’ho un nome che se lo dimenticano tutti, figuriamoci usare pure un nick).
    Ma… il mio commento su Matrix non ha inalberato proprio nessuno?
    Chi tace acconsente?
    😉 G. B.

  32. @ anonimo uomo detentore della propria verità – premetto che non intendo assolutamente fare una polemica a suon di postulati epistemologici, quindi, chiarisco immediatamente la mia posizione: mi trovo da qualche parte tra i due estremi che hai proposto come ‘paletti’ tra il poter non avere la verità e averla. ho avuto la verità nei lontani anni settanta, quando papà era perfetto e mamma era la donna più bella del mondo, quando il comunismo e la libertà avrebbero trionfato, quando gli altri dicevano che io ero altruista e molto inteligente. poi papà ha cominciato a sbagliare a programmare il videoregistratore e io mi sono innamorato di una ragazzina che non era mia madre, poi è morto berlinguer, poi sono andato male a scuola, poi sono stato anche rimandato e non ho mai capito cosa cazzo fosse, non come si calcolava, ma cosa cazzo fosse un integrale. poi ho trattato male delle persone e sono stato un po egoista.
    un giorno ero al cinema, era morto mio nonno da una settimana, e ha cominciato a girarmi la testa e mi mancava l’aria e ho pensato che stavo per morire, ma poi non sono morto e ho scoperto che era solo che avevo una paura fottuta di fare certe cose, o meglio, che avevo una paura fottuta di farle, però giuro che ero convinto che stavo per morire.
    io ti posso dire che mi piace il gelato al pistacchio, è vero, anche se non va di moda, posso dirti che sono innamorato di una certa donna, è vero, come è vero che ho le mie convinzioni politiche, che ho i miei sogni e che cerco, a fatica, ma ci provo, a superare i miei limiti. tutto questo è verità e non è bastato volerlo, ci è voluto molto di più. ma questa è davvero la verità?
    adesso, per favore, spogliati del tono accondiscendente e dimmi cosa ne pensi.

  33. su matrix:
    di matrix mi piacciono molto gli abiti, sia quelli lucidi della realtà virtuale, sia quelli rovinati della ‘realtà’. mi piace, chiaramente la bellissima trinity, debole ma forte, innamorata sadomaso ad uso e consumo dell’eroe, col quale, ovviamente, non si può non identificarsi nella più assoluta rivincita del nerd.
    ma il film è chiaramente una cagata, o meglio, è un film furbo, funziona su schemi troppo evidenti, è una parabola, un romanzo di formazione, e, in più, fa leva su un’idea paranoide della vita, una specie di grande raggiro ai danni dell’individuo da una entità superiore e suprema che solo “l’eletto” può spezzare.
    certo, a livello visivo si tratta di uno dei prodotti più rivoluzionari di hollywood, ma questo, tenendo conto che la base teoretica è quella di ‘simulacri e simulacra’ di baudrillard (il libro appare addirittura in una delle scene) l’operazione diventa ancora più discutibile.
    non affronto nemmeno la questione della lungaggine dei combattimenti, basti dire che mentre Neo mazzoliava una serie di Agente Smith io ho incontrato una ragazza, ci siamo amati, sono iniziati dei problemi, ci siamo lasciati, i siamo scritti, ci siamo reincontrati…

  34. non ho 45 anni, uomo della verità, ma se questa è la TUA VERITA’, allora io ne avro 45.
    e non ti frequenterò, non vorrei che la TUA VERITA’ che affermi essere che ti piacciono le donne (e quindi non dovrei preoccuparmi se mi inviti a frequentarti) potrebbe essere VERA come i miei 45 anni, e non oserei mettere in discussione la TUA VERITA’ se dovesse venirti voglia di leccare il mio culetto peloso.
    ma ti prego, continua a deliziarti con la tua prosa.

  35. angelini, mi piace il tuo tirare a indovinare, prima biondillo, poi krauspenhaar. mi piacerebbe essere entrambi, ti dirò. ma in fondo due new entries. hanno da mangiare michette tutti e due. però due grandi, diciamolo. mi parli di cinico angelini. ecco, qui mi fai ancora più ridere: quando tu stavi ancora in calzoni corti io con cinico andavo al savini con wanda osiris il padre di paolo limiti e dorian gray, dico l’attrice, dico.
    andrea c.: ci potevi mettere molto meno a dire che hai circa 45 anni, no? mi hai spiattellato la tua verità. accondiscendente io? ma io sono una belva scatenata! se superate le 3000 battute divento una belva! biondillo e krauspenhaar superano le 400 pagine e li prenderei a simpatiche pacche sul coppino, per questo.io krauspenhaar… tzè…

  36. angelini, mi piace il tuo tirare a indovinare, prima biondillo, poi krauspenhaar. mi piacerebbe essere entrambi, ti dirò. ma in fondo due new entries. hanno da mangiare michette tutti e due. però due grandi, diciamolo. mi parli di cinico angelini. ecco, qui mi fai ancora più ridere: quando tu stavi ancora in calzoni corti io con cinico andavo al savini con wanda osiris il padre di paolo limiti e dorian gray, dico l’attrice, dico.
    andrea c.: ci potevi mettere molto meno a dire che hai circa 45 anni, no? mi hai spiattellato la tua verità. accondiscendente io? ma io sono una belva scatenata! se superate le 3000 battute divento una belva! biondillo e krauspenhaar superano le 400 pagine e li prenderei a simpatiche pacche sul coppino, per questo.io krauspenhaar… tzè…

  37. Sorry, ma mi pare di aver già detto che gli insulti personali verranno cancellati. Non che mi diverta a farlo, però l’ho appena fatto.

  38. Loredana, zucconcella, erano insulti d’autore, anzi di Famoso Autore! E comunque bonari. Non puoi uccidere l’arte così:-/

  39. Ho trovato Stilos in una edicola di Vado Ligure (SV). Davvero strano che non si trovi a Bologna. Forse l’edicolante non sapeva fare il suo mestiere.
    @ uomo della verità. Sono totalmente d’accordo con te.

  40. Eppure non mi abbandona il dubbio che, a dispetto dell’alone stantio che spesso circonda sci-fi, sottoprodotti e più o meno acrobatiche trasposizioni da supporto a supporto, la fantascienza sia, in prospettiva, vitale proprio sul fronte editoriale. Prova ne sia il crescente numero di autori che pubblicano le loro opere in rete, attraverso i Creative Commons, parallelamente e non in alternativa ai circuiti tradizionali, ottenendo sorprendenti utili, in rapporto diretto con la circolazione gratuita dell’opera. Un processo che premia, grazie a un’opera di fidelizzazione e previo controllo qualitativo da parte del pubblico (che, continuando ad acquistare il cartaceo, in buona misura attesta la bontà del prodotto), particolarmente diffuso proprio nell’ambito fantascientifico: penso a Cory Doctorow (http://www.craphound.com/) , la Baen etc.
    Se la vitalità si misura anche attraverso la capacità di seguire lo stato del mercato, esporsi ed offrire una letteratura “a scatola aperta”, direi che la fantascienza, sotto le tiepide braci di opere che ne hanno usurpato il nome, continua a godere di buona salute.

  41. interessante, Ivan: una domanda che contiene un postulato potrebbe essere un ossimoro o un pleonasmo?
    va bene. Ammesso che vi fosse un postulato, mi sembrava talmente postulato da non dover enunciarlo: la critica letteraria, come ha già ricordato qualcuno, deve essere chiara, altrimenti non ha significato. Ma forse hai ragione: il postulato c’era, solo che non mi sembra sbagliato. Di qui la mia domanda sulla sussistenza della dignità di pubblicazione. Semplicemente, come critica letteraria non l’ho trovata chiara. Quindi: voleva essere una mail privata e ne aveva ben ragione. Non necessitava di pubblicazione, non avendo significato pubblico.

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