TRUMP, EH?

C’è un bel po’ di gente, in Italia, che giustamente si scandalizza e si indigna e mannaggia la miseria che vergogna per le dichiarazioni, la mentalità, il pensiero di Donald Trump sulle donne.
Bello. Però è sempre interessante cercare di ragionare su quanto sia facile additare l’altrui colpa (la misoginia, nel caso) dimenticando di lanciare un rapido sguardo allo specchio.
Mi perdonerete se prendo ancora a esempio Elena Ferrante. Mentre sulle testate straniere la discussione è stata ampia, articolata e in molti casi è partita proprio dalla questione misoginia ( perché si adombra che ci sia comunque un uomo ad aver messo lo zampino nella stesura dei romanzi e perché, come scrive Jeanette Winterson in questo magnifico articolo sul Guardian, alle scrittrici il successo si perdona assai poco).
La discussione italiana si è svolta, in pratica, così: da una parte coloro – non pochi, affatto – che hanno preso le distanze, anche polemicamente, dall’inchiesta di Gatti. Ma chi difendeva quell’inchiesta ha sostanzialmente usato due argomenti: siete contro la libertà di stampa (e perché, di grazia? si potrà pur dire che si ritiene la modalità con cui è stata condotta l’investigazione spropositata rispetto all’oggetto dell’investigazione medesima?) e, in aggiunta, siete ossessionate dal sessismo (“parola brandita il più delle volte a caso per eludere il merito dei temi più disparati”, scrive un fervido giornalista).
Senza aggiungere molto altro, pongo solo, per l’ennesima volta, una domanda: perché altrove è possibile discutere di sessismo, di visibilità delle scrittrici, e di diverso trattamento alle scrittrici riservato senza suscitare alcuno scandalo o riprovazione o “ma che, siete deficienti?” e in Italia no?
L’ho chiesto quasi un anno fa nel “post memorandum” che seguiva la polemica sulla classifica di qualità, tutta maschile, de La lettura. Non ho ancora avuto risposta, oppure soffia nel vento e io non l’ho sentita.
Nota bene. Ieri, a Pisa, dopo una bellissima giornata all’Internet Festival, a causa di un cambio di binario e della relativa corsa ho perso il cellulare. Speravo di recuperarlo, ma temo non avverrà. Per qualche giorno non sarò raggiungibile al telefono. Se avete urgenza di contattarmi, usare la mail (loredana.lipperini@gmail.com) e io vi dirò quale numero provvisorio utilizzare. E, no, la misoginia qui non c’entra: la mia personale sventatezza sì.

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