La giornata di ieri è stata dedicata alla riunione di giuria del Premio Città di Bari. Questa la cinquina dei finalisti. Premio per la saggistica (meritatissimo) ad Antonio Pascale .
Poi c’è la vicenda Baricco. Mi sarebbe piaciuto poter commentare ieri, a botta calda, e senza il codazzo polemico che inevitabimente ha seguito la sua riflessione.
Dico soltanto una piccola cosa: a mio modesto parere, la parola “agonizzante” usata da Baricco a proposito della nostra prosa è giusta.
Date un’occhiata ai cartelloni romani. Anzi, facciamolo qui.
Ben due spettacoli si devono a Lillo & Greg: uno è Far West Story, in scena al Brancaccio, che li vede protagonisti. Un altro vede il solo Lillo regista (L’importante è vincere senza partecipare, al De’ Servi, e naturalmente nel tamburino si specifica che la regia è di “Lillo di Lillo & Greg”). Andiamo avanti. Al Dei Satiri c’è Dario Vergassola, e il titolo è Sparla con me. All’ Olimpico c’è Max Giusti con Meraviglioso. Al Sistina c’è Enrico Brignano.
Per un caso fortuito, al momento, non ci sono musical che si fregino dello strillo “con i ragazzi di Amici di Maria De Filippi”.
Poi ci sono i teatri che da decenni sono affidati a compagnie che riproducono stancamente repertori post-post-Feydeau. Poi ci sono i musical a carattere religioso, che pare tirino tantissimo, tanto che la pubblicità di Maria di Nazareth assilla anche chi cerca un taxi via telefono.
Poi, certo, non tutto è deprecabile, esistono ancora ottime compagnie, spettacoli eccellenti, giovani autori da valorizzare (a proposito, l’antologia 2009 di Minimum Fax è dedicata a loro, ai drammaturghi: leggetela).
Quello che voglio dire è che c’è una parte più che cospicua del teatro italiano che è semplicemente l’appendice della televisione: vi è piaciuto Zelig? Bene, ne abbiamo un altro pezzettino sul nostro palcoscenico. Siete fan di Affari tuoi? Godetevi il conduttore dal vivo. Ha senso?
A mio parere, no.
Conosco l’obiezione, ad ogni modo: tagliando i fondi statali, questo tipo di spettacolo si moltiplicherebbe, perchè i produttori, pur di andare sul sicuro, sceglierebbero soltanto nomi da piccolo schermo pur di avere “chiamata”.
Verissimo.
Però a questo punto sono curiosa di sapere perchè allora, a fondi erogati, siamo nelle medesima situazione. E perchè il teatro italiano sembra l’attuazione di quanto dice Walter Siti ne Il contagio: non è un passo avanti, o almeno di lato, ma è persino un passo indietro.
non ho e non vedo la tivù, e confesso il mio spiazzamento di fronte a gente che idolatra questo o quel divo temporaneo del reality o ricicla a manetta gag di comici a me del tutto ignoti. Di solito ribatto citando gag di Ratman, ma non è questo il punto. Il teatro non è la televisione. Sappiamo bene i mille motivi per cui sono diversi.
Non ho il metro per dirlo da spettatore, ma sono quasi certo che gente che in tivù fa sketch di 5 minuti in uno spettacolo di più di un’ora deve cambiare ritmo narrativo, registri, approfondire e/o variae i presonaggi ecc ecc per far funzionare il tutto.
Quindi, ben venga il richiamo dei nomi della tivù se richiamano pubblico E dei contenuti esistono. Perché i repertori Post Feydeau FANNO PEGGIO: non chiamano gente nuova in teatro… ma se io produttore/direttore devo riempire le poltrone, meglio puntare sui pensionati.
Mi pareva che discorso di Baricco funzionasse al contrario: non si va a vedere Dario Fo se non lo si conosce e se nonlo si conosce è perché Dario Fo non passa in televisione.
mah, la cosa che mi viene da dire e’ che alcune ragioni Baricco ce le ha.
Eppure, la prima che mi e’ venuta in mente leggendo il suo articolo e’: ma scuola e televisione – ossia i due ambiti che Baricco vorrebbe finanziare – non ricevono annualmente gia’ un bel po’ di milioni per fare proprio quello che chiede lui?
Altrimenti, quando si parla di servizio pubblico della tv, cosa s’intende? E se non fanno teatro a scuola i bambini di chi e’ la colpa?
Nella musica questo appiattimento dell’offerta avviene sotto gli occhi di tutti e la cosa più agghiacciante è che a tutti sembra una cosa normale. In teatro si offrono figurine televisive per andare sul sicuro, nella musica si offrono le solite cover e tribute band e NON esiste spazio per chi produce musica propria se non pochi locali gestiti in modo pessimo.
Almeno teatro viene ancora classificato come arte, la musica ormai non viene neanche più classificata come tale.
c’è una parte più che cospicua del teatro italiano che è semplicemente l’appendice della televisione: vi è piaciuto Zelig? Bene, ne abbiamo un altro pezzettino sul nostro palcoscenico. Siete fan di Affari tuoi? Godetevi il conduttore dal vivo. Ha senso?
A mio parere, no.
Esattamente quello che ho pensato io leggendo l’articolo di Baricco. 🙁
Cioè come spunti che dà non è malvagia la riflessione di Baricco ma mi è sembrata davvero troppo ingenua da parte di uno scrittore del suo calibro… Forse le cose sarebbero così semplici in un altro paese. Ma non in Italia.
A maggior ragione mettendoli in mano a privati, vorranno farlo fruttare ‘sta roba che si prendono a carico. Leggendo queste proposte ho cominciato ad avere visioni inquietanti (non causati da droghe giuro): teatri pieni di High school musical per adolescenti, Winx per le bambine, “Natale a teatro” per adulti. E magari già che ci siamo un “Bettino Craxi Superstar”, visto l’ultimo “documentario” (o agiografia?) sulla vita di codesto grande statista. (O grande ladro?).
Eppure, la prima che mi e’ venuta in mente leggendo il suo articolo e’: ma scuola e televisione – ossia i due ambiti che Baricco vorrebbe finanziare – non ricevono annualmente gia’ un bel po’ di milioni per fare proprio quello che chiede lui?
E anche questo l’ho pensato. ._.
A me Baricco non piace, ma stavolta sono dalla sua.
Il punto non è la derivazione dello spettacolo: non ci sarebbe niente di male in uno spettacolo teatrale che derivi da un programma, un reality, un che-ne-so. Ma che sia fatto bene.
Qui a Londra fanno musical capaci di farti restare a bocca aperta tutta la notte – e riempiono i teatri (li riempiono, tutti) ogni sera della settimana. Roba fatta da professionisti. Ed è quello che, dannazione, si continua a non capire in Italia: il punto non è da dove vieni, dove ti ispiri, quali messaggi, quali cose, quali cosce. Il punto è che puoi fare tutto se lo fai _per bene_. Artigianalmente. La mia compagna (non chiedetemi perchè) è andata, quand’era di passaggio a Roma, a vedere High School Musical. Ed era orribile: coreografie scoordinate, passaggi narrativi abborracciati.
Che le cose siano fatte con professionalità, e che la professionalità non la giudichino i critici, ma le persone la cui vita il teatro (o la Tv, o il cinema o i libri o i giochi di ruolo o quel che vi pare) dovrebbe migliorare.
I fondi, con quali criteri si danno? Chi li decide? Critici, esperti? Il cinema italiano l’abbiamo ammazzato, a botte di fondi. Non voglio essere populista, e mi rendo conto che il rischio sia esattamente quello di vedere HSM. Ma una roba del genere, magari il pubblico la cassa (e infatti nessun musical italiano genera il giro di quattrini che viene generato qui). Un critico, di sicuro fa passare vaccate peggiori. Tra i due rischi, non ho dubbi su quale io preferisca…
Meritatissimo? Antonio Pascale dice che siamo vittime di semplificazioni antiscientifiche. E’ vero. Ma è altrettanto vero che anche lui è vittima di cose che ha imparato male e semplifica alla grande. Detesto quelli che parlano del naturale come puro e buono, ma altrettanto quelli che vedono nella tecnica il progresso e l’evoluzione. In quel libro “meritatissimo” ci sono cose interessanti insieme a cose smentibili.
Ne dico alcune.
Si possono così ravvisare SETTE minacce immediate:
PRIMO: Depauperazione dei complessi pro-vitaminici e vitaminici delle piante
Depauperazione di complessi vitaminici e pro-vitaminici non più presenti negli alimenti, con conseguente incremento delle malattie degenerative e carenziali come ad esempio il Cancro (vedi Settima e Nona Dichiarazione). Gravissimo è, ad esempio, il deliberato tentativo di disattivare (con Fortilin, Bcl-2, Bcl-xl) le sostanze naturali contenute nelle piante, cioè quelle vitamine che entrano in complessi meccanismi enzimatici nel DNA dei mammiferi, e inducenti il fenomeno di apoptosi
(suicidio) in queste cellule di mammifero se ammalate da cause infettive o di altro genere (come ad esempio il Cancro). Tale fenomeno di blocco dell’apoptosi (azione di anti-apoptosi), introdotto sperimentalmente nella pianta del tabacco tramite virus (748,751, 1254) è un gravissimo atto di danno deliberato inflitto all’Ecosistema tramite gli O.G.M.: un danno che, se propagato a piante alimentari di uso comune, potrebbe rendere del tutto impossibile la cura dei tumori e di molte altre malattie
tramite quanto considerato in questo lavoro. (Vedi: Ichiro Mitsuhara: Animal cell-death suppressors Bcl-x and Ced-9 inhibit cell death in tobacco plants, Current Biology, Vol. 9, No. 14, pp.775-778, [05042617202612198.pdf]
Gravissima è anche la possibile scomparsa di molte vitamine naturali anti-cancro (Antocianine,Flavonoidi (1122), Polifenoli (1123), sesquiterpene lattone Partenolide (701), penta-acetil Geniposide
(1061), Camelliina B (698), beta-Criptoxantina (1063), Esperidina (1063), Emodina (247,333,715), acido ursolico (700), Solfuro di allile (694,696), Eriodictoiolo (693), protocatechine (692), Indoli (809),
Isotiocianati (809), Resverarolo (695), Elemene (690), Acutiaporberina (711), Capsaicina (719),Wagonina (713), Fisetina (713), acido carnosico (712,1062), Germanio sesquiossido (269),Epigallocatechina gallato (173,1124), Limonene (693), Axeroftolo palmitato, alfa e beta Carotene, acido trans-Retinoico, Tocoferoli, Cinaropicrina, Licopene (633), Proantocianidina, Damnacanthal (1043), Baicalina (718), Baicaleina (718), acido idrocinnamico (693), sesquiterpenoidi come Atractilone (704), come Atractilenolidi I, II, III (704), alcaloidi del Gelsemio (699), altri flavonoidi (1064), Sinigrina, acido ferulico, acido ellagico, acido cumarinico …) inducenti l’apoptosi (suicidio) dei tumori.
Questa scomparsa può avvenire a causa della modificazione OGM di piante ad uso alimentare o medico: nel capitolo 5 (“Piante che fanno suicidare il cancro) sono riportate molte vitamine e
molte piante che inducono questo fenomeno di suicidio del cancro, con aggiunta dei dati di bibliografia scientifica su diverse modifiche apportate dalle Multinazionali OGM.
Ad esempio: Pueraria species induce apoptosi sul neuroblastoma (1046) ma, il contentuto di Antocianine (apoptosi su tumori) della Pueraria-GMO è gravemente decresciuta al 40% (1119). Vedi PDF allegato: Joung JY.: An overexpression of chalcone reductase of Pueraria montana var. lobata alters biosynthesis of anthocyanin and 5’-deoxyflavonoids in transgenic tobacco, Biochem Biophys Res. Commun 2003, 303,
pp.: 326-331. [5070316220110631.pdf]
Gravissima, è poi l’assenza dei semi dai frutti OGM. L’importanza dei semi come fattori anticancro risiede sostanzialmente nel fatto che essi contengono la famosa vitamina B17 (cap. 5.b).
Ma è estremamente grave il fatto che le grandi aziende semeniere OGM stiano immettendo sul mercato agricolo mondiale gli stessi frutti privi però di semi, in particolare: Cucumis melo, Citrus limonum, Citrullus vulgaris, Solanum lycopersicum, Vitis vinifera.
SECONDO: mutazioni genetiche delle piante e conseguente alterazione della Biochimica umana A causa dell’introduzione di geni estranei (es. di animali, batteri, virus, retrovirus) nel DNA della
pianta, si verifica in essa l’alterazione della normale sequenza genomica, con la comparsa di nuove proteine e/o la perdita di altre proteine di sequenza genomica. Di qui la comparsa di nuove sostanze
simili alle vitamine naturali, ma in realtà con caratteristiche di reattività enzimatica e biochimica diverse da quelle naturali, con induzione pertanto di modifica della loro componente di attività biochimica sul genoma umano, una volta introdotte con l’alimentazione.
Di qui la comparsa potenziale di nuove malattie insorte “artificialmente” a causa di manipolazione genetica (OGM) di organismi vegetali, inquinati geneticamente da nuove molecole similvitaminiche
dagli effetti induttivi sul DNA umano e sulla sua complessa biochimica del tutto sconosciuta, ma probabilmente foriera di gravi danni data l’estrema complessità e quindi vulnerabilità del DNA umano.
TERZO: fallimento della dieta-anti-cancro
Come già dimostrato da Gerson e da altri Autori (749,750), moltissime sostanze contenute solo in frutta e verdura cruda e biologica sono in grado d’indurre cascata immunitaria contro il tumore,
detossificazione e il particolare fenomeno dell’apoptosi (suicidio) delle cellule malate, senza quindi necessità di laboriose e costosissime ricerche. Così, nella Dieta anti-cancro del dott.Gerson
applicata a 153 pazienti sofferenti del caso del peggior Cancro conosciuto (Melanoma) si giungeva,dopo 5 anni di Dieta-Gerson, a percentuali di guarigione variabili dal 90% (se tumore ancora
localizzato) a percentuali di guarigione del 40-70% (se tumore già metastatizzato), purchè in pazienti non sottoposti precedentemente a Chemio-Terapia. Viceversa, con la ChemioTerapia, la percentuale di guarigione da Melanoma a 5 anni è del 6%, (che scende all’ 1% nel caso del cancro del pancreas, al 3% nel caso del cancro del fegato, al 5% nel caso dei tumori al cervello(1035), al 7% nel caso del cancro dell’intestino, al 2% nel caso di cancro gastrico (1317), meno del 12%
considerando globalmente tutti i tumori (749). La chiave di spiegazione di tale efficacia curativa di queste particolari diete vegetariane risiede nel fatto di non assimilare mai cibi contenenti tutti i potenziali fattori di crescita cellulare, in particolare l’assimilazione contemporanea di tutti e 9 gli aminoacidi essenziali (Valina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Istidina, Triptofano,Fenilalanina, Treonina [Arginina nel bambino]), degli acidi nucleici (DNA, RNA), della vitamina B12, dell’acido folico e, relativamente, anche acido para-aminobenzoico [PABA]): una volta, i cibi
che contenevano tutto ciò erano unicamente i cibi di origine animale (carne, pesce, uova, latte,formaggio, burro..) che sia Gerson sia altri Autori (compresa anche la medicina cinese e indiana)
proibivano di assumere per almeno 1 anno. In particolare risultava così vincente la sola alimentazione vegetariana, cioè a base di sola frutta e di verdura, compresi i cereali e i legumi. Questi ultimi cibi sono ricchi di proteine, e ciò può stupire che venivano comunque impiegati nella
terapia del Cancro da Gerson e da molte altre scuole di medicina naturale occidentale, indiana e cinese. Ma il motivo del loro uso riposava sul fatto che nessun cereale e nessun legume conteneva
da solo tutti e 9 gli aminoacidi essenziali. Questi alimenti però, se uniti insieme nello stesso pasto,determinavano l’assimilazione di tutti e 9 gli aminoacidi. Di qui il divieto assoluto di non mangiare
assieme Pasta (o Polenta, o Pane [anche se azimo] o Riso) con Legumi, poiché si ha integrazione dei nove aminoacidi essenziali (8 contenuti nei cereali + 8 contenuti nei legumi), con effetto
nutrizionale simile a quello ottenuto dalla Carne (in fondo, una volta , un piatto di Pasta e fagioli era anche chiamato ….la carne dei poveri….)
Oggi però, tramite l’introduzione in commercio di cereali, legumi e altri vegetali modificati geneticamente (O.G.M.) in molti di questi alimenti sono contenuti TUTTI gli aminoacidi essenziali (1065), rendendo in tal modo effettivamente NON più curabile il Cancro secondo quanto descritto in questo lavoro, nella terapia Gerson, e da molti altri autori.
QUARTO : malattie indotte da virus transgenici
I virus transgenici con cui oggi si fanno gli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) entrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera a noi sconosciuta. Questi virus dovrebbero restare
latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga ai ben noti virus tumorali a RNA (Oncornavirus) o come i virus tumorali a DNA (entrambi induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi…). Questi virus possono anche essere portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica (AIDS, Mucca Pazza, etc…), e di cui è ancora molto vaga l’origine (forse virus trangenici ?).
In merito a virus impiegati per costruire O.G.M. vi è un’ampia bibliografia (738-747,1120).Si ritiene necessaria la ricerca in pazienti malati di tumore della verifica di eventuale ibridazione tra RNA polisomiale (di sospetta origine virale OGM, da Oncorna-virus modificato per produrre piante OGM ad uso alimentare) ottenuto da tumori umani di pazienti alimentatisi con cibo OGM, e DNA sintetizzato in laboratorio per trascriptasi inversa dagli stessi Oncorna-virus modificati per produrre
OGM. Nota: tutto ciò richiede però l’accesso ad informazioni riservate, forse coperte da brevetto, in merito ai modelli di retrovirus impiegati dalle multinazionali OGM, e alle modifiche apportate loro
dalle stesse aziende prima della immissione in commercio delle stesse piante OGM. Molto più difficile rintracciare virus tumorigeni a DNA impiegati dalle multinazionali OGM per modificare il DNA delle piante ad uso alimentare, poiché questi virus (Pox-virus, Herpes-virus,
Papova-virus, Adeno-virus), a differenza degli Oncorna-virus, non sono rilevabili nel siero o nelle urine del paziente. E’ però dimostrato che nel citoplasma di cellule tumorali di mammifero infettate
e modificate da questi virus a DNA permane una piccola frazione, altamente specifica, di RNA messaggero, che non si trova né in cellule normali, né in cellule tumorali infettate da altri tipi di
virus oncogenici a DNA. Si tratta quindi di verificare l’eventuale ibridazione tra questo RNA messaggero (di sospetta origine virale OGM, cioè da virus a DNA modificato per produrre piante
OGM ad uso alimentare) ottenuto dal citoplasma di cellule tumorali di pazienti alimentatisi con cibo OGM, e DNA sintetizzato in laboratorio dagli stessi virus a DNA modificati per produrre OGM. Anche qui si richiede però l’accesso ad informazioni riservate, forse coperte da brevetto, in merito ai modelli di virus a DNA impiegati dalle multinazionali OGM, e alle modifiche apportate loro dalle stesse aziende prima della immissione in commercio delle stesse piante OGM. Un’ibridazione
positiva, rivelata dalla formazione di DNA ibrido radioattivo (32P) indica la presenza si sequenze di DNA virale nelle cellule trasformate (Green, Perspect Biol. Med., 1978)
QUINTO : intossicazione da veleni sintetizzati da piante transgeniche
Intossicazione cronica di cibi a causa di sostanze tossiche insetticide contenute nelle piante per renderle resistenti ai parassiti come il Bacillus touringiensis (789-793), con conseguente possibile
incremento di Cancri, Aborti spontanei, Mutazioni genetiche sulla discendenza, Sindromi da Immunodeficienze acquisite, malattie degenerative e da sostanze tossiche, etc….
SESTO: modificazione transgenica di piante naturali
Passaggio a specie “indigene” naturali delle sostanze tossiche artificiali come il Bacillus touringiensis (789-793) o di altro tipo, tramite impollinazione incrociata, con potenziale minaccia anche per le piante e le erbe mediche oggi impiegate in Fito-Terapia poiché queste ultime saranno inquinate dai geni transgenici provenienti dalle zone agricole a coltura transgenica (OGM).
SESTO: possibili carestie a livello mondiale a causa della tecnologia “TERMINATOR”
Passaggio a specie “indigene” naturali di grano, riso, mais, patate, legumi, della incapacità da parte delle piante stesse di riprodursi normalmente a causa della tecnologia “TERMINATOR”, causa
impollinazione incrociata, con perdita irreversibile anche per le piante ad uso alimentare oggi impiegate nell’alimentazione umana, poiché queste ultime saranno state inquinate dai geni transgenici provenienti dalle zone agricole a coltura transgenica (OGM) di tipo “TERMINATOR”.
Dii qui la potenziale minaccia di future carestie a livello globale, di tipo incontrollato, non essendo più disponibili nel mondo quantità sufficienti di grano, riso, mais, legumi, di tipo “naturale”
SETTIMO: scomparsa irreversibile del patrimonio genetico delle piante naturali Graduale ed irreversibile scomparsa delle diversità biologiche, cioè della normale flora naturale. Le coltivazioni transgeniche arrecheranno infatti una gravissima minaccia alle zone ricche di biodiversità (genomi naturali): il flusso transgenico che andrà dalle piante modificate alle piante naturali sarà inevitabile quando il rapporto numerico fra aree coltivate con piante artificiali supererà
le superfici delle piante naturali, determinando così la perdita irreversibile di gran parte del patrimonio genetico naturale di tutte le piante esistenti al mondo, attualmente pari a circa 442.000
specie già classificate, su un totale stimato di circa 600.000-800.000 specie. In sostanza:Numerose piante sono già scomparse nel corso di questi ultimi anni perché gli agricoltori hanno
abbandonato le piante naturali, per adottare invece varietà di piante artificiali, cioè geneticamente modificate, poiché rese uniformi nel proprio genoma, ad alto rendimento di produzione (ma povere
di vitamine), intrinsecamente malate (poiché incapaci di sopravvivere in assenza di pesticidi), rese sterili per ragioni di mercato, e infine manipolate geneticamente per essere rese resistenti agli insetti
e ad altri animali poiché capaci di produrre esse stesse dei veleni, cioè delle sostanze tossiche che verranno infine mangiate dagli animali di allevamento e dall’uomo stesso. Persino nelle foreste la
varietà genetica è oggi minacciata dalle perdite di habitat, non solo da pratiche di deforestazione scorrette, ma persino dalla contaminazione del patrimonio genetico adattatosi a situazioni locali da
parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere produttrici degli OGM.
I prodotti transgenici rappresentano quindi, proprio per come sono concepiti, una formidabile spinta per accentuare le caratteristiche di unilateralità delle monocolture, e quindi di scomparsa del
patrimonio genetico naturale esistente da centinaia di milioni di anni. Non avremo quindi più, nel futuro più o meno prossimo, tutte quelle varietà di piante (alimentari e non) caratteristiche di ogni
particolare regione nazionale o locale. La contaminazione genetica ambientale indotta da parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere degli OGM, che inevitabilmente s’incroceranno con le
varietà presenti in natura, porterà ad una perdita del patrimonio genetico naturale (non recuperabile in alcun modo), di tutte quelle particolari caratteristiche che sono entrate nel genoma delle piante
nel corso dei lunghi processi di adattamento alle varie situazioni ambientali. Tale perdita è oggi gravissima persino per gli ambienti naturali come le foreste. Sostanzialmente, la base stessa della
Biochimica umana è oggi minacciata nella sua più intima essenza (DNA umano) dall’impiego sconsiderato di queste piante artificiali, senza alcuna possibilità di recuperare un patrimonio
genetico di oltre 440.000 specie di piante classificate (su un totale 600.000- 800.000 stimate), di cui una buona parte scompariranno nel giro di poche centinaia di anni, minate alla base dai danni
genetici introdotti dall’Uomo.
In conclusione:
la pianta è un organismo complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni. Ogni modificazione genetica provocata in essa dall’Uomo, per quanto minima,
produrrà comunque un danno, un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze provitaminiche.
Viceversa, le vitamine e le altre sostanze contenute nelle piante sono decine di migliaia, e sono queste le responsabili del corretto funzionamento della complessa biochimica
umana e del genoma umano (DNA).
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Il professor Emanuele Giordano ci ha dimostrato anche oggi la sua sapienza, e di ciò rendiamo grazie.
Francesco, sono perfettamente d’accordo.
No, non ho dimostrato. Ho solo mostrato che dire meritatissimo buttato lì e basta non è buon servizio.
Professor Giordano, io non so cosa la spinga a inondare la rete: non voglio neanche saperlo, peraltro. Trovo abbastanza detestabile, mi perdoni, che ogni volta cerchi di portare a sè la discussione, di spostarla sui suoi parametri e soprattutto di “illuminarla” con le sue competenze. Ella è un erudito, evviva, ce ne siamo resi conto tutti. Cappello.
I meriti di Pascale, se permette, verranno resi noti nelle motivazioni della giuria il 23 maggio.
A livello PERSONALE, posso dire che Pascale ha tutto quel che manca a lei, per esempio: la capacità di avvicinare il lettore. Grazie.
PUNTO.
ho letto ieri l’articolo di baricco s repubblica e ho trovato le sue parole molto sensate. l’unico appunto che mi sento di fare è che non è tanto questione di spostare finanziamenti da qui (il teatro ecc) a lì (scuola e televisione), quanto piuttosto di spostare l’attenzione e le energie dei migliori verso i luoghi frequentati dai più. baricco è un saggista apprezzabile (i vari barnum), e un suo merito innegabile è quello di aver fatto il miglior programma televisivo sui libri che si sia visto finora, che era molto seguita perché riusciva a trasmettere la passione e il senso delle cose raccontate. rischiare di più, forse è questo l’invito che fa, con programmi di quel genere ma non a notte fonda per i soliti quattro gatti insonni. la politica culturale è questo, un indirizzo, un cartello che ti dice che quella strada è più percorribile di altre e ti porterà più lontano. aprire i musei solo la mattina delle domeniche equivale a dirottare la gente verso i centri commerciali o a farla restare a casa a rintronarsi con domenica in. di recente ho trascorso un weekend in toscana, e a volterra l’una era impossibile vedere il museo etrusco coi suoi capolavori, oppure la pinacoteca con la deposizione del rosso fiorentino. altrove luoghi di qesto genere non solo sono aperti tutto il giorno di domenica, ma sono pure gratuiti. una persona colta, che legge, che si informa, esprime scelte più libere e consapevoli ed è perciò meno condizionabile di chi si abbevera unicamente alla fonte catodica.
Professoressa Lipperini,
I meriti di Pascale è evidente che sono stati resi da una motivazione di una giuria che se lo premia ha i suoi motivi. Ma qui su lipperatura queste motivazioni non sono state rese note. Ma solo un link commerciale.
Lei poteva avvicinare il lettore anche al link commerciale senza aggiungere il meritatissimo o con un termine più neutrale. Naturalmente lei è legittimata a fare quello che le pare ma non avvicina i lettori a sviluppare una posizione critica e responsabile.
A livello PERSONALE, posso dire che io ho tutto quello che manca a lei, per esempio studiare e parlare con le persone senza mettermi in cattedra. Grazie e PUNTO E A CAPO.
“io ho tutto quello che manca a lei, per esempio studiare e parlare con le persone senza mettermi in cattedra”.
E’ la più bella barzelletta dell’anno.
un voce satellite
Caro lumina, è sempe apprezzabile il tuo sforzo e rigore. Non ti preoccupare dei detrattori, perchè l’approfondimento passa sempre e comunque. Anche se siamo in minoranza
Scusate, ultimo OT, poi mi piacerebbe che si tornasse al punto. Chiedo a Luminamenti la decenza di evitare di scriversi elogi da solo.
Gli IP di Luminamenti e di Franco sono identici.
Grazie, chiudo la questione.
Torno al punto, o almeno ci giro intorno.
Qualche messaggio fa qualcuno parlava di appiattimento. Secondo me e’ la questione cruciale, e vale per tutta la cultura.
La musica, come si osservava in un altro messaggio, e’ l’esempio piu’ chiaro.
Abbiamo una produzione di massa. Abbiamo molte radio fotocopiate e stupide che trasmettono sempre gli stessi pezzi commerciali.
Paradossalmente, in un’epoca che permetterebbe una gran differenziazione e diffusione di cultura, dal punto di vista di disponibilita’ e mezzi tecnici, siamo poverissimi di contenuti, di fantasia, di originalita’, di sperimentazione. (A parte la realta’ di Internet, per il momento ancora separata dal contesto generale).
Insomma, tutto appare massificato e insapore, differenziato solo in senso commerciale. Le nicchie culturali, che una volta avevano i loro spazi “alternativi”, magari improvvisati o artigianali, ma vivaci, ora non di rado faticano a trovarli. Si vanta tanto la liberta’ di scelta fornita dalla concorrenza, dal libero mercato, in tutti i campi, e poi scopriamo spesso che e’ una sterminata scelta fra varie sfumature di grigio.
Diecimila gusti di gelato, ma tutti alla fragola.
Caro garufi, è sempe apprezzabile il tuo sforzo e rigore. Non ti preoccupare dei detrattori, perchè l’approfondimento passa sempre e comunque. Anche se siamo in minoranza.
cordiali saluti
franca
E’ evidente che Lumina ha scritto il messaggio di Franco (se è davvero così) come risposta alla ‘voce satellite’ cioè al messaggio di ebbasta. Come dire: è molto facile inventare voci.
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E poi diciamolo, è parrecchio scorretto che di certi visitatori si diano dati sull’IP e di altri no. Se Lipperatura avesse gli ip visibili, durante le discussioni più accese si scoprirebbe che si è in tre invece che in trecento, e si individuerebbero finalmente i personaggi più proteiformi.
Non mi intendo di teatro, quindi non so se l’analisi di Baricco è corretta, anche se certo il suo discorso fila, è coerente, e anche convincente sino a che descrive la situazione critica.
Tuttavia una cosa mi lascia perplesso: perché, di fronte ad un uso poco efficiente dei soldi pubblici in teatro (ché tale è l’impressione che deriva dalla lettura del suo articolo) la soluzione deve essere lo spostamento di questi soldi, ovvero un taglio, e non una riforma del sistema per assicurarne un uso migliore?
intanto non sarebbe male spendere due parole d’indulgenza per tutti coloro che lavorano intorno al teatro che al pari di quanti apportano contributi all’universo letterario contribuiscono a non fare sparire un mondo che in un quadro di capitalismo selvaggio appare fuori dalla storia.I cattivi sono gli impresari culturali che hanno divorato patrimoni organizzando eventi gonfiando le fatture sottopagando le maestranze e gli artisti.Ministri e assessori alla cultura spesso sono solo incompetenti o sprovveduti.E’ chiaro che chi organizza spettacoli a proprio rischio tende ad andare sul sicuro rimandando gli esperimenti a tempi migliori o relegandoli a palcoscenici di periferia
Scusandomi anticipatamente per questo – spero – ultimo OT
Gentile Signora Lipperini,
ha controllato anche l’Ip di eebasta?
Le faccio notare che un Pc può essere usato da più di una persona.
Inoltre Le faccio notare che io non inondo nulla. Basta confrontare il numero di pagine associate a luminamenti a quelle di loredana lipperini.
E non ci tengo proprio a raggiungerla.
Poi qui da Lei vengo molto di rado, è facile controllarlo se si fa un controllo su un LUNGO PERIODO e questo vale anche altrove.
Mi sono solo permesso di farle notare, con leggera e inoffensiva irruenza – non c’è bisogno di essere permalosi – che il modo di presentare Pascale è una – a mio parere – cattiva declinazione del concetto di diffusione e divulgazione di un’opinione. E’ il mio parere, poi si può discutere su come lo ho espresso – che però non implica deduzioni logiche dal carattere sarcastico e disprezzativo perché sono animato (lei mi ha annunciato “non lo voglio sapere” che sembra proprio l’opposto) solo da un’intenzione positiva rispetto al farsi “facilmente” un’opinione su questone delicatissima e di portata mondiale sugli OGM. Tutt’altro quindi che voler fare sapere che sono erudito! Lei è proprio fuori strada.
Poi, Lei, può benissimo CANCELLARE quello che Le pare.
Spero – NON LO VORREI PROPRIO – di non dovere nuovamente venire a replicare qui e a disturbarla a fronte di nuove sue repliche più che sulla questione della declinazione su considerazioni sulla sua empatia ironica e sarcastica e manifesta e inopportuna nei miei confronti che già ha ampiamente dichiarato (cosa che non faccio mai dei mei interlocutori anche se non ne apprezzo o critico le loro idee).
con serenità e pace perché criticarla non è per me detestarla né volere disturbare il suo lavoro su internet. Sperando che mi creda…
Mah Paolo S mi aveva linkato l’articolo e io volevo pure farci un postarello e ecchece qua.
Mo vediamo
Per intanto.
Al di la delle scelte in materia economica, finanziamenti/ non finanziamenti tagliare o non tagliare, e al di la di altre cose importanti su come si usano questi soldi – pago ir canone Dio bbono per tutta la vita e se sono molto molto fortunella, ci si farà un ottavo dello stipendio di Bonolis per 5 sere) in Italia non c’è la cultura dell’imprenditoria culturale. Chiunque spenda i soldi viaggia sul sicuro, perchè fondamentalmente non ha capito esattamente come si fanno. Si ritiene che conviene scommettere sul noto e sul semplice perchè l’utenza è disposta a spendere solo sul noto e semplice, e non sull’ignoto e complicato. Si pensa che l’utenza non sappia conoscere ma solo ri-conoscere. Sicchè da Vergassola alla quindicesima versione der Berretto a Sonagli la salsa non cambia, è tutto un rivedere e un ripassare un garantirsi la familiarità. E questo accade appunto anche con i fondi statali – perchè la teoria prevede che non ci si deve rimettere.
Ovvero – non deve esserci rischio di impresa.
Eppure in questo modo si fanno sempre i soldarelli giusti, ma come insegnano i grandi scommettitori, non si sbanca mai. Perchè non si inventano mondi non si inventano lessici, non si inventano universi. Non si gioca pesante. Il che da Keynes in poi quando diceva che le crisi economiche si superano ampliando il deficit e facendo grandi opere, fino a quegli spericolati che dicono si, mi arrischio a pubblicare questonuovo modo di scrivere, o quegli sciagurati dei francesi che dicono e vabbè ce la faccio na Piramide in mezzo al Louvre, ecco èli il progresso culturale. Il rischio.
Gentile Signora Lipperini,
ha controllato anche l’Ip di eebasta?
Le faccio notare che un Pc può essere usato da più di una persona…
beh questa è la più bella battuta da quando il blog ha inventato i troll…ci spieghi che è successo…lei scrive una articolo fiume…poi lascia il computer e Franco, che passava di lì per caso of course scrive, guarda un pò, il commento di apprezzamento…manco FrancoI e Franco IV…
tornando a bomba, Baricco a Fahre…
http://www.radio.rai.it/radio3/view.cfm?Q_EV_ID=277749
Intervengo visto che leggo sempre questo blog, e mi sento parte in causa in quanto regista di teatro. Prermetto che ho 31 anni e non ho mai beneficiato direttamente di fondi statali. Ne ho però beneficiato in senso secondario, firmando la regia di spettacoli di prosa per festival o teatri finanziati dallo stato.
Vorrei dire che la maggior parte degli spettacoli citati nel post sono espressione non tanto di finanziamento pubblico, quanto di investimenti privati (anche nei casi in cui i teatri stessi, per il funzionamento, siano finanziati). Ma va ricordato che la scena teatrale romana è forse la peggiore d’Italia, e non è certo da prendere ad esempio del teatro che si fa da noi. Un attento esame della scena teatrale emiliano romagnola (fiorita grazie a un uso virtuoso del denaro pubblico), della scena napoletana, di quella milanese e di altre realtà che sarebbe lungo elencare, potrebbe mostrare come il teatro sia vivo, innovi e abbia anche un largo pubblico, per quelli che sono i suoi numeri. Bisogna però andarselo a cercare, complice anche l’oscuramento colpevole di televisioni e giornali. Il teatro resta in molti casi un’oasi di pensiero libero non controllabile, e forse per questo va soffocato.
Non starò a elencare le forme di teatro virtuoso e importante che stanno sparendo per i tagli del fus, perché ci vorrebbe un testo lungo, che sarei disposto a scrivere se richiesto.
Voglio però ricordare che:
1 – l’economia del teatro non è solo finanziamento pubblico. Il finanziamento pubblico è parte vitale di un’economia più ampia, fatta di spettatori paganti, amministrata a prezzo di grandi fatiche da chi gestisce i teatri. Vi basti immaginare che molte strutture sono in attesa dei contributi ministeriali del 2007, e capirete da soli quale rischio economico e quale difficoltà comporti la gestione di un teatro.
2 – l’articolo di baricco è disinformato. In Inghilterra i contributi statali ci sono. E anche in Francia, Germania, Svezia ecc. Per la cultura da sempre l’Italia è uno dei paesi che spende meno.
3 – Il problema reale del teatro è l’utilizzo del denaro pubblico, che andrebbe prima riformato radicalmente, poi equiparato come erogazione agli altri paesi europei. La lottizzazione politica e il baronato sono il vulnus del nostro sistema ( ma in quale settore non lo sono?). Va però ricordato che la causa di questa deriva non è berlusconi. In questi anni il teatro e la cultura in genere sono stati in mano alla sinistra, che le ha lottizzate e soffocate. Lo dico avendo sempre votato a sinistra, e me ne posso solo dolere.
4 – Invece di toglere a questo agonizzante sistema altro denaro ( e il denaro speso per il FUS dallo stato è nella sua economia davvero poco ) è necessario impostare una strategia di ricambio generazionale e soprattutto scrivere per il teatro una LEGGE QUADRO che manca da sempre. Il che è come dire che cercheremo di vincere il baronato nelle Università.
5 – Con tutto il rispetto per Lipperini e altri, credo che se gli intellettuali italiani non scorressero all’occorrenza i cartelloni dei teatri, ma andassero a vedere in modo informato ciò che realmente si muove in questo mondo, potrebbero scoprire una realtà da difendere e non da abbattere. Da difendere anche dalla programmazione romana.
Perdonate la polemica finale, ma vuole essere solo uno spunto.
Grazie
Paolo
Ringrazio di cuore i due Paoli: il primo per il link, il secondo per l’appassionato intervento, che contiene molte cose verissime, inclusi gli spazi inesistenti dedicati al teatro dai media.
Preciso solo una cosa: io sono “nata”, giornalisticamente parlando, a teatro. La mia vita professionale (e privata: ho sposato un attore, peraltro) si è formata proprio scoprendo realtà poco visibili. In tempi recenti, a Roma, non le vedo.
Certo, ho parlato della mia città. Certissimo, la mia era davvero una provocazione: e so bene che dar conto di una realtà scorrendo i tamburini è un gesto di pura polemica.
Ma non è affatto veniale che la situazione romana sia ridotta a questo: un tempo si diceva “capitale corrotta, nazione infetta”. E per difendere, e salvare, i molti esperimenti coraggiosi che vengono condotti nelle altre città italiane, la catastrofe capitolina non va trascurata, temo.
Aspetto, se vuoi, altri spunti.
La giornata di oggi è stata dedicata alla riunione di giuria del Premio Ultimo Satellite Arrivato dedicato al messaggio più pertinente al post e risulta che l’ha vinto (meritatissimo) Pino Valente per la sua capacità di essere pertinente al tema del post (con un unico e solo intervento in questo post e in tema al post) e per la abilità nel sapersi fare domande e darsi delle risposte (che quindi non gli sono dovute) sui luoghi e le vite degli altri.
ps. mi scuso con la Signora Lipperini per il mio ritorno non voluto ma dovuto essendo stato nuovamente tirato in ballo.
Buona notte, si spera.
Io devo dire che ho apprezzato moltissimo l’intervento di Paolo ir secondo.
Confesso che essendo una romana e quindi che ai teatri ci va ma appunto romani, lo scoramento della Lipperini lo capisco. Eh a noi ci viene.
Però sapere che in altre città italiane c’è un’altra aria rincuora.
direi che fare riferimento ancora all’intervento di baricco rischia di farci perdere di vista la possibilità di riflettere sullo stato del nostro sistema culturale. visto che se il titolo dell’intervento di baricco è decisamente interessante, molto meno interessante è la sua argomentazione.
io farei una prima distinzione fra forme e contenuti. e cioè distinguerei fra la necessità di veicolare riflessioni sulla società e sull’uomo dalla forma che queste riflessioni prendono.
per cui se la nostra società sta prendendo una direzione per cui il teatro o la lirica o mettete voi cosa non riescono più ad essere forme di comuncazione capaci di essere condivise da un universo di fruitori, bene, che scompaiano pure. purchè si trovi alla svelta una forma di comunicazione che sia capace di prenderne il posto. e di veicolare i contenuti che quelle forme avevano.
so che è difficile per chi è nato e sente nel proprio dna l’amore e la passione per il teatro, i libri, etc pensare ad un mondo in cui queste cose non ci sono più. ma dobbiamo capire che quello che dobbiamo salvare era la funzione svolta da questi strumenti, non la loro forma.
noi abbiamo salvato le forme e ci stiamo perdendo i contenuti. con effetti disastrosi.
se invece avessimo saputo rinunciare alle forme e salvare i contenuti probabilmente avremmo nuove generazioni meno perse. (e saremmo meno persi anche noi)
in italia l’uso dei fondi pubblici, in nome della difesa inutile e coercitiva di queste forme di comunicazione superate o in via di superamento (una difesa per di più affidata ad una manica di incapaci che nella possibilità di non doversi misurare con il mercato e nel finanziamento pubblico ottenuto per meriti politici e/o di conoscenze e non per capacità professionali hanno visto la possibilità di garantirsi una esistenza parassitaria) ha creato un fossato di difficile superamento fra le nuove generazioni e qualsiasi contenuto valido.
molti dei tromboni che popolano il nostro teatro e si riempiono la bocca di parole come cultura e valori sociali difendono solo la loro pagnotta, e se dovessero rappresentare i loro spettacoli facendo affidamento solo sulle proprie capacità di attrarre pubblico, chiuderebbero baracca dopo tre ore.
sono proprio loro e la loro incapacità di essere vivi la causa del nostro degrado. degrado del quale berlusconi è solo l’effetto.
non so perchè è mancata la conclusione de mio discorso precedente:
quindi se tagliare i fondi alla cultura significa togliere benzina a coloro che stanno distruggendo la possibilità di creare un pubblico vero, che fruisce di uno spettacolo non per obbligo sociale o scolastico, ma per scelta e profonda partecipazione, ben venga qusto taglio.
così come se spostare questi fondi sulla scuola significa cominciare a costruire insieme alle nuove generazioni nuovi codici comunicativi e nuove forme artistiche nuovi codici e nuove forme che saranno fruite dagli allievi anche fuori e dopo la scuola, ben venga anche questo spostamento
Un commento come quello di Luminamenti delle 2:31 pm, lungo oltre 300 righe e ottenuto con un copia-e-incolla (anzi, un ready made), può essere definito in un solo e unico modo: spam. Non è messo lì perché qualcuno lo legga (nessuno lo ha fatto, nessuno lo farà mai), ma per intasare e intimidire. In molti altri posti della rete lo avrebbero bannato, per una prodezza del genere.
Non è così Wu Ming e l’ho spiegato molto più sopra. Intimidire? mi fa sorridere! intasare? anche per una persona dalla vista e dalle dita letargiche il mio commento per chi non lo vuole leggere può essere scrollato con l’uso del mouse in non più di un secondo. Vedo che anche a te piace concorrere al premio Satellite.
ps. il tuo commento invece è messo qui per sfoltire il tema della Lipperini no?
In quanto al tuo “Nessuno lo ha fatto?” sei telepatico? “Nessuno lo farà mai?” che sei un veggente?(ormai è in giro per la rete e dovresti saperlo perché); quest’ultima tua informazione ha sì più carattere intimidatorio: non leggetelo mai! ha un carattere prescrittivo visto che il livello della tua profezia non è credibile persino nel mondo delle idee platoniche sull’ingenuità.
La mia intenzione era invece di due livelli:
1) fare notare una modalità – che non ritengo salutare – cioè introdurre pareri e giudizi su un libro dentro la Rete in “quel modo” e in quel contesto” (qui il discorso si ricollegherebbe al Brainwashing. Con questo non voglio dire che La Signora Lipperini abbia voluto e intenzionalmente eseguito tale pratica, io non faccio il processo alle intenzioni come invece tu fai con tanta sicumera. Ma, inevitabilmente, quel meritatiissimo con quel link verrà usato da altri come pratica di Brainwashing)
2) ho messo in rete del materiale critico che con calma – mica subito – gli amanti della verità potranno confrontare ( e contrastare in futuro rispetto alla questione OGM) rispetto al Bignami su questo tema OGM affrontato in Scienza e Sentimento, scritto però benissimo e anche con qualche buona idea e con alcuni buoni fatti di Antonio Pascale.
Speravo di non tornare nuovamente a dover dire, ma vedo che il principio del non intasare interessa a molti…che candore!!!
A proposito: avete letto La mossa del matto affogato di Roberto Alajmo? Lì è ritratta la figura dell’imprenditore teatrale stronzo e magnafondi. E la narrazione mi convinse molto (titolo a parte).
@ Antonio Turi: io insisto, Baricco non dice NO ALLA LIRICA punto. Baricco ha fiducia (beato lui) che la lirica o la dodecafonia si salveranno nella misura in cui saranno capaci di tener vivo il loro pubblico. Il punto, ma mi pare che tu e Baricco concordiate in questo, è che tener viva con i soldi di tutti una lirica per pochi mentre ai tanti si dà in pasto junk-food culturale (cibo per la mente con i nutrienti sbagliati) non rende un buon servizio al Paese.
In un Paese dove la tivù pubblica è viva e coraggiosa (UK rules!) nascono prodotti coraggiosi e vivificanti, capaci di di intercettare il pubblico con proposte stimolanti, innovative o classiche che siano. Allestire la Tetralogia di Wagner e leggere integralmente Harry Potter: la BBC fa entrambe le cose!
Riporto qui una parte di un mio post:
Sulla proposta ad ogni scuola un teatro non credo ci sia nulla da dire, così come sul potenziamento della cultura in tv.
Devo, però, opporre a Baricco delle obiezioni.
In quali locali scolastici trovare spazio fisico per un teatro, se le infrastrutture delle nostre scuole giacciono in uno stato di abbandono totale e, al mattino, un insegnante deve scansare i nuvoli di polvere che si rincorrono tra aule e corridoi?
In quale spazio curricolare inserirle, se docenti e alunni siamo da un lato schiacciati dal programma ministeriale, dai Dirigenti e dalle Funzioni Strumentali, dall’altro dai ministri Gelmini e Brunetta pronti a frustarci ad ogni minima occasione?
Da quale fantomatico quadro orario ricavare le ore per l’attività teatrale, se la parola d’ordine è il taglio?
Signor Baricco, lei pensi che quest’anno alcune classi del mio liceo non potranno giovarsi dei corsi di recupero proprio a causa dei tagli.
Così dicono.
I miei allievi devono ritenersi fortunati, perché hanno genitori che sborsano di tasca propria le somme di denaro e insegnanti che si arrampicano sugli specchi per condurre le mandrie e i fuggitivi al teatro.
E devo gridare al miracolo se un’intera classe, tastata la poesia della scena, mi chiede di non volere rinunciare al teatro e, a fine anno, si adagia, attenta e silenziosa, sui sedili di pietra fra le rovine del teatro di Siracusa.
Lei tuona un teatro per ogni scuola.
È un sogno, signor Baricco, un sogno fascinoso, ma un sogno.
E poi non ritiene che la chimica abbia la medesima dignità di Verdi?
Concordo con lei che poco spazio viene dedicato alla musica romantica, ma è una patologia endemica a tutte le discipline e alle fette della cultura.
Quanto al connubio cultura-tv, quali lobbies sarebbero disposte a tagliare in tv seni, culi, e in questi giorni anche peni, per Verdi, Giovanni Testori, Ibsen e convivi letterari all’Alighieri?
Qui si sfiora l’utopia, sebbene sia tra le mie utopie preferite.
Gliela devo dare buona, quando invece oppone agli scandalizzati moralisti che rifiutano l’ottica mercificante a detrimento del teatro l’argomentazione che il mercato librario, altro pilastro della cultura, è in mano agli editori privati(e finti privati).
Ed è un mercato ricchissimo di prodotti e di possibilità di scelte.
Anche il web è popolato da scrittori che promuovono i loro libri.
Non è anche questo mercato?
Una delle rivoluzioni del secolo scorso e dell’attuale è proprio il compromesso tra denaro e cultura.
Ma tra essi c’è l’uomo, ci sono le scelte per fortuna.
O vogliamo foderarci gli occhi di autoinganni?
Coloro che gridano allo scandalo della mercificazione dovrebbero passarsi una mano sul petto, prima di invelenirsi.
Gliela devo dare buona, quando ha il coraggio di farci dedurre che molte compagnie, soltanto grazie alla mano politica, riescono a ottenere i fondi e non sempre partoriscono teatro di alta qualità.
Non è scandaloso cio?
Forse bisognerebbe cercare vie alternative al taglio indiscriminato al pubblico teatro che lei, Baricco, propone, mettendo insieme interesse del mercato e intervento pubblico, inteso come contributo alla formazione di una coscienza teatrale e culturale più ampia, diffusa e soprattutto democratica.
Io ho tanti timori.
@ luminamenti
ho vinto il premio ultimo satellite arrivato??? menomale…ndò se ritira?? no perché ho paura che passi FRANCO e lo ritiri al posto mio …o forse mi fa un commento pieno di elogi dal mio stesso computer…
e poi il mio post non è pertinente ma raggiungere la vetta dei suoi in fatto di pertinenza mi sembra piuttosto difficile.
non intervengo mai e commento pochissimo nonostante legga spesso il blog perché ho la fortuna di non sapere tutto come lei
addio…