Non è così difficile: il Times, per esempio, lo fa. Sara mi segnala la rubrica Babe watch: sexism in daily life, dove lettrici e lettori raccontano piccoli e grandi episodi di sessismo. Sarebbe bello che qualche quotidiano italiano facesse propria l’iniziativa e si potessero avere altre testimonianze, oltre a quel che avviene qui, o in altri blog (segnalo la riflessione di Giovanna sullo spot con le sorelline d’Italia in calzette, e segnalo la prossima apertura di un forum sul blog di Lorella).
Quanto a me, insisto sulla questione “carta”. La televisione e la pubblicità sono obiettivi importantissimi, certo: a me continuano a sembrare molto più insidiosi, però, i contenuti che vengono veicolati attraverso supporti ritenuti non solo innocui, ma assolutamente benefici. I libri, insisto, non sono “buoni” per il solo fatto di essere tali.
E sono potenti. Valga, in proposito, l’aneddoto del giorno.
Risale a ieri, ora di pranzo. In genere vado a mangiare ottime insalate in un bar-ristoro-enoteca che, scopro, è assai frequentata da giornalisti e redattori di La7 e di Unomattina, oltre che da giudici di pace. Per accedere alla sala, bisogna entrare nel bar e scendere le scale. E’ proprio qui che la settimana scorsa avevo incrociato il simil-Minzolini che ghignava su Rosy Bindi. E qui, ieri, il passaggio era ostruito da un signore in completo crema, con le guance paonazze. Perchè paonazze? Perchè il signore era molto arrabbiato. Il signore, anzi urlava. Contro chi? Contro Roberto Saviano. In questi termini: “Io devo pagargli la scorta? Io? A uno…UNO SCRITTORE?”.
Saviano ha scritto un bellissimo articolo, oggi. Lo trovate qui.
Per conto mio, posso dire quel che già sapete: sono fiera di conoscere una persona come lui. E quelli che masticano amaro per la sua “visibilità” farebbero meglio a ripulirsi la bocca dalla saliva.
Ps. Ultima cosa. Grave, e molto: leggete questa notizia e riflettete. Anzi, siate circospetti. Perchè un episodio del genere fa pensare che chiunque scriva o dica o faccia qualcosa di sgradito posssa incorrere nello stesso trattamento. Qui, il video.
E’ da ieri che discuto della questione spot, accorgendomi con meraviglia che nessuno coglie questi aspetti della questione, tutti concentrati sul discorso inno si’/inno no: solo sui siti femminili/femministi, vivaddio, si coglie il punto nella sua interezza.
Comunque si rigiri la questione, ne escono sempre e solo male le donne.
– se si apprezza la pubblicita’ come tentativo di rivalutare il genere femminile, non se ne colgono gli aspetti melensi, retorici da anni ‘50 e tradizionalisti al massimo grado
– se si tuona contro, e’ sempre e solo il punto di vista maschil-fascista di chi non puo’ vedere l’inno, virile per sorte e per definizione, contaminato dal lato molle, inferiore e femminile della societa’
A tal punto siamo regrediti.
C’e’ poco da stare allegre.
Quanto al vergognoso servizio sul giudice, un solo pensiero: capisco sempre di piu’ perche’ il film V per vendetta non passa mai in tv.
Continua la mia guerra personale con la lingua italiana: imperversano le ripetizioni e ho usato il verbo cogliere una decina di volte. Me ne scuso.
Ecco cosa succede a voler scrivere infervorati quando si ha poco tempo. Prometto di impegnarmi di piu’ per il futuro.
Preoccupata, dici? Io non trovo la parola per dire come mi sento, ma ‘preoccupata’ mi pare un eufemismo. Uno dei motivi della mia preoccupazione è che non ne vedo in giro in molta, non tanta almeno come richiederebbero questi tempi.
Mi dicono che sono esagerata, ma vedere in sequenza in quattro giorni: L’infedele, Ballarò e Anno zero mi ha agitato parecchio.
Mi agitano, tra le tante altre cose, l’uso che si fa della parola ‘popolo’, la delegittimazione sistematica di ogni dissenso e ogni critica nei confronti del govberno (e soprattutto di Berlusconi) che non si può non chiamare ‘squadrismo mediatico’, la coartazione sistematica del linguaggio, che secondo me è la cosa più violenta che sta accadendo in questi quindici anni di storia italiana.
Lo ha detto da Floris lo storico Villari. Quando Floris gli ha chiesto cosa pensasse della violenza verbale, ha risposto che non è la violenza verbale in sé che gli fa paura, ma la violenza perpetrata sulla realtà attraverso il linguaggio, cosa che avviene – aggiungo io – in tutte le dittature. E’ dal linguaggio che si comincia.
In questo senso hai perfettamente ragione, Loredana, quando parli dell’importanza dei libri, sia in senso positivo che negativo.
La stessa cosa la diceva pure kapucinski, non mi ricordo più dove, che dopo aver esaltato il libro in quanto capace di incidere sulla realtà (da qui tutte le violente censure nei confronti degli scrittori) doveva riconoscere che se tanto potente è, può fare sia molto bene che molto male.
Dopo Anno Zero ieri sera è andata in onda ‘Il sague e la neve’ (disponibile pure in dvd) una trasposizione in video del dramma di Stefano Massini su Anna Politkovskaja ‘Donna non rieducabile’. Glisso sul fatto che a presentarlo è stato Maurizio Costanzo, e non capisco proprio perché.
Due cose.
Avevo visto ‘Donna non rieducabile a teatro’ e lì la forza della parola era grande. In una scena nuda, il corpo e la voce di Ottavia Piccolo facevano risuonare le parole della Politokvaskaja con grande potenza.
Nel video invece, nonostante ci fosse sempre – bravissima – Ottavia Piccolo a dirle, risultavano quasi diluite, disperse nello scenario naturale, quello ‘vero’ in cui erano state pensate e scritte.
Non voglio trarre io le conclusioni, visto che sono di parte: lettrice di libri, visionaria di teatro, ascoltratrice di radio forse mi lascerei trasportare dalle mie passioni. Azzardo però che questa sensazione che ho avuto ieri sera va a rafforzare quello che scrive Loredana a proposito dei libri e della loro importanza, della capacità che hanno di accendere l’immaginazione.
Seconda cosa.
Anna Politokvaskaja scrive (questo brano è stato recitato pure da Jasmine Trinca nella manifestazione/farsa sulla libertà di stampa di due sabati fa):
“Sono una giornalista, non un giudice e nemmeno un magistrato. Io mi limito a raccontare i fatti. I fatti come stanno, come sono.Sembra la cosa più facile, invece qui è la più difficile. Ed ha un prezzo altissimo.
Quale prezzo? Cho non fai più un mestiere, ma combatti una guerra. Lotti. Ti senti in lotta. E io a 47 anni sono stanca. Non impaurita, non scoraggiata: stanca. Stanca di leggere ogni giorno sui giornali politici che sono una pazza. ‘Politovskaja la schizofrenica’ ‘Politovskaja la paranoica”.
Ecco, fate attenzione al metodo, quello di far passare una persona che parla di fatti da schizofrenica, paranoica e altro.
Berlusconi aveva anticipato che su ‘quel giudice ne vedremo presto delle belle’. Non si vede niente in realtà nel video mandato in onda sulle sue reti: una persona in camicia, pantoloni e mocassini, cammina avanti e indietro davanti alla bottega del barbiere, aspettando il suo turno. Fuma.
Ma il commento fuori campo (dolce voce femmile) insinua che quel comportamento è strano, bizzarro, rivelatore di chissà quali turbe. E il fatto che l’uomo sia disturbato mentalmente lo dimostra anche il fatto che si lasci andare, durante una cena tra amici in un ristorante, a commenti soddisfatti per la vittoria elettorale di Berlusconi nel 2006.
Be’, io di fronte a queste cose mi sento veramente male. Ma, mi chiedo, che differenza c’è con i metodi dell’Ovra che, secondo Wikipedia, potrebbe significare “«Opera Volontaria di Repressione Antifascista» o «Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo» o «Organo di Vigilanza dei Reati Antistatali».
Ditemi che differenza c’è.
(scusate il commento troppo lungo, ma preferisco scrivere che battere la testa al muro).
Scusate nel ’96, le elezioni le aveva vinte Prodi. Il breve intervallo tra un Berlusconi e un altro deve aver provocato il lapsus.
2006!
Sono Molto Preoccupato, ma anche agramente soddisfatto. Quando nel ’94 vidi quest’uomo in TV col suo messaggio agli italiani dissi ci siamo! E’ arrivato il fascismo televisivo. Mi presero per esagerato. Poi si son ricreduti…anche troppo: fascismo di qua, fascismo di là a ogni piè sospinto…no ragazzi, eccolo qua, quel che ha fatto Canale 5 è esattamente squadrismo, manganello, olio di ricino via etere. Ci son voluti 15 anni ma è arrivato, ora sappiamo com’è.
Però, per quanto me l’aspettassi, è peggio del previsto…è orrendo, rivoltante, vomitevole…non ci sono parole. E non è che l’inizio, con lui al peggio non c’è mai fine.
Lui! Solo lui? E no, troppo semplice. Ci sono quelli che lo sostengono, quelli che lo coprono, quelli che obbediscono ai suoi ordini, quelli che si lasciano abbindolare, quelli che condividono… Ci sono quei giornalisti, quelle voci fuori campo, quei professionisti della comunicazione, quel popolo…
Insomma abbiamo già giocato al gioco del fascismo senza fascisti, adesso pure a quello del berlusconismo senza berlusconiani no, per favore, rispiarmiamocelo.
Ho intravisto lo spot, poi lo guarderò meglio su Youtube, ma c’è un dettaglio che vorrei farvi notare. Calzedonia credo sia una delle poche, se non l’unica realtà industriale italiana, gestita completamente da donne: dalla proprietà, ai dirigenti, alla gestione dei sistemi informativi, alle commerciali, alle operaie.
Gli uomini che lavorano in Calzedonia devono essere 3 o 4 in tutto (potrei non essere aggiornato perché l’ultima volta che ho avuto a che fare con Calzedonia è stato circa 3 anni fa).
Possono anche aver sbagliato, forse, uno spot, ma invece di massacrare Calzedonia, proverei ad andarle a trovare e capire come abbia fatto, una realtà di donne, a diventare una delle principali aziende italiane, e non solo, del settore.
Una delle poche scommesse vincenti, al femminile, in Italia.
Blackjack.
posso parlare di una cosa a proposito si sessismo quotidiano ? e subdolo c’è da aggiungere; ho trovato nel sito università delle donne un link per un video di M. T. Lanza, omaggio a Mary Daly; bene, vado a vedere il video in youtube e mi ritrovo nel canale di Maria Teresa Lanza, anzi nei suoi 2 canali: giro un pò nei canali e trovo 20 video sulle mutilazioni genitali; bene , si potrebbe dire, l’informazione è necessaria, giusto ? se non che le mutilazioni genitali non sono quelle subite dalle donne, di queste non si fa cenno, sono 20 video dedicati alla “terribile ” pratica della circoncisione maschile; ora, non dico che non sia un trauma, per i poveri maschietti, subire un taglio non richiesto e a cui non possono opporsi ma non credo sia più traumatico di quando, appena nata, mi hanno forato le orecchie, i maledetti, per gli orecchini che non ho mai portato. Secondo me tutto questo mettere in evidenza un trauma maschile relativamente piccolo e ignorare completamente lo strazio infinito di reali e tremende mutilazioni femminili è sessismo e subdolo; anche perché , quando ho chiesto all’autrice come mai nel suo canale ci sono tali stranezze, non ha portato una spiegazione plausibile ma si è arrabbiata ( forse perché si è trovata scoperta ) . Non so dire la tristezza nel vedere che noi donne siamo ancora, troppo spesso, a questo punto;
meno male che c’è davvero Mary Daly con la sua vita, con le sue opere veramente donna-centrate, divertenti, rinvigorenti, ri-membranti; ho trovato tanta vitalità in lei che un poca ne ha trasmessa anche a me
@Giocatore D’Azzardo
Messa così suona anche peggio. Proprio come la donna media di oggi che pensa il femminismo sia una roba alla sexandthecity.
Valeria non son tanto d’accordo: quel popolo lì è sempre esistito, eppure la classe politica democratica l’ha tenuto sotto controllo, ci voleva l’arrivo del “grande comunicatore” prima per risvegliarlo e poi per scatenarlo attraverso la TV e far dell’Italia il luogo immondo che è oggi. Non credo un altro ci sarebbe riuscito così, questo è il napoleone della monnezza, imbattibile quando si tratta di marciume.
Nautilus, io sono convinta che individuare in Berlusconi il male assoluto non porti da nessuna parte. Oltretutto questo ci obbliga a fare di lui il perno di ogni analisi, cosa che immagino gratifichi parecchio lui e limiti parecchio noi.
Non condivido, poi, l’idea che il popolo debba essere ‘tenuto sotto controllo’. Un paese civile, secondo me, dovrebbe essere governato il più possibile da regole condivise, che ciascuno è tenuto a osservare con responsabilità individuale.
Se uno va a rivedersi un film come ‘In nome del popolo italiano’, di circa quarant’anni fa, rimane allibito dalla sua attualità.
Non è che il malcostume allora fosse tenuto sotto controllo, era tenuto sotto il tappeto. Quello cha ha fatto Berlusconi, secondo me, è stato sdoganare quei comportamenti, legittimarli e proporli addirittura come modello.
Dai suoi estimatori questa operazione gli viene ascritta come un merito: guardate quanto è vicino al ‘popolo’ Berlusconi, come usa il suo linguaggio, come si fa capire bene…
Berlusconi ha cancellato la cesura tra morale professata e morale praticata, ha semplicemente cancellato quel confine, ha ‘rimoralizzato’ il paese, lo ha ritarato.
In questo è stato un genio malefico, lo riconosco, ma non riesco ad azzerare le responsabilità di chi, la maggior parte di noi probabilmente, ha permesso che questo avvenisse.
@Andrea, se c’è una cosa che ho imparato è non giudicare senza aver prima conosciuto. Mi sembri un po’ troppo sicuro nel trarre conclusioni senza conoscere. Lipperini è una giornalista, potrebbe prendere il telefono, chiamare Calzedonia e parlare con loro; magari ottenere un chiarimento. Non credo che si negherebbero, ma è solo un’idea mia e potrei anche sbagliarmi.
Ho visto lo spot su Youtube e tutto mi pare, tranne volgare, offensivo, etc… etc…
Blackjack.
PS: tra l’altro Calzedonia produce anche delle ottime calze da uomo a prezzi umani, ora mi fermo, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che ci guadagno 🙂
Valeria, penso che tu abbia ragione: un individuo, da solo, non cambia il mondo, nè in bene, nè in male; come dice una grande donna ( anche se non nota ) che ho avuto la fortuna di conoscere <>
Anche se poi mi ritrovo perplessa quanto ricordo il grande cambiamento della Spagna alla morte di Franco: come se fosse riuscito, finché era ” in vita ” a congelare le coscienze;
queste sono cose che non capisco; voi che ne pensate ?
Però, Valeria, io non mi riconosco in chi ha lasciato che il berlusca e con lui una certa visione delle cose venisse legittimata e addirittura esaltata e sono sicura che tu non sei tra quelle persone, quindi penso che possiamo dissociarci non usando il “noi”; <> : direi piuttosto la maggior parte di chi non possiamo chiamare “noi”. Mary Daly e la mia esperienza personale mi hanno insegnato anche a sapermi dissociare dalle persone che mi sono solo di peso, dalle persone di cui non condivido la visione distruttiva delle cose e a non sentirmi colpevole anche di quello che mi opprime:
Si pensa troppo spesso che le opere delle femministe siano solo una serie di rivendicazioni e di vittimismo e invece propongono visioni veramente alternative allo status quo, offrono analisi del mondo nuove, da inusitati punti di vista: l’umanità ha perso sè stessa quando ha negato le donne e la loro visione
accidenti non sapevo che le frasi messe tra questi segni sparissero……………..
non so come scusarmi << : quelle specie di parentesi sono i segni a cui alludevo
Non lo so Adriana se mi sento in colpa, più che altro mi sento frustrata, sopraffatta, esasperata.
Rispetto a quello che dici rispetto al potere magnetico che un uomo può esercitare sulle masse, credo che il fenomeno sia stato molto studiato, quello che pare a me che l’ascesa del nostro cavaliere era resistibile. Poteva essere ostacolata e non è stato fatto.
si, scriviamo alla rubrica “Donna e mamma” del Corriere…
@Giocatore
Se la Calzedonia, che produce ottime calze, fa una pubblicità preoccupantemente banalizzante, se ne prende atto. L’azienda si mostra così, ed è così che vuole apparire: glamour, rasserenante, qualcuno dirà anche ‘impegnata’. E sia. La loro è una posizione dominante, dato che entrano nelle televisioni di tutti. Noi stiamo qua a giudicare. Che la Calzedonia abbia un managing femminile mi preoccupa ancora di più. Vuol dire che neanche le donne che sono a capo dell’azienda hanno colto il punto, hanno pensato a quella sfumatura che le vuole tutte uguali e belle e con delle belle cosce sode e che fanno, nella loro testa, tanto Italia.
Valeria & Adriana: personalmente ho la teoria opposta, un individuo può benissimo cambiare il mondo, figurarsi risvegliare il fascismo sopito nella nostra “vecchia piccola borghesia”.
L’esempio fatto da Adriana riguardo a Franco è..esemplare. Lì c’era un paese intero che voleva disperatamente cambiare ed entrare nella modernità e ne era impedito da un solo uomo che voleva mantenerlo nel passato che aveva costruito, e ci è riuscito benissimo!
Ancora i comunisti litigano su come sarebbe andata se invece di Stalin avesse vinto Trotski o fosse vissuto Lenin.
E l’India che strada avrebbe preso senza la non-violenza di Ghandi?
E siamo proprio sicuri che ci sarebbe stato lo sterminio degli ebrei senza Hitler? E mi fermo qui.
Quando scrivevo “sotto controllo” mi riferivo alle tendenze fasciste e populiste degli italiani, di un popolo al contempo anarcoide, insofferente di regole, lacci e lacciuoli, che in buona parte (secondo me) non ha neanche idea di cosa siano pesi e contrappesi e separazione di poteri, che l’unica cosa che capisce è la “politica del fare”, qualunque cosa si faccia, un popolo stanco delle mille mediazioni della democrazia e pronto ad accogliere a braccia aperte il signor “Ghe pensi mi”, altra versione dell’uomo della provvidenza, largamente rimpianto sotto sotto da tanti di noi purchè non ci scocci, fiduciosi che esistano “scorciatoie” per tutto, che si possa fare a meno di piani ambientali, permessi edilizi e di qualunque noioso impedimento alla propria individuale libertà, anche se a scapito degli altri.
Lui è il loro campione, prima non c’era, poi è arrivato, infatti:”Meno male che …ecc.”
@Nautilus. Ho visto solo adesso il tuo commento. Sinceramente faccio fatica a rispondere visto che ho più domande che risposte, però non mi sembra che sia corretto, anche se lo facciamo in molti, continuare a ragionare per profili antropologici cosi determinati: l’Italia è un popolo di pecore anarchiche quindi il fatto che prima o poi gli capiti un pastore carismatico, altrimenti detto ‘uomo della provvidenza’, è nel suo destino.
E’ un modo di ragionare che assolve, e legittima pure, un po’ tutti: stando così le cose non è che ci sia molta possibilità di azione, si possono solo gestire (come? facendo voti agli dei perchè ritardino il più possibile l’ora fatale?) gli intervalli tra un uomo della provvidenza e un altro.
E poi, comunque, non capisco nemmeno quando diciamo ‘gli italiani’ noi dove ci situiamo. Voci apolidi fuori campo?
Non lo so, c’è qualcosa che non mi quadra.
Ho letto un post in data 17 ottobre ore 1.13 p. m. che mi riguarda (essendo io Maria Teresa Lanza).
Mi vedo costretta a giustificare a una persona di sesso femminile poco informa ma che ha tempo da perdere per creare un ulteriore polverone che va a ‘mimetizzare’ la cecità emotiva che la abita… come abita ancora gran parte di tutti noi.
Il motivo per cui ho creato una playlist in cui ho inserito video anti-circoncisione è solo dovuta al fatto che non si è mai dato risvolto (almeno qui in Italia) a questa altrettanto triste pratica che continua a essere applicata anche qui da noi. Invito la già summenzionata persona di sesso femminile che già ha provveduto, se non ricordo male, ad esprimermi il suo dissapore su YT in modo a dir poco maleducato e disdicevole, a leggersi, se conosce l’inglese, qualche articolo di Jeannine Parvati Baker e di Ashley Montagu (anziché perdere il suo tempo a montare teatrini melo-drammatici, evitando così di far perdere tempo anche gli altri (che sanno informarsi prima di parlare e alzare polveroni tossici).
Mi scuso con chi ha dovuto leggersi questa mia inutile risposta a un’inutile ‘sommossa’ (mi vien da ridere, veramente… e mi chiedo perché la persona di sesso femminile di cui sopra non si sia degnata di creare lei una playlist al femminile… me lo chiedo proprio).
Namaskar