Come Bilbo Baggins, potrei dire: “Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell’affetto che meritate”. E sarei – sono – sincera, riferendomi alle due antologie che Laurana manda in libreria domani, che nascono da un’inchiesta condotta da Giulio Mozzi su Vibrisse
e che, a cura di Chicca Gagliardo e Gabriele Dadati, riflettono sulla scrittura. Ora, quasi tutti i nomi presenti appartengono a persone che stimo personalmente e professionalmente, e dal profondo.
Ci sono, nell’elenco integrale, Elisabetta Bucciarelli, Antonella Bukovaz, Maria Grazia Calandrone, Chandra Livia Candiani, Teresa Ciabatti, Chicca Gagliardo, Helena Janeczek, Antonella Lattanzi, Isabella Leardini, Sara Loffredi, Franca Mancinelli, Silvia Montemurro, Valeria Parrella, Sandra Petrignani, Gilda
Policastro, Rosella Postorino, Claudia Priano, Giovanna Rosadini, Elisa Ruotolo, Alessandra Sarchi, Francesca Scotti, Federica Sgaggio, Carola Susani, Veronica Tomassini, Grazia Verasani, Simona Vinci. E poi Tullio Avoledo, Giuseppe Caliceti, Sandro Campani, Massimo Cassani, Alberto Cristofori,
Gabriele Dadati, Paolo Di Paolo, Franco Foschi, Enrico Macioci, Valerio Magrelli, Simone Marcuzzi, Giovanni Battista Menzani, Raul Montanari, Giulio Mozzi, Giancarlo Onorato, Demetrio Paolin, Paolo Piccirillo, Federico Platania, Marco Rovelli, Flavio Villani, Alessandro Zaccuri.
Dunque, leggerò con interesse.
Però, permettetemi una domanda ineludibile e, ancora una volta, sincera: perché due volumi? E perché La formazione della scrittrice è diversa dalla Formazione dello scrittore?
Ps. In tema di antologie, segnalo anche l’iniziativa Nessuno ci ridurrà al silenzio che intende sensibilizzare sulle malattie da amianto.
Io ho notato che gli stili di uomini e donne sono alquanto diversi.
Penso che la formazione sia diversa umanamente prima ancora che letterariamente e culturalmente. Forse intervengono anche fattori generali di tipo biologico / di genere, oltre a quelli individuali di preferenze di stile che prescindono dal sesso.
“Però, permettetemi una domanda ineludibile e, ancora una volta, sincera: perché due volumi? E perché La formazione della scrittrice è diversa dalla Formazione dello scrittore?”.
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Aggiungo una domanda ulteriore: perché il volume dedicato alle donne scrittrici presenta una prevedibile e scontata copertina di colore rosa?
Premesso
– che i due libri nascono da due rubriche di vibrisse, dedicate una a “la formazione della scrittrice” e l’altra a “la formazione dello scrittore”; ma non coincidono con le rubriche stesse;
– che i due libri sono curati rispettivamente da Chicca Gagliardo (scrittrici) e da Gabriele Dadati (scrittori); e io non ho avuto che fare con la selezione dei testi, l’editing, l’invito ad atre autrici o altri autori, eccetera;
– e che quindi la mia risposta vale quel che vale,
per parte mia rispondo che: essendo la “formazione” una questione sociale, e non letteraria, la doppia pubblicazione mi pare sensata. Le opportunità, gli ostacoli, le occasioni, le difficoltà che incontrano i maschi nel tentare l’accesso alla Repubblica delle lettere – e allo stesso pensiero di poter comporre opere letterarie – sono differenti dalle difficoltà, dalle occasioni, dagli ostacoli, dalle opportunità che incontrano le donne.
Tutto qui.
Anche se si fosse fatto un solo volume comprendente scrittrici e scrittori, come si sarebbe dovuto intitolarlo? La formazione delle scrittrici e degli scrittori? Non sarebbe cambiato nulla. Se si vuole mantenere il titolo originario della rubrica e necessario specificare scrittrici e scrittori dato che non esiste un termine che li comprenda entrambi.