UOVA, ARMADI, HATE SPEECH

Mi scrive una giovane amica: hai visto poi Guardaroba perfetto? Dovresti, è terrificante. Mi parla di sfilate a scuola e di bimbe “fashioniste”.  Per la visione rimando a voi.
Vi rimando anche a questo link, tanto per chiarire che la questione regenderization non riguarda solo l’Italia:  l’augurio, comunque, è che l’Italia medesima non importi le uova genderizzate per bambine e bambini: almeno le uova (non quelle di Pasqua, quelle con cui si fa la frittata) no, per favore.
C’è un terzo link. Ed è quello che vi invito a leggere con molta calma e attenzione: lo abbiamo riportato nel tumblr di Morti di fama perché tocca da vicino un discorso che, nell’Italia che forse si scandalizzerebbe per le uova per principesse e pirati, è ancora difficile affrontare. Riguarda l’hate speech.
Racconta tra l’altro la storia di Kathy Sierra, una delle donne più influenti in ambito tecnologico e una delle blogger più visitate. Racconta di quello che è stato scritto dai commentatori nel suo blog. Se ne parlò, distrattamente, anche in Italia.  “E’ meglio parlare che sparire”, disse allora Sierra. Ma, appunto, la sua sorte è stata quella di dover sparire, nonostante il coraggio.
Come leggerete (il testo è in inglese, ma vale la pena), il signor Andrew “weev” Auernheimer, spiritosissimo provocatore del web (anche antisemita, tanto è un gioco) diffuse in rete l’indirizzo di casa di Sierra e il suo Social Security number. Una manna, per tutti gli hater che avevano minacciato di tagliarle le gola e di stuprarla.  Sierra scompare, appunto, dal web. La sua esistenza virtuale è annientata. Quella reale, a rischio.
Exit Sierra, enter  Caroline Criado-Perez, giornalista inglese, colei che ha promosso la campagna perché l’immagine di Jane Austen apparisse su una banconota. Per questo motivo, e per sua sventura, nei suo confronti su  Twitter è il massacro, e anche di questo (pochino e malino) si è parlato da noi, spesso dicendo che, insomma, i social riportano il male ma non sono il male. No, certo. Ma la domanda, al solito, è: tweet come “le donne che parlano troppo hanno bisogno di essere stuprate” sono tollerabili o no? Per non parlare di tutto il resto che troverete.
Leggete l’articolo di Greg Sandoval. Ne riparliamo. Ce n’è bisogno.

2 pensieri su “UOVA, ARMADI, HATE SPEECH

  1. ieri la figlia decenne di un mio amico stava leggendo un giornale per teenager in cui una boyband messa in piedi per i loro palati(mi pare si chiamassero gli one direction),nella persona del loro front man negava assolutamente di essere gay .Sembra quasi di essere sul treno di cassandra crossing

  2. Ricordo sommessamente Babsi Jones, una scrittrice “uscita dalla rete”, come si dice, molto attiva come blogger, che alla pubblicazione del suo primo romanzo – un libro di grande spessore sotto ogni punto di vista – fu letteralmente massacrata dalla rete. Chiuse account, email, sparì. Anche dalle librerie, purtroppo. Milano, Italia, non U.S.A…

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