L’Italia dei Valori difende Striscia la notizia, contro le donne e Barbie Nadeau. E adesso, miei cari, che i nodi vengano al pettine. Qui.
di Loredana Lipperini
L’Italia dei Valori difende Striscia la notizia, contro le donne e Barbie Nadeau. E adesso, miei cari, che i nodi vengano al pettine. Qui.
Tra le più grottesche interrogazioni parlamentari di sempre. Praticamente Lannutti descrive “Striscia” come un patrimonio nazionale, presenta la critica apparsa su Newsweek come un attentato all’onore della Patria, poi chiede alla Farnesina (alla Farnesina!!!) “misure urgenti” (!!?) contro “l’attacco concentrico” che starebbe subendo Ricci, poverino. Cioè, capiamoci: un senatore IdV, plus royaliste que Mediaset, chiede l’intervento del Ministero degli Esteri (!) per sventare un supposto complotto internazionale contro Antonio Ricci, difensore dei deboli. Lo sprofondo è in-fi-ni-to. Hanno giustamente criticato Asor Rosa che – per tagliare con l’accetta – “invocava il golpe”, ma di una roba come questa che si può dire? Per difendere “Striscia” Frattini che dovrebbe fare, secondo Lannutti? Dichiarare guerra a Newsweek?
Ricci, se davvero fosse quel che sostiene di essere, dovrebbe *provare imbarazzo* per una mossa del genere (indicativa di una pulsione autoritaria e sintomatica di una totale assenza di senso del ridicolo). Ma il punto è proprio questo: poiché non è quel che sostiene di essere, non solo non proverà alcun imbarazzo, ma a quest’ora si starà sfregando le mani, soddisfatto perché la macchina della politica si è mossa per lui.
Meravigliosa la gente che Di Pietro ha portato in parlamento.
E che continua a candidare nelle città:
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/04/20/gli-impresentabili-della-nostra-parte/
Altro che denuncia, «Striscia la notizia» è il programma più visto della televisione italiana da venti anni a questa parte. Si tratta di un’ottima introduzione alla forma comunicativa berlusconiana: è seriale, modulare e riproducibile all’infinito. Si presenta come un contro-tg che esce fuori dall’ingessamento dell’informazione di stato per assumere un simpatico atteggiamento di intrattenimento.
In sostanza è la trasformazione dell’inchiesta in clownerie, e il totale asservimento dell’informazione alla logica del gossip. La denuncia delle ingiustizie si trasforma in vendetta privata contro dei poveracci, in gogna mediatica: spesso e volentieri un supereroe con la ventosa in testa – uno dei vice-gabibbo inviati da Ricci – se la prende con dei ladri di polli. Così canalizzano la rabbia e le frustrazioni della gente…
sono basita.
Ai tempi dell’attacco di Striscia alla manifestazione delle donne, quando attaccarono le pubblicità sessiste su Repubblica difendendo allo stesso tempo il Fatto, scrissi questo:
“Il Fatto è un giornale il cui target comprende molti che, senza essere di sinistra o molto sensibili alle tematiche di genere o delle minoranze, sono comunque antiberlusconiani, o almeno indignati dalla politica; ovvero quella fascia di persone che, tra gli oppositori del governo, è più facile che guardi e apprezzi Striscia la notizia. Avere l’alleanza o almeno l’indulgenza de Il Fatto permetterebbe a Ricci di mantenere quella nomea che ha avuto nel corso degli anni. Speriamo che Padellaro e co. non caschino nella trappola.”
A quanto pare, invece, ci è caduto il partito di riferimento di quel giornale, l’Italia dei valori… il che se da un lato fa chiarezza sull’orientamento ideologico del partito, dall’altro è un danno a livello di impatto simbolico, purtroppo.
Chiedessero il voto alle donne, ora. Italia dei Valori. E i quotidiani che spalleggiano Striscia.
Il testo dell’interrogazione parlamentare è uno dei più incredibili che io abbia mai letto.
Che la questione di genere sia trasversale rispetto ai partiti, be’… purtroppo non mi stupisce. Sul maschilismo del Fatto (come di altre testate on line) mi sono espressa lunedì scorso, come Loredana sa. Ho lasciato parlare i numeri:
http://giovannacosenza.wordpress.com/2011/05/02/i-nuovi-giornali-on-line-sono-maschlisti/
Ho scritto al Circolo Idv di Roma che un mesetto fa mi ha invitato a parlare della questione femminile. Vediamo cosa e se rispondono.
Non ho parole!
La notizia va diffusa. Va chiesto conto a Italia dei Valori, soprattutto dopo un momento in cui i partiti sono piombati a piè pari sul movimento delle donne. Scriviamogli.
Incredibile che il partito di Di Pietro non si renda conto che, per dirne una, il primo servizio citato, quello in cui Valerio Staffelli viene picchiato da Fabrizio del Noce “che con una microfonata gli spaccò il setto nasale” è stato montato con l’immagine della microfonata ripetuta ossessivamente mentre con battute varie si derideva il giudice che,evidentemente, non aveva capito, in coincidenza (e a sostegno) con gli attacchi e la delegittimazione della magistratura di cui ben sappiamo. Per dirne una, perché certo mi ritrovo completamente nelle analisi e nelle parole di Wu Ming 1 e di amicoFaralla. C’è un problema di maschilismo, certo, ma come se non bastasse anche di incapacità di lettura critica di ciò che si vede. O meglio, ovvio che le due cose in questo caso vanno insieme.
Certo che diffonderò, e scriverò.
che orrore, con questo tipo di argomentazioni (.. ma mica vorrete paragonare il grande valore dei fratelli giornalisti contro la finanza mondiale globale e contrapporlo al valore delle donne… che ringraziassero di dover solo mostrare il culo….. e la giornalista di sinistra con il tacco e la scollatura allora? come si permette?…) si potrebbero giustificare anche i lanci di acidi in faccia alle donne che non vogliono mettersi il velo…. laddove accade questo, non molto lontano da qui.
Basta con questi VECCHI, laidi, che continuano a stare abbarbicati a un sistema politico di potere che ci sta facendo paralizzare sempre di più, per me non si tratta semplicemente di partiti politici, che tanto o sono patriarcali o sono paternalisti, è proprio il piano della realtà che in questo paese è completamente stravolto… stiamo uscendo dal mondo civile, fra un pò bisognerà tornare a difendere la divisione dei poteri, stiamo tornando a prima dell’illuminismo…. eh si pensando a berlusconi e al papa, direi proprio di si…
ancora un beato a spese del comune di roma e il papa incorona berlusconi
cmq sarà interessante sapere cosa ne pensano di questo le donne dell’idv, che non sono nè poche nè sprovvedute… franca rame ne è uscita vero? non lo ricordo più
Vi riporto il commento di Elio Lannutti dalla sua bacheca Facebook in risposta a un mio intervento.
“Gentile signora,legga bene l’interrogazione. Faccio anch’io il giornalista dopo aver fondato Avvenimenti nel 1988 ed a volte mi vergogno di una categoria che fa da megafono agli esclusivi interessi dei banchieri e dei potentati economici senza provare alcuna onta nel passare le loro ‘veline’,quelle sì perchè “tengono famiglia’. Cordialmente E.L.”
Il che dimostra che è in atto un giochino molto semplice. Il Fatto e Idv contro Repubblica, e identificazione totale del movimento delle donne con “il partito di Repubblica”. Capito quale partita editoriale e televisiva si sta giocando sulla nostra testa?
Ancora Lannutti:
“Invece di difendere la verità, Lei continua a tutelare una rappresentazione falsa che la signora di Newsweek ha fatto di Striscia, buttandola in politica. Si informi meglio prima di sputare sentenze sul sottoscritto,un senatore indipendente non iscritto ad alcun partito che ha fatto i capelli bianchi nella difesa dei diritti dei cittadini.”
L’interrogazione nel suo complesso è surreale.
E’ incomprensibile il tono, è sproporzionato lo strumento, sono sballate le argomentazioni: che, stringi stringi, sono le seguenti: le veline sono una metafora del cattivo giornalismo, a ribadire che invece SLN fa buon giornalismo. E poi anche le giornaliste mostrano l’ombelico, uh!
Peccato che, sullo schermo, non si veda la metafora, ma due ragazzotte pimpanti, scosciate e silenziose. E che una giornalista chiamata in un talk show vada lì presumibilmente a parlare. E sia ovviamente liberissima di scegliersi la divisa che vuole. Invece che obbligata, come le suddette veline, a indossare giorno dopo giorno la succinta divisa d’ordinanza.
C’è da restare basiti. E sì, anche da chiedersi che è successo al povero Lannutti (che, evidentemente, ha molto tempo libero, e una penna non precisamente sobria): troppi disegni hard da piccolo? Troppe polaroid sensualissime, troppi libri dell’erotomane francese e troppi photobook giapponesi? O, con quella faccia un po’ così, troppo scarsa dimestichezza con donne vere?
Io sono dispiaciuto. A diversi mesi dalla presa di coscienza femminile e non, in cui mai avrei sperato, e a diversi anni da quando Loredana ha scritto il libro comincio a essere dispiaciuto. Leggo le parole e sento scrivere giornalisti, personaggi che alla fine qualcosa da dire ce l’avevano. Li ascolto e non li capisco. Mi aspettavo (ma ci credevo davvero?) da Ricci un discreto silenzio, un cambiamento di direzione, una presa di coscienza, meno figa gratuita. Invece devo sentire un gruppo di signori (chi erano? Rondolino? Nicoletti? Ricci? Sgarbi?) straparlare (appunto) di bambine. Vorrei vederli, immaginarmeli, me li sogno calarsi per un attimo nei panni dell’altro. Nello specifico delle Altre.
Allora mi chiedo, mesto, che cosa fare? usiamo la tastiera finché non si consuma? No perché di ‘sti deliri sono proprio stanco.
@Loredana: per questo è bene che le rivendicazioni femminili mantengano una certa indipendenza da “cappelli” politici o editoriali che potrebbero venire strumentalizzati. Bene hai fatto a segnalarci questa cosa e facci sapere cosa ti risponde l’Idv, se possibile.
Avevo scritto il seguente commento alla surreale notizia: 1) bevuti il cervello? come dicono gli anglofoni? 2) ma è uno scherzo? 3) ma siete sicure che è l’Idv? 4) è un incubo e tra poco mi sveglierò? Poi, ho letto il commento di Lipperini sulla “partita editoriale e televisiva” passante sopra le nostre teste: dunque? Vogliamo insorgere compatte contro questi giochi tra maschi?
Ma secondo voi Zelig è meglio di Striscia?
Ed è un patrimonio nazionale?
Per me pari sono (tra l’altro ruota pure la stessa gente).
Ma forse qui dispiacciono le veline a petto in fuori e molto meno la comicità machista dell’unica sinistra conclamata che è rimasta in questo paese…
Ora sono veramente stanca.
A parte il fatto che le veline di Ricci c’entrano con le veline del fascismo come “il culo con le quarant’ore” (detto popolare fiorentino, che questa volta suggerirei di interpretare alla lettera), ma poi le veline non erano la caricatura delle copertine dell’Espresso? Lo avranno compreso senza dubbio anche in Bulgaria – ove il programma è stato esportato, con scenografie, veline e stacchetti quasi identici –, giacché in Bulgaria, com’è noto, sono tutti perfettamente edotti sia sul giornalismo dell’Italia fascista sia (soprattutto) sulle vecchie copertine dell’Espresso… Ma per favore! Dopo le Veline abbiamo visto fiorire “schedine”, “letterine”, “ereditiere” etc. etc. Sono tutte “metafore” che camminano? E le inquadrature ginecologiche fanno anch’esse parte della “sottile metafora” (direbbe Guzzanti nei panni di Funari)?Non so come Lannutti abbia difeso i consumatori per anni e anni, se riesce a bersi una panzana come questa. E infatti non se l’è bevuta, forse sta semplicemente pregustando altro.
A parte la questione del voto – io l’Idv non l’ho mai votata e mai lo farò – secondo me il problema che si pone è ancora più grave. Chiedo a Loredana e a voi tutti come possiamo fare per dare una bella spinta a questi signori, per evitare la “partita editoriale e televisiva” che si sta giocando sulla testa delle donne e che potrebbe avere solo l’effetto silenziarci, chiunque la vinca.
@Valter
Non arriverei a definire un programma tv “patrimonio nazionale”,ma per quel che ho visto Zelig è un ottimo show comico (mi pare sia anche stato premiato dall’UDI) e poi adoro Paola Cortellesi che è una bravissima attrice comica.
lo so..sono molto meno”apocalittico” di Binaghi. Mi ritiro.
Aggiungo solo che sono d’accordo con Wu Ming 1 che questa interrogazione parlamentare è semplicemente grottesca.
Anche Striscia e comico. Anche Striscia presenta attori simpatici e professionali. Ma qui si parla di contenuti e messaggi.
Provate a registrarvi una puntata di Zelig e poi mi dite se è dalla parte delle bambine.
Il fatto è che se si volesse fare una battaglia di civiltà bisognerebbe pestare tanti di quei calli, a destra e a sinistra (perchè poi da Zelig si pescano anche attori per le sceneggiature di Dazieri o di Salvatores, e quelli sono de noantri….)
Il giorno che vi vedo tagliare con questa merda senza se e senza ma vi prendo sul serio. Così siamo alle allegre comari di Windsor.
Valter, buongiorno. Se hai bisogno che ti dica che personalmente mi sento lontanissima anche da Zelig, lo dico. In questo momento non c’entra niente, però.
Qui si parla di una cosa molto semplice. Esiste un senatore, membro del gruppo Italia dei Valori, nonostante si dichiari non appartenente a schieramento alcuno:
http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/00017211.htm
Italia dei Valori, come molti partiti, si dichiara più che sensibile alla questione femminile, specie dopo il 13 febbraio, quando si è toccato con mano che la medesima ha un peso reale in questo paese.
Esiste una trasmissione, che sta schizzando fango davanti a milioni di spettatori, tutte le sere. Che manda smentite a raffica al New York Times, a El Pais (insultando Lorella Zanardo, nel caso), a Newsweek. Che persino, sfiorando il ridicolo, ha mandato videocassette a Napolitano l’8 marzo. Che insulta le giornaliste italiane. Che dichiara la libertà di stampa inesistente nell’unico nome di Antonio Ricci. Che deforma la realtà a proprio vantaggio, modificando il proprio passato, rendendolo invisibile, cercando di costruire un’altra storia rispetto a quella reale. Per pararsi le spalle, diciamo così.
E che ha denunciato una giornalista americana per questo motivo.
Quel senatore, appartenente a quello schieramento politico, difende quella trasmissione in Parlamento.
Esiste, inoltre, una singolare trasformazione della questione femminile in conflitto editoriale. Laddove, sempre secondo la tribuna di Canale 5, il gruppo Espresso è il male e il Fatto è il bene.
Sono tasselli. Se vuoi ci mettiamo pure Zelig, ma mi sembra che al momento sia ininfluente. Il punto è un altro, mi sembra.
Mi auguro che Italia dei Valori prenda le distanze dal suo senatore. Comunque, occorre fare il punto su questa vicenda.
La differenza con Zelig è che questo cerca di accreditarsi come programma comico (cerca di far passare l’idea che il comico sia questa roba qui), Striscia cerca di accreditarsi come programma giornalistico: cerca di far passare l’idea che la controinformazione sia Staffelli che viene preso a colpi di tapiro, non la dimostrazione che la bomba a piazza Fontana l’hanno messa i fascisti, che l’aereo di Ustica è stato colpito da un missile, che Carlo Giuliani era a più di 3 metri dal Defender dei carabinieri.
Di fatto, in questo momento chi tocca la banda-Ricci rischia. Siamo o non siamo un paese che ha come ministro delle comunicazioni il produttore di Colpo Grosso?
@Loredana e Girolamo
Capito il distinguo e ci sto (fino a un certo punto)
Sull’Italia dei valori: è uno schieramento equivoco, peronista nella sostanza quanto quello berlusconiano.
E ha partorito uno Scilipoti.
Il responsabile.
Il fascismo 2.0 è appunto questo.
E’ il formarsi di un’oligarchia mediatica e istituzionale, trasversale ai presunti schieramenti e in grado di articolare attacchi sistematici verso chiunque provi a decostruire e trasgredire la rappresentazione vigente.
Oltre alla vergogna dell’IdV, vorrei anche ricordare che solo nelle ultime due settimane il pd e oppositori vari per ben 4 (quattro) volte hanno salvato governo e maggioranza dall’andare sotto in parlamento con assenze strategiche.
In fondo il messaggio è semplice.
La realtà non esiste. La verità è un film. Il film lo giriamo noi.
C’è poco da fare, senza piazza Tahrir non se ne esce.
E purtroppo dubito che possa accadere qui.
L.
ma il ruolo di Mughini (erano sue le polaroid e i photobook giapponesi, è lui – il raffinato erotomane – a cui viene affidata questa arringa difensiva) in tutto ciò?
arruolato come penna neomisogina, un Massimofini 2?
già ultimamente si era accanito su Ruby, dicendo “di cui è grottesco definirla “una minorenne” con il curriculum di esperienze che ha all’attivo”.
Quoto Renata, cosa possiamo fare insieme?
Non so come abbia fatto Lannutti a pronunciare questo discorso, a me è mancato il fiato solo a leggere il primo capoverso!
la mancanza di sintesi a volte è di per se molesta.Quasi come certi clown in disarmo disperatamente in cerca di un pubblico(che purtroppo riescono quasi sempre a trovare,distraendo risorse preziose alla causa del rinnovamento radicale)
“l’indipendenza e la credibilità ultraventennale di Striscia ha creato sconcerto e panico nei poteri”
si commenta da sé.
Questo Lerner sul suo blog:
http://www.gadlerner.it/2011/05/05/povero-senatore-restera-senza-veline.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+gadlerner%2Ffeed+%28Gad+Lerner+Blog%29
Se vuoi ci mettiamo pure Zelig, ma mi sembra che al momento sia ininfluente. Il punto è un altro, mi sembra.
Non è ininfluente, secondo me. Ma al posto di Zelig (co-condotto da una donna comica, protagonista insieme ad altre donne comiche), ci metterei Fazio con la sua valletta muta, se pensassi che la battaglia da combattere è questa, e così.
Diana, al punto. Per favore, al punto. Non ti interessa? Allora non commentare. Ma per cortesia non sviare la discussione.
Per tutt*. Cosa possiamo fare? Parecchie cose. Per cominciare, chiedere (via mail) a IdV se si riconosce nella posizione di Lannutti.
Alcune cose – comincio da quelle che ritengo importanti.
Nella prospettiva sessista italica – delle donne di solito non je ne frega niente a nessuno. Il maschilismo nostrano passa per l’uso di una pratica sessista e di un linguaggio sessisti che non hanno mai bisogno di interventi pubblici, rivendicazioni e quant’altro. Men che mai ridicole interpellanze parlamentari. Qundi il fatto che ora arrivi simbolizza un cambimento e questo cambiamento passa dalla strumentalizzazione politica della questione. E ancora, da una strumentalizzazione politica per cui le donne sono complemento di argomento di un discorso degli uomini, bboni o cattivi che siano. Parlare di anzichè parlare con. (POi che IdV appartenga alli cattivi per me non è motivo di sorpresa, non li stimo non mi interessano li trovo molto ma molto più deleteri di tante persone di destra. )
Quindi mi premono due cose: 1 (domanda) a cosa serve politicamente il maschilismo nella nostra congiuntura? A che serve appoggiare striscia in parlamento? Con che cosa fa rete questa mossa in generale patetica (diciamocelo Loredana: ci sono capelli bianchi e capelli bianchi eh…. )
2 (richiesta): sebbene io creda che il sessismo sia un problema culturale e non di un genere rispetto all’altro, comincio a pensare che la cultura non muove un passo finchè la parte esplicitamente lesa non si fa vedere. Credo che debbano essere le donne a scrivere a Italia dei Valori – più donne possibili, e credo che gli uomini debbano incoraggiarle a farlo quando pensano sia opportuno. Su questo tema comincio a temere che sia più profiquo che salti all’occhio una rivendicazione di soggettività politica femminile.
–
(Su Zelig – scusate eh, ma per me c’è un abisso. Mi sembra ingeneroso non riconoscerlo – perchè tra fare la velina e fare la comica c’è un abisso di soggettività che si esprime – e oltre che ingeneroso un po’ tafazzesco. Attaccare tutto è pericolosamente simile a non attaccare niente.)
Elenco dei contatti mail di IdV:
http://www.italiadeivalori.it/contattibig/nazinali
Zauberei, il punto non è la velina o la comica, ma la visione del mondo che certa comicità esprime, strizzando l’occhio a sinistra (antiberlusconismo pagato da berlusconi) e a destra (compiacimenti machisti a profusione). Ma se vi piace tenetevelo.
Ogni tendenza, strategia comunicativa o movimento di stampo fascistoide 2.0 si basa su alcuni elementi di verità, innestati su una rappresentazione falsa della realtà.
La rappresentazione falsa è in buona sostanza questa: esiste una società buona e una classe politica cattiva (anche lo start up di Berlusconi si fondò su questa narrazione, nel ’94, dopo Tangentopoli). L’aspirante capopopolo di turno chiama a sé la società buona contro la burocrazia politica, la partitocrazia, il magna-magna, etc.: la legittimazione viene dal basso, ma è reclamata e catalizzata dall’alto. [Inciso: si potrebbe dire che ogni volta che si determina un passaggio di questo tipo si mette in scena una parodia inconsapevole della rivoluzione culturale cinese, che ovviamente fu un evento ben più complesso di ciò che accade o può accadere oggi, ma certo non per questo meno pesante nelle sue conseguenze.]
La misura del successo della demagogia contemporanea è data dalla capacità di convincimento della gente di essere vittima non già di un sistema sociale ed economico ingiusto, di comportamenti e attitudini diffusi e condivisi, etc., ma di una classe parassitaria di politicanti ipocriti. L’elemento di verità è evidente: tale classe esiste davvero, il ceto politico e le stesse istituzioni sono sempre più tautologiche, autarchiche, indistinguibili e scollegate dalla società reale. Ma questo non significa che siano corpi estranei alla società stessa, che non si facciano portatrici di sentimenti, istinti e atteggiamenti che vivono nella pancia del paese. E questa, piaccia o no, è la nuova forma di legittimazione, se vogliamo indiretta, che la politica (o post-politica) ha scoperto negli ultimi anni. L’inciviltà politica rispecchia l’inciviltà sociale. Il fatto, evidentemente, è che la società, oltre a non essere affatto “buona”, è soprattutto divisa al suo interno, attraversata da conflitti, contraddizioni, interessi, che si preferisce non leggere e non interpretare. Troppo difficile, troppo sforzo… Meglio indirizzare la frustrazione e l’incazzatura contro gli azzeccagarbugli e fattucchieri della vecchia politica, che il leader di turno pretenderebbe di spazzare via, e delegittimare ogni critica riconducendola a una guerra per bande tra grandi trust mediatico-economici.
Un programma come Striscia la Notizia contribuisce da decenni a consolidare questa narrazione, basandola, appunto, su un fondamento vero. Le inchieste di SLN sono “vere”. Come fa notare Girolamo qui sopra, il consenso viene raccolto attraverso la rimozione delle contraddizioni spinose e ataviche di questo paese, in favore dell’esaltazione delle micro-contraddizioni palesi. Chi di noi potrebbe mai difendere gli ecomostri abbandonati per anni a se stessi, o i santoni e i finti medici che aggirano le vecchiette, o i truffatori online, o le gaffe clamorose e i comportamenti lestofanteschi del tal politico e del talaltro? Non c’è contraddizione politica nei “casi” trattati da un programma come quello: l’unica posizione assumibile è un unanime “Vaffa…” lanciato in direzione dei guitti, politici e non, presi di mira. E quel “Vaffa…” potrebbe essere accompagnato dal tormentone di un altro comico, di tanti anni fa: “In galera ti mando!”.
Striscia la Notizia fa a tutti gli effetti parte della fabbrica del consenso verso la nuova politica dei tempi che stiamo vivendo, ne ha accompagnato la costruzione per oltre vent’anni, contribuendo a un racconto nel quale la società – fatta coincidere con i telespettatori – assolve se stessa, rimuove le contraddizioni reali, e scarica le colpe su Tizio, Caio o Sempronio, tramite lo sberleffo e la gogna mediatica.
Per altro, il fatto che la fabbrica in questione si regga su un’idea del tutto autoritaria e unanimista si svela nella necessità di rifiutare qualunque critica venga mossa alla trasmissione. A tale rifiuto si accompagna l’individuazione di un nuovo bersaglio proprio in colui o colei che muove la critica. Se tu mi critichi io ti sparo addosso con tutta la potenza mediatica e legale che ho a disposizione: mi dichiaro vittima della macchina del fango mentre la dirigo contro quelli che identifico come miei nemici, non già come critici. Lo spazio per qualunque dialettica viene cancellato d’imperio per lasciare spazio alla guerra e all’intimidazione.
Questo è il messaggio, autoritario e fascista appunto, di cui oggi Antonio Ricci si fa portatore. E non c’è granché da meravigliarsi che un diepietrista si ritrovi al suo fianco in questa battaglia, dato che in un modo o nell’altro condividono la stessa autorappresentazione.
Una sola nota a WM4. Non credo che quella del dipietrista di turno sua una strategia “di partito”, credo che il problema sia più grave: il mito delle “facce nuove”, delle “mani pulite” – in altri tempi, con piena consapevolezza politica, si sarebbe detto: boulangismo (termine usato da Gramsci, non a caso, per categorizzare questo aspetto del fascismo) produce allo stato pratico una pletora di mezze calzette, di incapaci, di incompetenti: e un incapace, in un regime di confusione generale, viene buono o come utile idiota (lo raccontava Buscetta a Falcone: la mafia si regge sui quaqquaraquà messi a reggere le leve degli uffici), o come mercenario assoldabile. Tanto più se si vanta di non avere appartenenze di partito: da mani pulite e mani libere il passo è breve. Se poi le mani libere sono al soldo di quel fascista pseudo-democratico che è Ricci (una specie di Edmondo Rossoni de noantri), tanto meglio.
@ girolamo
Giusta precisazione. Sì, nemmeno io penso a vere e proprie strategie in atto, se non quelle di Ricci, che invece sono ben premeditate e rispondono a leggi di mercato dell’immaginario e – di conseguenza – politiche in senso lato. Nella compagine dipietrista, e non soltanto in quella, in effetti certi personaggi vanno e vengono come in un comodo albergo. Non a caso, in questo thread ne sono stati citati almeno tre: Lannutti, Piccinni e Scilipoti. Alcuni “utili idioti”, poi, si sa, fanno più danno di altri.
Scusate, mi sfugge una cosa…Che c’entra concretamente il Fatto Quotidiano con la vicenda? (dal link dell’interrogazione “…in un articolo pubblicato sul quotidiano “Libero”, Giampiero Mughini scrive …”)
Comunque grottesca questa interrogazione, e sconcertante l’articolo citato. In particolare mi colpisce quest’affermazione di Mughini: “Non è vero affatto che le candidate veline altro non sognano che di sgambettare e sculettare, l’80 per cento delle partecipanti sogna di fare la giornalista.” E secondo lui sarebbe una cosa, come dire, normale, che volendo fare la giornalista una balla seminuda su una scrivania? Ci sono molti giornalisti maschi che iniziano così?
Francesca, non entra direttamente con l’interrogazione. Ma l’abbraccio mortale fra Striscia e Il Fatto esiste. Con una sua logica, che è quella ben evidenziata da Wu Ming 4 e da Girolamo nella linea editoriale e soprattutto nel linguaggio scelto.
Aggiungo. Il “Fatto” c’entra proprio in quanto contribuisce a scaricare sul singolo politico disonesto e puttaniere quella che dovrebbe essere l’indignazione contro il sistema dell’ingiustizia legalizzata che lo produce. L’ha scritto Wu Ming4 che meglio non si può.
Ora capisco; avevo il terrore che il FQ si fosse espresso dichiaratamente pro-Striscia (ricordo che invece tempo fa ospitò un botta e risposta tra Ricci e Lagioia che secondo me metteva bene in evidenza certe contraddizioni di Striscia). Capisco quello che vuoi dire, e in un certo senso concordo, benchè non ritrovi nel Fatto questo punto fondamentale imputato (secondo me assai giustamente) a Striscia da WM4: “L’inciviltà politica rispecchia l’inciviltà sociale. Il fatto è che la società, oltre a non essere affatto “buona”, è soprattutto divisa al suo interno, attraversata da conflitti, contraddizioni, interessi, che si preferisce non leggere e non interpretare”. Certo mi piacerebbe che il FQ, chebatte anche molto sul tasto dei media, delle TV ecc. mettesse in luce esplicitamente e criticamente certi modelli femminili proposti, perchè in questo campo mi sembra molto carente. Esprimersi su questa interrogazione sarebbe un buon segno…
Forse ero OT, nel caso mi scuso.
Anche a me piacerebbe che il FQ fosse totalmente imparziale nei confronti di Striscia e dei programmi di Antonio Ricci. Mi auguro, di tutto cuore, di essere smentita dai fatti e dagli scritti.
Ultima puntata di Boris, il monologo della Locura… Ogni volta che sento parlare di SLN (a guardarlo non ci riesco proprio) mi viene in mente quel monumentale passaggio…
“Un paese di musichette mentre fuori c’è la morte.”
Sì, è Ricci fatto e finito.
Ecco il monologo:
http://www.youtube.com/watch?v=ZIkgAkJftAE
Qualcuno nei commenti ha nominato Franca Rame.
Ecco cosa pensa Franca Rame di Striscia la Notizia e Antonio Ricci.
– In occasione del 18esimo compleanno di Striscia, Franca Rame ha fatto gli auguri al Tg satirico utilizzando queste parole:
“Qualsiasi trasmissione stia vedendo a quell’ora, cambio canale e mi sintonizzo su Canale 5 per vedere Striscia la Notizia. Auguro a Striscia altri 50 anni di successo. Io sicuramente non ci sarò più, ma dal Paradiso, perché è lì che andrò, tutte le sere continuerò a guardare il programma di Antonio Ricci”.
– Inoltre, il 13 maggio 2007, Franca Rame scriveva sul suo blog:
“STRISCIA LA NOTIZIA”: GRAZIE, ANTONIO RICCI!
Ieri sera, mentre mi passavano davanti agli occhi le immagini di “Striscia la notizia” con quei ragazzi ammalati che parlavano delle loro gravissime condizioni di salute, non posso dirvi come mi sono sentita. Rabbia tremenda, mista alla riconoscenza per Antonio Ricci che ci regalava quel grande spazio nella sua trasmissione che vanta un pubblico di parecchi milioni. Siamo amici da tanti anni e dacché mi sto occupando dell’uranio impoverito ha fatto a tutti noi, con i passaggi su “Striscia” due grandi regali, con il cuore, la generosità e l’approfondimento che lo contraddistinguono.
Grazie Antonio, grazie di aver dato voce a questi ragazzi. E con te ringrazio Jimmy Ghione per l’impegno con cui ha trattato questo argomento così difficile e doloroso. Da quando mi occupo di questa tragedia ho un nodo in fondo al cuore causato dall’impotenza. Con impaccio e timidezza parlo con le mamme, i padri che hanno perso il figlio, con i fratelli… Mi vengono a trovare al Senato, ricevo lettere così dolorose da togliermi il sorriso per giorni.
E nessuno chiede niente… solo giustizia e un minimo di attenzione, considerazione e assistenza da parte delle istituzioni. Penso all’inefficienza-indifferenza del nostro Stato, agli sprechi vergognosi che vengono perpetrati ogni giorno, agli agi in cui molti di noi eletti dai cittadini vivono beatamente, sforzandosi di far credere che tutto stia andando per il meglio, mentre sono in tanti a tirare tragicamente la vita nel nostro Paese. Ora finalmente pare che nella commissione che si occupa dei militari colpiti dall’uranio impoverito si stia muovendo qualcosa. È molto delicato e importante il lavoro che l’Osservatorio Militare e il dr. Leggiero in prima persona, stanno portando avanti, contro tutto e contro tutti, occupandosi con grande impegno dei 515 soldati colpiti da carcinomi, leucemie e altre terribili malattie, risalenti a causa di servizio militare. Chiediamo ai nostri amici e a tutte le persone che hanno coscienza e slancio umano di aiutarci. Grazie a tutti, un abbraccio, franca (da http://www.francarame.it/?q=node/350)
o,in un’ipotesi controversa:
http://www.youtube.com/watch?v=0E0C3tNe3fU
Ho tolto dalla moderazione Striscia solo per sottolinearne i metodi. Usare il frammento – uno -, estrapolarlo dalla conversazione e ribaltarlo a proprio favore. E’ da manuale, direi.
Sì oltretutto non c’entra niente con la discussione. Vanno avanti a martello, senza entrare nel merito della discussione. Potrebbe esserci un software predisposto che si firma Sara Testori e non farebbe alcuna differenza. Mi pare Chance il Giardiniere.
Son tempi bui e difficili, direbbe Merlino.
In che senso hai tolto dalla moderazione Striscia? Ma che hanno questi un esercito che scrive per loro?