WEDDING

Raccogliendo materiali per il libro nuovo, faccio ricerche sul matrimonio. Sul rito, e sul desiderio del medesimo: faccenda che sembrava relegata ad anni lontani, ma torna con potenza moltiplicata. Vi risparmio i dettagli, per ora, ma confesso che molti mi hanno lasciato stupefatta.
Così come mi lascia allibita quanto riporta Laura Laurenzi in un articolo sulle regali nozze inglesi. Ovvero:
“Come ti accalappio il principe, istruzioni per l´uso. La scalata di Kate non è che l´ultima in ordine di tempo. Più che una tendenza ormai è una consuetudine, una certezza: i futuri re sposano ragazze del popolo, senza quarti di nobiltà e sangue blu, fanciulle lungimiranti che hanno saputo sfondare le barriere sociali, anzi saltarle con eleganza elastica, come in una corsa a ostacoli.
Non c´è corte in Europa, con l´eccezione del Belgio, in cui l´erede al trono non abbia sposato una commoner: Felipe di Spagna ha portato all´altare una giornalista del tg, Guglielmo d´Olanda una borghese argentina figlia di un ministro della giunta golpista Videla, Haakon di Norvegia ha impalmato addirittura una cameriera e ragazza madre, e Alberto di Monaco sta per convolare a nozze con una campionessa di nuoto.
Finire sul trono partendo da zero: la favola di Cenerentola. Un´ambizione lecita in cui a fare i propri calcoli, oltre alle giovinette in questione, sono anche i principi ereditari: in cerca di rilancio, le varie famiglie reali sembrano imparentarsi volentieri con la classe media in ascesa, da cui trarre linfa e nuovo vigore mediatico. È la nuova mobilità sociale. Guarda Kate Middleton, un cognome una garanzia: dalla miniera dei trisnonni alla corte di San Giacomo in poche mosse, ascesa tanto più spettacolare perchè avviene in una società in cui un sistema di caste non dichiarato sembrerebbe proibirla, o quanto meno sconsigliarla.
Il merito pare vada tutto all´impavida madre della sposa, Carole l´ex hostess discendente di minatori e muratori, che ha incoraggiato sua figlia a guardare sempre più in alto, ancora più su, mettendola nella condizione di frequentare le scuole più esclusive del regno e una delle sue università più prestigiose, una volta saputo che fra le matricole quell´anno ci sarebbe stato anche il principe William.
Campionessa di arrampicata libera, la madre di Kate potrebbe essere docente ad honorem di un corso molto particolare che si terrà in agosto a Londra, il primo del suo genere. Princess Prep ci spalanca un mondo incredibile: è la fabbrica di possibili principesse. Si comincia presto a studiare da altezze reali: l´età delle allieve è fra gli 8 e gli 11 anni. I genitori che quest´estate vorranno mandare le loro figlie in Inghilterra e sognano il riscatto sociale potranno iscriverle al luxury summer camp per aspiranti teste coronate. Camp per modo di dire: le ragazzine, non più di sette per ogni alloggio, dormiranno in eleganti appartamenti fra Chelsea e South Kensington servite da maggiordomi rigorosamente inglesi tutti di nome Jeeves su tavole apparecchiate con tovaglie di lino ricamato e porcellane e argenterie finissime. Al costo di tremila euro a settimana, volo escluso, seguiranno lezioni di storia monarchica, filantropia, etichetta, galateo. Faranno esercitazioni pratiche: come camminare con un libro in testa (magari un giorno sarà una corona), come sorseggiare un tè, come distribuire i posti a tavola, come scrivere gli indispensabili biglietti di ringraziamento, come fare una riverenza, come nascondere la noia, come alimentare con grazia la conversazione. E poi gli appuntamenti a tema: una serata dedicata al volontariato, un´ora di equitazione a Hyde Park, un picnic fatto con le buone maniere, una perfetta sera a teatro. E le conferenze monografiche: da Grace di Monaco a Vittoria di Svezia.
Fioccano le prenotazioni. Ciò che può sembrare, se non ridicolo, anacronistico si rivela un successo nella città che l´ideatrice dei corsi Jerramy Fine, 33 anni, definisce «epicentro mondiale della regalità». Americana del Colorado, si è trasferita a Londra ed è autrice del libro Un giorno il mio principe arriverà e del recentissimo Bright Young Blue Bloods, una sorta di guida ai migliori partiti nobili d´Europa. E soprattutto a dove incontrarli. Kate Middleton, post Cenerentola, docet.”

43 pensieri su “WEDDING

  1. Andrebbero arrestati. Organizzatori e genitori delle malcapitate ragazzine.
    Nel corso delle svariate settimane di detenzione, gratuite e a completo carico dello stato, i vari Jeeves, questa volta con la mansione di secondini, terrebbero seminari obbligatori di Pulizia Cessi, Gestione e Accudimento Anziani non Autosufficienti, Storia dell’Illuminismo e delle Decapitazioni.
    Poche settimane eh, mica l’ergastolo.
    L.

  2. “Monitorando” i mensili femminili ho notato per la prima volta tra le prime pagine un’ampia pubblicità di intimo da sposa (della stessa nota marca che ha rilanciato le guaine anni ’50).
    Finora tutto ciò che riguardava abbigliamento e accessori nuziali era confinato in apposite riviste: ho trovato inquietante questo sconfinamento, che forse ha una relazione con la nuova mitologia di cui sopra.

  3. Mi sembra piuttosto deprimente… questo, anche “al netto” di come si fa carriera nella politica e nella vita pubblica italiana…
    A mio avviso, si cerca di proporre (o di imporre?) all’opinione pubblica degli “ideali” ed uno stile di vita disneyano, come se appunto l’opinione pubblica fosse costituita di bambini.
    Peraltro, le favole di Disney sono piuttosto edulcorate (basterebbe fare un confronto con gli originali, lavoro questo compiuto da Bettelheim).
    Sulla nostra tv sta poi andando in onda uno sceneggiato su William e Kate…

  4. La riflessione che mi suscita la lettura dell’articolo può sembrare parecchio OT, ma forse, con un po’ di pazienza, apparirà alla fine meno distante dall’oggetto in questione.
    Oggi la monarchia britannica arriva, buon’ultima, alla definitiva “borghesizzazione” nuziale. Scende finalmente sulla terra e perde anche gli ultimi bagliori dell’aura simbolica che un tempo ammantava i reali.
    Le premesse di questo passaggio si sono consumate nel 1997, in occasione della morte di Diana Spencer, come racconta mirabilmente Stephen Frears nel film “The Queen”. In quel racconto si evidenzia come la vecchia concezione del monarca-simbolo della nazione abbia dovuto definitivamente cedere il passo alla mediatizzazione borghese, ovvero alla trasformazione dei reali in comunissimi v.i.p. da rotocalco, che potevano essere messi in discussione e sottoposti alla pressione dei mass media. Il vero conflitto tra le vecchie matrone della famiglia Windsor (Elizabeth Bows-Lyon e l’attuale regina del Regno Unito, Elisabetta II) e la moderna principessa Diana era precisamente quello tra due idee, due immagini, due concezioni, tra loro incompatibili della figura del monarca. Le vecchie, arroccate nei loro castelli, pensavano di non poter essere toccate dall’avanzare dei tempi nuovi, ma in quel frangente dovettero cedere. E compiuto quel passaggio non c’era più alcuna possibilità di recuperare il terreno perso, di far retrocedere la storia.
    La vita da v.i.p di Diana e la sua stessa morte, alla cui mediatizzazione i Windsor dovettero arrendersi, hanno reso possibile ciò che accadrà oggi all’abbazia di Westminster.
    Non è certo un caso che in Gran Bretagna questo passaggio si compia per ultimo rispetto alle altre monarchie europee, dato che quella corona è ancora la più potente (e per capirlo rimando di nuovo al film di Frears e alla descrizione dei passaggi formali di potere che descrive).
    Oggi si chiude un’epoca, quella di Elisabetta II, dell’Impero, dell’eroica resistenza alle bombe di Hitler, e dell’abdicazione di Edoardo per sposare una borghese divorziata (vedi il pluripremiato “Il discorso del re”), e se ne apre irreversibilmente un’altra: l’epoca dei Carlo e dei Guglielmo. E ovviamente delle Kate. Il parassitismo della casta windsoriana perde l’ultimo pezzetto di legittimazione simbolica – il monarca come simbolo, appunto, e capo/custode della nazione -, per trovarne un’altra: la narrazione principesca buona per tutti i comuni mortali e per le loro riviste. Quando la regalità intesa alla vecchia maniera decade, il mito conculcato nei sudditi cede il posto alla favola disneyana, non dissimile da quella spacciata su tutti i ricchi parassiti del pianeta. E la favola più efficace in questo senso, a uso e consumo di un target mediatico-pubblicitario in gran parte femminile, è da sempre quella di Cenerentola.
    Ecco, Cenerentola (si fa per dire, visto che certo Kate non ha mai spazzato un pavimento in vita sua) sarà finalmente principessa consorte del futuro re Guglielmo V d’Inghilterra. E’ la rivincita di Diana post mortem, e la sconfitta delle vecchie megere, una delle quali nel frattempo ha deciso di trapassare dopo aver tagliato il traguardo del secolo (ché a non fare un cazzo, si sa, si vive a lungo).
    Ciò che spazza via il decrepito modello castale aristocratico è dunque l’arrivismo sociale della grande borghesia, a caccia di nuove favole legittimanti, di nuove narrazioni che scimmiottano le vecchie, appunto in una chiave disneyana. Un arrivismo “al femminile”, in questo caso, che però, in tempi di crisi del capitalismo avanzato, non può avere proprio nulla di progressivo. C’è semplicemente una nuova casta da legittimare, nuove principesse da incoronare, che arrivano alla vetta dopo attenta preparazione, anni di studio sul campo per individuare il target e centrarlo. E’ la fine che si meritano i Windsor. Ma tocca pure a noi.
    Ecco, adesso vado a vedermi il funerale in diretta tv.

  5. Vittoria di Svezia però è stata Cenerentola al contrario sposando il suo personal trainer nonostante l’ostracismo iniziale della famiglia. Non viene insegnato al corso come innamorarsi di persone “normali”? 🙂

  6. Per una ragazza nobile ce ne sono a centinaia di migliaia che nobili non sono. Le probabilità che un principe incontri e s’innamori di una di queste sono di più, e stop. L’articolo di Laura Laurenzi è pesantemente offensivo per la Middleton e la sua famiglia (i cui componenti solo qualificati come discendenti di feccia come muratori, minatori), ma è anche specchio – se ciò che riporta è vero anche solo a metà – di quanto per le donne (e gli per gli uomini) giri male, anzi malissimo.

  7. The Daxman, non mi sembri particolarmente OT.
    In fin dei conti siamo sempre al “la ggente vuole sognare”.
    La vippizzazione dei reali inglesi (grande Wu Ming 4) fa il paio con i minori allo sbando de “i fatti vostri”. Si sogna la corona come si sogna il successo mediatico, è tutto un pastrocchio a-cefalico.
    Fa un certo senso leggere concetti sessisti e classisti su un quotidiano così diffuso.
    Che la Lipperini non me ne voglia ma non compro più Repubblica da anni, le firme interessanti le ritrovo sempre sul web.

  8. a me tutto questo baillame sembra solo una cattiva elaborazione della morte della ludica(e/o della vita)
    p.s. Loredana,per i prossimi lavori,se ancora non l’hai fatto,dai una sbirciata a “da qualche parte verso la fine”.Potresti trovarci qualche spunto interessante

  9. Grace Kelly mirava a portare Carolina a Londra, ma fu battuta da un impresario di pulizie prima e da un facoltoso ragazzino brianzolo poi. Ora Montecarlo non fa più alzare le vendite dei giornaletti come un tempo. Ora ci sono altre star e altri modi per arrivare. Qualche storiella di arrivisti la conosco. S’e e’ solo arrivismo o e’ amore lo sapremo con gli anni. In queste cose ci vuole anche un certo destino oltre che l’indirizzo giusto ecc. Oggi, mi fa pensare a quella giornata di fine Giugno di trent’anni fa. Eravamo più giovani e molto più ottimisti. Non sapevamo nulla di braccialetti misteriosi. E soprattutto non immaginavamo come quella ragazza vestita come una torta alla panna sarebbe andata a finire. Oggi il pensiero non puo’ , per quanto scettici possiamo essere, non andare a rimbalzare li. Hi, Lady D.

  10. @ diamonds e Dimanga: mmm… no, perché quando io e i miei amici l’abbiamo visto, ci è sembrato uno spot della pedofilia. Le mani sui genitali del balletto mi hanno dato il voltastomaco, ma forse sono esagerato io.

  11. anch’io non capisco perchè descrivere a tutti i costi Kate Middleton come un’arrampicatrice, ma cosa ne sa la Laurenzi?Credo che nessuno debba giustificarsi per il compagno o la compagna che ha accanto e comunque ci si sceglie in due. sarò ingenuo e romantico, sarò forse un po’ stupido ma io li vedo semplicemente come due innamorati che si sono sposati, dopo essere stati insieme a lungo, aver avuto i loro problemi, come succede a tante coppie, solo che in questo caso uno dei due è un futuro re.

  12. Sarò fissata, ma quello che mi colpisce è la lettura tutta contro le donne. Anche la futura regina di Svezia ha sposato il suo personal trainer (o qualcosa di simile) ma la non si cita: sono arrampicatrici solo le ragazze, in buona compagnia delle loro intriganti madri…e i padri?
    In questo articolo e in tanti servizi tv tipo Studio Aperto, o giù di lì, Kate non è dipinta come Cenerentola ma come la matrigna o una sorellastra ovvero quella intrigante che non si è fermata dinanzi a nulla.
    Premesso che per me il principe William potrebbe sposare anche un frigorifero, siamo di nuovo al femminile contro il femminile.
    Trenta anni fa Diana, pur essendo nobile, era l’immagine perfetta di Cenerentola e così la si raccontava, oggi no; stavolta il principe ha sposato la sorellastra perfettamente travestita da Cenerentola perlomeno a leggere la Laurenzi.
    Intanto cominciano a fioccare le prime geniali dichiarazioni dei nostri politici tipo Renzi che invita a Firenze la neocoppia reale…mancano le cose di cui occuparsi evidentemente.

  13. Forse sono accecata dal mio ormai vicino matrimonio, ma io oggi ho visto solo due giovani ragazzi innamorati che si sono sposati. Tutto il baillame, le luci, i cappelli osceni per far parlare, il fasto l’hanno piazzato lì gli altri.
    L’articolo, se non ho capito male, dice che Kate è un’arrampicatrice e che viene istruita da anni per diventare principessa…ma a me un’ipotesi del genere sembra davvero fantascientifica. Per quanto riguarda invece il campus per “future principesse” mi ritengo contraria ma ormai non resto più sconvolta da questi atteggiamenti da parte degli adulti che prmai mi hanno abituata al peggio. Questo sì che è triste.

  14. “seguiranno lezioni di storia monarchica, filantropia, etichetta, galateo. Faranno esercitazioni pratiche: come camminare con un libro in testa (magari un giorno sarà una corona), come sorseggiare un tè, come distribuire i posti a tavola, come scrivere gli indispensabili biglietti di ringraziamento, come fare una riverenza, come nascondere la noia, come alimentare con grazia la conversazione”
    Praticamente un ibrido tra una bambola vittoriana e una geisha.
    Illuminante come aspirazione.

  15. Io direi che oggi, in modo aggiornato, in qualche misura quei monarchi rispecchiano il loro paese, che a sua volta si rispecchia in loro. Sono specchi deformanti, certo e non poco. Può non piacere, possiamo criticarlo ma funziona – perché la sanno raccontare bene.
    A pensarci, anche qui ora chi regge le sorti del paese è chi la sta raccontando meglio. Ma i sogni degli inglesi, per quanto possano legittimamente sembrarci barbari o borghesi, per lo meno non sono beceri o Borghezio.

  16. Io non ho seguito molto. Trovo tutto questo esibizionismo figlio dei Reality show, pardon: Royality show. E poi, è un farsi beffa (e tremenda anche) di tante persone che , matrimoni del genere, se li sognano solamente e debbono viverli in maniera molto più da comuni mortali.
    Il mio pensiero, ne sono cosciente, è molto amaro, ma non posso fare a meno di vedere come sbandieriamo sempre e allegramente le ingiustizie del mondo…
    E’ stato bello trovare questo blog!!!
    Lo seguirò volentieri!
    Ecco il mio: http://www.vongolemerluzzi.wordpress.com

  17. Certo che a leggere l’elenco delle esercitazioni pratiche del corso c’è da dire che passa un po’ la voglia di diventare principesse! 🙂
    La cosa più raccapricciante per me è notare fino a che punto un genitore ( in questo caso una madre) arrivi a manipolare il percorso di vita di un figlio (in questo caso una figlia), usandolo. E allora mi vien da dire: cari genitori, se dovete trattarli così i figli, non fateli, ché non è un obbligo!

  18. La scelta de la Repubblica di oggi di aprire sui regali parassiti è di una pochezza sconcertante. Lungi da me pensare che il quotidiano sia o debba essere un alfiere della rivoluzione proletaria o simili, ma il progressivo scivolare, sia in forma di lingua che di contenuti, verso un conformismo che vellica le più pigre abitudini dell’informazione nostrana è abbastanza avvilente.
    Non sono pochi i segnali in questo senso, come ad esempio il continuare a usare il termine “marea umana” per lo sbarco, pur significativo, di qualche centinaio di migranti sulle nostre coste.
    Medesima lingua e sintassi di chi invece si dichiara ad libitum voler contrastare e sconfiggere. Senza poi compiere alcuno sforzo reale, a partire dal proprio ruolo e lavoro, in quella direzione.
    Molto italiano.
    L.

  19. L’articolo è di Repubblica??? Sembra uscito da una rivista d’intrattenimento da parrucchiere…
    Lo trovo anche io pesantemente offensivo e reazionario verso i Middleton, coccola l’idea delle caste e della nobiltà fosse ancora di sangue e non di spirito, torniamo insomma alla parodia del “bourgeois gentilhomme” che faceva delirare la corte di Versailles. Se la notizia del campus per diventare principesse fosse vera sarebbe penoso perché si tratta di bambine, ma quanto alla mobilità sociale, la signora si rassegni: è un’eventualità che descrive un paese vivo e in movimento – a differenza del nostro.
    Trovo interessanti assonanze con il battage mediatico contro il NordEst produttivo di qualche anno fa, in cui si ridicolizzava il veneto ignorante che sa fare soldi, anziché cogliere tante opportunità e volgerle in positivo.

  20. Mi dispiace che di tutte le cose che si potevano sottolineare di questo matrimonio, si dia spazio proprio alle più becere. Che ci sono sempre state e sempre ci saranno. Purtroppo non c’è niente di cui stupirsi….

  21. CloseTheDoor, il campus per bambine aspiranti principesse esiste sul serio. Ed è previsto anche l’intrattenimento delle rispettive madri, che se vogliono potranno farsi un viaggetto a Londra ed essere coccolate, chissà anche istruite, come aspiranti regal-madri. Tutto vero.
    Una americanata, mi sembra, però di madri simili non è che noi manchiamo eh, vedi le mamme delle olgettine varie e delle aspiranti al nostro bunga bunga repubblicano…

  22. @ Paola Di Giulio
    Ok, ma non metterei la cosa sullo stesso piano. Sarò bacchettona e banale… ma mi sembra che dare un’educazione a tua figlia e sognare per lei un futuro migliore (che poi sarà una gabbia d’oro, ma è un altro discorso) non sia la stessa cosa che instradarla alla prostituzione. Il nesso fra le due cose è forse il popolo di mamme che portano le figlie alle selezioni per pubblicità e realities – ma il fatto che noi pendiamo per il bunga bunga e loro per il matrimonio principesco, mi fa pensare.

  23. CloseTheDoor, sì, certo, era una esagerazione, se non altro almeno per l’età delle candidate…ma non sottovaluterei le motivazioni delle une e delle altre, le priorità, i valori.
    Molte delle cose che si insegnano a quel campus sono normalissime: senso di responsabilità, generosità, educazione, forza interiore e dedizione al lavoro…ma perchè accidenti solo per diventare principesse, nel senso di sposare un erede al trono?? !
    Nel sito, è chiaro, si fa leva sulle madri, neanche sulle famiglie in generale o sui padri. Per me una cosa in comune tra il loro sogno e quello delle olgettine nostrane è la follia dell’illusione, e vorrei capire perchè ci si illude ancora così.

  24. A me sembra che l’articolo contenga un livore sproporzionato.
    Il taglio è cinico, triste e sciocco. Ogni matrimonio reale dell’era mediatica è in parte fiaba di massa, e se la sposa è più o meno cenerentola allora il successo è garantito. E’ successo con Grace Kelly, con lady Diana e succede ora con questi due.
    Voglio dire… abbiamo i giornaletti pieni delle foto degli sfigati dei reality, di maghi e taumaturghi, delle ossessioni di cronaca nera…
    …un matrimonio reale mi sembra il male minore, tanto più che pagano i contribuenti inglesi.
    Tra tutti gli aspetti possibili da evidenziare di un evento che catalizza due miliardi di spettatori nel mondo, mi sembra che Laura Laurenzi abbia scelto uno dei più squallidi: l’eventuale intrigo per accalappiare il principe, roba da sorellastra, altro che cenerentola.
    D.

  25. Chiedo scusa, ma ci terrei a precisare prima di tutto che Diana, come Cenerentola, era proprio inadeguata: gli Spencer sono una delle famiglie più nobili d’Inghilterra. Ricordo poi che a suo tempo ci fecero una testa così con il matrimonio che indicava un ritorno alla moda della verginità prematrimoniale (insistendoci con una mancanza di gusto veramente notevole). Il ritorno della verginità prematrimoniale, a quanto so, si limitò a Diana e a qualche altra fanciulla che probabilmente è arrivata o arriva intacta all’altare per scelte personali che con la moda non hanno molto a che spartire.
    Quanto ai due colombi reali, si sono presi svariati anni prima del Grande Passo per pensarci su, il che mi rende incline a sospettare che la Middleton, più che a sposare il principe d’Inghilterra, fosse interessata a sposare l’uomo giusto per lei.
    E l’articolo è un bel processo alle intenzioni che non sa di molto.

  26. Loredana questo tuo post mi cade a fagiolo…a mia figlia di mezzo (età: 2 anni) hanno appena regalato uno dei “librottini” Disney, serie Principesse. Un compendio di tre insulse storielle in cui Ariel, Cenerentola e quell’addormentata di Aurora (le ultime due si sono sicuramente sottoposte a blefaroplastica, impianto zigomi e silicone alle labbra che le fa somigliare un po’ a Paris Hilton) organizzano le rispettive cerimonie nuziali coi principi di turno. Giuro che quando ho aperto il pacchetto, cioè appena mi sono ripresa dallo shock, ho pensato intensamente a te…ora visto che raccogli materiale sul tema nuziale io questo bel pamphlet te lo spedirei volentieri! 😀

  27. Buon Primo Maggio a tutti.
    Non capisco il problema,
    la fiaba ha senso se siamo ben ancorati e inseriti nella realtà.
    Sognare il principe azzurro è sognare l’amore della vita, poi ogni cenerentola cresce e capisce l’amore va costruito come una cattedrale e che dovrà lavare in terra pure in casa propria mentre il principe magari fa la lavatrice o i piatti.
    L’alternativa è inseguire una carota inesistente, tartassare il povero malcapitato che purtroppo principe non sarà mai e se stesse che principesse non si è, purtroppo.
    OT: Per quanto riguarda da disney la responsabilità mi sembra dei genitori.
    La fiaba nasce per essere raccontata dagli anziani e dagli adulti, se si delega ad una multinazionale il ruolo di raccontare le fiabe, non lamentiamoci che poi queste non ci rappresentano.
    Mamme inventatevi le principesse che volete per le vostre figlie, e regalate librini che vi piacciono anche a voi.
    D.

  28. Concordo che sta ai genitori scegliere le narrazioni che ritengono più adeguate ai figli, infatti questo librino che mi hanno regalato, se Loredana non lo vuole per la sua documentazione, finirà al volo nella spazzatura. Per quanto riguarda le storie della Sirenetta, Cenerentola e Bella Addormentata, io le originali le trovo molto belle, malgrado i loro quasi duecento anni, e le leggerò ai miei figli, maschi e femmina. Sono però decisa ad alternarle ad altre storie, dove anche una bambina possa trovare sogni più vari dell’amore della vita, storie dove anche le eroine femmine, come i maschi, facciano cose come esplorare, viaggiare, avventurarsi, risolvere problemi, sconfiggere cattivi ecc.
    Ma comunque qui il mio punto è un altro: le nozze, nella fiaba di Cenerentola, hanno un senso, cioè fanno parte della narrazione di cui sono solo il finale; mi inquieta che invece sia stato confezionato ad uso e consumo della primissima infanzia femminile un libretto in cui, prendendo a pretesto i personaggi della fiaba, le nozze sono l’unico argomento trattato: le future principesse sono solo alle prese con i ricevimenti nuziali (scelta del vestito, della torta, scenografia ecc.Come se prendendo spunto da I promessi sposi ci fosse un libretto per bambine in cui ci fosse Lucia Mondella che sceglie le bomboniere e il catering.)

  29. incredibile l’articolo di Laurenzi. Quali fonti ha e quali prove, per sostenere una tesi tanto dura e sprezzante?
    Concordo con Murasaki.
    Kate sembra una ragazza bella, forte e intelligente che ha sposato un uomo che ama, riamata.

  30. @francesca,
    è chiaro,
    La fiaba da cartone animato sfruttata fino all’osso è anche in un certo senso sterile,
    alternerei le fiabe rurali della nostra tradizione, a fiabe di altre culture e continenti da cui emergono modelli culturali diversi, insieme a racconti derivati da Shakespeare in cui i personaggi sono sempre superbamente sfaccettati e perché no, anche racconti tratti da Tolkien, se non l’hai letto, nelle figure di Arwen, Galadriel, Eowin, Luthien che salva Beren, in un’ottima alternativa della tradizione.
    Ma, a proposito, tua figlia che ne pensa del librino delle principesse?
    D.

  31. Però le fiabe hanno un canone abbastanza unisex. Ce ne sono a decine dove il pastore o il figlio dei contadini partito di casa per cercare fortuna sposa la principessa. Esistono, basta cercare nelle raccolte. Ma, guarda caso, nessuno le cita e la Disney non ci ha mai fatto su un cartone animato.
    E, ora che ci penso, Cenerentola non è la storia di una poverella che sposa il Principe Azzurro, è la storia di una ragazza che è stata spogliata dei suoi diritti e della sua eredità e che, grazie alla fata madrina, roesce a riprendersi quel che era suo. Oggi si tende a confonderla con la storia di Copetua e della mendicante, e anche questa è una cosa molto significativa.

  32. “Ma, guarda caso, nessuno le cita e la Disney non ci ha mai fatto su un cartone animato.” ma no dai, per esempio Aladino è una di queste storie. Nelle fiabe di una volta logicamente è restituita la realtà del tempo, in cui le donne stavano in casa: l’uomo che sposa la principessa lo deve alla sua intraprendenza, astuzia, audacia ecc., mentre la femmina di solito alla sua bellezza, bontà, e in genere ha un ruolo passivo: Cenerentola viene scovata dal principe con la storia della scarpetta; la bella addormentata addirittura dorme tutto il tempo; la sirenetta invece è molto intraprendente e infatti nella storia originale il principe sposa un’altra e lei fa una brutta fine. Visto che i tempi oggi sono diversi, le storie prodotte oggi mi piacerebbe riflettessero questa differenza, tutto qua. Ma ripeto mi interessava più il concetto che secondo Disney alle bambine odierne dovrebbero interessare i ricevimenti di nozze di per sé.

  33. Bè, Murasaki, in Aladdin (film cardine del “rinascimento disneyano”) c’è un ladruncolo povero e simpatico che alla fine sposa una principessa. Per non parlare di Pocahontas, film Disney privo del classico happy end e dove il sogno d’amore (la cui realtà storica è dubbia, ma narrativamente funziona) tra la principessa nativa americana e John Smith non si corona ( la vera Pocahontas sposerà John Rolfe). Chiedo scusa per l’OT,

  34. “La democrazia può essere molto ingiusta alle volte, Sabrina. E nessun povero è mai stato detto democratico per aver sposato un ricco”
    (Dal film ‘Sabrina’ di Billy Wilder)
    Detto questo, la scuola per addestrare bambine borghesi a diventare principesse mi fa rabbrividire.

  35. “dare un’educazione a tua figlia e sognare per lei un futuro migliore (che poi sarà una gabbia d’oro, ma è un altro discorso)” dice CloseTheDoor
    Dare un’istruzione dovrebbe essere finalizzato a creare un’indipendenza mentale e culturale del tuo bambino, allevarlo a essere parte di questo mondo nel migliore modo possibile e sfruttando al meglio le proprie capacità.
    Noi proponiamo alle nostre bambine (o bambini, anche se sappiamo tutti che parliamo solo di bambine) di diventare non “qualcuno”, ma la “moglie di qualcuno”, gettandole fin dalla tenera età nella sindrome della cozza che non sa nemmeno portarsi una valigia perché sono cose da maschietti.
    …mah…

  36. @ Fabiana, per quanto mi riguarda stai ribadendo l’ovvio. Nel mio commento interpretavo le intenzioni di un genitore che pure in modo maldestro e involuto, propone un miglioramento per le condizioni di vita del figlio – chiaro che c’è di meglio! – ma non mi sembra proprio che immaginare tua figlia moglie di qualcuno sia paragonabile a proporle di diventare la prostituta – di tutti.

  37. Di ritorno da Londra – dove ho visto pezzi della cerimonia in tv – devo dire che mi trovo piuttosto in sintonia con il commento di Wu Ming 4. Con un piccolo però: però una passeggiata a Hyde Park nel pomeriggio mi ha trasmesso una sensazione positiva. C’erano ancora centinaia di persone, con bottiglie di spumante e birra e resti di picnic, una grande festa collettiva molto pacifica. Stranamente non sembravano una folla appassionata di gossip e nemmeno sudditi devoti. Sembravano tutti invitati che si godevano la festa. Ho parlato con amici dichiaratamente scettici e repubblicani, alcuni molto scettici e arrabbiati, e qualche sensazione positiva, paradossalmente, visto lo scetticismo e un po’ di sano cinismo, l’abbiamo avuta tutti. Impressione circa l’effetto, circa il modo in cui gli inglesi l’hanno vissuta collettivamente. Al parco non ho visto aspiranti principesse, più che altro cittadini e cittadine, niente invidia o desiderio di emulazione. Un senso di comunità che, da italiana, ho un po’ invidiato.
    Poi, per carità, anni fa una giovane signora borghese inglese che sottoponeva i potenziali fidanzati a veri e proprio colloqui circa aspirazioni professionali, pedigree e stato del patrimonio anche immobiliare, ahimé, l’ho conosciuta, e non fatico a immaginarne la figlia iscritta a uno dei corsi per aspiranti principesse. Ma per fortuna c’è anche di molto meglio in giro. Non so, è evidente che il sessismo in Gran Bretagna se la passa fin troppo bene, ma, ecco, a me pare non quanto da noi.
    Detto questo, sarà interessante vedere cosa succederà alle favole.

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