AVVENTURIERI

Ebbene sì, sto rifacendo la valigia.
Prevedibile destinazione, la Fiera del Libro a Torino. Funzione: fare l’arbitro in questa occasione. Domanda: Marco Lodoli e Federico Moccia si riveleranno antagonisti o in totale concordia? Ritorno alla base: domani sera (quest’anno poca Fiera, o passanti, e molte letture in sospeso). Dubbi: un parziale disaccordo con Stefano Malatesta che sul quotidiano di oggi rimpiangeva, in tema avventuriero, Salgari. Così:"Credo che pochi piaceri nella nostra vita hanno superato quei momenti
(erano ore) in cui, sdraiati sul letto con un libro di Salgari in una
mano e un panino di mortadella nell´altro, mangiato a piccolissimi
bocconi per non finirlo troppo presto. Oltre Salgari gli autori erano
Dumas, Verne, l´Hugo dei Miserabili. Naturalmente Stevenson, Mark Twain
e uno scrittore che nessuno conosce: Jean de la Hire". Mi sia concesso l’ennesimo "uffa" (non riferito al panino di mortadella, ovviamente). State bene.

23 pensieri su “AVVENTURIERI

  1. ciao Loredana, io, per parte mia, concordo con Malatesta (sempre con Errico, stavolta anche con Stefano…). Salgari ha segnato momenti fondamentali della mia crescita. La mortadella meno, perché ho sempre preferito altri affettati, ma questa è un’altra storia.

  2. Ma sì, continuiamo pure a farci del male. Ora Genna è più bello e più divertente (!!!) di Salgari! Ma siamo impazziti?

  3. loredana, ho abbandonato il mio vecchio nick (sambigliong) ma la fedeltà a mompracem resta.
    da un punto di vista gastromico, invece, salgari lo abbino a pane e olio: rigorosamente d’oliva, toscano. era la mia merenda

  4. Telegrafica o perdo l’aereo: non ho nulla contro Salgari, ho qualcosa da dire contro il fatto che non ci siano altre narrazioni di avventura ai nostri giorni.
    Biondillo: io alle diciotto sono in un posto che dovrebbe chiamarsi spazio lavazza o qualcosa del genere ad ascoltare un dibattito sull’informazione culturale con annesso premio a Marino Sinibaldi (che se lo stramerita).
    State bene, again.

  5. Salgari è formazione. Come I Promessi, come Il giovane. C’è altro, c’è anche altro. Ci mancherebbe altro!
    Anch’io pane e olio. Il fondo del filone di pane. Azzimo toscano ;o). (Anche le femmine hanno letto la Tigre e non tutte si sono identificate nella Perla).

  6. “ho qualcosa da dire contro il fatto che non ci siano altre narrazioni di avventura ai nostri giorni”
    Anche se ci fossero Salgari resterebbe inarrivabile.
    Forse è per questo che non ci sono: la vetta è già stata raggiunta, come per il rock, il jazz ecc., la creatività umana ha dei limiti,come il salto in alto, non c’è niente da fare.
    Jean de la Hire ? Come no, un bel visionario pazzerellone.
    L’ultimo libro d’avventura che mi ha lasciato il segno fu “Passaggio a Nord-Ovest” ma era degli anni 30, mi pare.

  7. inter nos: la Lippa stava perdendo il volo d’andata, e io il treno di ritorno.
    Altro che avventura del secolo scorso! 😉

  8. Ciao Alberto.
    Macchè nostalgico, sono un freddo osservator di fatti ! Prendiamo ìl melodramma, non si può dubitare che le sue vette le abbia toccate nell’800 e niente e nessuno può andar più avanti, allo stesso modo può succedere per altri generi o forme d’arte, mi pare.
    Ciò è triste ? Angosciante direi. Ci sentiamo.

  9. Facciamo un passo in più e diciamo che l’avventura non fa più paio con il bildungsroman?
    A parte Le avventure del giovane Indiana Jones, che non è un libro però, ed è ambientato più che ieri…

  10. Mia cara “LA ECC.”, sono sicuro che sia la vita complicata a limitare le tue visite.
    Tuttavia chi, come te, dotata di cotanto articolo, visitando “color che ne sono indegni”, rende ad essi quell’attenzione, che a te lo diede, pur meritato per il valor delle parole tue, le quali, dotate o meno di determinazione, mancavano unicamente dello sguardo altrui.
    Ora che lo hanno, tutti ne traiamo diletto assai.
    E questo è.
    Ancora grazie. Ad maiora et similia.

  11. Solo Verne mi piaceva ! Se qualcuno osava nominarmi Salgari mi si torcevano le budella e davo di fuori da matto. E te credo, affascinato da libri con titoli come “Viaggio al centro della Terra”-“20.000 leghe sotto i mari” sentirmi proporre roba come “I pirati della Malesia” o i corsari verdi, rossi e neri mi dava l’orticaria.
    Poi qualche deficiente di parente mi regalò “Il Re del Mare”, pensando dal titolo che qualcosa con Verne c’entrasse.
    Tragedia ! Quando vidi scritto Salgari mi venne una crisi isterica ! Mi si dovette promettere che l’indomani si sarebbe corsi in libreria a cambiarlo con uno di Verne che mi mancava (soldi da buttare non ce n’erano).
    Ma intanto prova a leggerlo, no ? Vabbè, lo leggerò a sbafo ma poi si cambia eh ?
    LO LESSI. E fu il colpo di fulmine, l’innamoramento totale ! Alla fine dell’ultima pagina ero in uno stato di struggimento che riconobbi diversi anni dopo, quando adocchiai la mia prima ragazzina.
    Sandokan ! Yanez ! Sambigliong ! Kammamuri !La “Marianna” ! Il kampong di Pangutaran ! E poi i dayaki, i parangs, i lilah, i mirim, le spingarde,i PRAHOS, la tigre DHARMA, i tigrotti di Mompracem, la bandiera rossa con le teste di tigre,gli incrociatori inglesi e poi lui, il “Re del Mare” il vascello inaffondabile “più rapido d’una rondine marina..”
    Ragazzi ! macchè Verne, macchè Dumas macchè Genna, in GINOCCHIO davanti alla vera fede.
    Mai più Alberto se mi leggi, mai più.

  12. ti leggo, ti leggo, caro Nautilus.
    sai che anche a me è successa (quasi) la stessa cosa, ma con Jolanda, la figlia del
    Corsaro Nero?
    Però ho continuato a preferire Verne, seppur di poco, tant’è vero che ogni tanto mi viene ancora voglia di leggerlo. Salgari no, invece.
    ciao!

  13. Leggere Salgari è stata la mia prima esperienza fantastica. Lì ho capito cosa erano i libri, quegli stessi libri che non mi sembravano affatto interessanti per come mi venivano raccontati da scuola. Leggere parte del ciclo della Malesia nel’isola di Kuraman (meglio nota a noi salgariani come Mompracem) è stato uno dei pochi casi in cui un sogno non è stato svilito dalla realtà. Salgari forever…

  14. Il fatto è: sarebbe bello, fra trent’anni, leggere come gli attuali undici-quindicenni difenderanno i propri miti (non necessariamente libreschi: la narrazione non appartiene soltanto al libro) dai futuri detrattori 🙂

  15. Loredana, non buttiamoci giù. Tra trent’anni staremo a vedere cosa succederà… non siamo poi così vecchi, no?

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