CAMILLA, BRUNELLA, IL MELO'

Sono un po’ in corsa, e come spesso avviene in questi casi mi affido alle parole degli altri. Parole belle. Quelle di Camilla Cederna, in un non dimenticato ricordo di Brunella Gasperini. Non ricordate chi è? Peccato.
Parlare con le donne, come ha fatto per tanti anni nelle sue rubriche, ha confinato per sempre Brunella nella categoria B. E questo è  stato il grave errore della critica ufficiale, la costante amarezza della sua vita: quella critica sussiegosa che, salvo pochissime eccezioni, ha accantonato il suo libro “Una donna e altri animali”, un bestseller neppure apparso nelle classifiche dei giornali, un ritratto di donna di fronte alle intemperie della vita, un misto di ricordi, dolori, amore per il prossimo e per gli animali (ci sono pagine sugli amati cani, sui suoi compagni gatti, degne di Colette), fiorito di un felicissimo lessico familiare, sorretto da quella vena che non l`ha mai abbandonata, cioé l`ironia condita da altrettanta autoironia.
Così non si erano mai sottolineati l`intrepida grazia di un altro suo romanzo, “L`estate dei bisbigli”, e l`irresistibile humour di “Io e loro”, “Lui e noi”, “Noi e loro”, più volte ristampati, tradotti in varie lingue e infine raccolti in un unico volume, “Siamo in famiglia”, un buffo e patetico carosello (il suo) fatto di genitori, figli, amici dei figli e bestie, naturalmente. Ingiustamente l`etichetta di “scrittrice rosa” le era rimasta appiccicata da sempre. Mentre a cominciare dalle sue prime rubriche, il rosa non era mai stato il suo colore.
In pieno regime democristiano, inclinato a destra e filofascista, mentre le altre piccole poste parlavano dell`angelo della casa che arriva con la zuppiera fumante e quel buon profumo ristabilisce un accordo turbato, mentre le donne in crisi erano dirette verso il porto tranquillo della religione, e discutevano se il vescovo doveva stare a capotavola e a destra la padrona di casa, l`intrepida Brunella spingeva le donne fustrate, tradite, innamorate di un uomo impossibile, verso la totale autonomia, spiegando che vivere sole non è una maledizione, e senza mai far prediche parlava del lavoro che dà la libertà, della dignità acquistata smettendo di correr dietro al fidanzato o al marito fedifrago.
Sempre indulgente con gli errori delle donne, lo era altrettanto coi giovani, approvando la loro ribellione ai tabù tradizionali, incoraggiandoli a occuparsi di politica.
Sulle pagine spesso frivole e disimpegnate dei rotocalchi femminili, benché talvolta guardata male dai direttori, lei fece la sua brava campagna a favore del divorzio e, prima di ogni altra, parlò dell`aborto, mai suggerito o consigliato, però “meglio pensarci e non averlo un figlio non desiderato o di troppo”.
Antifascista, consigliava di votare a sinistra, attaccò chi attaccava Valpreda, difese l`innocenza di Pinelli. Criticò tanto il contegno di alcuni papi come certe iniziative della chiesa spesso prevaricatrice: il suo ultimo pezzo era contro le posizioni retrive del cardinal Benelli.
Le scrivevano anche molti uomini, alcuni per rimproverarle le idee politiche, la solidarietà coi ragazzi del 68, la non lapidazione delle adultere. Ma molte lettrici uscite per merito suo da un guscio asfissiante e che, sempre per merito suo, avevano orientato in modo dignitoso la loro vita, le diventarono amiche; erano madri di famiglia, ragazze e anche qualche prostituta (di una di queste, di grande bellezza e anche molto intelligente, fu poi testimone di nozze). Un solo rimorso in questo campo: una moglie disperata le aveva scritto che non ne poteva piu` della crudeltà del marito che la picchiava a sangue insieme ai bambini. Brunella le rispose di rivolgersi ai carabinieri: quella ci andò e, subito dopo, il marito si vendicò ammazzandola.
Lavoratrice accanita, partecipe appassionata delle vicende delle sue interlocutrici, Brunella era spesso ammalata, ma ironizzava sempre quando parlava dei suoi mali, delle sue somatizzazioni di amarezze, inquietudini e stanchezza. Usava ripetere che lei, così capace di rispondere agli altri, per quel che la riguardava mancava totalmente di buon senso, e in una famiglia difficile, folcloristica e anticonvenzionale, si lamentava di non aver mai raggiunto l`autonomia che suggeriva tanto alle sue lettrici.
Detestava quello che lei chiamava il “melò”, cioé sospiri, lamenti e autocompassione: aveva la scrivania sormontata da grandi cartelli scritti da lei o dai figli che la prendevano in giro. Finché scrisse anche il suo epitaffio:
Mettete le mie ceneri
sotto il mio gelsomino
e scrivete sull`urna:
viaggiò tutta la vita
intorno a un tavolo
Ma tutt`a un tratto lo trovò un po’ “melò” e vi aggiunse:
Senza per altro combinare un cavolo

15 pensieri su “CAMILLA, BRUNELLA, IL MELO'

  1. MI capitò di trovare un libro di Brunella Gasperini ad un banchino dell’usato, a una fiera, mi sembrò caro e non lo presi, ma me ne sono pentita. Ne sento la mancanza, è una voce garbata di quando ero ragazzina.

  2. Ho avuto la grande fortuna da adolescente di poter leggere la rubrica che Brunella Gasperini teneva su “Annabella”, allora la mia rivista di moda preferita… l’ho adorata! se dovessi stilare la mia classifica delle letture giovanili che più mi hanno segnato e hanno contribuito a fare di me quella che sono diventata, Brunella Gasperini rientrerebbe a pieno titolo nella top ten! Un grazie di cuore per averla ricordata!

  3. Adorata Brunella!Anche la mia formazione e il mio modo di pensare e di vedere la vita devono molto a lei!Le ragazze degli anni sessanta sapevano di trovare in lei un faro di modernità e di ironia

  4. Brunella amatissima… Non conoscevo l’articolo e ti sono grata per averlo conosciuto oggi . Perchè nessuno ne parla più di Brunella Garsperini . I suoi libri deliziosi – che nell’adolescenza mi catturavano – così garbati e allo stesso tempo particolari . Mai banali . E non si trovano più . Chi ce li ha – bene. Ma parrebbe destinata a sparire .. E non lo trovo giusto . Era una scrittrice – ed una persona , credo – onesta . Ecco questo è l’aggettivo che più mi viene in mente pensando a lei .

  5. Esiste un gruppo di affezionatissime di Brunella, tenuto in vita da Daniela Rossa Iacono, che è anche su FB, che ha anche mandato con un commento qui il suo indirizzo: il commento è ancora in fase di vostra approvazione. Daniela ha il grande merito di essere l’unica a tener vivo il nome di Brunella, ed ha fatto un sito bellissimo in cui, chi vuole, può persino leggere alcuni dei suoi libri. Visto il vostro articolo, credo fareste davvero onore a Brunella pubblicando il commento di Daniela, per dare la possibilità a tutte le sue lettrici di poter leggere qualcosa di lei. Basta andare a controllare il sito per capire l’enorme lavoro fatto!

  6. Brunella non è affatto stata dimenticata. Molte “dementi” come le definiva il marito Mino, ancora la amano e ne parlano. Vedi: “Quelli che amano Brunella Gasperini su Facebook e il sito web Una donna e altri animali. Io sono una di quelle e, grazie a Daniela “Rossa” Iacono, ci siamo riscoperte in tantissime e l’anno scorso siamo riuscite a far intitolare a Lei un piazzale nella sua amata San Mamete.

  7. Anche io sono una “demente” e anche io debbo a Daniela Rossa Iacono il privilegio di aver incontrato sul web tante altre bellissime persone legate dall’amore per Brunella che è ben lungi dall’essere dimenticata.

  8. Sono anche io una “demente brunelliana”, e grazie alla stupenda Daniela Rossa Iacono ho avuto la sorpresa di aver incontrato sul web tante altre”dementi”. Brunella non è stata affatto dimenticata, chi è interessato/a a ritrovarla può andare su fb e cercare il gruppo “Quelli che amano Brunella Gasperini”, oppure sul sito web Una donna e altri animali.

    1. Care, non posso che esserne felice. Mi pare di capire che Daniela Rossa Iacono abbia fatto un gran lavoro, e gliene siamo grati. Però non trasformiamo questo post in un mail-bombing, perché la rete, in questo, è crudele: le buone intenzioni si trasformano in boomerang. Detto questo, se avete informazioni ulteriori, lieta di leggerle.

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