CERCATORI

Ci sono sei scrittori che hanno fatto un esperimento: ovvero, andare a cercare storie in un piccolo comune, magari durante una sagra, magari guidati da un “narratore” del luogo. I sei scrittori sono Giorgio Falco, Tommaso Giartosio, Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Elena Stancanelli, Carola Susani. Il risultato è in un libro curato da Lanfranco Caminiti, uscito per DeriveApprodi. Si chiama I racconti del capanno (leggibili qui). Dalla prefazione del curatore:

“Sei scrittori in giro per tre giorni a Segni, un Comune della provincia di Roma, nell’area dei Monti Lepini, giù, verso il sud, in occasione di una sagra autunnale, quella del marrone, produzione tipica del posto. Un posto con una storia recente di prima industrializzazione selvaggia attorno a una fabbrica d’armi, ora convertita nella produzione di airbag per automobili, una valle di fiorente agricoltura oggi inquinata, un moloch del termovalorizzatore per il trattamento dei rifiuti a connotare il paesaggio, l’emigrazione verso il nord e l’estero negli anni Sessanta, il pendolarismo verso Roma e i suoi ministeri o dei nuovi immigrati slavi e maghrebini, l’artigianato che lentamente si estingue, la campagna che si sfalda e però resiste. Una storia costellata di bombardamenti, di scoppi, di lotte. Di tradizioni religiose e popolari. Un posto un po’ speciale, come un esperimento della "modernità", un affastellarsi di contraddizioni, un posto come un altro d’Italia. Tre giorni a incontrare uomini, donne e cose con le loro storie di questi luoghi, e la loro lingua e il suo suono, così "diverso", tutto suo. Per scriverne racconti. Un piccolo gruppo di "narratori locali" era stato invitato a far da guida e introduzione. I narratori del luogo erano spesso ospiti in fraschette, cantine ricavate in angoli suggestivi del paese, vecchi palazzi, antichi cortili, o di fortuna. Tutt’intorno si suonava, si cantava, si ballava, si mangiava e si beveva. Due narrazioni parallele, due modi e due tempi diversi di raccontare, inchiodati alle parole. Siamo partiti per questa avventurosa e faticosa sperimentazione – che abbiamo, dandoci una certa importanza, chiamato "laboratorio di oralità, narrazioni e letteratura" – con il convincimento che esiste una trama fatta di parole che "fanno" territorio e resistono all’usura del tempo”.

Ps.In realtà sto leggendo parecchie cose e fra loro eterogenee, storie del punk, un dark giapponese, un Michel Faber versione gotica, etc.: ci metterò un po’ di tempo per darvene conto, o pazienti passanti.

6 pensieri su “CERCATORI

  1. accidenti, splendido! oltretutto Segni è un paese che si presta moltissimo.
    Perchè anni 70? La memoria non è di sempre?
    Vale la pena non essere schizzinosi su queste operazioni: ci danno qualcosa che ci manca. La realtà.

  2. Ho scritto esattamente quello che hanno scritto i cercatori. Due anni fa. Nove racconti. Pubblicati in una raccolta. Io ci vivo in un contesto del genere. Passato inosservato, pure se l’editore non è mica l’ultimo arrivato. Scommetto che questi cercatori di cose già scoperte, invece scopriranno chissachecosa. Ma sì… sarà così, come sempre è stato…
    saluti

  3. Ho scritto esattamente quello che hanno scritto i cercatori. Due anni fa. Nove racconti. Pubblicati in una raccolta. Io ci vivo in un contesto del genere. Passato inosservato, pure se l’editore non è mica l’ultimo arrivato. Scommetto che questi cercatori di cose già scoperte, invece scopriranno chissachecosa. Ma sì… sarà così, come sempre è stato…
    saluti

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