CHIEDIMI CHI ERANO I LIT-BLOG

Leggendo La buona morte di Andrea Tarabbia (che consiglio caldamente), ho trovato un passo dove si ricorda la battaglia a favore del testamento biologico lanciata da Il primo amore e Vibrisse. Erano, scrive Tarabbia, tempi in cui i blog letterari erano al centro della discussione culturale: la lanciavano e la moltiplicavano e infine, addirittura,  influenzavano le pagine che i quotidiani dedicavano a lettura e cultura medesime.  Era il 2008, nel caso specifico.
E oggi? Me lo ha chiesto pochi giorni fa un giornalista che sta preparando un’inchiesta su magazine e blog che si occupano, appunto, di cultura. Oggi le cose sono diverse, certo: con le dovute eccezioni, la discussione che un tempo si sviluppava nei commenti di un blog si apre su Facebook, sotto il link a un post oppure, e ancor di più, sotto un semplice status.  Non è un male e non è un bene: è un cambiamento. Infatti, gli stessi quotidiani che prima monitoravano i blog oggi pongono attenzione ai social network, e non vale soltanto per la cultura.
Detto questo, ci sono luoghi della rete che restano imprescindibili: Il primo amore e Vibrisse sono ancora là, e così Nazione Indiana e Carmilla, e nel frattempo sono nati Giap e Minima&Moralia e Doppiozero e Finzioni e ci sono ancora La poesia e lo spirito e 404 file not found e tutti i blog dei singoli scrittori, e altri ancora (con cui mi scuso, ma è davvero difficile nominarli tutti).
Cosa succede, dieci anni dopo (il decennale di Lipperatura cade a fine mese)? Tutto e niente, mi viene da rispondere: chi apre un blog personale risponde alla propria esigenza di raccontare e comunicare sui temi che gli stanno a cuore, credo, non a una tendenza. E se ci sono abitudini di lettura mutate (e ci sono, certo), quell’esigenza resta comunque, anche se non così influente (forse)  come all’epoca della campagna sul testamento biologico. Che (forse) oggi si farebbe su twitter.
Ma si aprono anche nuovi siti: e questa è anche l’occasione per fare gli auguri di buon lavoro a Antonio Prudenzano e al rinnovato Il libraio, che tenta il salto da luogo di comunicazione editoriale interna a progetto di informazione e approfondimento. E dal momento che Antonio è persona capace e attenta, rischia di riuscirci: auguri!

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