E' ORMAI PASSATO UN LUSTRO

Posto qui i versi di Lello Voce apparsi qualche giorno fa su L’Unità, dal titolo “Carlo Giuliani ragazzo”.
Ps. Qui in terra sabauda non riesco ad essere molto presente in rete: ma stamattina ho avuto modo di leggere come si sono sviluppati i commenti a questo post. Non auspico il bis. State sempre bene.

A Carlo e Haidi, con affetto infinitinissimo

È ormai passato un lustro eppure mi sembra ieri
che correvo stringendo limoni
tra Brignole e la Foce, tra colpi secchi e fumi neri,

tra elicotteri e blindati, manganelli e fasci mascherati
da black blok, tra Tolemaide e Alimonda, senza neanche
una fionda, fuggendo a perdifiato, come un perseguitato,
mentre le grida combattevano gli idranti, mentre i gas
tossivano pianti polmonari, mentre il vostro mondo
di celerini e commissari si vendicava dei nostri sogni,
mentre i nostri sogni diventavano, vostro malgrado,
i vostri stessi bisogni e voi ci chiudevate l’ultima via di

fuga, mentre dalla jeep usciva la pistola, spargeva terrore,
poi quel ragazzo che per proteggerci ha afferrato l’estintore.

59 pensieri su “E' ORMAI PASSATO UN LUSTRO

  1. Spettatrice, mi chiedo anch’io qual è il problema. Ho citato il testo in cui Munari parla del metodo Munari. E’ un metodo per sviluppare l’individualità, non c’è molto da aggiungere. Poi Munari era una persona civile e sapeva che esiste una società civili alla quale da individui partecipiamo, ma questo non significa che negasse l’individualità (casomai l’individualismo). Su ti avevo fatto l’esempio dei viali con alberi di specie diversa, secondo me ci si poteva fermare lì, nel senso che è una cosa così bella che possiamo ammutolire, immaginarcela e godere.
    Guarda sono uno con la fissa di Munari, mi sono fissato da quando ascoltai una sua lunghissima intervista a radio3 una domenica pomeriggio di boh dieci anni fa, da allora ho eretto un altarino come il bambino Antoine dei 400 colpi a Bazac (lo so che non bisognerebbe, ma è un altarino metaforico e simpatico. Ho un altarino anche per Dubuffet, eh).
    Scusami se ti ho preso per, in realtà nel mio primo post avevo cercato di scriverti una cosa carina: che Munari era il tuo destino e non lo sapevi. Ok, è un complimento cervellotico, però io abito a cervellotic city e da noi ci diciamo cose così 🙂

  2. Ah, tra la lunga fila dei suoi libri, con braccia gambe e coda arrotolati al montante della libreria c’ho pure una sua scimmia ZiZì e una volta in preda a un raptus folle volevo comperare una sua litografia e ancora fabbricarmi da me una macchina inutile. Le hai mai viste? sono bellissime, puah i mobiles di Calder…

  3. Ci sono detrattori in tutto, e fondamentalmente avrei criticato maggiormente un Ellis o un Welsh rispetto ad un “gargantuano” Wallace.
    A sottrarre siamo capaci tutti, non c’è bisogno che qualcuno ci aiuti.

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