GLI OSCURI TEMPI (E ANCHE MOLTO STUPIDI)

Diciamo che me lo aspettavo, ma diciamo anche che una campagna elettorale così mi auguravo di non vederla mai.  Diciamo che anni di sollecitazioni alla reazione istintiva e violenta stanno dando i loro frutti. Diciamocelo. Poi, lascio parlare David Foster Wallace, su un punto in particolare, dall‘intervista rilasciata a Larry McCaffery (traduzione di Martina Testa).
Siamo d’accordo un po’ tutti che questi sono tempi duri, e stupidi, ma abbiamo davvero bisogno di opere letterarie che non facciano altro che drammatizzare quanto sia tutto buio e stupido? Nei tempi bui, quello che definisce una buona opera d’arte mi sembra che sia la capacità di individuare e fare la respirazione bocca a bocca a quegli elementi di umanità e di magia che ancora sopravvivono ed emettono luce nonostante l’oscurità dei tempi. La buona letteratura può avere una visione del mondo cupa quanto vogliamo, ma troverà sempre un modo sia per raffigurare il mondo sia per mettere in luce le possibilità di abitarlo in maniera viva e umana.
Non parlo di soluzioni nel campo della politica convenzionale o l’attivismo sociale. Il campo della letteratura non si occupa di questo. La letteratura si occupa di cosa voglia dire essere un cazzo di essere umano. Se uno parte, come partiamo quasi tutti, dalla premessa che negli Stati Uniti di oggi ci siano cose che ci rendono decisamente difficile essere veri esseri umani, allora forse metà del compito della letteratura è spiegare da dove nasce questa difficoltà. Ma l’altra metà è drammatizzare il fatto che nonostante tutto siamo ancora esseri umani. O possiamo esserlo. Questo non significa che il compito della letteratura sia edificare o insegnare, fare di noi tanti piccoli bravi cristiani o repubblicani. Non sto cercando di seguire le orme di Tolstoj o di John Gardner. Penso solo che la letteratura che non esplori quello che significa essere umani oggi, non è arte. Abbiamo tanta narrativa di qualità che ripete semplicemente all’infinito il fatto che stiamo perdendo sempre più la nostra umanità, che presenta personaggi senz’anima e senza amore, personaggi la cui descrizione si può esaurire nell’elenco delle marche di abbigliamento che indossano, e noi leggiamo questi libri e diciamo «Wow, che ritratto tagliente ed efficace del materialismo contemporaneo!» Ma che la cultura americana sia materialistica lo sappiamo già.È una diagnosi che si può fare in due righe. Non è stimolante. Quello che è stimolante e ha una vera consistenza artistica è, dando per assodata l’idea che il presente sia grottescamente materialistico, vedere come mai noi esseri umani abbiamo ancora la capacità di provare gioia, carità, sentimenti di autentico legame, per cose che non hanno un prezzo? E queste capacità si possono far crescere? Se sì, come, e se no, perché?

18 pensieri su “GLI OSCURI TEMPI (E ANCHE MOLTO STUPIDI)

  1. Da incorniciare.
    Lo dico non da oggi: questo è il discrimine tra ciò che merita di essere qualificato come umanesimo letterario e quello che è pura e semplice logorrea, inutile esibizione dei propri vittimistici lai, caricati di pretese autoriali. Duole dire che del mainstream italiano, da questo punto di vista, si salverebbe pochissimo.

  2. ” La buona letteratura può avere una visione del mondo cupa quanto vogliamo, ma troverà sempre un modo sia per raffigurare il mondo sia per mettere in luce le possibilità di abitarlo in maniera viva e umana.”
    Come nel finale di Furore di Steinbeck…

  3. Una campagna elettorale è una semplice narrazione. Ci raccontano una storia, la storia del presente e di quello che secondo loro sta succedendo. Poi ci raccontano il finale, anzi i finali. Ci dicono come andrà a finire se saranno loro, il cavaliere, a prevalere oppure se saranno gli avversari, il drago.
    Ma per far questo non ci mostrano “come mai noi esseri umani abbiamo ancora la capacità di provare gioia, carità, sentimenti di autentico legame”. No, non lo fanno, al contrario fanno leva sull’ egoismo, sull’ invidia, sul livore e, per ultimo, sulla vanità. Creano un nemico. E capirei, anche se non approverei il metodo, se il nemico fosse la classe dominante, anche se sappiamo bene che odiarla non sarebbe sufficiente ad “abbatterla”. Invece nemmeno questo, anzi certi cosiddetti partiti di sinistra sembra che si stiano dando da fare per distruggere la coscienza di classe, sostituendola con una lotta tra salariati fortunati, per nascita, e sfortunati. Allora davvero è necessaria una letteratura che possa “salvarci”, non dalla politica ma dall’ idiozia.

  4. Valberici ha colto l’allusione perfettamente. Ancor più drammatico constatare che in questo modo non si crea comunità. Si crea una momentanea coesione basata su un odio da poco, un odio da social. Non sociale. Tristissimo. E non abbiamo neanche più DFW.

  5. Che bello questo post! ossigeno da offrire generosamente alla barcollante umanità confusa. Me compreso, che non riesco ad appassionarmi a nulla tranne che a dei bei racconti contemporanei. Tipo “sofia si veste sempre di nero” di Paolo Cognetti.
    grazie.

  6. Grazie Valberici – sono molto pigro, se uno scrive così bene quello che penso anche io l’apprezzo moltissimo 🙂
    Sono anche felice e molto rassicurato dal sapere che leggo solo romanzieri che fanno ciò che dice DFW.
    Un po’ meno da fatto che siano tutti molto defunti, o lì lì per.
    Dàje Loredà.

  7. Mi piace questa diagnosi di Larry McCaffery. Che stiamo grottescamente scivolando nel materialismo non è una novità. Eppure conserviamo nel cuore la voglia di compiere cose grandi, nobili, da re: re-galare gesti d’amore in cambio di niente. Queste capacità si possono far crescere? Certo, Larry, perchè il nostro stampo non è materiale, noi siamo materia e spirito, da sempre e per sempre. Possiamo coltivare l’uno e l’altro, in armonia.
    Custodiamo nel cuore desideri bellissimi, quelli che sono nati in noi da bambini, però troppo spesso scendiamo a compromessi: ci illudiamo che i beni materiali possano corrispondere a quei desideri che invece sono dello spirito. Ma ci accorgiamo che non è così, più abbiamo più vogliamo, perchè la nostra sete è sete di infinito.
    Anche nel tempo in cui la materia prevale, lo spirito rimane e ostinatamente combatte. Si nutre come preferisce: di meditazione, di lettura, di filosofia, di dialoghi, di preghiera, di gesti di carità, o di un mix personalissimo di tutte queste cose, a seconda delle personali attitudini.

  8. Bello, sì, e molto condivisibile. Mi sfugge però come possa applicarsi a quel che ho letto di David Foster Wallace. Non ho difficoltà a credere che fosse proprio quel che voleva fare ma allora mi sa che non c’è riuscito. Spero che qualcuno sia in grado di realizzare i suoi ideali, ce n’è bisogno.

  9. Dieci anni dopo DFW diceva qui qualcos’altro di estremamente attuale:
    «Al momento sono un partigiano. Ancora peggio: sento una tale profonda e viscerale antipatia che non mi sembra di poter pensare parlare o scrivere in nessun modo con giustizia e sfumature a proposito dell’attuale governo. Dal punto di vista della scrittura, penso che questo stato interiore sia dannoso. È quando uno sente molto personalmente qualcosa che è più tentato di alzare la voce (“esternare” è il termine che usa in questo momento, carico di retorica com’è), ma in quel momento si rivela meno produttivo che mai – è pieno di scrittori e giornalisti che “esternano” e scrivono pezzi sull’oligarchia e il neofascismo e la mendacità e la deprimente vista corta implicita nelle definizioni di “sicurezza nazionale”, “interesse nazionale” ecc., e molti pochi di questi scrittori mi sembrano produrre pezzi utili o potenti o veramente persuasivi rispetto a chi non condivide già le opinioni dell’autore. Il mio piano per i seguenti quattordici mesi è bussare a porte e riempire buste, forse perfino mettermi la giacca, provare ad aggregarmi con altre
    persone per formare una massa demograficamente significativa per provare veramente a fare esercizio di pazienza, educazione e immaginazione nei confronti di coloro con i quali mi trovo in disaccordo. E anche usare più spesso il filo interdentale».

  10. “Questo non significa che il compito della letteratura sia edificare o insegnare,…”
    Non lo è, giusto, altrimenti cambia natura. Ma neppure può ridursi a vaniloquio, sfilza di frasi fatte, grattatina complice di mediocri prurigini.
    Deve comunicare i sentimenti di cui dice Wallace e, pur “narrando” a mestiere, rendere familiari al lettore (perché no) etica, giustizia, raziocinio.
    Eppure i banchi del libraio ostentano quasi solo roba grossolana e i libri di qualità – eppure ci sono – è ben raro che decollino nelle vendite.

  11. Nelle mie paranoie bloggane quando ho letto questo post ho pensato: è successo l’irreparabile, Giorgia si è si è impossessata con la forza del blog della Lipperini e ora sta iniziando a postare articoli edificanti, di cui questa intervista è il primo avvertimento. Poi il loro scambio di battute mi ha ridestato e ho capito che più semplicemente, siamo a Carnevale.
    A parte gli scherzi è bello questo post di Wallace che pure conosco poco, ma so per esempio che era uno capace di vedere la bellezza di Roger Federer, ( tanti guardano, ma non vedono) invece lui gli riusciva di sentire questo legame e sembra un dolore più grande che lui non sia più riuscito a sentirlo questo legame ma “ognuno lascia un segno nelle persone più sensibili
    ciao,k.

  12. Solo due cose. Uno: ogni volta che leggo anche solo un alito di vento portato da DFW mi sento sempre più orfano. Due: narrazioni brutte di argomenti impolitici, ha ragionissima Valberici Releganze: la violenza non solo mediatica e l’impolitica sono stati il latte della mammella che ci ha nutrito nell’ultimo ventennio il quale, come vediamo, invece di finire, continua. Resistiamo in avanti. Grazie dell’appunto, Loredana.

  13. Scusate l’OT: posso chiedere che venga bandita in maniera imperitura la brandizzazione di David Foster Wallace (DFW)? E non solo lui, oramai si siglizzano un sacco ci cose.
    Non linciatemi, per molti è una piccolezza senza significato, ma per me nome e cognome (o almeno cognome) servono ancora 🙂
    Va bene che si va di fretta o si è pigri, ma non facciamoci abbruttire da fretta e pigrizia.
    Grz a tti, e scsate il cmmnt antpatico 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto