I DIRITTI NON SONO DIVISIBILI: STORIA VECCHIA MA SEMPRE ATTUALE

Spesso i social mi spaventano, ma continuo a trovarli una fonte importantissima non solo per il confronto, ma per l’apprendimento. Un breve esempio: ieri mi è capitato di scrivere un rigo appena sulla libertà di voto dei Cinque Stelle sulle unioni civili, nonché sulla richiesta di cancellazione da parte dei medesimi, presentata in un emendamento in sede europea, del principio di gender mainstreaming nella preparazione del bilancio europeo 2017. Sotto quel rigo appena, dove linkavo l’archivio di Giap! sul movimento e su Grillo, i commenti di chi ha votato o simpatizza per il movimento sono stati, in sostanza, di un solo tenore: non hanno parlato dei due episodi, ma hanno attaccato il Pd (persino la sottoscritta, ritenuta giocoforza Pd in quanto critica del movimento: son cose). Solo un commentatore, che ringrazio per la sincerità, ha scritto:
“A dir la verità, non me ne frega proprio niente. A quanto ne so, gli europarlamentari grillini stanno combattendo una durisima battaglia contro l’approvazione del TTIP nell’europarlamento – una battaglia disperata e quasi sicuramente perdente. Sono queste le battaglie importanti, non queste stupidaggini dei diritti civili”.
Ecco, al commentatore spiacerà sicuramente apprendere che questa reazione è sovrapponibile a quella del PCI degli anni Settanta: perfettamente sovrapponibile, vorrei aggiungere. All’epoca, il movimento per i diritti civili (il partito radicale e altri) si batteva per divorzio, aborto, obiezione di coscienza (dal servizio militare). Si rispondeva, da parte PCI, che erano giustappunto stupidaggini e che prima bisognava pensare alla casa e al lavoro. Si controbatteva da parte radicale che i diritti non sono mai disgiungibili, ma che si procede insieme. Infine, il PCI si arrese. E, certo, fu determinante quella resa per la vittoria del referendum contro l’abolizione della legge sul divorzio e anche per far passare una legge sull’aborto (che però era imperfetta, si disse allora – qui la bellissima, acuta e dolorosa dichiarazione di voto contrario di Emma Bonino – , presagendo il disastro e lo svuotamento attuale, ed era imperfetta proprio perché bisognava accettare compromessi pur di farla passare: già visto, già sentito, non è vero?).
Cosa succederà sulle unioni civili io non lo so. Personalmente, a proposito dell’infinita discussione sulla cosiddetta maternità surrogata mi ritrovo moltissimo nelle parole di Michela Murgia. E pazienza se questo provoca mal di pancia in quelli e quelle che si arrogano il diritto di decidere per le altre.
So però che se il voto di coscienza cinque stelle farà saltare la legge sulle unioni civili non ci sarà spiegazione che tenga. Sui diritti, vorrei solo ricordare quanto ha ribadito anche recentemente Stefano Rodotà.
“I tempi dei diritti sono sempre difficili. Lo conferma la lunga e travagliata vicenda delle unioni civili, la cui conclusione è annunciata dal Presidente del Consiglio per il 2016. Le ragioni delle difficoltà sono molte. I diritti incidono sull’ordine costituito.
Redistribuiscono poteri, e perciò si cerca di neutralizzare questa loro intima capacità di cambiamento contrapponendo loro doveri sempre più aggressivi, imponendo limiti costrittivi, subordinandoli a convenienze politiche talora meschine e così pianificando scambi tra sacrificio di diritti sociali e mance di diritti civili. Si è inclini a dimenticare che i diritti sono indivisibili e che le vere stagioni dei diritti sono quelle in cui diritti individuali e diritti sociali procedono insieme. È il modello, non dimentichiamolo, della nostra Costituzione. È quello che è accaduto negli anni ’70, quando il congiungersi del “disgelo costituzionale” e della capacità della politica di cogliere senza timidezze le dinamiche sociali cambiò davvero l’Italia, senza reazioni di rigetto determinate dal fatto che le richieste di diritti hanno sempre la loro origine nello sguardo lungimirante e nella cultura delle minoranze escluse”.
E’ semplicissimo. Difficile, semmai, è sostenere il contrario: eppure sembra, al momento, essere l’arte più diffusa.

15 pensieri su “I DIRITTI NON SONO DIVISIBILI: STORIA VECCHIA MA SEMPRE ATTUALE

  1. Di Rodotà segnalo anche quest’altro intervento recente, nel quale dimostra come siano inconsistenti le posizioni avanzate contro il ddl Cirinnà da alcuni giuristi che, con la scusa di fare gli storici del diritto, prendono dalla storia del diritto solo quello che serve a loro, e omettono tutto il resto. Ennesima dimostrazione che gli argomenti dei tecnici vanno vagliati criticamente come quelli di chiunque altro. http://temi.repubblica.it/micromega-online/unioni-civili-attenti-a-non-svuotare-la-legge/

  2. Io, che non ho la finezza di Rodotà, ragiono più terra terra e mi chiedo perché mai i diritti civili dovrebbero essere alternativi a quelli economici e sociali. Forse che se gli omosessuali non si sposano Renzi ritira il jobs act? O se rinunciamo all’eterologa aprono un asilo nido per ogni coppia che si astiene? O magari non abbiamo abbastanza parlamentari – poverini! – per portare avanti contemporaneamente questi e quelli? No, qualcuno me lo spieghi, ma a questo livello, senza nemmeno scomodare la cultura di un Rodotà. Vorrei capirlo come sono capace di fare io, in modo semplice. Non sarà che rinunciare è semplicemente cedere al ricatto dei bigotti senza peraltro avere nemmeno niente in cambio, visto che il jobs act è qui e le nozze omosessuali invece no?

  3. Gentile Loredana Lipperini, grazie. Grazie di aver riportato le parole di Emma Bonino.
    Quaranta anni fa, giusto di questi giorni, Emma Bonino del partito radicale ci ha indicato la strada maestra per i diritti di tutte le persone. Strada valida allora, valida oggi e che sarà valida domani. Sarà valida sempre.
    “Vorrei mi si amasse di meno e mi si votasse di più” disse Emma in giorni un po’ smarriti e lo sconforto sul suo viso strappava l’anima. Già, perchè Emma Bonino non è una madonnina è una donna che fa politica e in politica ci si conta. Oggi sui diritti mi sento di dire: fate una legge, una legge giusta, una legge coraggiosa, una legge laica, chiamatela come volete, fate una legge che non ceda al compromesso e poi mi faccio aiutare ancora dalle parole profetiche di Emma:
    “Avremmo preferito il ricorso al “referendum” popolare, perché siamo convinti che in questo “referendum” il paese, le donne avrebbero sconfitto, con una maggioranza di molto maggiore a quella che si è già verificata sul divorzio, certe parti che si sono fatte interpreti semplicemente di una volontà e di una espressione clericale.”
    Ecco, fate una legge e poi contiamoci.
    Sono convinto che il referendum abrogativo li sconfiggerà. Li sconfiggerà Oggi come sono stati sconfitti ieri, perché per quanto si ostinino è la Storia ad averli superati.
    Ah, i sostenitori dei diritti sociali sappiano che chi scrive non ha un posto di lavoro fisso da sei anni e di anni ne compie cinquantadue, ha due figli e un mutuo come tanti, ma questo non lo rende cieco ed egoista, non lo ha ancora sconfitto. Quando sarò così arido da non sentire più lo scandalo dell’ingiustizia solo allora, solo allora venite a parlarmi di diritti sociali disgiunti da quelli civili.
    Le chiedo scusa Loredana sono stato un po’ lungo e un pelino patetico. Oggi va così. Nevica quassù.
    Un caro saluto Andrea

  4. “Spesso i social mi spaventano, ma continuo a trovarli una fonte importantissima non solo per il confronto, ma per l’apprendimento. “
    In questo esergo traspare in controluce quella che è una sottesa ma insopprimibile invocazione , anzi un vero e proprio disperato grido d’aiuto.
    La manifestazione del timore lo spavento, e l’immediata ricerca di giustificazione, sono espressione dissociata squilibrio che cerca disperatamente appoggio o via d’uscita. Accogliamo e evidenziamo questa richiesta, confermando quanto i Social, che di quelli stiamo parlando, siano realmente un pericolo. per chiunque.
    Sottraggono tempo alle relazioni umane, occupano spazio mentale, distraggono e distruggono la capacità di concentrazione, deformano la percezione e quanto altro di male possiamo immaginare. Ma in una persona intimamente legata con la letteratura I social risultano essere ancora più pericolosi, in queste persone la consuetudine con la parola scritta, l’inevitabile attitudine all’ analisi semantica, rendono qualsiasi espressione letta per caso , un occasione per un attorcigliamento mentale, la frase più insulsa da bar, diventa, leggendola scritta in un commento, pesante come una sentenza , o una vendicazione. Invitiamo dunque la Lipperini e chiunque legga a dissociarsi da questi inutili e dannosi spazi virtuali, consapevoli che molti non seguiranno il consiglio, ma anzi cercheranno nel prossimo like di scavare nel vuoto la propria destinazione.
    Quanto ai diritti civili, inutile dire quanto lasceranno la società più debole e gli individui ancora più soli e infelici. Senza più padre e madre, i figli nasceranno dai surrogancy li tireranno su i caregivery lavoreranno alla Sony. La Razza però sarà più sana e la Nazione più forte, che i bambini down, già non nascono più.
    ciao,k.

  5. Caro k., la popolazione eterosessuale ammonta e ammonterà sempre al 90%: puoi quindi tirare un sospiro di sollievo sulla presenza di mamma e papà e sul ricorso più che minoritario alla gravidanza per altri.
    Ma puoi tirare un sospiro di sollievo anche sulla società e sugli individui che saranno invece più forti e meno soli perché si estenderanno i diritti della maggioranza anche a quel 10% che non ce li ha; senza toccare nulla al 90%, pensa un po’!
    Le brutte notizie sono solo per i figli down, che continueranno a nascere almeno finché la medicina genetica non sarà riuscita a evitare o a correggere i noti “errori” cromosomici alla base di quella sindrome.
    P.S.: Solitudine e infelicità toccano, qui e ora, anche la maggioranza eterosessuale cresciuta con mamma e papà. Forse abolendo il matrimonio e i relativi diritti le sconfiggeremo una volta per tutte?

  6. “le vere stagioni dei diritti sono quelle in cui diritti individuali e diritti sociali procedono insieme”. E’ proprio questo il problema da noi e non solo da noi: piazze vuote per i diritti sociali sempre più ridotti al lumicino (e sempre più da ridurre e noi zitti e buoni, Emma Bonino come sempre compresa), piazze piene, piede a tavoletta invece sull’acceleratore illusorio dei diritti individuali.
    “E pazienza se questo provoca mal di pancia in quelli e quelle che si arrogano il diritto di decidere per le altre”. Ebbene, io suggerirei di evitare queste espressioni che, sistematicamente, da una parte e dall’altra, vengono riproposte e non c’è bisogno di fare esempi per capire che si tratta di una argomentazione che non sta in piedi.

  7. Mamma mia k, quante pensose banalità, quanti profondi luoghi comuni, quante frasi contraddittorie tra loro con apocalissi da tinello incorporata. Un vero filosofo da baretto di provincia, sembra quasi “il Fusaro” in incognito.
    Di fronte alla sua qualità di argomentazione mi tolgo il cappello.
    Che poi i diritti individuali siano illusori, come dice Mauro, sono d’accordo: infatti sono sempre illusorî i diritti degli altri ed è sempre (e solo?) sugli altri che esercitiamo il nostro giudizio, severo ma giusto.

  8. non è quello che ho detto, Bernardo: ho detto che il pari-passo – indispensabile – tra diritti sociali e diritti individuali non c’è e ci sarà sempre meno; di qui l’illusorietà, per tutti, non solo per una parte in causa.

  9. Non è quello che hai scritto, Mauro: hai scritto “acceleratore illusorio dei diritti individuali”. Mi chiedo se la pensi così anche per temi come il divorzio e l’aborto. Sul fatto che sia più difficile chiedere (e far rispettare) “diritti sociali” sono d’accordo, però in altri paesi europei sono rispettati sia i diritti individuali che quelli diritti sociali: non rendiamo l’Italia l’universo intero, non è elegante.

  10. Bermardo, non sono competente, pertanto sugli altri paesi non mi esprimo.
    Non voglio rendere l’Italia il mondo intero (poi che sia elegante o meno è l’ultimo dei miei problemi 🙂 ) però io vivo qua e il contesto in cui vivo io giudico, o meglio cerco di farlo, non sempre azzeccandoci si intende.
    l’aborto e il divorzio sono temi completamente diversi e non li avevo nemmeno presi in considerazione perchè con il pari-passo non c’entrano; le leggi che li riguardano, quelle sì erano dovute, necessarie, urgenti, sempre secondo me.
    In sintesi, per renderti meglio l’idea e per rimandarti a chi scrive meglio di me, diciamo che concordo con (il contestatissimo) Diego Fusaro.

  11. Ma dai Marco, sei un fusariano? Da quello che scrivevi non lo avrei mai detto… 😀 Comunque Fusaro dice che la democrazia contemporanea è peggio del nazismo (c’è su YouTube) se sei d’accordo tu e lui dovreste essere almeno conseguenti ovvero prendere il fucile e correre in montagna. Invece il Fusaro lo vedi nei talk-show, nelle Università private che si auto considerano di élite, nelle potenti case editrici. Evidentemente questo nazismo non gli dispiace tanto.

  12. come giustamente, sintetizzando, ha detto una volta Della Vedova, o Cappato, ora non ricordo bene(in ogni caso radicali tout court, indipendentemente dal fatto che non so se abbiano militato qualche volta all’interno di formazioni politiche da me votate, ai tempi in cui si andava a votare), esportare democrazia vuol dire esportare diritti civili. Ragion per cui non vedo perchè non dovremmo sviluppare quel campo anche per quanto riguarda gli affari interni

  13. Luca, la questione non è circoscritta ai diritti dei gay. l’omologazione della famiglia eterosessuale a quella omosessuale, ( o unigenitoriale) con relativo diritto ad avere bambini, di fatto sminuisce e relativizza il ruolo genitoriale, e insieme a questo la profonda relazione verticale tra le generazioni, che ricordiamo comprende anche nonni e bisnonni. Inoltre viene contraddetta la dichiarazione sui diritti del fanciullo, che riconosce e sostiene il diritto di ogni bambino a conoscere i propri genitori naturali. Ma come Ekerot ci ricordava qui sul blog, oggi invece che di padre e madre, si ritiene più giusto parlare di “caregiver”. caregiver. Ecco con la mia filosofia da bar, mi sembra evidente, che a questo punto la questione si ingigantisce e non riguarda solo la felicità delle coppie omosessuali, o dei single, ma la struttura della società. L’antropologia. Nel momento in cui ci sentiamo in diritto a di negare la relazione privilegiata dei figli con la propria madre e il proprio padre, ecco che in quello spazio potrà inserirsi qualsiasi formazione sociale in grado di fornire “care”, leggi prestazioni a pagamento, che oltre alla madre in affitto potrà facilmente espandersi e comprendere “educatori in affitto” che prestano la loro opera per “formazioni sociali”, di ogni tipo, anche società con sedi in paradisi fiscali. Uhhh che paura..
    Ma certo qualcuno sarà pronto ad argomentare al ribasso, Anche la Murgia ci rammenta con intelligenza che si scandalizza per l’utero in affitto e lo sfruttamento delle ragazze povere del terzo mondo, poi non si vergogna per le badanti sfruttate che lasciano soli i propri figli minorenni per venire in italia. Brava. Le atrocità insomma sono sempre successe. Vanno solo regolamentate. Ci vuole una legge. Sfruttiamola.
    Ciao,k.

  14. Quando si riconoscono pluralità di modelli familiari, automaticamente si riconoscono i relativi legami parentali. Dunque, nessuno sminuire il ruolo genitoriale, anzi. E ancor meno si evitano o si distruggono relazioni verticali tra generazioni, a meno di voler sostenere che le figliolanze adottate sono tutte “illegittime” ripristinando nozioni odiose come quella di “figlio naturale” (leggi: bastardo) e “legittimo”… strano modo di stare dalla parte dei bambini!
    Sulle terminologie, no comment. Di fatto, però, i o le “caregivers” esistevano da tempi immemori: ricordi le famose nutrici o gli istruttori? Ecco, oggi li chiameremmo “caregivers”, ma sono sempre esistiti e nessuno ha mai gridato allo sminuirsi del ruolo genitoriale. Pensa che persino Gesù Cristo ha avuto almeno un caregiver nella Sua famiglia: san Giuseppe.
    La relazione privilegiata è con i propri genitori: ho un amico adottato e mi ha sempre detto che per lui i genitori sono e saranno sempre quelli che lo hanno salvato dall’orfanotrofio a 5 anni crescendolo, non certo i suoi genitori biologici che non sa e non vuol neanche sapere chi siano. Smettiamola dunque di ridurre la genitorialità alla genitalità: tutti siamo potenzialmente capaci di procreare (cioè di avere rapporti sessuali fecondi), magari anche attraverso la violenza carnale, ma non tutti diventano o sanno essere genitori.
    Smettiamola anche di vedere solo risvolti economicisti in scelte che spesso sono dettate da amore: la malizia sta sempre nell’occhio di chi guarda. Detto questo, ci saranno sempre (anche tra genitori biologici) motivazioni recondite poco limpide: quanti matrimoni d’interesse si celebrano nel mondo? Quanti figli vengono generati per scopi economici (porteranno avanti l’azienda di famiglia, porteranno reddito in casa, ecc.) o narcisistici (porteranno avanti il nome della casa, saranno quello che non sono riuscito a essere io, saranno il bastone della mia vecchiaia, ecc.)? Eppure nessuno si sogna mai di impedire che vengano al mondo o di strapparli alle loro famiglie “naturali”…
    Sul cosiddetto “utero in affitto”: pessima espressione, mi meraviglio che Murgia l’abbia usata. E’ una gestazione per altri, gesto di altruismo notevole che, nel mondo occidentale, è regolato strettamente e strettamente sottratto a logiche economiche. Se poi vogliamo concentrarci sullo sfruttamento del 3° mondo, allora non capisco come mai i vari sentinelli non si siano mai accorti e continuino a non accorgersi e a non manifestare contro il turismo sessuale di tanti padri di famiglia “perbene” o contro il mercimonio legato alle adozioni internazionali, per tacere dei casi di abuso e/o violenza sessuale che avvengono tra le mura domestiche o tra quelle “sacre”… senza contare che la stessa gpa è stata finora maggioritariamente usata da coppie etero! Quanta ipocrisia per non dire che si disprezzano specificatamente le persone omosessuali e soprattutto i loro affetti e sentimenti!
    Chiudo chiedendomi e chiedendoti una cosa: possibile che noi adulti siamo così ossessionati dal sesso da preoccuparci solo di come vengano concepiti i bambini mentre non ci curiamo minimamente di come saranno accolti nella società umana? Se cambiassimo prospettiva, forse ci scandalizzeremmo di meno e agiremmo di più per un mondo a loro dimensione. Invece siamo ben concentrati su di noi. Come penso diresti tu, narcisisticamente.

  15. Luca , tutori e nutrici sono sempre esistiti, ma appunto tali erano e si chiamavano col loro nome, adesso invece in nome di un ideologia totalitaria li vorremmo omologare per legge al padre e alla madre, anch’essi trasformati in generici caregivers, o tuttalpiù in genitori 1 e 2 .
    I bambini orfani purtroppo ci sono sempre stati, e la società ha il dovere di occuparsene, ma appunto è una perdita, un lutto da superare per il bambino, invece pianificare la scomparsa del padre o della madre naturale è una grave premeditata ingiustizia.
    Alla fine scrivi pure che : ” non ci curiamo minimamente di come ( i bambini) saranno accolti nella società umana”, ecco io direi che per un bambino che entra nella società umana, strapparlo immediatamente dal petto della madre che lo ha generato non è il massimo dell’accoglienza.
    Prova a cambiare prospettiva per davvero, a immaginare che una legge non deve rispondere solo ai desideri individuali promessi dalla tecnica e dal denaro. E cerca di non trovare giustificazioni come hai fatto in questo post, nelle miserie e nelle meschinerie umane, citando le violenze gli abusi il turismo sessuale.., che il male non si giustifica con il peggio.
    ciao, k.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto