I POPULISTI DELLA LINEA B – RELOADED

Pensavo, inevitabilmente, a Rose Madder, leggendo questa notizia (e a tutti i romanzi in cui lo stesso autore ha raccontato la medesima storia, con poche varianti). Però questa mattina pioveva, e in questa città, o meglio nella metropolitana di questa città, le condizioni climatiche incidono terribilmente sull’umore dei passeggeri.
Fermata Bologna. Ragazza molto lampadata, molto scollata, molto incavolata. “In metropolitana non si legge”. La vostra eccetera ci mette un po’ a realizzare, anche perché ha ripiegato il giornale in quattro, in modo che (rapido controllo: sì, le misure coincidono) le due estremità non superino gli esigui confini dello spazio-passeggero toccatole in sorte. Accompagnatore della ragazza lampadata: “Il giornale si legge in ufficio”. Ah. Sguardo di disapprovazione da parte di altre due donne con cartellina di cuoio e aria truce. Ripiego ulteriormente il giornale e smetto di leggere.
Passaggio interno dalla linea B alla linea A. Enormi tabelloni pubblicitari Snai, società di scommesse sportive: sulla sinistra, un lui che con pollici e indici allargati allude al concetto di “avere fortuna”. Sulla destra, una lei con busto inarcato e sorriso malizioso, sulle tette la scritta “Prendila”. Meditazione classica da brava populista della linea B: sarebbe bello che i moralisti in sandali che imprecano contro, a scelta, film, telefilm, cartoni “volgari” si facessero un giro qua sotto. Linea A. Riapro il giornale. Fermata Barberini. Signora con tailleur nero: “Il giornale dà fastidio. Non si legge in metropolitana”. E tre. Già, tre: sui sedili sotto di me, una vicina all’altra, tre ragazzine sono concentrate su altrettanti libri (nell’ordine, da sinistra a destra, I love shopping, Mille splendidi soli, La masseria delle allodole). Fermata Spagna. Passeggero ad altro passeggero: “Bastardo. Stronzo. Ti spacco la faccia. Togliti dai coglioni”. Flaminio. Passeggero di nazionalità non identificata a passeggero italiano che insiste “che c’è posto avanti” e che dunque bisogna spostarsi: “Se potrei, mi sarei spostato”. Mi guarda: “Potessi?”. “Potessi”, dico. “Rumeni di merda”, dice il passeggero italiano.
Nella mail, trovo la scheda di un fumetto che sto aspettando, Gyakushu!. Comincia: “in un Medioevo di ghiaccio e sopraffazione….”. Sarà una lunga giornata, mi sa.

58 pensieri su “I POPULISTI DELLA LINEA B – RELOADED

  1. pino
    il “tranquillo nord” come lo chiami tu aveva bisogno dell’immigrazione per crescere e così è stato. l’imbastardimento del tranquillo nord è un processo socioevolutivo naturale, comune a tutte le grandi realtà metropolitane industriali e post industriali, mica solo italiane. e tu scambi, idealizzandola, la tranquillità a misura d’uomo degli anni cinquanta (presente anche dalle mie parti a quanto diceva mia nonna e ricorda mio padre) per un’utopia libera da peccato e corruzione mai esistita. erano meglio gli anni cinquanta perché tutti erano consapevoli delle proprie radici, parlavano lo stesso dialetto, non si mischiavano coi foresti e non buttavano le carte per terra? forse. come forse è meglio oggi con i piccoli passi avanti nell’emancipazione femminile (pure lì con i passi falsi che Loredana ben evidenzierà nel suo libro, ma comunque passi falsi in avanti sono), nei diritti dei lavoratori e magari anche in qualcos’altro. tu non ti riconosci più nel “tuo” nord? forse perché ora non è solo tuo ma anche di altri diversi da te, e non credo possa dirsi un male, in senso generale. il mondo cambia, ciò in cui si riconosce una generazione risulta estraneo ai membri delle generazioni successive. è bello, è brutto, è giusto, è sbagliato? è. e basta. e dovremmo avere sufficiente intelligenza e umanità per comprenderlo e accettarlo mantenendo un decente livello di civiltà senza dare la colpa a sempre nuovi capri espiatori e untermenschen, come li chiamavano i teorici della razza pura qualche annetto fa. che vuoi farci, siamo bassi brutti e levantini nel carattere ma che ti piaccia o no siamo fratelli tuoi, e abbiamo costruito bene e/o male lo stesso paese insieme a te e ai tuoi. come dice una canzone di un vecchio film di Arbore: venimmo do sud, noi simm curte e nire, noi simm boni pe canta’ e faticamm a fatica’, ma se volete fare le autostrade siamo qua.

  2. per Guglielmo Pispisa:
    No, lo sai benissimo. Trannne Agnelli e un manipolo di industriali nessuno aveva bisognono dei Meridionali, e lo sai benissimo.
    Il Veneto che era più arretrato della Sicilia ha fatto da solo, senza meridionali. Come la mettiamo? La smettete di fare i meridionalisti e contar balle? Ripeto, il Veneto senza un meridionale e senza politicanti saliti dal Sud, è uscito dal sottosviluppo e dall’arretratezza solo con le proprie forze senza pignistei dei profesionisti del meridionalismo. Basta bugie. Provateci, impegnatevi, siate onesti! Quello che chiami processo evolutivo naturale è invece un processi INVOLUTIVO INNATURALE. Mai, mai, mai, nella storia di nessuno stato si aprirono le porte indiscriminatamente a tutti, tantomeno ai meridionali. Basta BUGIE! ciao

  3. ebbene la Guardia di Finanza è composta all’80% da una “famiglia” di siciliani che da generazioni si tramanda il ‘posto fisso’.
    scusa, di grazia, mi dirai pure che “gli italiani del sud” oltre a tutto il resto fanno pure un sacco di figli. certo però l’80% dell’intera guardia di finanza è famiglia numerosa da guinness dei primati. o da invasione degli ultracorpi.

  4. per apritisesamo,
    Proprio così, da guinnesss, ne parlava un’inchiesta di Repubblica. Tutti, dal dopoguerra a Speciale, corrotti, tutti, tutti che ricattavano e si arricchivano su “quegli evasori fiscali del Nord”…Ma non ci voleva Repubblica, tutto, tutto, tutto, è occupato da cosche mafiose che assegnano i posti a loro affiliati: dalla finanza alla università, dalla sanità alla ricerca. Tutto al Nord ormai è mafia. Ma non solo al Nord. In tutta Europa. Ripeto, in inghilterra e in tutti i paesi civili non esiste una polizia nazionale ma ogtni cittadina ha una polizia autonoma. Da noi ci sono 5 polizie tutte controllate da famiglie meridionali. Uno del nord che volesse fare il carabiniere sarebbe scartato.
    E’ la meridionalizzazione bellezza…

  5. cito dagli ultimi interventi di Pino:
    “Trannne Agnelli e un manipolo di industriali nessuno aveva bisognono dei Meridionali, e lo sai benissimo.”
    ehm
    “il Veneto senza un meridionale e senza politicanti saliti dal Sud, è uscito dal sottosviluppo e dall’arretratezza solo con le proprie forze senza pignistei dei profesionisti del meridionalismo. Basta bugie. Provateci, impegnatevi, siate onesti!”
    ehm ehm
    “Mai, mai, mai, nella storia di nessuno stato si aprirono le porte indiscriminatamente a tutti, tantomeno ai meridionali.”
    ehm ehm ehm
    “tutto, tutto, tutto, è occupato da cosche mafiose che assegnano i posti a loro affiliati: dalla finanza alla università, dalla sanità alla ricerca. Tutto al Nord ormai è mafia. Ma non solo al Nord. In tutta Europa.”
    ehm ehm ehm ehm
    “Noi abbiamo tre, quattro polizie, tutte composte da meridionali. ”
    e ehm
    “Da noi ci sono 5 polizie tutte controllate da famiglie meridionali. Uno del nord che volesse fare il carabiniere sarebbe scartato.”
    ehehehehehemmmm. scusa Pino, credo si chiami sindrome da accerchiamento. mi spiace. buona giornata.

  6. Si direbbe esser stata una giornataccia. Io, sui treni delle Nord, con l’Anteprima del Corriere, occupo per mia fortuna pochissimo spazio. Comunque, avendo tradotto Gyakushu!, so che ti risolleverà la giornata a caso in cui lo riceverai.

  7. per Pispisa,
    Ci vorrebbero anni per documentare il genocidio sociale, culturale, etnico del Nord. La colpa come al solito è dei semi-intellettuali. Pensa che tra i mille che sbarcarono in Sicilia, almeno trecento erano scrittori, musicisti, pittori, tutti falliti ovviamente. Erano i terzomondisti di allora. Ma non c’è da ridere: i popoli del Nord estinti. Per sempre

  8. …io vivo tra provincia di Treviso e Università di Venezia, dove non ci sono metropolitane.. solo treni…le coincidenze tra venezia e provincia sono per alcune tratte calcolate al minuto (oppure aspetti ore), così vedi la gente che corre disperata tra un treno e l’altro…Commento di una signora 60enne impellicciata “I faria meio a sarar e porte. Tutti sti giovini i se sempre in ritardo”. Convinta che tutti arrivino da casa, come lei, che va a fare spese e Rialto.

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