La cosa più bella del blog è ricevere mail e storie. Ieri ne ho ricevuta una da un esponente del Climate Pride. Come ho scritto ieri, al di là dei singoli convincimenti, il dialogo di Papa Francesco con le ragazze e i ragazzi che si battono per l’ambiente non è dimenticabile. Per questo, pubblico volentieri il loro manifesto, preceduto da una storia. Seguiteli.
In Dialogo con la Multispecie
Fabula Speculativa
Dopo la seconda alluvione erano molto stanchi, avevano spalato fango per giorni. Andarono al mare per prendersi una pausa. Il loro gruppo si era conosciuto tra le vanghe e le idrovore, era strano ritrovarsi ora in costume. Non riuscivano a rilassarsi. E se avesse piovuto di nuovo? E se le ondate di calore avessero paralizzato ancora le città? Che cosa si poteva fare? La crisi climatica gli metteva angoscia.
Decisero quindi di unirsi in un momento di riflessione, di chiamare a raccolta le forze della Natura. Si sedettero in cerchio nel bosco, alle spalle della spiaggia, si concentrarono sul futuro dell’umanità. Furono spettatori di una scena senza precedenti. ù
Il primo a parlare fu l’Ornitorinco, con il suo mosaico di identità. “Avete un’immagine della Natura di sangue e artigli, ma anche gli animali sociali più feroci non vogliono l’annientamento dei gruppi rivali, come fate voi. La realtà è più complessa: ogni cellula nasce dalla fusione di più particelle, ogni organismo è una simbiosi di muffe, batteri, funghi, virus. Ogni organismo è Multispecie.”
Si udì quindi l’Airone, “La vostra arroganza vi fa credere di non avere un futuro, vi fa disperare della vostra capacità di convivere tra di voi e con noi. Ma la verità è che non vi rapportate più a un mondo che non sia il vostro. Avete perduto l’antico contatto con le storie di tutti i non-umani che vi hanno preceduto, che vi accompagnano da sempre, e che un giorno vi sopravviveranno”.
Così aggiunse il Pioppo, “Questo mondo in cui vivete, questo presente escludente che vi fa credere che esista solo il vostro tempo, da usare e abusare, questo non è il futuro. Dovete imparare di nuovo a pensare a ciò che vi circonda, a sentirvi parte di una vicenda che non ha inizio e per questo non può avere fine. In fin dei conti siete ancora degli adolescenti, una specie decisamente giovane.”
Poi venne il sinuoso Ghepardo, “La vostra ansia di sapere cosa sarà, di andare più veloce degli altri: è lei la causa di tutto. Ma niente resta uguale nella Natura. Niente corre più degli altri, senza scontrarsi prima o poi con i propri limiti. Saper ritrovare l’estasi della trasformazione, adattarsi al cambiamento che emana dai mille volti e dalle mille voci della Multispecie, accogliere l’imprevedibile senza cercare di addomesticarlo una volta per tutte”.
“Ogni cosa è interconnessa” precisò il micelio dell’Armillaria , “ma voi credete di poter fare rete a parte. Se non tornerete a fluire nell’economia circolare, senza più spezzare, infrangere, costringere, se non ritroverete il senso di questa partecipazione trasversale ai destini degli altri, non avrete scampo. Chi scatena il disastro, non può risolverlo da solo”.
E così intervennero le specie marine, piccole e grandi, gli archeobatteri più resistenti e atavici, le muffe che proliferano seguendo una rotta, gli insetti più minuscoli e insinuanti; le aquile, i serpenti che fischiano, le piante alberose e gli arbusti, i muschi e le felci. Ognuno si mise a dire la sua, senza sovrapporsi agli altri, in un coro di popoli frastagliati ma convergenti, come un concerto di anime sintonizzate su una stessa melodia.
Persino l’Elettrone decise a quel punto di offrire la sua verità. “Non c’è frammento in tutto ciò che esiste che non viva. Anche noi corpuscoli senza né qui né ora collaboriamo a questo concerto armonioso. Stare nella reciproca accettazione, sospendere la predazione in favore della mutua cooperazione e della coabitazione.”
“Non c’è angolo nell’universo che non propaghi l’unica buona novella: sii anche ciò che non sei, non essere soltanto ciò che sei”, sentenziò pure la Materia Oscura.
Montagne, fiumi, grotte: non c’era più un elemento che non si sollevasse con loro, ma in cambio di un ascolto che non poteva più essere rimandato.
Dopodiché, in un bagliore arancione che abbracciò tutto il paesaggio, le parole dei non-umani si confusero in un canto che faceva più o meno così:
Qui non giace ancora l’umana specie
A meno che non continui a credere alla sua superiorità
Che nessuno ha mai visto e che nessuno può vedere
Qui non si ricorda tristemente
Della sua incredibile varietà di culture
A meno che non si continui a distruggerla senza pietà
In nome dell’unica religione del profitto
Qui non c’è speranza
Se non per chi alla fretta e alla prepotenza
ha preferito la cura e la conoscenza.
Quando si riebbero dal viaggio e tornarono sulla spiaggia, il gruppo di nuovə amichə era ormai pronto.
La Multispecie aveva parlato.
Manifesto
Noi esseri umani che apparteniamo alle associazioni ambientaliste e sociali, noi che siamo cittadine e cittadini di ogni età, studenti, lavoratori e lavoratrici di tutte le nazionalità e religioni, ci uniamo al Climate Pride, ci uniamo a coloro che hanno realmente convocato il Climate Pride: animali e piante di ogni forma e dimensione, funghi, batteri e virus, ogni organismo è coinvolto
Una piccola parte di specie umana che governa gli Stati, e le grandi corporations riunite nella Cop29, si ostina a estrarre, inquinare, trascurando i pericoli per la Terra che loro stessi hanno creato con le loro politiche fossili e militari. Hanno rovinato l’armonia della biodiversità planetaria, non considerano il futuro della Multispecie che la compone da milioni e milioni di anni. Si fanno guidare dal profitto, dalle scelte di breve periodo, non pensano al bene comune terrestre che si tramanda di generazione in generazione.
Per questo noi ci uniamo alla Multispecie che compone la Terra e alla Multispecie che ci compone. Con il Climate Pride ci impegniamo per un presente e un futuro di conversione ecologica e di pace.
Le soluzioni (la redistribuzione delle risorse, innanzitutto) ci sono e altre vanno trovate. Crediamo che le energie debbano essere rinnovabili e meno impattanti possibili, sul modello della fotosintesi che le piante realizzano da milioni di anni. Crediamo che le merci debbano avere una vita circolare e si debbano ridurre i consumi, come i batteri fanno da miliardi di anni, riassemblando, riusando e non lasciando scorie. Le relazioni umane debbano imparare dai funghi che sono interconnessi e stimolatori di diversità. La simbiosi con le altre specie possono essere il nostro stile di vita come fanno i licheni simbionti.
Dall’era dell’uso forsennato e dell’abuso sistematico dei beni comuni naturali, e dei rapporti di diseguaglianza verso la nostra e le altre specie, possiamo e dobbiamo tendere all’essere in divenire delle relazioni Multispecie.
Chiediamo di realizzare uno shock trasformativo il prima possibile.