QUELLO CHE DIREI ALLE GIOVANI PERSONE IN QUESTA SOBRIA VIGILIA

Due anni fa avevo scritto per L’Espresso una lettera alle giovani persone sul 25 aprile. Oggi, anche alla luce del famigerato invito alla sobrietà da parte di un governo che di sobrio non ha nulla, la cambierei un po’. Intanto, augurandomi che sobri non siano, domani: perché non c’è niente di peggio che l’accorrere dei servi sciocchi come è avvenuto in queste ore. Per esempio, l’Archivio di Stato di Ancona ha annullato un convegno sulle donne partigiane con queste motivazioni:

“Siamo spiacenti di dovervi comunicare che, d’ordine del Direttore Generale Archivi, tutti gli eventi organizzati dagli Archivi di Stato in programma durante il periodo di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco sono rinviati.
Pertanto l’iniziativa “Nonostante il pericolo: donne partigiane della Resistenza anconetana” prevista per oggi 23 aprile non potrà avere luogo.
Ci stiamo impegnando per riorganizzarla in altra data. Vi terremo informati”.
Anche gli Archivi di Stato di Cosenza e Genova hanno seguito l’esempio. Porre come scusa il lutto per Papa Francesco è risibile: non stiamo parlando dell’allestimento nelle piazze di Rocky Horror Picture Show (visto che siamo nel cinquantenario del film), ma di convegni, che d’abitudine sono fatti da seri studiosi seduti dietro un serissimo e sobrio tavolo su sedie sobriamente scomode a parlare di quel che sanno. E’ che, al solito, si corre a compiacere chi comanda infischiandosene della logica, e pure della decenza.

Ora, non so cosa possano farsene le giovani persone delle parole di questa vecchia signora che pesta sulla tastiera in un mattino grigio e ventoso, piagnucolando fra sè dei suoi dolori che non passano e del tempo che invece passa velocissimo. Pessima immagine, noiosa e lamentosa. Per questo, mi piacerebbe molto che se ne infischiassero soprattutto degli ammonimenti e dei consigli degli adulti, che fioccano come non mai degli ultimi tempi: perché, diciamocelo, sono stati gli adulti a non accorgersi dell’onda lunghissima della rivalutazione del fascismo, e gli adulti ad aver votato un governo che non dimentica affatto il proprio passato fascista, anzi.

Sono stati gli adulti, e in questo case le adulte, a scivolare passo dopo passo verso le destre, prima con la mistica del materno (la mistica è sempre pericolosa, care e cari: è facile usarla per manipolare, è facilissimo esserne preda), poi con la negazione delle maternità “non naturali”, poi ancora con l’esultanza per la sottrazione dei diritti alle trans (e sappiamo dove porta, questa faccenda). Curiosamente, o non troppo curiosamente, le promotrici dell’iniziativa che ha portato alla sentenza della Corte Suprema di Londra si sono incontrate su un forum inglese per genitori, che però è intitolato alle mamme, mumsnet. Niente di male, intendiamoci, però un paio di domande su come si vive il materno oggi andrebbero poste. E forse è importante che ve le poniate voi, ragazze e ragazzi, scappando a gambe levate da chi vuole imporvi la propria idea di libertà e la propria idea di femminile. E pure di maschile.

Sono stati e sono gli adulti a ignorare se non a sbeffeggiare le battaglie per l’ambiente, dandovi gioiosamente dei “gretini” senza vergognarsene un po’ (ma prima o poi qualcuno chiederà il conto a Giuliano Ferrara? Non nell’aldilà, nell’aldiqua: chiedendogli a cosa serva la sua luciferina intelligenza se, almeno a quanto so, non ha mai chiesto scusa per parole come queste: “Non vorrei essere accusato di pedofobia, ma io detesto la figura idolatrica di Greta, aborro le sue treccine e il mondo falso e bugiardo che le si intreccia intorno”).

Sono gli adulti a sostenere che non leggete e siete ignoranti, e Tullio De Mauro l’ha sempre sostenuto: tant’è vero che adesso si cerca di ricreare una scuola che non sia a favore di ci studia e lavora, ma contro Tullio De Mauro.

Sono gli adulti ad avervi imposto un modello vincente e competitivo, sono gli adulti a cavalcare un  giovanilismo di facciata e quella contraddizione velenosa secondo la quale prima vi si cerca per esporvi, perché ci vuole il o la giovane, salvo poi sbarazzarsene quando i trenta diventano quasi quaranta; e pazienza per tutta l’esperienza fatta e le competenze affinate: largo al o alla prossima.

Questo mi viene da scrivere, ma non conta più di tanto, in questa vigilia che si vuole sobria. Semmai, dell’articolo che citavo manterrei il finale. Questo: un grande poeta come Franco Fortini, nelle sue ultime poesie, scriveva: «Proteggete le nostre verità». Credo che quelle sue bellissime parole debbano essere cambiate: proteggete le vostre e siate loro fedeli. Dite di no.

Buon 25 aprile.

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