Muore Nemer Hammad, consigliere diplomatico di Abu Mazen e a lungo rappresentante dell’Olp in Italia. Muore di malattia, così come sono morti Stefano Giovannone, Giuseppe Santovito, Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Yasser Arafat, Bettino Craxi, Edera Corrà, e tanti di coloro che in modo diverso entrarono nella vicenda di Graziella De Palo e Italo Toni. Sono passati 36 anni dalla loro scomparsa ed è naturale che sia così. Non è naturale, invece, che il silenzio avvolga ancora questa storia, e che le responsabilità istituzionali e individuali non vengano accertate, e che nessun corpo sia stato restituito alla famiglia, e nemmeno sia stata indicata una tomba, sia pur sbrigativa, sia pur misera.
Nemer Hassad era colui che più sapeva. Il primo a depistare la famiglia, nelle settimane successive alla scomparsa. Non ha mai parlato e a quanto mi risulta nessuno gli ha più domandato di quei due giornalisti italiani, peraltro – ehi – semplici collaboratori di quotidiani, non inviati “ufficiali”.
Ci sono sempre altre ragioni, altre opportunità, che portano a tacere. Eppure, la verità su questa storia sarebbe preziosa non solo per chi amava Graziella, ma per il nostro paese. Amen, commentarium.
A volte ho la sensazione che il passato si ribelli. Altre volte, che i morti ci chiedano di non essere dimenticati, perché più del corpo, possa esser resa giustizia alla loro vita e al loro nome. E quel punto, scriverne diventa un obbligo cui non possiamo sottrarci in alcun modo.
Ti abbraccio.
Usava una volta, e forse usa ancora, paragonare l’uomo violento, che compie atti crudeli verso i più deboli, alle“bestie”, cioè ad ogni altro animale che non sia l’uomo. Ma le “le bestie” non compiono gratuitamente atti di questio tipo; essi non hanno la coscienza del male, e il loro comportamento è solo dettato dall’istinto naturale per la sopravvivenza e salvaguardia loro e della specie. È, invece, l’uomo l’unico ad avere la coscienza del male, ed è quindi l’unico a non essere innocente quando il male commette. Ogni efferato criminale viene definito “peggio di una bestia”, senza sospettare che quel “peggio” non ha solo il valore pleonastico di una sovrabbondanza verbale… in quel “peggio” è compresa la “crudeltà”, l’indifferenza alla sofferenza, anche spesso perpetrata con piacere.
La storia è ricca di esempi in abbondanza, ma ci sono tanti che non ancora vogliono credere alla naturale malvagità dell’uomo. Riferendomi a questi incurabili ottimisti riporto un esempio molto più recente, senza sempre dover ricorrere alle efferatezze dei campi nazisti: ai tempi dell’assedio di Sarajevo un’agenzia di viaggi offriva una vacanza sul viale dei cecchini in quella città, ed ebbe un buon successo: era fornito ai turisti un fucile di precisione e veniva loro garantito un appostamento sicuro per traffico di assediati su cui mirare. Ora qualcuno potrebbe dirmi: perché andare a rivangare tali gloriose imprese?
E perché no?
L’uomo è sempre lo stesso e non è possibile ancora credere che si tratti solo di sporadiche degenerazioni del genere umano; è assodato che le classificazioni del Lombroso sono un’enorme sciocchezza e che in ognuno di noi può scattare il male.
“È morto Nemer Hammad, di malattia, probabilmente nel proprio letto, così come sono morti Stefano Giovannone, Giuseppe Santovito, Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Yasser Arafat, Bettino Craxi, Edera Corrà…” . Nel leggerti ho pensato che Hammad avrebbe meritato una lunga malattia con tanta sofferenza…
Ma sono uomo anch’io e ho provato spavento… per me.
Ho inviato ieri altro commento: esagerato! e, giustamente, non è stato pubblicato. È che ho sviluppato un tale odio verso l’abbondante genìa di farabutti che ci circonda, tanto da farmi spesso perdere il controllo fino allo sfocio nelle esagerazioni, al punto di dubitare di tutto il genere umano… e anche di me stesso.
Chiedo scusa.
No, è che alcuni commenti, non so bene perché, vanno in moderazione.