INFANTEISMO

Una selva di telecamere digitali, videofonini, macchine fotografiche professionali (treppiede-munite). Fila. Posti in piedi. Spintoni. E’, evidentemente, il saggio di fine anno (visto ieri) di alcune quinte elementari della capitale (in una delle quali milita il membro più giovane della famiglia). Alla fine, fiori e congratulazioni reciproche fra genitori: per le qualità artistiche della prole e soprattutto per quelle del mezzo di riproducibilità tecnica attraverso il quale erano state intraviste. Non oso immaginare quali sarebbero  i commenti dei catastrofisti di mia conoscenza, se decidessero di frequentare il radioso cenacolo dei saggi scolastici (non che l’umore della sottoscritta, nel constatare la  distanza del mondo adulto da quello, solo apparentemente celebratissimo, dei bambini, fosse molto migliore, però).

Sempre ieri, poiché nulla accade a caso, il saggio di Philippe Muray nel già citato numero due di Zero, la rivista diretta da Giuliano De Empoli  (Marsilio),  Il triangolo dei bermuda. Incipit:

“Il bambino non risale all’antichità. In realtà, si tratta di un’invenzione recente, un’invenzione che non ha più di duecento anni. In precedenza, l’infanzia coincideva semplicemente con i primi anni di vita e non se ne parlava affatto, in attesa che finisse. Poi è arrivata l’infanzia. E, con essa, il bambino e i suoi sortilegi. Si convenne allora che il bambino fosse il miglior rovescio della medaglia umana e l’infanzia lo stadio più invidiabile della vita. Il bambino divenne l’avvenire dell’uomo. Prosternandosi davanti a lui, tutti coloro che non erano più bambini si misero a desiderare più o meno coscientemente quello stato d’innocenza che gli veniva attribuito. O quantomeno era così che veniva chiamato quello che qualcun altro ha battezzato “principio del piacere”.

Update: dal momento che c’è un commento che scompare continuamente  nonostante i tentativi di ripostarlo,lo inserisco qui. E’ di Girolamo De Michele. E, a ben vedere, è la giusta chiosa a Muray:
"E’ vero che il bambino è un’invenzione della modernità: prima di Vico nessuno pensava che far giocare i bambini servisse a sviluppare la loro mente, prima di Froebel non era banale mettergli in mano una palla. Cappuccetto Rosso non gioca: lavora (trasporta pesi) tra la madre che lavora (impasta) e la nonna che lavora (raccoglie legna), mentre il padre forse è in guerra, forse lavora altrove, forse è morto. Nella versione originaria della fiaba (studiata da R. Darnton, "I contadini raccontano fiabe", in *Il grande massacro dei gatti* – Adelphi: un gran libro, si legge come un romanzo) la bambina-contadina, non ancora dotata di cappuccetto e cacciatore buono da La Fontaine, viene stuprata dal lupo, e muore lì: questa era la vita dei bambini nei bei tempi antichi. Questo per ricordarci che la civiltà è una passata di smalto, e che basta scrostarla con l’unghia per vedere i bambini,nel terzo mondo come nei terzi mondi delle nostre periferie occidentali, ridiventare ninos de rua, baby-prostitute, microcriminali: cioè adulti in miniatura".

31 pensieri su “INFANTEISMO

  1. Vuoi dire, con la Vinci, che dei bambini non si sa niente? Secondo Bisio se ne sa, eccome! Si sa, per esempio, che sono di sinistra. Secondo Covacich, invece, i bambini sono di destra (vd uno dei recenti numeri dell’Espresso).
    C’è chi sostiene che i bambini siano la parte migliore dell’umanità. C’è chi ne fa degli ottimi target per costosi prodotti.
    C’è chi li stupra e chi… ma i bambini, secondo me, andrebbero lasciati soprattutto in pace:-/

  2. ma le comari di un paesino
    non brillano certo in iniziativa
    le contromisure fino a quel punto
    si limitarono all’invettiva
    (Bocca di Rosa F. De ndrè)

  3. …ah, ed è rimasto anche quello che chiede: quando va bene, i libri di favole.
    resta sempre triste come cosa. in certe famiglie il bambino è praticamente un nemico.
    infatti certe madri lo congelano o lo affogano. dipenderà da questo?

  4. io non vedo bambini. vedo adolescenti dagli otto ai quarantacinque circa. teen-ager muniti di Visa. il teen-ager non ha identità, la brama. la Visa gliela fornisce. i mass-media pubblicizzano la pedofilia. amano la pedofilia. la sfruttano. la trasformano in moda. il teen-ager vuole possedere il bambino perchè gli permette un simulacro di potenza, la sensazione del proibito e il possesso (violento e transitorio) di ciò che non ha più. la pedofilia è il business per le masse del XXI secolo.
    sparisco e torno alle tenebre da cui sono uscito. bye.

  5. be sì, effettivamente coi tempi ci siamo.
    con la nascita del “mercato” il soggetto “bambino” diventa oggetto di racconti, e diventa quello che chiede alla mamma di comprare il libro di favole.
    in un’altra fase più avanzata, come “oggetto d’amore” il bambino diventa “oggetto di attenzioni” e dalli a comprare quanto di meglio ci fosse sul mercato, per lui.
    in una terza fase, quella della spettacolarizazione -non iniziata oggi, mi ricordo che mio padre, attentissimo a ciò che la tecnica sfornasse, ci faceva registrare solo le voci, a parte ci faceva le foto, e ancora dopo i filmini muti con gran saluti e smorfie, tutte rigorosamente mute).
    be’, nella fase attuale, specificazione della seconda, il bambino è: oggetto di attenzioni (le cose migliori) più oggetto di spettacolo (in quanto bambino “Non farà mai più questo! nè quello”) e giù a comprare videocamere e altro.
    a rifletterci tutto ciò è triste, più triste del mio corteo.

  6. infatti i sostanzialmente amari dickens e twain sono stati i primi sensibilizzatori in buona fede per la causa della vessazione sistematica di questi soggetti deboli

  7. e ora vado perchè diversamente Marina non riesce a seguire il dibattito in embrione.Smack(è la prima volta che uno manda un bacio in questo sito?beh,ce n’è sempre una)

  8. Nella civilissima Inghilterra fino a due secoli fa i bambini si impiccavano per il furto di un fazzoletto.La soglia di moralità è cambiata non appena si è messo a fuoco il concetto di marketing(ci sono e ci fanno)

  9. be, diamonds, effettivamente basta guardare in oliver twist o davide copperfield il trattamento riservato ai ragazzini

  10. di questi tempi vanno forte le lettere aperte(è come con gli avvocati.si pagano per non avere l’imbarazzo di trovarsi a tu per tu.Sono sempre più sporadici i casi di persone che si possono guardare negli occhi.L’era dell’incertezza”)

  11. Nella mia generosità, non voglio privarvi di questa mia struggente poesia:
    EVIL-MINDED
    FROM HIS YOUTH?
    L’uomo
    è cattivo
    fin dall’inizio?
    Per quel che mi riguarda
    potrei dire
    senz’altro
    di no
    Da piccolo
    – anzi –
    ero talmente buono
    da essere
    scambiato
    spesso
    per un bambino
    coglione.

  12. e vabbuo’ diamonds! che c’azzeccano mo le pistole e le plafoniere? di plastica, visto che parliamo di bambini, spero! 🙂

  13. OT di scuse. speriamo che la Tecnos mi accompagni.
    innanzitutto (forse è questo?) scusatemi se posto 94 ore su 24, ma sto lavorando (pure in compagnia, a volte) a una sceneggiatura schifosa (pure come “negra”). una decina di giorni e ho finito. il ballo con il blog è l’unico mio sfogo. balloa due isolati da qui, bloggo allo stesso computer dove lavoro 🙁
    riposto per diamonds: (non darefuoco alle polveri) non mandare baci. ci sonoin giro bocche di rosa e macinatrici. ;.)

  14. Adesso non mi vorrete far credere, con quel signor titolo, che questo post non è una critica sotterrena a Carlo Infante.
    Ecco, ho tolto le pecette, chissà se domani ne parlerano i giornali

  15. allora, per chi ha bambini: ma voi quando gli chiedete che cosa desideri/no, o che si esprima/no, per qualsiasi cosa, gli chiedete di partire da lui/lei, o lo invitate a un tango con “l’astratto”? (“Non si deve! Non si fa!” )
    e per chi non ne ha: come fareste?
    potrebbe essere che: si parte sempre in quarta con il tango con l’astratto, (per puritanesimo, per bisogno di regole, per paura) quando invece (non lo dice solo il pensiero femminista più recente) è salutare è importante per i bambini (ma anche per gli adulti) partire dal sè. 🙂
    questo, sì. era anche un po’ per dire senza fare OT, non sempre sono OT i miei pensieri. non sempre. solo a volte. a volte. qualche volta.

  16. Non so…non conoscevo il concetto del “principio del piacere” ma penso allora che so….alla depressione post partum o a tutte le altre sindromi che ci attribuiscono via via. Ma chissenefrega!!! Facciamocele ste sindromi, beviamocele ste depressioni! Ma il “principio del piacere” ce lo vogliamo perdere???!!! Naturalmente ogniuno a suo rischio e pericolo (come dire che bisognerà pur rinunciare prima o poi a qualcosa, sia esso la gioventù o la vita). Bleah, che senso!

  17. “EDUTAINMENT E NOMADISMO CULTURALE. PER UN’ANTROPOLOGIA LUDICO-LIBIDINALE DEL CYBERSPAZIO”
    Carlo Infante
    Certo che un titolo così lo spedirei direttamente al macero,o alla biennale di Venezia(scherzo,por parlaire)

  18. Bingo! Uno dei libri più commentati da chi non lo ha letto 🙂 Ce ne siamo accorti in pochi, dello scherzo-nello-scherzo del Genna. Ti mando in premio una sporta di prugne biologiche 🙂

  19. giugenna, e anche wu, se i libri recensiti sono i suoi, vi offendete se vi dico che le recensioni di genna non le leggo in modo da poterne fare una glossa? 🙂 speriamo di no perchè è un po’il bello del blog, pure questo, no?
    wu, l’hai riconosciuto? te credo. l’hai scritto! 🙂 mi sarei preoccupata del contrario!

  20. Wu Ming1. Tratto – o solo clonato da New Thing -, l’elenco di Giugenna, applicato all’ennesimo romanzo RUTILANTE (= centinaia di pagine zeppe di personaggi & fatti & fatterelli a suggerire un’improbabile/pretensiosa mimesi del mondo) il risultato resta identico: uno smascellante sbadiglio:-/

  21. Ahi Ahi Ahi, se complotto vi fu ai danni del Parente, abbiamo anche un fiancheggiatore, visto che l’estratto conto del libro parentale citato da Franco in realtà si riferisce al ben noto 54 dei WM.
    Visto che tra gli ultimi argomenti in discussione nella lippasfera c’è anche quello della recensione di libri ignoti, libri mai scritti, libri manco pensati et similia direi che G.G. a modo suo e quasi in sintonia con Bartezzaghi (:-P) ha inaugurato la recensione: caccia al tesoro, ovverossia la forma blanda del complotto del critico in versione enigmistica (:-P). No non la spiego. Spiegatevela da soli. Come volete.
    A me interessa giocare, ma solo se WM1 cambia premio, le prugne, ancorchè biologiche …vabbè, meglio non descrivere. Si tratta di altro caso di cosa solo pensata.
    Besos

  22. Io comincio a preoccuparmi, non tanto perché non ho riconosciuto New Thing: io non ricordo nemmeno cosa ho mangiato a colazione. Il problema è un’altro: NT mi era piaciuto – diciamo sette palle su dieci nel mio metro di valutazione – mentre i brani usati da Genna li trovavo orrendi. Uhm uhm. Forse ero accecato dall’incazzatura.
    Comunque tutta l’operazione è smagante. Mi voglio prendere un po’ di vacanza da ‘ste scriccate d’occhio esoteriche tra addetti ai lavori. La vita è breve, meglio fare le capriole con la morosa. E se proprio arte deve essere che siano pochissimi libri buoni, di quelli che vanno a fondo, e molti fumetti. I fumettisti almeno sono aperti, essoterici. E poi, per fare una tavola occorrono giorni, non come una pagina scritta, quindi i fumettisti non hanno tempo da perdere in baggianate e non ne fanno perdere: guardate come è segaligno Gipi nel suo blog. Questo è un grande pregio.

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