SUI BLOG LETTERARI: EPISODIO III

Dunque: alla sottoscritta e a Giuseppe Granieri giunge ieri una mail di Herzog, che trovate più sotto, evidentemente con il permesso dell’autore. E’ la terza tappa di una discussione iniziata sul blog del medesimo, e ripresa su Blognotes, sul ruolo dei blog letterari. Sostiene Herzog: io recensirei soltanto libri inediti, o comunque non facilmente reperibili. "se io gestissi un blog letterario, riconosciuto come mediatore di cultura, non recensirei libri editi o comunque facilmente reperibili. Per quello ci sono già i media tradizionali o il libraio di fiducia. Il blog, dico, deve andare oltre, laddove gli altri non osano. Deve saper definire, rispetto ad altri percorsi, nuovi riferimenti."
Granieri risponde che quello di Herzog è un "modello contro": "un modello provocatorio in senso borgesiano (recensire libri mai scritti), ma un modello che fa dell’alternativa la sua matrice. A me, personalmente, interessa trovare segnalazioni che mi stimolino, siano esse di Einaudi o dell’EditorePovero. Ma non ho difficoltà a riconoscere che, se un blog applicasse la "linea Effe", sarebbe un ottimo blog di nicchia. E Internet è un medium di nicchia. Cacio sui maccheroni. (a margine: se "tutti" i blog lo facessero, come consiglia proprio Effe, sai che palle)".

Quanto alla sottoscritta, ritiene che siano vere le due cose, e che le due cose nei fatti avvengano già: per citare un solo esempio, quando si cominciò a parlare di Perceber, il romanzo era ancora un manoscritto di cui lo stesso editore non aveva ancora deciso la pubblicazione. E, oltre a tornare a segnalare il mai abbastanza lodato lavoro dei Quindici, che si aggiunge a quello svolto precedentemente (e anche ora) da non pochi eroici pionieri, nulla esclude che di inediti ci si possa e debba occupare con maggiore frequenza. Come detto a Galassia Gutenberg e poi a Firenze (leggere anche, in proposito, il post di Webgol) credo personalmente nell’integrazione fra media, e non nel reciproco isolamento…
La parola a Effe:

"Cari voi,
scrivo ad entrambi per una questione di simmetria e per un senso ecologico di risparmio energetico (d’ora in avanti scriverò solo mail collettive, a costo di raggruppare destinatari a caso, e pazienza se a Sifossifoco arriverà magari una mia lettera d’amorosi sensi).
Prendo spunto dal post su Blog Notes à propos dei mediatori culturali (la ripresa del mio post "Se quel  bloggèr io fossi", attenti all’accento tonico).
Il messaggio che vorrei far passare non è un modello "contro", ma "alternativo".
Sono d’accordo sul fatto che la maggior parte dei blog che trattano di letteratura sono quanto di più deleterio possibile, proprio per la letteratura stessa (io sono sempre dell’idea che la scrittura si scriva, e non si de-scriva).
Gli unici blog di tal fatta che leggo sempre, e sempre volentieri, sono Lipperatura e MarsilioBlack; sa Iddio se non oscurerei d’imperio tutti gli altri (sì, lo so, sono cose che non si dicono; posso almeno pensarle?).
Proprio per questo auspico modelli alternativi all’esistente.
Ad esempio (e qui mi faccio critico): ha senso che su Lipperatura si recensisca Biondillo? (poveruomo, e lui che c’entra? Nulla, è per fare un esempio)
Io dico di no, perché recensioni di questo genere le troviamo già sui quotidiani e negli inserti culturali. In questo caso, il blog rischia di essere ridondante, rispetto agli addentellati old mediatici (mamma mia…).
C’è invece una realtà che i giornali non raggiungono, che il lettore stesso non raggiunge; ecco allora che La Lipperini (anche lei, povera sobillatrice e agit-prop, che c’entra? Ma nulla, ho già detto che faccio solo esempi, insomma!) nei suoi panni di psicopompo potrebbe aprire strade alternative. Auspico che il blog (come movimento, sì, eccome) possa premere contro i contorni del noto e del certo, per aprire delle falle, creare dei passaggi verso un altrove, rispetto a quello che c’è ora (che a volte mi sembra un riverbero dei vecchi media; c’è bisogno di osare di più).
Perché non lo faccio direttamente io?
Ma signori, io lo faccio, invece.
Limitatamente agli strumenti che ho.
Non arrivando sulla mia scrivania manoscritti e Piccoli Libri, mi limito a creare uno spazio sacripantico per far luce su scritture che, altrimenti, raggiungerebbero forse un numero minore di lettori (e spesso si tratta di scritture assai diverse da quelle torurate dagli stessi autori nei loro blog, scritture che quindi sono normalmente nascoste, Libri Mai Scritti).
Raccolgo (non mi piace il termine "selezionare", anche se ovviamente un filtro c’è) pezzi che sappiano anche di fatica, di retrobottega, di colla e segatura, pezzi imperfetti, insomma – accanto ad alcuni contributi ottimi – perché questa è un po’ l’atmosfera da laboratorio della blogosfera (e d’altro canto sacripante è una rivista, mica un’antologia – ahi, che cosa ho detto?).
Questo è il mio modello alternativo. Ma io posso fare ben poco.
Voi, invece, Monopolizzatori del Dibattito Culturale in Rete, voi potete, potreste, potrete fare molto.
Vi si aspetta al varco, cari mariuoli.
Vi auguro ogni bene morale e materiale, e vi ricordo sempre nelle mie orazioni vespertine, peccatori del web che altro non siete.
Salutazioni deferenti
F

42 pensieri su “SUI BLOG LETTERARI: EPISODIO III

  1. Fare dei blog, del dibattito in rete, un cenacolo delle arti in cui possano trovare voce quelli a cui generalmente non viene dato il microfono, è cosa lodevole. Ovvio, la paludosa letteratura italiana e le sponde fangose della critica e la corte ossequiosa dei media e la bellicosa schiera di noi sbranaparole, da cotanto gesto sarebbero appena scosse. Mi colpisce la facilità con cui si grida al capolavoro: o siamo superbravi o qualcosa non quadra. Spesso leggo che il libro tale è un capolavoro l’altro ancor meglio e così via. Ecco, insomma, mentre si alzano preci per un senso e significato della letteratura si assiste a questa celebrazione di capolari e al pianto greco di molti tra noi che ritengono d’essere penne magiche incomprese. Tutto questo è singolare. A parer mio la malattia cronica della letteratura è nel suo doversi piegare alle vere o presunte mode editoriali per trovare spazio e veicolare. A parer mio il cancro è nell’assenza di “coraggio” a “buttare” sugli scaffali libri che non appartengano a mode o a club autoreferenziati.

  2. Fare dei blog, del dibattito in rete, un cenacolo delle arti in cui possano trovare voce quelli a cui generalmente non viene dato il microfono, è cosa lodevole. Ovvio, la paludosa letteratura italiana e le sponde fangose della critica e la corte ossequiosa dei media e la bellicosa schiera di noi sbranaparole, da cotanto gesto sarebbero appena scosse. Mi colpisce la facilità con cui si grida al capolavoro: o siamo superbravi o qualcosa non quadra. Spesso leggo che il libro tale è un capolavoro l’altro ancor meglio e così via. Ecco, insomma, mentre si alzano preci per un senso e significato della letteratura si assiste a questa celebrazione di capolari e al pianto greco di molti tra noi che ritengono d’essere penne magiche incomprese. Tutto questo è singolare. A parer mio la malattia cronica della letteratura è nel suo doversi piegare alle vere o presunte mode editoriali per trovare spazio e veicolare. A parer mio il cancro è nell’assenza di “coraggio” a “buttare” sugli scaffali libri che non appartengano a mode o a club autoreferenziati.

  3. Signori, accade che come altre volte, purtroppo frequenti, spariscano commenti da qui. Se dovesse verificarsi di nuovo, la cosa che posso fare io nell’immediato è postare direttamente i vostri commenti se me li mandate via mail. Macchinoso, ma non so come altro provvedere.

  4. Suppongo perché, a cadenze regolari, “si discute del significato”. Gli uomini hanno questa abitudine, concordano periodicamente il significato dei termini. Un giorno o l’altro, può darsi persino che qualcuno ridefinisca la letteratura in modo tale da farvi rientrare Herzog (perché il povero Herzog? E’ solo un esempio, piuttosto triste)

  5. Mi arrogo il diritto di postare qui la controreplica di Effe:
    “Caro GGG, lei contesta il determinismo di quel manifestuccio, sostenendo che la rete è il posto di tutti, dove tutto può (può, e non deve) essere. Come darle torto? Epperò, Mr. G, il ragionamento vale per qualunque considerazione riguardante il web (e non solo). Non vogliamo, scendendo dal generale ed empireo al particolare e letterario, provare a individuare nuove strade? Perché non tutte le strade sono uguali, qualcuna rischia di essere senza uscita.
    Antonio Montanaro, nei commenti al post su BlogNotes, dice di essere contro ai miei manifesti contro. Caro Antonio, i manifesti devono avere carattere minimamente oppositivo, perché per accodarsi allo status quo non c’è mica bisogno di manifestare, è sufficiente il silenzio. Epperò la mia posizione non è contro, ma in alternativa all’esistente. Quel che già c’è non mi è sufficiente, non mi accontenta. Il blog stesso, per me, è alternativa, è nuovo spazio, nuove possibilità. In rete si può osare più che altrove, si può addirittura essere ” provocatori in senso borgesiano” (cit. Guru Granieri). Dunque, se osar si può, osar si deve.
    Caro Squonk (sempre nei commenti a BlogNotes) McSweeney’s è un’esperienza che ritengo troppo lontana dalla realtà dell’italica blogpalla, i mie obbiettivi erano più a portata di obice (che vuole, siam provinciali).
    Cara LaLipperini, ha ragione, quando si iniziò a parlare di Perceber, il libro non era ancora stato pubblicato, e lei sostiene che neppure si sapesse se lo sarebbe mai stato, ma su questo bisognerebbe far confessare Giulio Mozzi con uso di pentotal. In effetti, l’avvenuta pubblicazione finale un minimo sospetto di “operazione di marketing” sull’operato precedente lo fa sorgere. Ma diciamo che la direzione è quella.
    Piccoli Libri.
    Libri Mai Pubblicati.
    Libri Mai Scritti (questi ultimi senza dubbio, i migliori, ma è cosa che devo aver già detto)”
    Anche raggiungibile, in integrale più commenti, da
    http://herzog.splinder.com/1118308903#4983453

  6. Cara Lippa, ti va di recensire questo giochino che copio-incollo dal ng it.sport.montagna?
    Ecco:
    Il gioco dell’embrione
    Casella 1, partenza – Sei un embrione. Che culo! Non sappiamo nemmeno se
    sarai una cellula di orecchio o un pezzo di placenta e hai già più diritti
    di tua madre. Non possono nemmeno farti le analisi per vedere
    se sei sano. Vietato, dicono che così ti proteggono. Avanza di sei caselle.
    Casella 7 – Sei Giovanardi, Sfiga. Fermo un giro, poi ritira i dadi.
    Siccome sei Giovanardi puoi tirarne due. E infatti con due dadi fai due.
    Sei pur sempre Giovanardi, non ti allargare!
    Casella 9 – Siete una bella coppia e volete dei bambini. Evviva! Vai
    avanti di tre caselle.
    Casella 12 – Ahi, ahi, ahi. Sei omosessuale, quindi non esiste un patto
    sociale che ti leghi al tuo partner, per la legge siete due estranei.
    Bambini, nemmeno parlarne, adozione pussa via. E’ già tanto che ti puoi
    masturbare, ma forse faranno una legge restrittiva anche per questo.
    Punito. Torna alla casella Uno.
    Casella 1 – Che culo! Sei di nuovo un embrione. Hai più diritti di un
    professionista gay di quarant’anni con la station wagon! Tira tre volte i
    dadi!
    Casella 21 – Hai una malattia ereditaria e non vuoi che ce l’abbia pure
    tuo figlio. In più ti dicono che sei come Mengele. Vai in Francia, in
    Germania o a Malta, paesi civili. Ma prima vai avanti di tre caselle.
    Casella 24 – Sei la mamma. Non so se hai notato ma a te in questo grande
    gioco tra preti e scienziati non ti ha cagato nessuno. Ferma un giro
    perché sei un po’ Mengele anche tu. Poi puoi tirare i dadi.
    Casella 31 – Sei Rutelli. Orrore! Torna alla casella numero 7.
    Casella 7 – Aargh! Sei di nuovo Giovanardi! Che raccapriccio! Corri alla
    casella 35.
    Casella 35 – Stai tentando la fecondazione assistita, punture, ormoni,
    ospedali, dottori e speranze, ma il vescovo di Venezia dice che è maglio
    una bella trombata. Compra un machete e vai avanti di tre caselle.
    Casella 38 – Sei Marcello Pera, capisco la delusione. Eri un popperiano
    laico e adesso sei un chierichetto di Ratzinger, nemmeno molto dotato.
    Stai fermo un giro e poi tira i dadi.
    Casella 43 – Sei la legge sull’aborto e già senti odore di bruciato.
    Cominci a capire che sei tu il vero obiettivo. Scappa! Corri avanti di
    cinque caselle.
    Casella 48 – Sei un piccolo feto che fa marameo dall’ecografia.
    Dall’ecografia si può capire se stai bene oppure no. La tua mamma verrà
    accusata di eugenetica? Ciucciati il pollice per quattro caselle.
    Casella 52 – Sei un lettore del Corriere della Sera e ti sei beccato due
    paginate di Fallaci senza avere alcuna colpa. Puoi fare causa per molestie
    al Corriere se vai avanti di tre caselle
    Casella 55 – Sei Carletto, di due anni e mezzo, e piangi perché vuoi
    venire nel lettone con papà e mamma. Cazzo, ma sono le quattro! Quando eri
    un embrione non facevi così! Vai avanti di due caselle.
    Casella 57 – Sei un ciellino, una cosa che nessuna analisi prenatale
    poteva prevedere. Sei contrario all’analisi preimpianto perché sei un
    sadico che ama la sofferenza della gente. Stai fermo un giro, poi tira
    i dadi.
    Casella 62 – Sei un padre in sala parto, non sai cosa fare, sei
    spaventato, affascinato e felice. Sudi come un carrettiere. Vai avanti di
    una casella.
    Casella 63 – Sei una madre in sala parto. Gridi come un’aquila e intanto
    pensi: ma guarda come suda quel fesso. Vai avanti di tre caselle.
    Casella 66 – Sei un italiano normalissimo, un’italiana normalissima, ti
    stai chiedendo cosa diavolo ci fanno i preti e i famosi neo-con con le
    mani nelle tue mutande. Vai avanti di cinque caselle.
    Casella 71, arrivo! – E’ domenica 12 maggio, prendi la tua tessera
    elettorale e vai a votare i referendum. Ci vogliono cinque minuti e si
    vota anche lunedì.
    Dillo a tutti quelli che puoi.
    Diffondimi.
    Stavolta è un’azione che protegge la vita della gente e non il potere
    sulla vita della gente.
    E’ un’azione che distingue l’uomo dal Giovanardi, e non è cosa da nulla.

  7. la letteratura non è una cosa che parla della vita?
    di solito sì. mc sweeney’s risulta distante dall’italica blogpalla, come dall’italica palla in generale, non perchè sia troppo americana, ma perchè gli americani – quando scrivono le “storie” nella maggior parte dei casi anche a costo di diventare matti – o forse lo sono già – a costo di perderla, parlano della “loro” vita. non “della vita”. d’altra parte c’è chi dice che, “La vita o la vive o la si scrive”. gli italiani vogliono viverla, giustamente. 🙂
    sui blog italiani – come nelle città italiana tipo roma, d’altronde – se parli di letteratura partendo dalla tua vita, fai un sacco di nuove amicizie, trovi gente che ti vuole bene, persone simpatiche, non ti stacchi più dal blog praticamente.
    ma molti altri ti guardano come se te ne andassi in giro a culo nudo. letteralmente.
    per me per esempio, il blog è un limite. non scrivo più, non leggo più, non mangio più, non esco più. se penso che qualcuno potrebbe staccarmi il telefono e impedirmi di girare sui blog letterari mi sento male. mi piacciono tutti. mi piacciono le banalità, e specialmente quelle dove c’è un po’ di vita. dove non si gioca a fare i bravi, magari perchè si sta troppo male nella vita.
    “perchè non ti fai un tuo blog?”, dice qualcuno.
    “ci ho anche provato. ma non mi ci dedico…”
    “e perchè?”
    “sono troppo distratta dai blog”

  8. poiché – per fortuna – in rete non esiste l’ultima parola, ma solo prossime opportunità, una mia contro-contro-controreplica (ma confesso di aver perso il conto) sul tal blog Herzog.
    Marcellus, secondo me no, non basta farli, occore farli al meglio (dove stia di casa il meglio, poi, è oggetto di discussione)
    E, LaLipperini, cambiamo piattaforma, suvvia.

  9. “… il mai abbastanza lodato lavoro dei Quindici”, dici, Loredana. Giusto, bravi i Quindici. Ma allora lodiamo anche il lavoro silenzioso dei cento, mille scrittori sparsi per l’Italia che leggono gratis le valanghe di manoscritti che ricevono, e danno valutazioni e consigli agli autori (in NESSUN altro campo artistico accade lo stesso, non esiste che un cantante rock si metta ad ascoltare nastri e master di gruppi, o un artista visiti atelier di giovani artisti e fornisca competenti giudizi, consigli, incoraggiamenti: non so se ve ne rendete conto, ma negli altri campi dell’arte, ognuno si fa i fatti suoi e bada solo alla propria carriera! Col cazzo che vi dà una mano!), lodiamo gli organizzatori del Premio Calvino che selezionano gratis le valanghe di manoscritti che ricevono ogni anno, e la giuria di critici e scrittori – invitati a turno fra tutti i critici e scrittori d’Italia – che ogni anno si smazza gratis migliaia di pagine di manoscritti finalisti.

  10. Prova prova tecnica.
    Se il commento resiste, contiene la domanda “perchè a cadenze regolari si discute sul significato dei blog, letterari o no?”. Non basta farli?
    Grazie

  11. specifico: ho capito che si sta parlando del ruolo dei mediatori culturali all’interno dei blog.
    ma, forse – non lo so, è un’ipotesi – blog e mediatori culturali sono – è una fortuna? una sfortuna? propendo per la prima – per certi versi antitetici.
    il blog invita salubremente a ripensare il ruolo del mediatore culturale e salubremente invita pure a praticare un po’ di nudismo.

  12. “Ma allora lodiamo anche il lavoro silenzioso dei cento, mille scrittori sparsi per l’Italia che leggono gratis le valanghe di manoscritti che ricevono, e danno valutazioni e consigli agli autori ”
    Sinceramente non lo sapevo, pensavo che non accadesse più. Quindi, adesso, se io avessi un manoscritto tu, per ipotesi, ti prenderesti la briga di leggerlo. Senza nulla chiedere in cambio. Bene, se non altro si sostiene che “non tutti si facciano i cazzi propri”. Riflessione a voce alta, anche la mia. Sono un po’ perplesso (non per quello che hai scritto, ma per accadimenti recenti, non riesco a fare due più due senza ottenere cinque, e nei giorni fortunati zero).

  13. …anzi, scusate, gnam, gnam, sto mangiando, insalata di pasta… dal prossimo numero di http://www.ilpostodeilibri.it (che non è un blog, ma un sito muto. mi sto facendo pubblicità, o sto dando una notizia?) ci sarà una nuova rubrica
    “recensisco un blog, anzi due”.
    rubrica di recensioni di blog. vi mando di nuovo la mia mail.

  14. Angela, non fare domande retoriche 🙂
    Spettatrice, l’ho ripostato. Avevo postato io anche quello sparito, inviatomi da Girolamo, e continuo a non capire perchè scompaiono alcuni precisi commenti.

  15. Lippi, giuro che stavo riflettendo ad alta voce su che mezzo stessi usando! giuro che sono tutta vestita! 🙂

  16. 10, 100, 1.000 scrittori che leggono?
    (sempre meglio dei lettori che scrivono, comunque)
    Non so, magari fosse così.
    Fuori i nomi.
    No, non tutti e mile, per carità.
    Ne basterebbe uno.
    (facciamo due, a prova di errore).
    Ma perché questi scrittori, se ci sono (e a pensarci: in Italia esistono 1.000 scrittori degni di tal definizione? Basisco) non amplificano il loro lavoro, utlizzando la rete? Perché non si crea un movimento (nel senso dell’onda) che disingarbugli un po’ il salottismo letterario?

  17. Premio Calvino?
    Quelli so cecati!
    Ricordo che in una delle prime edizioni arrivammo in finale Baricco e io, ma poi vinse un altro. Baricco diventò comunque Baricco. Io, ahimè, ho dovuto darmi alle traduzioni. E pensare che già sotto il militare avevo scritto ‘Dora Squarcialenzuola’, bollato da Laura Lepri come antifemminista. Non aveva capito un cazzo, poveretta:-)

  18. Loredanuccia, grazie pe’ ì mì linkino sempre presente in queste discussioni che fanno crescere (un si sa icché). In ogni caso post e letteruccia allegata mi riportano alla mente ì famoso aforisma (senza afrore, per carità): l’omo ‘ntelligente sa quel che dice, ì grullacchiòlo dice quel che sa!

  19. Vorrei non pensarne niente, di questa cosa.
    Dico solo che Herzog potrebbe applicare le sue teorie ai suoi blog e lasciare che gli altri facciano quel che vogliono.
    Il Signor F. ha un po’ l’abitudine di tentare di “dettare la linea”, e non era lui che un anno fa dopo Fieralibro (tra parentesi per criticare NOI, te compresa Loredana) ci dichiarava con convinzione “dei blog non si DEVE parlare, i blog si fanno e basta”? O ricordo male? (se ricordo male mi basterà andare a controllare nei suoi arretrati: “Ma Effe non è quel tale che sostiene, presuntuoso, che “il blog si fa e non si dice; la scrittura si scrive e non si de-scrive”?
    E non è sempre lui, quello che partecipa ai trenini situazionisti alternativi rispetto all’Oratore Ottimo che declama all’uditorio “Ora vi spiego il blog”?
    E non è infine lui che “la coerenza, signori, la coerenza”?
    Ah, ecco, mi sembrava.” (fine citazione)
    Non parliamone, allora, Sacripante!
    Let’s do it. Don’t do it.

  20. Carissima signora Scarparo, scusate, prima mi scuso e mi emendo poi dico, non si sa mai:
    cioè siete strana sapete?
    Ovvero voi ve ne venite qua ed ogni santo giorno, la matina las era la notte, fate o commento, a fantasia vostra, pasta e ceci, na lasagna, wummingàte pure.
    Mò io credo che voi abbiate molto tempo, forse lo mangiate a ufo, o no?
    Nun se sape, come disse Artemidoro di Samo.
    Il mondo è vasto e singolare, mah.
    Mi emendo ancora
    vostro devotissimo cultore
    Mario & B.

  21. Mario, non ti posso ripondere perchè sarebbe un OT. E no nne voglio fare. 🙂 il tuo è un OT.
    parla del post, non pensare a cosa ho mangiato io. se no mi costringi a chiederti “e tu?” che hai mangiato tu?”, e poi si va verso la chatteria. e non mi va.

  22. soprattutto, mi costringi a dirti, “E tu perchè non tu parli in italiano corrente, come tutti?” 🙂 la stranezza è tante cose, e siamo tutti più o meno vari, no?
    ma basta. parliamo dei blog e dei mediatori culturali.

  23. Ma sui blog di letterari è scoppiata la mania della rivoluzione? Prima i nick, poi la restaurazione, ora i blog che devono recensire inediti – che poi, magari, si iniziasse almeno a LINKARE gli inediti – e cosi via. Il tutto prende poi la forma del “auspicio”.
    Poi nel merito è pure difficile entrare, dire ” ci sono già i media tradizionali o il libraio di fiducia” non basta, occore anche affermare che lo “fanno bene” , francamente mai visto un “letterarato” dire nulla di simile.
    Ma se i media tradizionali non svolgono un buon lavoro tutto il discorso cade: ben vengano i blog a commentare.
    Poi anche il disocrso che internet è medium di nicchia: ma è una provocazione?

  24. Scusate se ritorno impudentemente.
    Esso era per precisare due cose due:
    Che io non scrivo OT che non so che caspita sieno, io semmai vergo lettere fuori tema o fuori luogo o fuori orto, giacché non mi pare che qui siavi un hortus conclusus.
    Un secundis dico e proclamo che l’italiano è lingua mutevole e composta quindi opinabile, di poi chiedo scusa a Loredana per il pistolotto o schifezza insulsa che sia.
    Ed essa libera signora e padrona è di scancellare il prodotto qui stante.
    Da ultimo, per ritornare a bomba, approvo il progetto del signor Effe, o madama che sia, che di recensioni dei noti o stranoti già ne abbiamo a bizzeffe: è la ricerca del singolare e raro che è difficile e rischiosa.
    Mi riemendo per la detestabile lungaggine.

  25. Caro Mario, sulla questione dell’OT posso anche essere d’accordo con te, ma il blog non è mio. mio (serio) non ho voglia di farlo. qui le regole sono così. e a me va (abbastanza) bene rispettarle. 🙂 è consigliabile non parlare di cose estranee riguardino il post.

  26. Loredana ha scritto:
    “….. e continuo a non capire perchè scompaiono alcuni precisi commenti.”
    Azzardo? Visto che vai in giro spesso, magari accedi al blog da altri computer, da qualche “amico” e magari non volendo hai lasciato in giro le tue “credenziali” tipo PW e parametri per il login, ecco, perchè non provi a cambiare la password?

  27. Internet un medium di nicchia? Lucis, riguardo alcuni aspetti di sicuro (alcuni aspetti che personalmente non mi interessano). Ad esempio, storicamente una funzione dei medium, non dichiarata, è di orientare le scelte: in questo senso, sicuramente internet è un medium di nicchia, anzi di nicchie. In generale, credo che nel giro dieci anni sarà l’unico medium (non parlo di soppiantare, ma di integrare, assorbire, completare gli altri: io confido molto nelle radio su internet, per esempio, parlando del presente)

  28. Caro Will(iam Nessuno, suppongo), che alberghi in qualche commento più sopra:
    io non detto affatto, mi scrivo le cose tutto da solo, e infatti la linea è piena di refusi.
    Che ognuno possa fare quel che vuole, è la ricchezza della rete; che non si possano esprimere opinioni, e si debba continuare a zappare a testa bassa il proprio orticello (melanzane e bietole, perlopiù), mi sembra invece una posizione pericolosa (e non ho scritto oscurantista, eh).
    Eppoi sì, il blog si fa e non si dice, la scrittura si scrive e non si de-scrive, detto, firmato e sottoscritto.
    Quanto però all’industriarsi per creare spazi e far sì che tutto ciò possa avvenire (che la scrittura si scriva, che il blog si faccia, e che ci sia possibilità per tutti di fruire dell’una e dell’altro), questo mi pare possa (e non ho scritto debba, eh) essere oggetto di confronto.

  29. Herzog. Ma se non stai facendo altro che dire (e scrivere) quello che secondo te si (può? adesso è diventato può?) fare sui blog e attorno ai blog!
    Tu hai attaccato gente che cercava solo di descrivere una situazione (e, come direbbe Milani, ti sei anche vantato), adesso dici/proponi quello che si dovrrebbe dire/fare, ma dici di non dire… Il problema è che occorrerebbe un minimo di coerenza nella vita, oppure, se uno cambia idea (è lecito, si sa, lo diceva anche Wilde, si sa), lo ammette: non finge di risottoscrivere.
    Invece a ma sa tanto che a te non vada l’idea di vedere/sentire ALTRI che esprimono le proprie opinioni, invece se le esprimi tu ecco le perle di genio che vanno considerate e discusse…
    Scusa, a me non piace e ho diritto dii fare il mio trenino virtuale, senza nemmeno nascondermi dietro il paravento semicolto del situazionismo.
    E’ così che funziona (secondo me).
    A’t’ Salüt.
    E ti ripeto: Just do it. Don’t talk about it.
    http://williamnessuno.splinder.com

  30. Massì, caro William, hai diritto a quel ti pare (quel trenino non ti è ancora andato giù, vero?)
    Guarda, cerco di metterla giù in termini piani:
    se raduno un accrocchio di persone in una Fiera, le divido in due – da una parte i Docenti, dall’altra i discenti, e in mezzo la Catredra, confine e simbolo – ecco che allora “dico” il blog, e secondo me (ma lo devo ribadire sempre, ad ogni riga, che parlo a titolo personale, e non mi riferisco a Verità Assolute? Non puoi darlo per assodato, cos’ facciamo prima?) questa è cosa non solo inutile – per metodo, strumento, situazione – ma addirittura dannosa.
    Se invece, in rete, dico che il blog può fare “questo” o “quello”, e propongo la discussione aprendola all’apporto di chiunque sia interessato, e senza che sia un’opinione più autorevole delle altre, ecco, allora il blog in quel modo lo sto “facendo”. Meta-blog, se vuoi.
    Questa è la via giusta, per metodo, strumento, situazione.
    (e poi, giusto perché sei tu: secondo me; secondo me; secondo me – ecco, te li lascio qui, usali pure quando ti pare opportuno)

  31. Guarda Herzog, il trenino è un aspetto secondario. Ma mi rendo conto che ti torni più comodo dire che me la sono presa. Quando l’hai fatto non stavo parlando io, tra l’altro.Ma La Pizia.
    E’ il sistena ipocrita. Il non coraggio di affrontare le persone direttamente faccia a faccia. Dato che avresti potuto farlo. Adesso, dopo il post per me questo tema è chiuso. Definitivamente.
    PS: come mai non trovo più quel tuo post del maggio 2004?

  32. Temo,ho il sospetto,che non basti la buona volontà e una manciata di “secondo me” per placare l’urlo di dolore da crisi di riggetto e l’ira(un po funesta,a dire il vero)di questa Onorata Società.L’unica cosa da fare,a parer mio,è far terminare ogni suo sospiro di natura intelligente col jingle della Warner Bros

  33. Sì, William, chiudiamolo qui, che con Eloisa l’abbiamo chiuso già da tempo con un sorriso.
    Tralascio gli altri apprezzamenti, son certo che l’obbligo della sintesi richiesta dal commento ti ha fatto dire cose che non pensavi.
    Quanto ai miei post, credo ci siano ancora tutti, mi stupirei del contrario.
    Per il resto, pace e bene.

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