INVECCHIARE DA PICCOLE

Sono stata a Siena, venerdì, per un bell’incontro organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti. Qui l’intervista con Deltanews, nella quale si riparla di bambine. E, a proposito di bambine, arriva la notizia dei cosmetici “anti-age” per scolarette delle elementari, già immortalate in gennaio su Vogue.
A proposito di modelli unici. A proposito di terrore per la vecchiaia. A proposito.

65 pensieri su “INVECCHIARE DA PICCOLE

  1. Si ma ansiose e preoccupate solo del lato fisico. Mi ricorda molto quanto diceva il prof. Della Seta a proposito delle madri delle ragazze anoressiche: tendenzialmente ansiose, ma SOLO in relazione ai problemi FISICI e completamente cieche rispetto alle difficoltà di altro genere e al disagio psichico (il libro si chiama Debellare il senso di colpa, ed. Marsilio).

  2. @Lipperini
    Eh, già, Mamme ansiose e preoccupate! Colpito e affondato.
    “ma sì, compriamoli, che vuoi che sia, costano poco, li hanno tutti e poi sono fatti anche bene”.
    Da boicottare.
    @Gianni Biondillo.
    L’abbiamo già iniziato ;-).
    Comunque sia ci vado cauta, anche con i messaggi contro il mainstream.
    Prima parlavo di lumi non a caso, sono un genitore abbastanza informato ma voglio evitare di fare più male che bene.

  3. Nell’intervista a Loredana si parla di quote rosa. Di provvedimenti cioè che servirebbero a ‘spostare’ i termini di una situazione concreta che per inerzia e potere altrimenti rimane così com’è. Anche le esperienze di altri paesi indicano che alcuni ‘suggerimenti’ aiutano l’installarsi di un immaginario diverso. Mi sembra però che questo sia un tema controverso, condizionato dalla legittima paura di una tendenza censoria o prescrittiva. Però se altrove la pluralità dei modelli si è affermata, e si è posto un qualche limite a ciò che è diretto all’infanzia (pubblicità, ecc.) tramite l’attivazione di provvedimenti in tutti i settori, marketing compreso, con ‘regole’ da seguire, con inviti espliciti a preferire e sottolineare la parità di genere – è possibile che da noi una comunità debba fare affidamento solo sulla presa di coscienza da parte dei singoli? In altre parole, cosa si può chiedere concretamente, quali soluzioni, se è il momento – ovvero dove sono le associazioni dei consumatori o chi per esse – e quanta è la fiducia che riponiamo in chi ci potrebbe rapprsentare (cominciando dal basso, si intende)?

  4. @Lipperini
    Domanda -Rispetto alle vicende di prostituzione venute alla luce recentemente, si è molto parlato di libertà di scelta.
    Risposta – Non è possibile parlare di libertà di scelta in questo caso. Si è liberi solo quando disponiamo di una pluralità di modelli, mentre qui siamo in presenza di un modello unico.
    Su questa cosa non solo non sono daccordo, ma ti chiederei di rifletterci. Il modello unico non esiste mai. Certo ce n’è uno che tende ad essere egemone (e bisognerebbe chiedersi come lo è diventato). E comunque non si può negare la libertà di scelta, riconducendo ogni comportamento a determinismo ambientale, e poi chiedere che si attivi la medesima per aderire a una pedagogia alternativa. E’ il vecchio paradosso del marxismo: se in ogni tempo le idee dominanti sono le idee della classe dominante e servono a perpetuarne il dominio, come mai il marxismo se ne sottrae?

  5. @andrea barbieri Sono d’accordo con te. Specifico che la differenza biologica a cui facevo riferimento era quella molto più evidente, comune, diciamo così. So bene che il discorso può farsi molto più complicato, e non volevo affatto semplificare. Tantomeno sarei in grado di spiegare ad altri.
    Tu stai prendendo in considerazione casi molto più specifici, che non sono la generalità. Quando dico che la differenza mi è chiara dico che la vedo, senza volerla definire netta. Mi correggo.

  6. Interessante il rovesciamento perpretato da Alessandro Meluzzi su Sussidiario.
    La critica agli stereotipi di genere non è altro che un subdolo modo di piazzare un modello se non proprio dominante “ormai diffuso, soprattutto a livello pubblicitario, della donna mascolinizzata e dell’uomo effeminato” (?!). E questo avviene per molte altre questioni con lo scopo di massificare e omologare le persone, ridurre tutto a una melassa anestetizzata.
    E perchè avviene tutto questo. La risposta è da copione:
    ” Si tratta di un retaggio ideologico che ha un’opinione positivista e illuminista dell’uomo unita all’idea neoromantica del futuro. È un atteggiamento che contiene dei nuclei di utopia della ragione e in definitiva è una delle ultime evoluzioni del giacobinismo in salsa pseudoprogressista”.
    .
    Copio da Wikipedia: Alessandro Meluzzi “È spesso, nella veste di psichiatra, ospite ed opinionista nella trasmissione televisiva ‘L’Italia sul 2’ e in diversi programmi sulle reti Mediaset, tra cui: Pomeriggio Cinque, Domenica Cinque, Mattino Cinque, Matrix. Nel maggio 2009 ha ricoperto il ruolo di esperto psicologo durante la trasmissione televisiva ‘Cupido’, andata in onda su Italia1, e di criminologo in ‘Real C.S.I.’.
    È portavoce della Comunità Incontro e del suo fondatore don Gelmini”.
    .
    E questo per dire che è la scuola di Stato ad ‘inculcare’.
    Scusate l’O.T.

  7. @Valeria
    Infatti, non mi sono meravigliata nel vedere che si trattava di Meluzzi, l’onnipresente, molte volte ex, di diversi partiti politici, se non ricordo male.
    E con la sua laurea, per molti spettatori, in tv acquista la sua bella fetta di credibilità.

  8. spero che in un futuro prossimo (adesso è semplicemente impensabile) intervenga un qualche provvedimento per vietare tout court le pubblicità rivolte ai bambini.. e se ciò non sarà possibile, vietare almeno le pubblicità sessiste per bambini, orrende, orripilanti, patetiche, discriminanti, abominevoli (aiutatemi, non ho più aggettivi) nella loro trita e ritrita retorica bimbi/guerrieri o geni, bambine/massaie od ochette… e se proprio non si potrà far nulla, smettiamo di lasciare i nostri piccini di fronte alla televisione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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