LA SUPERMAMMA E I NAZISKIN

Si vede che sono tornati tutti dalle vacanze.

Questa mattina riprendo il solito posto in fondo al vagone, semischiacciata sulla porta comunicante, e comincio a leggere le cronache sul pestaggio di Verona. Cerco invano il particolare dei dreadlocks (così mi ha raccontato un amico via mail: altro che sigaretta negata, sembra che il ragazzo ridotto in fin di vita fosse stato identificato subito, a causa dei capelli, come bersaglio: nessuna rissa, ma la ricerca di una preda denunciata come “ostile” dal suo aspetto). Poi mi sento tirare per la manica.

E’ la Supermamma.

La conosco da una decina d’anni, perché per una serie di coincidenze la primogenita ha condiviso materne, elementari e medie con sua figlia. La Supermamma, peraltro, è indimenticabile: non fosse altro perché subito dopo il “ciao” (che in certi casi di irrefrenabile esaltazione viene tralasciato) elenca i favolosi riconoscimenti toccati alla progenie: una medaglia sportiva, una pagella stellare, un taglio di capelli da copertina, un paio di fidanzati che neanche Elisa di Rivombrosa.

Ecco, stamattina non sono dell’umore giusto: come sempre quando riemergo da un tour de force di scrivi-e-consegna, devo affrontare i solito arretrati. Nello zaino un saggio sui videogames si schiaccia contro un paio di graphic novel (una sulla seconda guerra mondiale, una sul 68) e un mystery svedese ambientato nell’Unione Sovietica anni Cinquanta.

E il tempo è grigio, per giunta.

Faccio comunque un bel respiro e ascolto i resoconti della Supermamma continuando a sbirciare gli articoli su Verona. (Il credo naziskin è infatti – secondo gli esperti dell’intelligence – una sorta di sottocultura violenta, teppistica, xenofoba, razzista e antisemita, che si manifesta in scala crescente, dalla strada al quartiere, fino alla curva dello stadio. E trova proseliti soprattutto fra le “fasce di giovani culturalmente meno preparate che eleggono a loro passatempo preferito del sabato sera il boot party”, come vengono sarcasticamente chiamate le aggressioni fini a se stesse) e augurandomi che la sua fermata arrivi presto salvandomi dalla domanda fatale che segue, invariabilmente, il suo monologo.

“E i tuoi?”

Questa mattina non ho molta voglia di raccontare del secondogenito cosplayer e del remake del Time warp che la primogenita sta preparando. Ma stavolta la domanda non arriva: la Supermamma sbircia la prima pagina del quotidiano e picchietta con l’unghia smaltata sopra il titolo. “Queste cose – sentenzia – non succederebbero se ci fossero meno stranieri a casa nostra”. Quali cose? L’aggressione di Verona? Che cosa c’entra?

Ricordo. Giusto ieri sera. La primogenita che pesta sui tasti per controbattere (“i delitti dei rumeni sono il cinque per cento del totale, DEMENTE”) ad un vicino di netlog che scriveva “xchè certi se lo meritano il pestaggio xchè difendono questi che sono in Italia a rubarci il lavoro e a fare i delinquenti”.

Riesco a formulare solo la prima domanda: la Supermamma è arrivata a destinazione e mi fa ciao con la manina affusolata.

 

Ps.Nel 2001, un’indagine condotta su 865 madri con almeno un figlio fra i 6 e 14 anni, esplicitò il desiderio di figli capolavoro, destinati ad una vita di successo e ricchezza. Due su tre erano convinte che il proprio figlio fosse “più sveglio dei bambini della sua età”.  Oltre il cinquanta per cento augurava ai figli il successo più della felicità.

18 pensieri su “LA SUPERMAMMA E I NAZISKIN

  1. perché le supermamme devono essere sempre superconvinte?
    quando sarò una superfliglia canterò le lodi dei miei vecchi.
    e spero che non vengano mai a saperlo. altrimenti mi pesterebbero dialetticamente per aver rotto la sottile linea del rispetto, della geodedica dei comportamenti pubblici e della misura del sé. mah.
    esiste la supersobrietà, il superunderstatement oppure sono come soluzioni che a un certo putno si saturano?
    ehi lipperatura sabato pomeriggio ho ascoltato la cavarero a reggio emilia per un festival su corpo e fotografia… e a un certo punto tira fuori dal cappello argomentativo la jane austen, tessendone le lodi e descrivendo allegra “sa manniere” di fermarsi sempre un attimo prima della soglia della camera da letto.
    the austen effect.
    chi

  2. Quando cominciai a drogarmi, l’ambiente era piuttosto selezionato e alcuni nomi conosciuti, questo mi consentì un periodo di impunità piuttosto lungo, non c’è come il successo del figlio in società per rendere serena una mamma.
    Per fortuna, nel mio caso, non era solo così e quando le cose precipitarono si riuscì ad affrontarle e ad uscirne decentemente, non bisogna dimenticare le capacità di riscatto di certe madri, e cosa ancora più incredibile di certi padri.
    Ma di fronte a certe descrizioni la mia speranza, fondata sull’esperienza, viene meno, ho letto che il costituito naziskin, che con questo gesto spera evidentemente lo sconto di pena, è figlio di una famiglia benestante e che frequenta il liceo classico, non un bullo di periferia degradata, direi più il figlio di una supermamma.

  3. Ma io pure voglio essere superconinta – solo non de minchiate ecco! (questo era per chi:) Per il resto, si è un episodio abbastanza desolante. E ora, con questo nuovo assetto politoc, fioccheranno fioccheranno fioccheranno mamme e babbi per ogni dove, pieni di saggezza.

  4. Sapessi quante supermamme ci sono nel mondo della Scuola. Mamme che sanno tutto. Che sanno di Didattica. Che sanno diStoria. Di Geografia. Di Arte. Di disegno. Mmme che ti dicoo come e cosa fare. Che non chiedono, pretendono.
    Ecco l’italia delle supermamme.
    Se ogni tanto stessero anche superzitte, sarebbe meglio!

  5. cara Loredana, anch’io ho una supermamma alle costole, non c’è nulla da fare tranne aspettare, prima o poi si dimensionano tutte…
    un saluto
    Elisabetta

  6. a Torino, in piazza vittorio, sotto casa del sindaco Chiamparino, vicino all’ università (facoltà umanistiche), a 2 passi dai locali dei Murazzi – dove sulla costola di un vecchio locale di musica live sono nati gran parte dei locali dell “movida” torinese, come la chiamano i giornali- sono stati aggrediti i vigili urbani perchè facevano le multe per i divieti di sosta. Meno ghiotta della notizia di Verona e per fortuna meno tragica. Sono giovani che non hanno dimestichezza con le forze dell’ ordine? che non avevano capito che la tolleranza x i comportamenti giovanili può avere un limite che, se infranto, può essere sanzionato? avranno tutti delle supermamme? attenzione a fare collage sociali impropri. i comportamenti criminali sono tali. Vanno sanzionati e basta. con proporzionalità, ma senza tolleranza. Aggredire le forze dell’ ordine è intollerabile, e il comportamento di “protezione collettiva” verso il multato da parte di qualche decina di altri ragazzi è confrontabile solo con quello dei “parenti” dei camorristi che vengono sottratti all’ arresto nei vicoli di Napoli. E, come fenomeno sociale, è quasi più preoccupante (anche se è inutile o -peggio-dannoso fare graduatorie): è nuovo, ma in ascesa, non è facilmente ascrivibile a estremismi politici, è socialmente più “accettato”. Non ho simpatia x le supermamme, ma non c’ è legame tra naziskin e supermamme, come non c’è tra aggressori di vigili urbani e mamme non super. Le ambizioni dei genitori x i figli, magari smodate o enunciate in modo petulante, possono appartenere ad una tipologia sociale (ma non è un pò sociologia da metropolitana?) non apprezzabile, ma non hanno un rapporto di causa effetto nè coi naziskin nè con chi aggredisce i vigili urbani. le tipologie sociali si discutono e si criticano, i delinquenti si arrestano e condannano.

  7. Non c’è nulla, o quasi, di così pericoloso e ingiusto come scaricare sui figli
    (da parte di madri che non sono riuscite a vivere con passione, con curiosità, con allegria)l ‘onore/onere della propria personale gratificazione.
    E’ facile cadere nella trappola: dalle aspettative, umanissime, e fino dal momento del concepimento, su un bambino fantasticato non è difficile arrivare poi alla pretesa che le aspettative si avverino, tutte, per confermarci nella nostra dimensione di supermamme.
    Quale donna pensa che suo figlio, crescendo, possa diventare un picchiatore del sabato sera, un ladro, uno spacciatore e via dicendo? Eppure..
    Tante, troppe le variabili in gioco: la caratterialità, l’ambiente, l’educazione, il gruppo di appartenenza, la società. O, a volte, la diversità di chi sembra capitato per caso nella covata, come il brutto anatroccolo, che non sempre diventa splendido cigno.
    Se le madri si trovassero accanto un compagno con cui condividere il peso delle scelte educative, combinerebbero meno guai, forse.
    Se non fossero sole, in città alienanti..
    Se fossero meno superficiali, più attente a cogliere i segnali di pericolo.
    Se,se. Non pensate mai che alle donne, madri soprattutto, si stia chiedendo tanto, forse troppo, nella società in cui viviamo?

  8. Quello che racconti è allarmante davvero. Anche quando non centrano gli stranieri centrano… E il fenomeno delle supermamme… Ci si scherza sopra, ma io penso ai loro figli a cui chiedono chiedono e chiedono recidendo quel legame che ogni essere umano dovrebbe avere con la propria fragilità, con la possibilità di essere, ma anche di non essere… Sono i loro figli vermente da non invidiare. Giulia

  9. Sì, sì, le super mamme si preoccupano più delle medaglie e delle super pagelle dei figli, che di insegnare a questi super figli un pò di educazione, e non dico solo la buona educazione…
    E non sono nemmeno una vecchia bigotta, ho trent’anni…

  10. Poi ci chiediamo perchè i ragazzi di oggi vogliono diventare tutti veline o calciatori… non è la perdita di valori, non è la società, è l’educazione che ricevono in casa.

  11. E’ bello, caro michele, che qualcuno abbia certezze così adamantine su cosa è il bene e cosa il male, su chi sono i delinquenti e chi le forze dell’ordine, chi le guardie e chi i ladri, su quanto ogni essere umano è responsabile di ciò che è e ciò che fa.
    Su quest’ultimo punto posso essere d’accordo, ma fino a un certo punto; che qualcuno meni i vigili perchè danno le multe per divieto di sosta è uno scandalo, come è uno scandalo che si diano (leggi; vendano) licenze per locali a piene mani saturando il centro storico, rendendo la vita impossibile ai residenti e non ci sia il minimo intervento urbanistico per rendere fruibile con più ordine questa profumata ed esotica notte torinese.
    E poi dicono che i torinesi vivono tappati in casa.
    Paragonare le due cose, i giovani debosciati e i nazizkin è da supermamma, da super coscienza civica, da “ci sono dei limiti!”, è molto torinese, ma purtroppo è un punto di vista assai superficiale anche se si premura di evidenziare i limiti formali di uno psicosproloquio (come lo chiamerebbe Verdiglione) che aveva la leggerezza e il filo tagliente dell’ironia su se stessi prima che sugli altri.
    non hai vinto ritenta.

  12. Lipperini,
    se davvero il cinque per cento del totale dei delitti commessi in Italia e’ ad opera di rumeni, dato che certamente il numero degli immigrati provenienti da quella nazione e’ molto minore del cinque per cento della totale popolazione che vive in Italia, tua figlia sta in effetti sottolineando che le persone di quella nazionalita’ sono sensibilmente piu’ pericolose della media (anche se non credo che quello sia il suo intento).
    O mi sbaglio?

  13. Cara Loredana, come si intitolano le 2 graphic novel che stai leggendo? Mi incuriosiscono molto. Grazie, ciao 🙂 silvia

  14. E’ bello, caro mario, che ci sia chi le certezze non le ha: chissà se è male o no aggredire e picchiare a Verona (persino un pò musicale)? se è accettabile che si assaltino i vigili urbani, visto che una cattiva amministrazione rilascia troppe licenze x locali pubblici ? a proposito, a verona sono poche o anche lì la vita impossibile dei residenti nel centro storico e l’ assenza di minimi interventi urbanistici capaci di rendere più fruibile l’ esotica notte veronese spiegano qualcosa?
    Ma davvero è un eccesso da supercoscienza supertorinese (in questo nulla di male spero, se no ci scappa l’ accusa di razzismo -:)) fare osservazioni un pò banali (superficiali) su quelli che, semplicemente, sono fatti criminali? io non paragono le 2 cose mi limito a constatarne le somiglianze: sono 2 reati, sono 2 atti violenti, sono 2 aggressioni, sono entrambe gravi e ingiustificabili. con conseguenze diverse (probabilmente non premeditatamente diverse, però). E nulla hanno a che fare, entrambi, con le supermamme. ”
    cmq … cosa si vinceva?

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