Questa mail è arrivata alla redazione di Fahrenheit, ed era indirizzata anche a molte redazioni di giornali. Leggetela, anche se è lunga. Fa capire molto bene cosa succede a chi si trova a dover ricostruire una casa.
Salve,
mi chiamo Stefano Leonangeli e scrivo da Tolentino, area del cratere, anno secondo di una lunghissima schiera di anni a venire.
Avvertenza: il testo è molto lungo, lo so. Ma non sopporto più chi parla per slogans. Non sopporto più chi è incapace di argomentare una discussione. Non sopporto più chi pretende di capire senza conoscere i fatti. Non sopporto più chi si ferma ai titoli e dice di aver capito tutto. Non sopporto più chi mente sapendo di mentire. Non sopporto più di essere preso in giro da incapaci (tecnicamente ‘deficienti’).
Mi scuso per gli eventuali errori dovuti a incazzatura dura e pura.
-Atto primo
Il 30 di ottobre del 2016 casa mia viene scossa in maniera troppo violenta dalle forze ctonie: fuori tutti e casa inagibile. Di mestiere faccio l’architetto, per quanto questa società me ne concede: pertanto preparo il progetto di recupero e ripristino. A giugno del 2017 finalmente si intravede qualche lume sulla procedura, lume sfocato, mosso, incerto e contraddittorio. Casa mia ha un livello operativo di danno L3, ma ho un dubbio atroce. A settembre riesco ad entrare nella bolgia del nuovo provvisorio Ufficio Speciale Ricostruzione di Macerata. Spiego la situazione e il dubbio si concretizza: per come (e quando) è stata realizzata casa mia devo demolire tutto, perché non posso ottenere il miglioramento sismico richiesto dalla normativa. Sottolineo che il livello operativo L3 non prevede il rimborso per la demolizione.
–Atto secondo
Nel frattempo la cosa, la ricostruzione, quella leggera e men che meno quella pesante, non parte, perché? Io non ho partecipato all’assalto alla diligenza per gli incarichi pubblici e privati, non mi interessa. Ho casa mia da ricostruire e quella di un mio amico, stessa situazione, demolizione e ricostruzione (ma lui almeno è L4 e la demolizione gliela rimborsano). Pertanto il fatto che sia tutto bloccato e non si veda in giro un cantiere che sia uno dopo un anno, mi fa sorgere qualche sospetto. In giro colleghi mi parlano di blocco totale poiché la cosiddetta doppia conformità dell’immobile interessato dal sisma e richiesta per il contributo è praticamente impossibile. Per doppia conformità si intende che l’immobile nello stato attuale debba essere conforme ai progetti depositati negli uffici comunali e successive varianti, sia per quello che riguarda l’aspetto urbanistico, forma, volumetria, interni, esterni. ecc, sia per quello strutturale. Stavo tranquillo perché a casa mia è sempre stato tutto a posto.
–Atto terzo
A febbraio del 2018 recupero i varii progetti di casa, così per scrupolo di documentazione e per facilitare l’istruttoria della pratica (quando sarà ora di presentarla), realizzata tra il 1957 ed il 1963 e… sorpresa: a parte la spartanità progettuale utilizzata dai varii geometri succedutisi nella progettazione e realizzazione di casa mia, ma, ecché cavolo! nei progetti manca sempre la soffitta! Ma se c’è sempre stata la soffitta! Come è possibile!? Chiedo a mio zio, quasi novantenne, l’ultimo dei committenti a cui chiedere, e cade dalle nuvole…
Ma allora vuoi vedere che…
Ipotizzo, ma sono certo sia stato così: mia nonna (terza elementare, due guerre mondiali, la fame, ma riesce a tirare su la sua famiglia facendo salti mortali), i miei zii (modellisti meccanici) e mia madre (operaia in tipografia), mio padre (operaio in fornace) sono gli attori committenti all’epoca della costruzione di casa mia, completata con più riprese, coi risparmi di una vita volta volta cumulati e stornati da altre esigenze: la casa prima di tutto. Si affidano ai tecnici sulla piazza, e… “ma si può fare la soffitta, che serve sempre?” e il tecnico di fiducia “certo, poi si accatasta tutto ed è tutto a posto!”. È andata così, sono sicuro. Non credo proprio che i miei fossero ferrati in regolamenti edilizi e legislazioni urbanistiche, altrimenti non avrebbero chiamato il ‘geometra’, appunto il tecnico di fiducia, lui sì che sa le cose, è il mestiere suo, e poi anche allora, i geometri, facevano quasi tutto loro.
-Una appendice
Nel 1985 il solito geometra – non lo stesso di sopra – gira per casa, perché, dice, deve mettere a posto catastalmente tutta casa “adesso sì che è tutto a posto!” mi dice. All’epoca ero fresco di laurea ma ricordavo che il mio professore di estimo, chiaramente, a lezione ci disse che il catasto non ha nessun valore legale, e quindi tutto a posto perché, che manca? Aggiunse pure scafato, il geometra, “… adesso c’è il condono edilizio, vedrai che troverai un sacco di lavoro, come architetto…”. Ma il ‘tutto a posto’ che recitava come un mantra a che si riferiva?
-Sugli uffici tecnici comunali: il mito che una volta era meglio è una fesseria
I varii progetti di casa che ho recuperato presentano un livello di sciatteria che non credevo si potesse raggiungere, né di poter incontrare in trenta e più anni di lavoro. A parte la storia della soffitta fantasma ma reale (accatastata ma inesistente sui progetti depositati), verifico che l’ufficio tecnico comunale di allora ha rilasciato comunque le licenze edilizie per le varie costruzioni, ampliamenti sopraelevazioni, e casa mia è fatta e finita. Però mi chiedo se abbiano mai visto i varii disegni presentati, stiracchiati ed asfittici, poiché anche un cieco avrebbe comunque constato l’incongruenza tra piante e prospetti (finestre e terrazzi che vanno e vengono nella stessa tavola), misure ridotte al minimo, alle volte di fantasia e dove servono non ci sono, inesistenza dello stato di fatto (e mi chiedo su quali numeri i varii geometri abbiano progettato la volumetria di casa mia, ovviamente il calcolo non c’è), una parete, in realtà contro terra, che presenta due gigantesche finestre (il terreno è alto più di quattro metri e anche volendo bisognerebbe essere talpe per forarlo ed aprire queste due finestrone, che si affaccerebbero comunque sottoterra). Ed altri numeri di arte varia. Pertanto mi ripeto: i mitici uffici tecnici ‘di una volta’ che facevano? Questo era l’andazzo generale? Alla luce della mia esperienza, ora, dico di sì, l’approssimazione e la sciatteria al potere, perché nella retorica di allora c’era da ricostruire una nazione, e quindi che fai, controlli?
Poi si vedrà, ci penserà il tempo e col tempo ci si penserà.
-Sugli uffici tecnici comunali: tempi moderni
Mi è capitato di presentare diversi progetti per casa mia, nei decenni, così com’è sempre stata e mai che mi sia stato detto: “Fermi tutti! Non è conforme!”. Almeno da dopo il 2001, anno di ingresso del raffazzonato Testo Unico di Edilizia, il problema della conformità urbanistica era stato sollevato. Però da noi, come nel resto della Repubblica credo, si è cominciato a controllare nelle richieste delle varie pratiche edilizie relative ad interventi sugli edifici esistenti la conformità dello stato di fatto con i progetti originari di venti, trenta, quaranta anni prima solo a partire dalla crisi edilizia, più o meno dal 2010. Le pratiche di nuove costruzioni sono ridotte al lumicino, e quindi c’è tempo e personale per svolgere questo lavoro. Ma io anche nel 2012 ho presentato un progetto per casa mia con tanto di piante, sezioni e prospetti, misure e foto, appunto così com’è sempre stata, con la soffitta fantasma, finestre e terrazzi dove sono sempre stati, e le misure vere, eppure nessuno dell’ufficio mi ha detto “Mani in alto: questo è un reato, si arrenda!”
-Sul concetto di abuso edilizio
Scoperto tutto ciò mi sono fatto una cultura, si fa per dire, sugli abusi edilizi: ovviamente avrei dovuto sapere già tutto, da ‘tecnico’ appunto. Ma a casa mia è tutto a posto, perché avrei dovuto?, ci sono stati un paio di condoni edilizi ma non ho corso dietro all’ennesima diligenza, e casa mia stava a posto, altrimenti qualche altro geometra (non quello di sopra, perché per lui stava già tutto a posto) ci avrebbe pensato. E pure i miei sapevano che era tutto a posto, e quindi di cosa preoccuparsi?
Ora sul concetto di abuso edilizio: in Italia se sei uno stupratore di minorenni, un corruttore di giudici, un grandissimo evasore fiscale, un bancarottiere fraudolento, niente paura, c’è la prescrizione. In edilizia no: i tempi per la prescrizione scattano non da quando il reato è commesso, nel caso mio nel 1963, ma quando questo viene scoperto per autodenuncia, cioè presentando una qualsiasi pratica edilizia e l’ufficio constata che non c’è la conformità urbanistica tra lo stato di fatto presentato e i progetti originari dell’immobile. Certo potrei sempre addurre che non se ne sono mai accorti prima e quindi sono cavoli loro, ed invece no, rimangono cavoli miei, e grossi pure. Gli abusi sanabili con sanzione amministrativa (paghi una multa e via) sono quelli relativi a opere interne (artt 36 e 37 del T.U.). Quelli più seri (a parte chi si è fatto casa tutto in nero, ma qui non siamo sul Monte Pellegrino sopra Palermo, o al Villaggio Coppola, o nel profondo Nord-Est, o magari a Ischia) riguardano in soldoni gli aumenti di volumetria di soffitte, scantinati, bagni esterni come bertesche medioevali, e qualche altra amenità. E a fronte di tutto ciò, dopo la multa, scatta il penale (art 34 e art 44 sempre del T.U. tanto per capirsi). Che succede in tribunale? Che aspetti almeno quattro anni (se i magistrati sono solerti ed applicano la legge ex Cirielli), oppure cinque, e poi c’è l’atto giuridico della prescrizione. Che qualcuno deve fisicamente scrivere. Ovviamente questa tempistica è puramente virtuale: non esiste che il tribunale di Macerata si periti a impegnare personale per sbrigare una rogna amministrativa fatta solo di carta. Pertanto nel caso mio, certificata la prescrizione (e quindi mio zio non va in prigione) posso poi presentare finalmente la pratica ed avviare l’iter di ricostruzione di casa.
Nel frattempo io sono invecchiato, e sono morto.
E così si risparmiano un sacco di soldi pubblici, ovviamente.
-Scappatoie
Funzionari comunali mi hanno consigliato di inventarmi scappatoie grafiche, per far sparire almeno la soffitta: ma come faccio? E poi è una emerita presa per il culo o no? (certo detto nell’italietta nostra fa ridere abbastanza, però…). Ma le foto dello stato attuale che faccio, non le metto? Ed inoltre un ‘consiglio’ del genere (a parte il falso in atto pubblico, ma tanto demolisco… e se estraggono la pratica e la verificano?), dato a voce, come si dice, verba volant: chi mi assicura che, seguendolo, poi non ho rogne anche più grosse (il di cui sopra)?
-Sui notai
Nel frattempo si sono detto: adesso acchiappo il notaio che ha fatto l’atto di successione per casa mia e gli faccio un mazzo tanto.
Alcune settimane fa mi è capitato di leggere su un sito una nota esplicativa dell’Associazione nazionale dei Notai o chi per loro. La traduzione in italiano di quello che c’era scritto è questa: sia nelle successioni che nelle compravendite tra privati la conformità che il notaio verifica è esclusivamente legata al valore fiscale dell’oggetto in vendita e quindi alla sua conformità rispetto la documentazione catastale: pertanto non si parla di conformità urbanistica. E quindi loro se ne lavano elegantemente le mani. Domando a chi sa e possa smentirmi: è vero quello che ho letto? Ma mi pare che nel Testo Unico di Edilizia si dicesse cosa diversa, quanto meno per gli edifici costruiti dopo il 1985. E quelli prima sono figli di nessuno? Il solerte ‘legislatore’ mi spiegherà che c’è stato il condono edilizio, appunto nel 1985, e quindi… Ma nel mio caso (come penso e temo tanti altri qui da noi e nel resto del paese) perché i miei avrebbero dovuto fare un condono edilizio quando loro sapevano, con tanto di faccia tecnica dei varii geometri succedutisi per casa mia, che era tutto a posto? Il condono del 1985 lo hanno fatto tutti quelli che sapevano di aver fatto un abuso edilizio, ci avevano provato, insomma e gli è andata benissimo. I miei sapevano che era tutto a posto… se fossero stati a conoscenza del problema avrebbero approfittato anche loro, no? In Italia è meglio operare illegalmente, scientemente, ché per gli abusi poi, appunto, un condono per gli amici c’è sempre.
Ma possibile che il mio caso sia unico?
-Ancora scappatoie
Pare proprio invece che questo tipo di problema non riguardi solo me, ma che tutta la macchina della ricostruzione sia ferma proprio per il grattacapo delle conformità richieste. Si sperava nel buon senso degli amministratori nazionali e locali che fino ad oggi hanno gestito la situazione: ma è stata una illusione assoluta. Nessuno certamente se ne meraviglia, visto il clima politico e la fauna che ha girato e gira intorno al sisma e ai fatti successivi ad esso relativi, tanti soldi, tanti cappelli in divisa, tanti interessi, è arrivata pure la mafia, mi dicono. Nessuno se ne meraviglia, o almeno io non me ne meraviglio, sentiti i varii proclami, trombonaggini, parole in libertà, promesse da marinaio fatti da una intera classe politica nazionale, regionale e locale, che ha fatto passerella da queste parti fino a qualche mese fa: faceva specie vedere queste persone, col caschetto giallo in testa, fare la faccia seria e pensosa, tanti lacchè e guardaspalle al seguito, tanti ‘esperti’ a tentare di acciuffare incarichi pubblici e privati, tanti portaborse a sgomitare per entrare nel giro.
Comunque da noi, per tentare di superare l’ostacolo ‘conformità’ si sono inventati l’applicazione del Piano Casa, cioè le volumetrie in eccesso me le lavoro facendo una pratica fittizia di ampliamento dell’immobile ai sensi del Piano Casa, poi ripresento il tutto et voilà, tutto a posto. A parte che il Piano Casa non si applica nei centri storici, e casa mia è in centro storico, ma qualche giurista mi può spiegare come sia possibile applicare surrettiziamente una legge, la nostra regionale è del 2009, appunto il Piano Casa, ad un immobile costruito che so negli anni ’60, e magari faccio finta che realizzo la cantina, o il garage, o una mansarda, appunto già bell’e costruiti mezzo secolo fa, e le foto dello stato attuale che faccio, non le metto? la pratica strutturale con la nuova normativa me la invento? Mi pare un tantino anticostituzionale: ma l’italietta è la patria dell’interpretazione delle norme, si sa (per gli ‘amici’ la norma la si interpreta, per i ‘nemici’ la si applica alla lettera).
-Scenari possibili
Io speravo che la situazione potesse essere sbloccata col buon senso con la conversione in legge dell’ultimo decreto, quello approvato venerdì al senato, tra mille tripudi, strette di mano, ed applausi a scena aperta (unanimità, 98 astenuti). Ovviamente il parlamentare medio non sa di cosa si parla, non sa cosa vota, ma sa che sta lì, protetto, sicuro, inamovibile. Pertanto i contenuti del decreto sono stati discussi nelle varie commissioni. Ho in parte seguito l’iter del provvedimento quando un mio collega, molto al dentro alla materia, mi ha detto che un emendamento presentato da varie associazioni (ANCI, Legambiente, Symbola, ecc) andava incontro proprio ai casi come il mio: in parole semplici, per come me lo ha descritto, sarebbe sparito il penale, le parti abusive non sarebbero state ovviamente conteggiate nella volumetria per la ricostruzione, paghi una multa salata ma la sanatoria riesci a farla amministrativamente e puoi andare avanti con la pratica della ricostruzione. Invece è stato cassato, e mi dicono che i più accaniti contrari siano stati i 5 Stelle. Complimenti, ove si dimostra che ci sono uomini e caporali, e loro, appunto, sono i nuovi caporali. E pure complimenti a quelli della Lega, che volevano rovesciare il mondo, e far partire come un treno la ricostruzione, loro sono quelli che fanno. Fanno pena, come gli altri, pena e basta. Presumo probabili scambi politici – immigrazione o legittima difesa o che altro scemario politicante contro terremoto, abusivismo edilizio, Ischia che incombe (e lì sì che l’abusivismo impazza sotto gli occhi di tutti) e di cui non si parla più. Comunque sia, ecco palesata l’ennesima classe politica che parla becera e caciarona di cose di cui non conosce un tubo. L’importante è fare la voce grossa. Certo pure è che di terremoto non se ne parla più: e quindi si può fare a chi abbaia più forte (no agli abusi edilizi!!). Mi rivolgo a qualche 5 Stelle che non stia già con la testa in vacanza e che ha vissuto la vicenda del decreto (gli altri, ovviamente, non sanno nemmeno di cosa parlo), o magari, terremotato, che sia nella mia situazione: ma vi siete chiesti perché la ricostruzione non parte? Con quale conoscenza dei fatti e della situazione dell’area del cratere avete fatto i duri e puri? Certo la pelle mia e di quelli in questa condizione a voi frega ben poco, freschi di nomina, smaglianti, finalmente autoritari (ma senza autorevolezza). Per quanto riguarda il sindaco di Visso, nuovo senatore leghista, l’unica faccia a me nota in questo panorama penoso, non so che possa pensare: ma da bravo neo senatore della repubblica presumo che si stia coltivando l’orticello per una vecchiaia futura da piccolo feudatario locale, curando la clientela, come un patronus romano.
Stendo un velo pietoso sugli exultet delle opposizioni, primo tra tutti l’attuale commissario per la ricostruzione, che dalle sue dichiarazioni dimostra appunto di non conoscere nulla del perché la ricostruzione non parta (ricordo ancora il suo progetto di sanatoria per i “micro abusi chirurgici”, per lei i problemi sono quelli, ora li ha risolti, felice e giuliva).
Nella conversione in legge del decreto, tra le tante cose le più disparate per il terremoto, quella che riguardava lo sblocco della situazione per la ricostruzione, e quindi il tema conformità, abusi edilizi (o supposti tali), insomma provare a far partire la macchina – macchina di per sé già farraginosa, con rendite di posizione e cappelli politici da ogni parte – viene risolto con l’articolo 1-sexies. L’ho letto tre volte, e alla fine mi sono chiesto: ma questi dove vivono? Ed inoltre, ma chi li ha votati questi personaggi? Ed ancora, possibile che mi devono capitare disgrazie così, e pure questi legislatori tra esse, e a loro niente? Perché, che ho fatto di male?
In pratica questo articolo della legge, per quello che ho capito nella scrittura fatta all’italiana, cioè meno si capisce, meglio è, poi si interpreta, sana gli abusi che si possono fare con le manutenzioni straordinarie (con una SCIA), anche strutturali, anche aumenti di volumetria (fino al 5% del totale), oltre a certificazioni, autocertificazioni, e carte ulteriori. Mi devono però spiegare come faccio a fare un aumento di volumetria con una pratica di manutenzione straordinaria: scavo sottoterra? oppure sposto una facciata di casa per allargare il bagno (sempre sotto il 5% della volumetria)? Non mi viene in mente altro.
Mentre a voler essere precisi il comma 6, là dove si richiamano le pratiche di condono edilizio già presentate non evase, ai sensi del condono del 1985, mi fanno pensare ad Ischia, ma Ischia non è nell’elenco dei comuni del cratere, e quindi a che serve? Presumo una ‘svista’ dei solerti.
Scenario possibile: passo in clandestinità e comincio ad ammazzarli, uno ad uno. Però rischierei di creare tanti santi martiri, e inutili (almeno Ser/San Ciappelletto, da santo aveva le palle ed un grande passato alle spalle).
Aspetto un prossimo decreto: ma da queste persone non ci si può aspettare niente, assolutamente niente di buono.
Appena posso scappo via da questa gabbia di somari ignoranti, che spocchiosi credono di sapere, credono di essere qualcuno, solo perché si sono messi un cappello sulla testa, da caporali appunto.
Oppure chiamo Godzilla: che se li mangi e distrugga tutto.
Forse è meglio.
Stefano Leonangeli
Ho casa inagibile e sono sfollato, ma a me è andata d’oro proprio perché tutto il condonabile fu condonato nel famoso 1985… e dopo non ci fu altro. Eppure, malgrado tutte le conformità del mondo, nulla è ancora partito. Si parla di Ottobre, sarà vero?
Di certo da queste parti ci sono solo i turisti mordi-e-fuggi, i piani regionali su piste ciclabili rutilanti e poli culturali vari, l’incazzatura e la rassegnazione di una intera popolazione che aveva visto nella novella classe politica gialloverde la panacea di tutti i mali ma che, finora, è riuscita solo a emulare in peggio chi li ha preceduti spianando loro la strada della carriera politica.
Sì, è davvero la prima volta che da queste parti fa più danni e più morti la “ricostruzione” del terremoto!