MA GUARDA, UN'EMERGENZA

D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza, ha scritto una lettera aperta. Qualcuno l’ha letta? Mi auguro di sì, perché appunto in tempi in cui le femministe sono latitanti blablabla, ho la sensazione che atti e documenti e azioni vengano ignorate. Dunque esiste una lettera, indirizzata al sensibile presidente del consiglio e a Ermenegilda Siniscalchi, a capo del dipartimento Pari Opportunità, dove si dice chiaro e tondo che le politiche contro i femminicidi non sono soddisfacenti.
In particolare:

“Ci preoccupa l’approccio securitario e di emergenza emerso in particolare dal tavolo Codice Rosa. È necessaria, invece, una metodologia progettuale ed integrata tra tutti i servizi e le agenzie, che permetta alle donne vittime di violenza la massima libertà di scelta sul percorso da intraprendere e consideri prioritaria la loro protezione e quella dei minori coinvolti, non disgiunta dalla costruzione del loro nuovo progetto di vita.

Dai documenti espressi dai tavoli di lavoro interministeriali emerge anche l’alto rischio della burocratizzazione del sistema di intervento, focalizzato su una filiera di servizi che perde di vista l’obiettivo primario di rispondere ai bisogni e alle richieste delle donne e dei minori vittime di violenza e in cui i centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne, perdono la loro connotazione originaria di agenti femminili di cambiamento culturale.

Gli interventi efficaci contro la violenza alle donne necessitano, invece, di politiche globali e coordinate, di un approccio integrato e di sistema che preveda un percorso centrato sulla donna, di un coinvolgimento in primo luogo dei centri antiviolenza, quali luoghi privilegiati dell’accoglienza e di forti reti territoriali e nazionali orientate ad un approccio di genere”.

Strano, buffo paese, dove si ragiona per emergenze, il tempo di una breve stagione e le emergenze, puff, non ci sono più, perché ne sono arrivate altre, e quelle precedenti, per favore, stiano in coda.
Buon lunedì.

2 pensieri su “MA GUARDA, UN'EMERGENZA

  1. Uno dei punti che mi colpisce della lettera é il seguente: “i centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne, perdono la loro connotazione originaria di agenti femminili di cambiamento culturale.” Ecco forse cio’ che non andava bene era proprio questo, che i centri antiviolenza cerchino il cambiamente culturale della società. Sarebbe a dire, niente in contrario ad aiutare le donne, ma non cercate di cambiare la società, non mettete in discussione le condizioni di vita delle donne italiane, state tranquille, state zitte. I centri antiviolenza nell’ottica di questa politica andavano “neutralizzati”.

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