NELLA CASELLA DI POSTA

Ricevo, pubblico.

Gentile Loredana, mi permetto di segnalarLe questo intervento di Ferrara a proposito dell’apertura del cd. processo Ruby. Ovviamente non mi interessa segnalarLe il processo o Ferrara, quanto l’argomentazione che ne offre e il video che propone.
Lo guardi, su camilloblog c’è un pezzo molto più lungo di quello trasmesso da Ferrara, non è lungo, ma è molto interessante. Si vede una bella giovane donna pakistana accusata da una qualche autorità islamica di essere una vergogna per il paese e immorale per aver partecipato al grande fratello in India. La ragazza spiega la sua posizione e si difende in modo appassionato e che a me è molto piaciuto. In sostanza dice: sono solo una showgirl, non ho fatto nulla di male. Ha una grande prontezza argomentativa, composta nei modi, chiara e semplice nel messaggio: sono una ragazza di spettacolo, non faccio nulla di male, perchè devo vergognarmi? Secondo me non fa una piega (non diciamo nulla sul fatto che tutti vogliano essere persone di spettacolo oggi).
Mi lascia invece perplessa, e molto, l’uso di questo filmato nel programma di Ferrara. 1. cita la dignità della donna in modo improprio: il caso Ruby sarebbe un’offesa alla dignità della donna, mentre Ruby è solo una ragazza che fa un uso spregiudicato del proprio corpo. 2. chi critica la condotta di B. lo fa perchè invidioso della sua ricchezza e perchè appunto moralista. B. è a casa sua, la ragazza fa un uso spregiudicato del proprio corpo, tutti voi che criticate siete dei moralisti al pari del musulmano del video). 3. si stupisce che ci siano in ballo dei reati (e qui basterebbe rammentare al buon Ferrara che ci sono ipotesi di reato perchè la ragazza sarebbe minorenne, ma tant’è non è questo che interessa) quel che mi interessa di più è l’accusa di moralismo e l’analogia con il religioso del video.
La maggior parte delle persone con cui ho parlato della manifestazione di febbraio e dell’atteggiamento di B. nei confronti delle donne, ha fatto riferimento al “moralismo”. Qual è il moralismo in chi critica l’atteggiamento di B. – e della sua compagine governativa, mi permetto di dire – nei confronti delle donne? Nessuno ha detto che B. non possa trastullarsi la sera a casa sua con i suoi amici pagando persone che lo compiacciano (se poi sono ragazzine, il limite dei 18 anni è il limite legale) – quello sarebbe moralismo (ma anche qua ci sarebbe da distinguere). Quello che si critica (o almeno che io critico) è il passaggio successivo: ossia che B. abbia dimostrato nei fatti di aver solo due modelli di riferimento femminili in testa, la donna (ragazzina pare meglio) pagata per compiacerlo in un modello di seduzione molto basic e la casalinga di Voghera (che si riproduce creando quelle ragazzine che lo compiacciano?). Questo è lo scandalo. Non le serate con Ruby. Non la rilevanza penale di quel che fa per assicurarsi le di lei grazie e la di lei impunità. Il fatto che pensi che tutte le donne siano lì per compiacerlo, anche e soprattutto seduttivamente.
Sbaglio? Ragioniamo su questo moralismo? si può staccare la questione della prostituzione o addirittura della sessualità in questo argomento? Posso dire che mi starebbe bene che si pagasse il suo compiacimento, se sapesse poi distinguere tra le moltitudini di donne e capacità e competenze? Se si scegliesse collaboratrici sulla base di queste capacità e competenze (per dire, mica si prende belle avvocate! si prende Ghedini e Longo, che sono OTTIMI avvocati)?
Infine, e mi scuso per la lunghezza di questa mia, siamo sicure che le nostre “veline” saprebbero rispondere ad un prete qualsiasi con la verve, e direi la competenza che mostra questa ragazza pakistana? Ecco, scusi ancora la lunghezza, ma sentivo l’urgenza di scambiare le mie impressioni su questo intervento di Ferrara e so che Lei è attenta all’argomento.
I miei cari saluti
elena

88 pensieri su “NELLA CASELLA DI POSTA

  1. A titolo personale distinguo due ordini di ragionamento. Il primo è penale e riguarda il Presidente del Consiglio dei Ministri: 1) la telefonata in questura per liberare una minore in quanto parente di un capo di governo straniero. 2) L’affido – che è una questione serissima – del minore a un consigliere regionale che scarica la minore a una persona non idonea in quanto non nominata da alcun tribunale. 3) La prostituzione minorile.
    In seconda battuta, non in ordine di importanza ma distinto dal primo aspetto viene l’immaginario sulle donne che Berlusconi diffonde. Le barzellette, il vanto dell’avere tante donne” (sembra un collezionista di francobolli), la soluzione matrimonio con coniuge ricco per ogni signorina, la devastante concezione per la quale le donne non si impegnano in politica perché hanno altro da fare ossia stare a casa ad occuparsi dei loro mariti ecc. ecc. Da questo punto di vista, B è di un sessismo disarmante e di vecchissimo stampo.
    In terza battuta come l’immagine veicolata dalle TV di B e non solo di B abbiano contribuito a creare ciò che il documentario della Zanardo ha mostrato e analizzato.
    Sull’altro versante ci sono le donne e l’uso che decidono di fare del loro corpo. A me personalmente la prostituzione qualche problema me lo crea così come mi crea disagio l’idea di usare il corpo per ottenere un vantaggio sul lavoro. Ma tutto non è uguale a tutto. Chi va – maschio o femmina che sia – al casting del grande fratello è in cerca di una porta per entrare in mondo. Quasi sempre è la porta sbagliata – come pubblicare a proprie spese nella speranza di trovare un editore vero. Non mi sento di sottrarre soggettività a chi compie questa scelta. Non penso siano tutti eterodiretti. L’accusa di moralismo, poi, è strumentale. Nel dibattito siamo spesso strette su argomentazioni apparentemente moralistiche – anche se non mi è chiaro perché per pubblicizzare un gelato ci sia bisogno del corpo nudo. Ma l’etica, la morale e il moralismo sono tre punti del tutto diverse.

  2. La questione femminile nei paesi “oltranzisti” è obiettivamente un problema. Associare il caso Ruby a certi drammi (anche in Italia ci sono stati episodi tragici di genitori che hanno ucciso figlie perché volevano vivere all’occidentale) è disdicevole. Il modo in cui Ferrara piega il proprio intelletto verso gli interessi del proprio gruppo è una vergogna soprattutto perché un utente medio, la casalinga di Voghera, potrebbe incappare nell’errore di credulità.

  3. Condivido completamente il punto di vista di Barbara: distinguiamo per favore tra le accuse di rilevanza penale che portano al processo di Berlusconi, da tutto ciò che si può ascrivere al suo immaginario femminile.
    Altrimenti si rischia la pericolosa equazione per cui chiunque può fare qualunque cosa a casa sua (e chi lo giudica è moralista). Qui si parla di reati, non di come lui vede la donna…

  4. Appunto. L’accusa di moralismo è a maggior ragione fondata dopo questo tipo di ragionamenti: confondere il piano del reato (prostituzione minorile e concussione) con quello dell’immagine della donna o del gatto o della fotocopiatrice che ha nel cervello il premier X o Y è moralista. Le due cose oltretutto non c’entrano nulla, siete solo ossessionati da Berlusconi mentre i problemi delle donne sono soprattutto altri. Provate ad andare in un consultorio pugliese (70% obiettori) o a vedere a che livello stiamo da un punto di vista lavorativo (metà delle donne in questo paese non lavora), perchè continuare a buttarsi VOLONTARIAMENTE fumo negli occhi? Vi piace farvi del male? Abbiamo problemi più grossi da risolvere, viviamo in uno dei paesi più sessisti al mondo, l’immagine della donna è degradata e ridotta a mero oggetto sessuale, le violenze sulle donne sono tantissime, i femminicidi circa 150 l’anno. E voi ancora a discutere di come vede la donna Berlusconi..ovvio che con questi presupposti non poteva non nascere una manifestazione orribile come il SENONORAQUANDO, una manifestazione sulla dignità delle donne, come se la dignità te la facesse perdere di più le barzellette di un vecchio laido piuttosto che essere messa in mobilità perchè hai avuto il coraggio di mettere al mondo un figlio.
    E c’è di più: trovo ALLUCINANTE che in questo paese venga ancora associata la prostituzione con la corruzione. Anche qui, le due cose non c’entrano nulla, ma proprio niente di niente. Fortunatamente esistono le associazioni di sex worker a ricordarci che proprio loro sono le più sfruttate e oppresse, vittime di lenoni, della tratta e di uno Stato che non le riconosce e le vuole cancellare dalla faccia della terra. E ci ricordano anche che essere pagati per una prestazione sessuale o lavorativa non significa essere corrotti o corruttibili, entrare in Parlamenti senza merito perchè sei l’amante di/il parente di/il vicino di ecc. “Quello che si critica è che B. abbia dimostrato nei fatti di aver solo due modelli di riferimento femminili in testa, la donna pagata per compiacerlo in un modello di seduzione molto basic e la casalinga di Voghera. Questo è lo scandalo. Non le serate con Ruby. Non la rilevanza penale di quel che fa per assicurarsi le di lei grazie e la di lei impunità.” Ah, ecco, questo è lo scandalo, scusate, a me invece questo sembra moralismo bello e buono. Per me è ancora uno scandalo che un premier commetta reati e inciti alla prostituzione minorile, non le sue vaghe idee di virilità al viagra. Evidentemente siamo su posizioni diverse.
    Io sto sul SENONORASEMPRE

  5. Chiariamo la questione.
    1. B. può fare quello che vuole, nei limiti della legge e della dignità nei riguardi della persona (ma trattare gli individui come oggetti e poterne fare quello che vuole perché ha soldi e potere non è rispetto), ma se lo trastullarsi e divertirsi va a discapito del dovere che non fa, allora non ci siamo.
    2. Le ragazze e le donne con cui va le paga non di tasca sua, ma con i soldi dei contribuenti. E dato che le tasse sono pagate per avere dei servizi come sanità, assistenza, sicurezza, non mi va che vengano usati per andare a sollazzarsi.
    3. Difendere ciò che è indifendibile ha veramente stancato. All’estero gli italiani sono denigrati e a ragione, perché atteggiamenti simili, dove l’illegale viene legalizzato, dove tutto si piega a chi ha soldi, esprime molto chiaramente lo stato in cui versa buona parte della popolazione. Senza dignità, senza attributi, pronti a prostituirsi per apparire o avere piccoli vantaggi che danneggiano gli altri.
    Basta con il lassismo, il così fan tutti, il lasciar correre. Basta con questa comprensione ipocrita che vuol difendere chi commette reati e piega la giustizia e tutto quanto ai piedi della sua figura. Una figura che pretende che il suo ego sia esaltato e ne sia fatto un culto.

  6. Non ho affatto strillato, non c’era il grassetto per sottolineare 4 parole (4) e ho dovuto usare il maiuscolo. I toni sul web non esistono a meno che io non stia scrivendo un post e allora ho molti più strumenti per far capire il mio “tono”, cosa che con i commenti evidentemente non è possibile fare.

  7. La maggior difficoltà nel distinguere i piani sta nel fatto che B riunisce in sé molteplici ruoli: è Presidente del Consiglio, è proprietario delle televisioni che hanno contribuito a creare un immaginario, è uno straordinario piazzista. Mi spiace che Jo si dolga dello spazio dato alla decostruzione dell’immagine delle donne: è un lavoro. Ciò non significa sminuire l’impegno di altri/e su fronti diversi. Siamo tante: ciascuna fa al suo meglio ciò per cui si sente più versata. E l’unione di tutte queste componenti di analisi è un progresso. A titolo personale, le mie competenze in questo campo sono assai scarse ma sono molto grata a Loredana e al commentarium perché mi permettono di avvicinarmi a una comprensione della realtà che altrimenti mi sfuggirebbe, visto che la mia cassetta degli attrezzi è diversa.

  8. Certo che esistono i toni sul web. C’è chi approda su un blog sottintendendo “adesso ve le canto” (” e voi ancora a discutere”…è un esempio) e chi esprime il suo pensiero. Semplicemente, accordo la mia personale preferenza al secondo caso.

  9. Interessante dibattito. Oltre agli aspetti penali e di opportunità (se non vogliamo chiamarla moralità), credo che sia importante non dimenticare quanto tutto questo ha inciso sui criteri di selezione della classe politica. Quando una ragazzina dichiara che da grande farà tv o politica con l’aiuto di papi, dovrebbero venirci i brividi…
    Abbiamo poche donne al governo, tutte in ministeri “femminili” e in alcuni casi con l’unico merito di essere le favorite del sultano. Il problema della Carfagna non è mai stata la sua carriera (?) da soubrette o il calendario, quanto piuttosto la completa assenza di una formazione politica adeguata al ruolo. Confrontando una sua intervista con una della Meloni la differenza è chiara.

  10. @lla Lipperini: le tue preferenze mi stanno benissimo ma sei in errore: non avevo intenzione di cantarle a nessuno, cosa che avrei potuto fare in un sacco di occasioni (e ce ne son state eh). Semplicemente è stata posta la domanda “Qual è il moralismo in chi critica l’atteggiamento di B. nei confronti delle donne?” Ecco, se uno ancora sta a discutere dopo tutto questo tempo di quello che frulla nella testa ad un vecchio premier piuttosto che di etica delle istituzioni allora è un moralista, se non si scandalizza per i reati ma per le abitudini sessuali della gente è un moralista e così via di questo passo. Mi meraviglia più che altro che la risposta sia ancora così oscura e nebulosa: sono mesi che non si parla d’altro..
    @ Barbara: capisco le cassette degli attrezzi e tutto il resto ma la decostruzione dell’immagine delle donne non può passare solo per il piano della critica partitica fine a se stessa perchè non può funzionare. Se ci limitiamo a parlare del sessismo di Berlusconi e di quegli scarafaggi che gli stanno appresso non risolviamo nulla: siamo arrivati ad un punto in cui le aziende straniere quando devono fare uno spot per il pubblico italiano lo adattano mettendoci per forza almeno un sedere di donna. Questo significa che la visione del femminile che ha il nostro capo del governo è solo l’apice del pensiero maggioritario degli italiani, non il contrario (sottolineo l’ultima frase). Concordo con te che Berlusconi ha contribuito a sdoganare sessismo in abbondanza, cosa che mi ricordo facevano già benissimo le copertine di “Panorama”prima di lui e che hanno continuato a fare anche dopo tutti quanti (“tutti quanti” lo sottolineo), con o senza il suo aiuto. Il sessismo in questo paese è arrivato a livelli molto gravi, se continuiamo a volerci mettere le famose fette di prosciutto davanto agli occhi continueremo a non avere diritti. Di nessun tipo. La maggior parte delle donne che hanno partecipato alla manifestazione del senonoraquando mi ha fatto venire i brividi: ma come si fa a scendere in piazza per la dignità delle donne con dei cartelli con insulti sessisti alle ministre, alle prostitute, con riferimenti continui a donne giudicate esclusivamente come oggetti sessuali? Questo tipo di atteggiamenti da maschi fallocentrici delle donne della piazza cosa ha a che fare con la dignità delle donna, cosa con l’etica e quanto (tanto) con il moralismo da quattro soldi? Se questa è la “decostruzione dell’immagine della donna” operata da chi si oppone a questo governo allora c’è da stare freschi..

  11. Concordo con l’analisi di Barbara, anche nel secondo commento, e per il suo tono.
    A mio parere francamente il moralismo è un ottimo elemento per sviare l’attenzione, è un non-problema. Però una volta che questo argomento è stato tirato furbescamente in ballo, non si può non considerarlo. Non puoi dire ‘non c’è il problema’ e basta. Anche perchè può arrivare all’assurdo, con Ferrara e l’esempio della ragazza pakistana – e si può tirare dietro altro: putacaso l’accenno all’Islam, pericoloso ed estremo! Una argomentazione non casuale credo…
    Quindi il moralismo è uno dei modi scelti (di recente…) per spostare l’attenzione. Per omologare e appiattire e ridurre tutta la discussione, le proteste, le azioni, sulla realtà delle donne in Italia.
    @Joe, sono quasi vent’anni che l’immaginario e l’immagine delle donne di questo paese viene incanalato in una certa direzione, anche da chi utilizza tv e media per non far muovere un passo alla condizione delle donne. Questi modelli avrebbero potuto essere altri, migliori, e avrebbero potuto esserci azioni concrete, non necessariamente onerose, pure piccole (i famosi dettagli), per cambiare. Solo che i problemi di cui parli tu molte donne non li riconoscono, o non riescono ad immaginare di poterci fare nulla. Quindi le nebbie vanno combattute, non saltate a piè pari, secondo me.

  12. Chiedo scusa per l’incursione, ma trovo molto interessante l’affermazione “i problemi delle donne sono soprattutto altri”. Tra questi altri – si dice – ci sono il sessismo diffuso e l’immagine della donna ridotta a mero oggetto sessuale. Nonostante questi due problemi siano con ogni evidenza verificati dai comportamenti del premier, si aggiunge che affermare tale evidenza sarebbe moralista, giacché significherebbe criticare le sacrosante scelte individuali del premier e delle eventuali escort maggiorenni. Ovvero: si può denunciare il problema generale, ma giammai stigmatizzare la scelta particolare (nemmeno se è fatta da uno la cui puttana favorita sembra ormai essere il Parlamento).
    E va bene, dunque, stiamo sul generale e proviamo a formulare un interrogativo, per così dire, sociologico.
    Siamo così sicuri che la mancanza di realizzazione professionale e intellettuale delle donne, la loro ostracizzazione dagli ambiti decisionali, la remissività, l’emarginazione, la disoccupazione cronica, e perfino la violenza che incombe su di loro in questo paese, non abbiano nulla a che vedere con l’opzione di fare del proprio corpo e della propria compiacenza nei confronti del maschio un mezzo di accettazione e sopravvivenza sociale, nonché di avanzamento professionale, politico, lavorativo?
    Riformulo: Se una o uno pensa di potersi affermare nella vita compiacendo sessualmente un pubblico e/o un potente (cioè uno che gode del favore del pubblico), a prescindere dal valore personale, dallo studio, dall’intelligenza, potrebbe in qualche modo c’entrare il fatto che altre vie sono assai più difficili o scarsamente incoraggiate dall’immaginario diffuso o sistemicamente proibitive? Fatte salve le scelte personali, e continuando a ragionare in generale, le due cose sono completamente scollegate o ipotizzare una relazione tra di esse ci mette già addosso i panni dei Santi Inquisitori?
    Ancora: Qual è il destino di un sistema in cui chi è disposto a vendere letteralmente o metaforicamente il culo al potere (maschile) sopravanza chi avrebbe qualità per fare bene le cose? E’ possibile affermare che se tale sistema, invece di valorizzare le intelligenze, le qualità e i saperi accetta di basarsi sulla compravendita di favori e compiacenze (sessuali e non solo), invece che sull’affermazione del valore personale e collettivo, diventa qualcosa di mostruoso?
    Sono soltanto dubbi, of course.
    “Senonorasempre”. Ma davvero, però.

  13. il punto a me sembra proprio quello del confondere e sovrapporre i piani.
    quando si parla di questione femminile in Italia il discorso è troppo spesso legato ad altro: sessualità o maternità per esempio, e ciò distoglie dall’affrontare il tema reale, la condizione della donna (che è essere sessuato e può essere madre, ma anche no).
    Nel caso Ruby per esempio, ma anche il caso Noemi e la lettera di Veronica Lario a proposito della selezione delle candidate per le liste elettorali, il tema si sposta sempre sulla prostituzione o sulla sessualità o sulla seduzione. E siccome da queste parti la sessualità e peggio ancora la prostituzione sono argomenti che scatenano di tutto, l’esito è sempre quello di mescolare i piani e di non parlare della condizione della donna (e gli esempio di Jo mi paiono calzanti). Si finisce a parlar di sessualità (e francamente sempre di aspetti un po’ problematici, non so come altro esprimerlo).
    il mio punto è : vogliamo discutere dei reati commessi da B, presidente del consiglio? bene. ma non è un tema che riguarda la condizione della donna in Italia. vogliamo discutere di prostituzione? bene, ma non riguarda la condizione della donna in Italia (o, meglio, riguarda alcune donne e temi particolarmente delicati e sensibili, a mio avviso). vogliamo discutere di un vecchio che assume giovani donne per intrattenerlo? bene, ma non riguarda la condizione della donna in Italia.
    Io vorrei semplicemente dire: non ci casco! non mi tirerete dentro a questa confusione di piani. Parliamo della condizione della donna in Italia. E di cosa è stato fatto politicamente. Parliamo di come viene selezionata la classe dirigente, di quanto sessismo ci sia alla base della scelta. In questo non cìè nulla di moralistico. Se dico che voleva mettere in lista la daddario non mi pronuncio sulla prostituzione, dico solo che mi mette in lista una signora per farle un piacere, per compiacerla, indipendentemente dalle capacità o esperienze.
    Insomma, Riappropriamoci dei temi. Io credo che il tema della selezione della classe dirigente sia urgente, ma sono pronta anche a parlare di prostituzione, basta esser chiari. Direi una questione di metodo anche per sventare insidie dialettiche alla Ferrara.

  14. ecco, wu ming 4 mi da l’esempio perfetto (che evidentemente da sola non mi spiego): “Qual è il destino di un sistema in cui chi è disposto a vendere letteralmente o metaforicamente il culo al potere (maschile) sopravanza chi avrebbe qualità per fare bene le cose”.
    di fronte a questa frase io vorrei che ci non si fermasse al “culo”. tutto qua.
    e invece – e B. lo sa bene e persevera con le sue barzellette – appena si dice “culo” nessuno capisce più niente e si parla solo di quello. e così l’accusa di moralismo è servita sul piatto d’argento.

  15. Se un comportamento non viola le regole di convivenza civile posso interferire con le scelte fatte perchè le ritengo irrazionali, oppure per il fatto di reputarle ingiuste (immorali). Nel primo caso sono un paternalista, nel secondo un moralista; e poco conta la morale che professo, poco conta, cioè, se la mia condanna si focalizza sui centimetri di pelle scoperta piuttosto che su un immaginario che mi ripugna.
    Chiudo citando un terzo motivo per cercare di interferire nelle scelte altrui: l’ interesse di bottega. Se un collega mi ruba il cliente, difficilmente resterò passivo, e a muovermi non sarà nè il paternalismo, nè il senso morale.

  16. @Paola: non sono d’accordo con te, il moralismo non è un non-problema, è un problemone. Il moralismo non è solo uno dei modi scelti per spostare l’attenzione, è il motivo per cui molte femministe storiche non sono scese in piazza il 13 febbraio e se volete possiamo fare finta di nulla e che tutto questo non sia successo ma..è successo. Tutta la parte sull’emancipazione sessuale delle donne e il lavoro che avevano fatto molte pioniere prima di noi sul nostro piacere e sul diritto a fare del nostro corpo ciò che vogliamo è stato spazzato via da questo genere di movimenti moralizzatori dove le figure femminili sono tutte sante o madri (e le altre che non la pensano come te viceversa son tutte puttane), dove la prostituzione è confusa con la corruzione, dove le donne che ricoprono incarichi politici sono considerate non per ciò che fanno ma come attributi per il fallo del potente di turno.
    @Wu Ming 4: non ho detto che non si può criticare Berlusconi, ho un sacco di motivi per criticarlo, ma proprio un sacco e una sporta..ma l’accusa di sessismo riferita al solo Berlusca non regge, o almeno guardando quell’affissione fuori dalla mia finestra dove una donna gioca coi cetrioli direi che non è il caso di parlare solo di lui..che ne dici? Se tu poi ti riferisci al sistema allora ti trovi d’accordo con me, mi tocca sottolineare però che questo stato di cose non l’ha creato solo il Biscione, ci siamo tutti dentro e gridare allo scandalo per delle ragazze che si prostituiscono non solo è moralista ma non mi riguarda. Non è affatto un problema per me che esistano le sex worker, se maggiorenni e consapevoli, piuttosto il problema è che il loro lavoro non viene riconosciuto e stimato.
    @Elena: hai centrato perfettamente il punto.

  17. Ci sono cose che non sopporto, scusate, e che con la febbre si acuiscono. Una di queste è arrivare qui FINGENDO che su questo blog alcune delle questioni sollevate non siano mai state trattate, confondendo questo blog con una generica posizione della sinistra, magari radical chic, e pensando di portare l’attacco al cuore della medesima. Per favore Jo. Quello che stai dicendo ora è stato detto, stradetto, ultradetto in centinaia di commenti che evidentemente non hai avuto la bontà di leggere. Quando mai qui si parla solo di Berlusconi? Se n’è parlato pochissimo, al contrario, proprio per riflettere su altri problemi. E se permetti, che le sole figure dell’immaginario consentite fin qui siano state quella della zoccola (con tutto il rispetto, che qui occorre fare miliardi di precisazioni) e della madre (sempre con tutto il rispetto, perchè occorre farne altrettante) si è detto da anni.
    Quanto al femminismo storico, cara: la stragrande maggioranza c’era, invece. Sono i giornali di destra ad aver cavalcato la tigre della loro assenza, mi sembra. Parlaci.

  18. Elena, complimenti per il tuo contributo.
    Io sono una che ritiene che la responsabilità di chi gestisce il potere, in particolare quello politico , economico e mediatico, sia rilevante sul piano dell’influenza che gli stereotipi hanno sulla condizione delle donne in Italia. Nel senso che c’è un uso del sessismo che non è indifferente quanto a creazione di mentalità e a legittimazione di comportamenti e produzione/non produzione di leggi, assunzione di iniziativa politica che migliorino la nostra condizione.
    Però colgo il rischio del quale tu ci avverti.
    Lo colgo nella mia sensazione di star marciando sul posto e da tempo. Lo colgo dal fatto che, a parte le ultime iniziative come quelle di PoD, non si stia facendo assolutamente niente per cambiare le cose, sia da parte femminile che da quella maschile, e che la discussione, anche quella sui blog sia un’infinita ripetizione del/dei problema/i. E conservo pure un dubbio sul tema della divisione delle donne che pare stia lì a bloccare ogni iniziativa. Da un lato la vedo, la riconosco e ne conosco la potenza, ma dall’altro sono anche stanca di pensare al sesso femminile come un sesso totalmente bloccato dalle sue dinamiche relazionali. Le donne in pochissimo tempo sono uscite dalle case e sono diventate più indispensabili di prima al funzionamento della società. Le loro capacità relazionali, per l’appunto, sono un valore enorme per l’economia e non solo, peccato che vengano pagate di rado per ciò che realmente rappresentano e producono. Le donne non sono delle incapaci perché si fermano a svolgere o non svolgere i loro conflitti. Parlo di questo perché vorrei aggiungerlo come ulteriore elemento di confusione a quella che tu ci proponi di vedere. Credo che dovremmo prendere atto di ciò che ci divide e procedere. Credo che parlare della condizione della donna in Italia, sia parlare di politica.
    Ti ringrazio.

  19. E sempre perchè ho la febbre. Donatella. Non si sta facendo niente a parte PoD? E il manifesto deontologico stilato da Annamaria Testa? E i video, le denunce, le sollecitazioni che vengono da decine e centinaia di blogger?
    Ho postato questa mail sperando in una discussione propositiva, non in atti di accusa reciproci che, questi sì, non fanno ben sperare.

  20. Ho parlato, Loredana, non a caso, di iniziative come quelle di PoD nelle quali sono ricomprese, per me, quelle che tu citi, che io non ho elencato. Ma tu stessa in un altro post hai lamentato, se non sbaglio, il fatto che non ci sia un’azione comune e più forte, e ti ho risposto, sempre in quel post. Ecco, per me l’assenza di una volontà di convergere in molte, in più di quante già non convergano, sulle inziative di alcune, è un problema. Un problema politico, grave.
    Il mio è un invito a superare l’ennesimo degli stereotipi, quello che ci vede divise, ma a superarlo non con la sola denuncia, non con le sole parole perché del nostro ripeterci se ne avvantaggia qualla parte di maschile (e di femminile) a noi avversa.
    Se poi, proprio in me, vuoi vedere atti di accusa fai pure.

  21. Donatella, per me la cosa importante è che le iniziative convergano. Non che convergano sotto una sigla, perchè della medesima non si ha bisogno. E a me pare che stiano convergendo, eccome: e più di quanto osassimo sperare mesi fa. Sinceramente.

  22. Prendo spunto dal post di Wu Ming 4 e vado sul generale. L’idea che mi sono fatta io di questo sistema, da neolaureata (ma si può ancora dire, a un anno e mezzo dalla laurea?) disoccupata è che, per ragioni solo in parte legate alle dinamiche economiche del nostro paese dato che si tratta di un andazzo globale, da due decenni la torta va facendosi sempre più piccola: meno lavoro, stipendi più bassi, meno mobilità sociale. Chi si trova in una posizione avvantaggiata – tipicamente uomini non più giovani – si trova ad avere l’imbarazzo della scelta. Ogni volta che si apre una possibilità, ci si buttano centinaia di persone, principalmente giovani, in larga parte qualificati e promettenti. Che succede a moltissimi datori di lavoro, selezionatori di risorse umane et simila in una situazione del genere? Si sentono pervasi da un brividino di potere.
    Frequentando Centri per l’Impiego e in particolare i loro laboratori di orientamento al lavoro,ho sentito ripetere di continuo che bisogna compiacere il datore di lavoro: giocare con il proprio fascino, dimostrare di ammirare la persona che ci troviamo davanti e il suo lavoro. Questo a prescindere dalle nostre capacità, perché in un mare così affollato di pesci laureati e superlaureati, contano ormai poco. Tutto ciò viene detto a platee che, per la maggior parte, sono composte da donne: donne sono la maggior parte dei laureati, e in particolare dei laureati privi di competenze molto specifiche, che ovviamente danno un’accesso facilitato al mondo del lavoro. Inoltre, anche a parità di laurea e con una media di voti più bassa, gli uomini trovano lavoro più facilmente. Guardatevi le statistiche di Alma Laurea, che tra l’altro qui su Lipperatura sono state tirate fuori più di una volta.
    Dunque sì, un sistema del genere non va molto lontano, perché é suicida dal punto di vista strettamente economico e inoltre genera infelicità, frustrazione e insoddisfazione in chi, quel fascino che viene richiesto a noi giovani (e in particolare a donne), non ce l’ha o non è disposta a venderlo. Per noi, oltre alle barriere legate alla scarsità del lavoro, al clientelismo, alla necessità di trovare qualcuno disposto a darci una pedata nel culo, c’è un ulteriore ostacolo: l’obbligo di saper compiacere.

  23. Adriana: la testimonianza di cui dai della mentalità di cui bisogna equipaggiarsi per entrare o restare nel mondo del lavoro purtroppo è esatta. Non bisogna giudicare, occorre accettare tutto quello che viene proposto, anche se misero, e ringraziare sorridenti. In una parola sottomettersi e non è un comportamento che solo donne o laureati devono tenere, ma che deve essere di tutti . Vuoi lavorare? Accetta tutto quello che passa il convento, non protestare, stai zitto e sii disposto a tutto, sempre disponibile.
    Un sistema del genere non va molto lontano? Questo sistema è la malattia che sta uccidendo la società e soprattutto l’individuo.

  24. @Jo, scusa se riprendo solo ora: intanto il femminismo storico è sceso in piazza, e comunque tacciarlo di moralismo per me è ridicolo, sinceramente. Negli anni famosi chi ha combattuto le battaglie per il divorzio o l’aborto viveva sulla propria pelle drammi, paure e situazioni che oggi sono (per fortuna) quasi inimmaginabili, e per il moralismo rimaneva poco spazio.
    Il resto per me è chiaro: tante cose che si potevano fare per le donne nel campo di lavoro, maternità, parità, ecc., non sono state fatte, ma soprattutto non sono stati proposti modelli nuovi, evoluti, e si è lasciato che i vecchi modelli riapparissero dopo una verniciatina. Non è stato cioè trasportato nella scuola, nel lavoro, negli asili, nelle case, il progetto implicito di quelle lotte: emancipazione e parità. Lavoro, uguaglianza.
    Te la prendi col moralismo, ma il guaio è che con questa parola stanno attaccando tutt* quell* che stanno provando a cambiare le cose (e lo stanno facendo, inesorabilmente): Zanardo, Loredana, la Testa e tanti altri. Non ti sembra strano?

  25. Ribadisco: non ho un tono aggressivo. Questa è la mia modalità di scrittura base, non ne esistono altre e forse non ho intenzione di impegnarmi nella diplomazia (?) per dei commenti ad un post che potrebbe essere anche importante ma non riassume tutta la diatriba che è stata sviscerata negli ultimi mesi e probabilmente non porterà da nessuna parte (non diamo troppa importanza a dei commenti sul web). Dal mio punto di vista è già tanto che qualcuno della parte antagonista abbia manifestato solidarietà agli attacchi che vi sono piovuti addosso da certa gentaglia come quelli di Striscia l’immondizia. In nome della sorellanza certamente, ma anche nell’attesa di una possibile apertura da parte di chi (voi) ha rifiutato aprioristicamente di confrontarsi con gente come me che vi aveva accusato in precedenza di moralismo senza farne una questione politica ma da affrontare all’interno del movimento delle donne. Qualcun* mi aveva già messo sull’avviso che commentare sul tuo blog poteva non essere cosa gradita, nè per i toni nè per le argomentazioni ma io faccio quello che mi pare. Se vuoi smoderare smodera, se i miei modi non ti piacciono non è necessario farlo, ci si vede da un’altra parte se ci si dovrà proprio ri-incontrare, altrimenti pace, evviva la pluralità di voci tra le donne.

  26. @Paola: perchè continuiamo a negare la realtà? Il femminismo storico non è affatto sceso in piazza, potrei sciorinare una lunga lista di persone “storiche” che non ha aderito e si è posta in maniera ipercritica nei confronti di quella manifestazione ma non lo farò, però posso citare come unico esempio l’Udi..e sostenere che l’Udi non faccia parte del femminismo storico sarebbe come dire una bestemmia. Io non ho affatto sostenuto che il femminismo degli “anni famosi” fosse moralista, sto sostenendo invece che quello di ora lo è, che la manifestazione del senonoraquando era moralista e che stiamo continuando su questa falsariga attaccandoci alla giacchetta del premier e delle sue visioni della donna anzichè scendere in piazza per i nostri diritti. “Ragioniamo su questo moralismo?”, ci si chiede nel post, beh a me non dispiace affatto ragionarci su. Perchè esiste, non è un’invenzione di Ferrara, e chi non si affranca da questo tipo di discorsi offre volontariamente il fianco all’Elefante e ai suoi emuli. Loro sono una realtà, la più triste che possa esistere da quasi 18 anni a questa parte e la “macchina del fango” non è una chimera ma come abbiamo visto funziona anche troppo bene.
    @lla Lipperini: chiedo scusa per il “voi”..e m’è scappato!

  27. Jo. Tu continui a mettere nello stesso calderone identità diverse, persone diverse, opinioni diverse uniformandole nello stesso modo in cui le uniforma Il Giornale, o, appunto, Ferrara. Non è vero che le persone che erano in piazza a Roma erano contro le sex workers e contro le escort. Continuare a giocare su questa divisione non porta da nessuna parte, naturalmente per me.
    Quanto alle storiche che non hanno aderito: certo, ce ne sono state. Ma, come dice Lea Melandri, erano anche quelle che in piazza, nella maggior parte dei casi, non ci andavano comunque e non ci sono neanche andate troppo spesso, in passato.
    Buonanotte

  28. più la leggo e più la formulazione data da wu ming mi convince. sicuramente un tipo di sistema di questo genere è mostruoso e ha un destino infausto innanzi a sè. e così espresso (la compravendita di favori, sessuali e non) spazza alla radice anche l’espediente retorico dell’accusa di moralismo.
    se è vero che questo sistema si autoalimenta e genera situazioni sempre peggiori, è vero anche che svelarne i meccanismi dovrebbe aiutare a scardinarlo. ed è ciò che più conta a mio parere.

  29. @lla Lipperini: e su quale calderone le dovrei mettere? Il senonoraquando era concepito proprio perchè fosse un insieme di opinioni e persone diverse che partiva da un’idea comune lanciata dapprima sull’Unità e poi sul blog e che aveva come trait d’union la dignità delle donne presumibilmente perduta non si sa dove – in quale momento – a causa di chi.
    “Continuare a giocare su questa divisione non porta da nessuna parte”, dici, e allora a che serve questo post e l’invito a ragionare sul moralismo se neghiamo l’esistenza dello stesso? E’ un puro esercizio di retorica questo?
    Quegli appelli sul blog del senonoraquando evidentemente me li son sognati, inclusa la retorica fascista di partorire la Nazione e questo articolo che non ha fatto il giro del web http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/02/articolo/4226/. Per non parlare di tutta quella produzione critica sulla manifestazione e sulla strumentalizzazione delle donne, inclusa Luisa Muraro che ha invitato le donne a non firmare quell’appello: evidentemente mi son sognata pure quello.
    Questo modo di esprimersi in neolingua non te l’avrei mai attribuito, Lipperini, pensavo fosse una peculiarità di tutt’altra parte.
    Infine una domanda: ma continuare a ripetersi che il femminismo storico non è sceso in piazza e nel caso autoconvincersi che “non ci andavano troppo spesso in passato” è qualcosa che hai deciso di raccontarti volontariamente o davvero sei convinta che sia così? Io avevo portato come esempio l’Udi, mi auguro davvero che tu stia scherzando.

  30. Jo, io ho manifestato in febbraio. L’ho fatto perché mi sembra che la mia condizione, come donna italiana, sia peggiorata negli anni, e che finalmente c’era l’occasione per dirlo, per far capire che non ero d’accordo con il modo con cui la società italiana tratta le donne, per dire che voglio che questa condizione cambi. Non sono un’intellettuale, non faccio parte di gruppi o associazioni, e ho pensato che fosse un’occasione per incontrare altre persone che avevano le mie stesse esigenze. Non ero in piazza per parlare di morale, quella è aria fritta che tra l’altro è sempre stata usata contro le donne, mi bastano e avanzano le condizioni concrete. Mi dispiace che tu dia tanta importanza alla mancanza delle femministe storiche, così mi sembra che tu così sminuisca la presenza delle tante donne comuni che invece c’erano e che sono stanche della loro condizione, lavorativa, sociale, che vedono un presente gramo e un futuro ancora più buio, e che pensavano che fosse una buona occasione per dirlo forte, e che speravano che potesse essere un buon inizio per cambiare le cose . La delusione vera della manifestazione per me è stata che non ha ancora avuto un seguito concreto, soprattutto a livello di organizzazione locale. Invece si continua a discutere di morale e atteggiamenti, e a dividersi mentre sarebbe più utile riuscire a costruire delle iniziative concrete, che coinvolgano tante donne ancora.

  31. Così, questo è il femminismo.
    Anzi.
    E’ questo il femminismo?
    Un luogo dove basta appropriarsi di due tre parole d’ordine (sex workers, moralismo). Oppure. Un luogo dove dire “c’ero prima io”. O anche: “oh bella, a te ti si vede troppo in giro, che ti credi?”.
    Il tredicifebbraio c’è una manifestazione. E io ci vado eccome. Frega cazzi se l’ha indetta senonoraquando, le femministestoriche che non muovonoilculo, le Pod o l’Unità.
    Ci vado perchè la condizione delle donne in Italia fa schifo.
    Ci vado perchè la televisione italiana rappresenta le donne in modo schifoso.
    Ci vado perchè la politica ci prende per il culo fingendo di occuparsi di noi.
    Ci vado perchè leggo i blog di Lorella, di Loredana, di Vitadastreghe, che sono posti pratici, ok? Pratici nel senso che ci si fanno poche seghe mentali. Si lavora sulle cose. Si racconta quel che succede. Senza paroline d’ordine.
    Ok?
    Ci vado perchè tutto il rispetto per le sex workers, però a me continua a sembrare una trappola quella di vendere sesso come se fosse l’unica forma di affermazione del sé. Cosa sono le donne? Sesso. Libere, eh? Sicuramentissimo. Ma libera io di dire “no grazie, voglio altro”.
    Dicevo che io ci vado il 13 febbraio, e sono contenta di esserci andata.
    Però poi leggo, e continuo a leggere.
    E mica mi piace tanto quel che sto leggendo e la sensazione che ho.
    Perchè da una parte mi pare si dica questo:
    “e che vogliono queste del senonoraquando che si sono svegliate una mattina e si sono fatte pubblicità con le nostre lotte?”
    E dall’altra:
    “Ma che vorranno mai queste del pod che noi siamo arrivate dopo ma siamo arrivate bene?”.
    E dall’altra ancora:
    “Noi siamo le storiche e vi diciamo noi cosa fare e cosa non fare, perchè senza di noi non sareste niente”.
    E’ questo il femminismo?
    E’ una tizia che arriva e definisce Loredana e Lorella “antagoniste”? ANTAGONISTE? Aspetta che copio quello che ha scritto, perchè ho paura di non aver capito bene:
    “Dal mio punto di vista è già tanto che qualcuno della parte antagonista abbia manifestato solidarietà agli attacchi che vi sono piovuti addosso da certa gentaglia come quelli di Striscia l’immondizia. In nome della sorellanza certamente, ma anche nell’attesa di una possibile apertura da parte di chi (voi) ha rifiutato aprioristicamente di confrontarsi con gente come me che vi aveva accusato in precedenza di moralismo senza farne una questione politica ma da affrontare all’interno del movimento delle donne. ”
    Antagoniste che loro manco l’hanno organizzata la manifestazione del 13 e non appaiono in nessun comitato?
    Antagoniste che nessun comitato, nessuno, nessuno, le ha difese, nè il Pod nè senonoraquando quando sono state attaccate da Ricci?
    E sono state attaccate per aver detto “il re è nudo”, mica per farsi pubblicità o per fondare una sigla o un gruppino facebook.
    ANTAGONISTE.
    ANTAGONISTE.
    Che succede? C’è qualcuno che me lo spiega? C’è qualcuno che mi rassicura? Che mi dice che non sta succedendo quello che temo, ovvero che quando la torta diventa appetibile arrivano tutte, le pod e le senonoraquando, le difensoresse delle sex workers e quelle che misinotadipiùse faccio la bastiancontraria, e dicono “sono io! Io sono il vero femminismo!!!!”
    E nel frattempo?
    Nel frattempo questo paese si avvolge nella propria merda, che tanto cosa ci importa se i problemi delle donne non si risolvono, quelle si beccano come galline, guardatele, basta un’esca, un Ferrara, un Ricci.
    BASTA PROMETTERGLI UN PO’ DI VISIBILITA’:
    BASTA FARLE LITIGARE PER UN OSSO.
    Ditemi che non è così.
    Ditemi che la parola antagoniste è uscita per sbaglio dalla tastiera di questa tizia che spero, giuro che lo spero di cuore, sia un redattore di Striscia la notizia mascherato da finta femminista.
    Ditemelo.

  32. Jo, avevo letto l’intervento di Tamar Pitch. Però, perdonami, proprio non riesco a vedere – mio limite – in cosa la moltitudine di intenti e persone vorrebbe riconsegnare le donne al decoro e al maternage.
    Perdonami, ma parlo per me. Per me e per donne con cui ho convidiso e condivido un pezzo di strada, come Lorella, Giovanna, Annamaria e altre. Donne che non sono – grazie Virginia – in nessun comitato, peraltro: quel che mi, ci interessa, è osservare e raccontare. Quello che io ho visto, in questi anni, è che le rappresentazioni del femminile erano solo due: decoro-maternage da una parte, sex worker (va bene così?) dall’altra. C’è una gamma di tante altre possibilità, in mezzo, che semplicemente non esiste.
    Femminismo storico. Guarda che io non attribuisco importanza al loro non esserci. Ti citavo prima Lea Melandri e ti riporto un passo della sua intervista a Barbara Bertoncini per “Una città”:
    “Nei collettivi femministi degli anni Settanta non mancavano divergenze, ma non era così importante il fatto che alcune aderissero e altre no a una manifestazione. Alcune andavano e altre no. Importante era che discutevamo sempre insieme, nelle stesse assemblee, prima, durante e dopo. Quello che contava era la riflessione che accompagnava questi avvenimenti e che durava mesi, anni. Alle manifestazioni di allora tante donne del femminismo non sono mai venute. Quando Luisa Muraro, Lia Cigarini, Daniela Pellegrini hanno detto: “Noi non andiamo”,
    io non ho potuto fare a meno di pensare: “Beh, non sono mai andate”. Io invece andavo sempre e anche il 13 febbraio ho partecipato, sia pure con un certo disagio, per tutto quello che degli appelli non avevo condiviso.”
    Chiaro, adesso?
    Sul 13 febbraio non ho molto da rimproverare al femminismo storico (molte di loro, peraltro, hanno fatto marcia indietro dopo le prime reazioni più dure). Ho da rimproverare, e credo di averlo detto più volte, altro. L’essersi chiuse. L’essersi distolte. L’essersi bastate.

  33. Jo ha scritto che Loredana e Lorella sono state difese per “Sorellanza”. Io non difendo Loredana e Lorella per sorellanza, ma perchè hanno detto cose giuste.
    Ferrara e compagni sono una realtà. Anche il movimento delle donne lo è. Anche se frantumato e litigioso. Almeno oggi si muove, dopo anni in cui ha continuato a essere frantumato e litigioso per cavoli propri.

  34. @Virginia: sei fuori strada, il femminismo non è quello ed io non sto qui a scrivere perchè voglio visibilità nè per sgomitare. E’il contrario, io amo l’anonimato, non sto in sigle nè in gruppi facebook. Il femminismo è una cosa orrenda solo per chi lo vuole vedere orrendo, fatto di gente che si scanna per una torta che non è nemmeno una caramella. Non succederà ciò che temi, non ti preoccupare, sta accadendo piuttosto il contrario, sta accadendo la diaspora vista l’incomunicabilità e visti i paraocchi. Cerca di rileggerti i miei interventi, se ti va, ho la sensazione che tu abbia una leggera confusione..(tra l’altro “antagonista” non è riferito nè alla Lipperini nè alla Zanardo) http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/02/28/il-corpo-delle-donne-e-le-parastrisciaggini-di-un-mondo-senza-creativita/ Diamo una mossa ai neuroni però, grazie.
    @lla Lipperini: ecco, questo è forse il problema, forse siamo arrivate allo scoglio da superare. Io il moralismo ce lo vedo eccome nel senonoraquando, ed anche il fascismo, tu non ce lo vedi. Purtroppo ciò che vedo io lo vede anche quella gentaglia lì e purtroppo Berlusconi continua a vincere e mietere successi anche per questo motivo. Oltretutto è proprio questo motivo (sempre il moralismo) che ha creato e continua a creare fratture anche tra di noi quindi mi chiedevo: che si fa? Ci si ragiona su come si chiedeva nel post oppure no?
    Perchè di andare avanti sull” “io ce lo vedo”-“io non ce lo vedo” mi sembra una cosa alquanto sterile..e pure noiosa.

  35. @Jo
    Etica, morale e moralismo sono tre concetti differenti e non sovrapponibili. A parte il fatto che si ha anche il diritto al moralismo (ognuno ha il suo -) tuttavia molta etica ho visto e nessun moralismo anni Cinquanta da parte delle donne nelle loro diversissime posizioni. Sul fascismo – e questo è un giudizio tecnico – lascia stare: è un altro fenomeno, collocato saldamente nella storia. Non si ripete né si ripeterà identico a se stesso e tanto meno se ne vedono tracce ideologiche o residui nelle teste delle donne, moraliste comprese se mai ve ne fossero.

  36. Jo. Io non faccio parte di Se non ora quando, nè di altri comitati o gruppi. Ma sul discorso a proposito dell’immaginario non posso non condividere molte delle posizioni di chi ha organizzato la manifestazione e che temo siano state molto fraintese. In buona fede in ambito femminista, in pessima fede da parte dei Ferrara, Sgarbi, Ricci e orrida compagnia.
    Certo, ci sono state semplificazioni: ma dietro quelle semplificazioni, almeno secondo me, nessuno voleva imporre un concetto di “normalità” che coincide con una normalità borghese. Nessuno vuole mettere all’indice la sessualità in qualsivoglia sua forma.
    Per me, però, l’identificazione esclusiva fra immagine femminile e sesso/materno è una gabbia pesantissima e va spezzata.
    Aggiungo un tassello. C’è sempre una levata di scudi su questo punto: come se venisse ad attentare alla libera espressione individuale che nessuno intende toccare. Ma esistono i modelli. Moltiplichiamo i modelli, e aumentiamo la libertà di scelta.
    Questo, a livello di immaginario.
    Ma parallelamente c’è il sociale. E significa disoccupazione, e significa discriminazione, e significa violenza. Sono due strade che vanno percorse insieme, sempre.
    Berlusconi miete successi anche per un altro motivo: e guarda che la vicenda di Striscia la notizia, che continua a fornire la propria unica versione delle cose, è un’interessantissima cartina di tornasole. Le persone non sono informate.
    Cambio terreno.
    Quanti sanno cosa è successo davvero a L’Aquila?
    Quanti sanno che i moduli abitativi di CASE sono stati costruiti con pendoli antisismici illegali, utilizzando poco calcestruzzo (esattamente come è avvenuto con la casa dello studente crollata), in spregio alle norme antiincendio?
    Quanti sanno che 37 dei 309 morti sono direttamente imputabili (e c’è un’inchiesta) alla Commissione Grandi Rischi che non mise in preallerta la popolazione (e fece firmare ai sismologi un verbale a posteriori, a cadaveri ancora sepolti)?
    Pochi.
    Perchè quando l’informazione è blindata, devi avere il tempo, la capacità e la possibilità di andarti a cercare le notizie. Su ogni argomento, dalle donne a l’Aquila ai migranti, si sta costruendo un racconto che finisce col coincidere con la realtà, anche se la realtà è e resta diversa.
    Penso che per quel poco che si possa fare, si deve informare. Nei blog o dove si può. A me sembra molto più produttivo rispetto al discutere su chi è fascista e chi no. Ed è un mio limite, forse.

  37. @lla Lipperini: lo so che non fai parte del senonoraquando, è inutile ribadire il concetto, lo so..altrimenti non sarei qui. Ovviamente non sono d’accordo sul fatto che siano state fraintese, questo è un discorso di comodo che molto spesso si fa, la realtà dei fatti è un’altra e basta anche solo andare a leggere il loro appello per l’8 marzo dove la giornata internazionale della donna (comunemente detta lafestadelladonna) è stata associata ai 150 anni dell’unità d’italia. Quel tipo di intenti non è una semplificazione, non prendiamoci in giro, per favore.
    Tu parli di modelli ed io mi chiedo: di quali modelli stiamo parlando? Come fai a moltiplicarli se lo spettacolo degradante della donna sbandierato sui giornali di sinistra è l’unico che ci viene concesso da diversi mesi a questa parte? Non penso di essere l’unica ad aver notato un’abbondanza dell’argomento e delle immagini delle escort da quando è scoppiato il “caso Ruby” sulle pagine della Repubblica e dell’Unità. Non c’è altro, non si parla d’altro. Tette e culi e particolari pruriginosi ovunque (che poco hanno a che fare con le accuse).
    Berlusconi coi problemi d’andropausa sono l’unico argomento possibile, gli altri modelli che vorresti proporre si trovano probabilmente in qualche trafiletto in fondo a tutto, ma solo dopo la sfilata delle solite modelle anoressiche, bada bene. Siamo ricoperti da un mare di moralismo, i problemi delle donne annientati e messi in un angolo da questa crociata contro i presunti ormoni del premier (ma non contro i reati, quelli non fanno scandalo, come s’è detto)
    E in questo letame ovviamente ci sguazzano i maiali che sappiamo, mi pare ovvio.
    Il senonoraquando ha cavalcato quest’onda e striscia l’immondizia lo sa bene: insieme a tanta gente stanca e stufa della situazione della pessima situazione delle donne in questo paese c’era chi questa crociata la faceva ed era consapevole della strumentalizzazione che stava operando. Questi sono i frutti del senonoraquando, ecco, queste schifezze io le leggo tutti i giorni: http://informarexresistere.fr/si-scusate-ho-detto-troia.html
    Per quanto riguarda i presunti limiti: so quali potrebbero essere ma in questo momento non sono importanti, l’argomento è un altro.

  38. ‘Le persone non sono informate’. Sacrosanto. E non è affatto facile andarsi a prendere le informazioni.
    E aggiungo che in assenza di pluralità dei modelli non c’è il vuoto: si aderisce in maniera più o meno consapevole a quelli o a quell’unico che c’era nel passato, anche se un po’ riveduto e corretto.

  39. E una volta che abbiamo ribadito – e mi pare che sia stato ribadito – che l’informazione, anche cartacea, non si occupa che strumentalmente della questione femminile, Jo?
    Guarda che lo abbiamo detto e ultradetto. “Abbiamo” sta per le persone che si occupano giorno dopo giorno di questi argomenti, non per un plurale maiestatis nè per altro.
    E una volta che tu, perdonami, ti sei tolta i sassolini dalla scarpa su Se non ora quando?
    Perchè mi sembra che si stia riducendo tutto a questo.
    Per il resto siamo, mi pare, concordi.
    Dunque?

  40. @M.T.: non c’è solo il discorso della sottomissione. Quella è, diciamo, scontata. Quello che ti insegnano nei Cip e nei laboratori di cui ho parlato è che è necessario *sedurre* il datore di lavoro/selezionatore. Ti dicono: lori vi vogliono (dove il voi a cui si riferisce è SEMPRE stata nella mia esperienza una platea di giovani in larghissima maggioranza donne) entusiasti, disponibili, ambiziosi ma anche miti e affidabili. Le vostre capacità contano poco, conta come siete (il saper essere, dicono loro). E’ una cosa che c’è sempre stata? Non lo so. So solo che se sei giovane e donna questa cosa ti viene ripetuta in modo martellante. Io ci vedo una fortissima discriminante di genere.

  41. @lla Lipperini: scivoliamo sui presunti sassolini e lasciamoli da parte, ribadisco per l’ennesima volta che non mi trovo qui per questo motivo. “Dunque” lo dico io a te. Dopo 45 commenti siamo arrivati a riconoscere che questo moralismo c’è, che Ferrara non se l’è inventato di sana pianta ma che ci sta sguazzando come fa sempre appena trova un letamaio disponibile. Sono due giorni che ripeto “Houston, abbiamo un problema” e tutti a dire che non è così, è un non-problema usato per sviare l’attenzione e forse io sono anche vestita da Zorro.
    “Dunque” ribadisco il mio primo commento: l’accusa di moralismo al senonoraquando ed ai detrattori di Berlusconi è dovuta alla confusione tra il piano del reato (prostituzione minorile e concussione) e la pessima immagine della donna che sta sdoganando il premier da almeno trent’anni (ma anche la stampa di sinistra, a questo punto possiamo dircelo).
    L’ossessione per Berlusconi è chiaramente uno specchietto per le allodole mentre i problemi delle donne sono soprattutto altri: sanità, occupazione, violenze ecc.
    Inoltre l’associare la prostituzione con la corruzione è uno dei motivi per cui si viene accusati di essere dei moralisti, l’eterna confusione tra questi due elementi fa sì che si crei la famosa dicotomia tra sante/puttane.
    Questo era il mio “dunque” e continua ad essere lo stesso.

  42. Aspetta aspetta.
    Io sono quella col neurone (o forse una che sa leggere perchè ho riportato quello che avevi scritto tu JoMarch).
    Ho capito bene?
    La colpa delle femministe “impure” è quella di non aver precisato che le prostitute non sono corrotte?
    Aspetta.
    La precaria può dire la sua? Può dire che le viene da vomitare davanti alla ragazza che ride al telefono dicendo che ha guadagnato più in una notte che un’operaia in un anno?
    Può dire che questo modello le fa schifo o diventa una schifosa moralista a sua volta?
    La ragazzacheridealtelefono ha fatto la sua scelta.
    E tutte le donne che ne fanno altre?
    Sono moralistebecere?
    Sono puritane?
    Non hanno capito che l’essenzadelfemminismo è quella che siamtuttesorelle?
    Io non mi sento sorella di una donna che per avere il vestitino firmato e l’appartemento in centro usa il suo corpo.
    Non ho niente contro di lei.
    Ma ho IL DIRITTO di voler essere ALTRO DA LEI.

  43. “Ho capito bene?” No, hai capito male. Probabilmente stai leggendo Topolino mentre qui si parla di tutt’altro.
    Tu hai il diritto di voler essere tutto quello che vuoi, io ho il diritto di non voler rispondere a chi si inventa cose che non ho scritto e non scriverò mai, a chi scrive tuttoattaccato, a chi comincia flame war senza senso e a chi dà informazioni sulla mia identità senza che io ne abbia dato il consenso.

  44. Sono un po’ frastornata da questi scambi e ancora non riesco ad arrivare al punto: Jo, perché sei così arrabbiata con la manifestazione del 13 febbraio e con chi l’ha sostenuta?
    Ma scusate, non siamo tutte impegnate nella stessa direzione?
    Va bene i distinguo, ma ha senso prenderci a randellate tra di noi?
    …poi uno si chiede come mai il PD è sempre più spaccato (e non rispondetemi per favore che non siete iscritte a nessun partito: intendo che nei pochi posti dove si cerca di esercitare davvero il potere democratico si finisce con lo scannarsi tra di noi!)

  45. Jo March è un personaggio di Piccole donne, mi sembrava una battuta pure troppo scema, ma l’ho fatta.
    JoMarch o come ti chiami, non me ne frega niente. Sei tu a voler fare flame war mi sembra. Io ti ho posto una questione e tu non mi rispondi. A senonoraquando non parli. La Zanardo e la Lipperini ti fanno un po’ senso.
    Eccole, le persone che vogliono discutere con le altre donne. Clap clap.

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