OGGI E' ANCORA DOMENICA

Linea A della metropolitana (dopo una parte di tragitto sulla linea B, naturalmente). Sto leggendo Repubblica,  chiedendomi se qualcuno cadrà nella trappola di commentare le dichiarazioni anti-manifestazione di Canalis e Belen. In fondo funziona così: immagino che anche Aldo Grasso, nell’infelice  articolo contro Lorella Zanardo, abbia alzato il suo bravo polverone per poter entrare a pieno titolo nella polemica.
Passioni davvero tristi, le sue. O, forse, la percezione che davvero il vento sta cambiando, e che la patina intellettuale che permette di star seduti comodi a guardare quel che accade senza muovere un dito per cambiarlo (perchè, tanto, non ha senso cambiare) non sarà più tanto apprezzata.
Mentre leggo, un passeggero mi spinge in avanti, di malagrazia. Dico, distrattamente, un “ahia”, e il passeggero esplode in un monologo contro le donne che leggono e, testualmente (lo so, è poco originale) “non scopano”. Bene.  In tutti gli altri casi (e ce ne sono quasi quotidianamente, cari intellettuali che avete deprecato la troppo borghese manifestazione romana e care colte editor e scrittrici che fate le pulci a questo blog giudicandone  i commenti assai retrò), la faccenda sarebbe passata in silenzio, con l’unica  reazione della sottoscritta. Questa volta, non ho fatto in tempo ad aprire bocca che l’intero vagone si è rivoltato. Uomini e donne, di ogni età.  Che hanno stigmatizzato non solo la maleducazione, ma il sessismo del passeggero. In alcuni casi, facendo persino microcollegamenti con l’immaginario italiano e con la situazione socio-politica. Nell’arco di due fermate.
“Domenica non è mica passata invano”, mi ha detto una donna sorridente.  Questa è una buona giornata, ho pensato, scendendo.
Qui, Stefano Rodotà.
Un servizio di InterPress: inglese, spagnolo.

72 pensieri su “OGGI E' ANCORA DOMENICA

  1. Però su Repubblica.it non ci siamo.
    Perché un articolo sul fatto che Ruby fa uno spot per il libro di Marra (con tanto di link al video che non posto di proposito). Basta dare spazio a queste cose. O si pubblica per cercare tanti click morbosi, creare traffico per fare affari e chi se ne frega se un milione di donne erano in piazza?
    Basta con le starlette. Ignoriamole, altrimenti alziamo il loro cachet e facciamo il gioco dei pubblicitari.

  2. Sulla facceda editoresse che commentano questo blog – che manipolo di cretine e incompetenti – e lo dico con cognizione di causa. Io ho lavorato come editor, e in qualità di editor ho saputo editare articoli dove erano espresse posizioni diverse dalla mia, nel rispetto del format una rivista molto colta, in cui ero assunta. Non mi sognerei mai di giudicare la qualità di un lavoro per le posizioni espresse, men che mai i commenti di un blog con lo stesso metro di giudizio che chiedo a altro formato, altri ruoli e altre competenze. I commenti a un blog a essere sinceri – non possono essere passibili di critica. Non hanno lo stesso ruolo dell’articolo e comunque mai con quegli argomenti.
    Grasso. Grasso reagisce secondo me a dei modi comunicativi della Zanardo che in tanti trovano discutibili. Senza togliere niente al merito del suo lavoro, il problema giunge nel modo con cui ne parla e nel modo con cui parla di altre persone che discutono criticamente di comunicazione e televisione, quando non sono d’accordo e quando si occupano di altre cose. Non di rado, ha manifestato disprezzo per il mondo intellettuale – fa parte dei suoi cavalli di battaglia, disprezzo che io ho trovato urticante e populista nel modo da lei espresso – che è diverso dal tuo Loredana ( non sai quanto siete diverse, tu sei molto più attenta di lei, più rispettosa degli altri). D’altra parte a me è sembrato che a tanta supponenza non corrispondesse un altrettanto potente bagaglio critico. Io credo che Grasso reagisca a questo, rispondendo con malagrazia pan per focaccia a certi modi. Non sono così sicura che si tratti di maschilismo, perchè spesso mi sono trovata in sintonia con lui proprio su questi temi. O se vuoi non è solo maschilismo: capisco che tu la stimi e la consideri come hai detto una sorella. Ma so anche che trovi legittimo esprimere delle perplessità.

  3. Leggendo di fila i due articoli, di Grasso e di Rodotà, mi viene in mente l’espressione di Totò… Signori si nasce (e Rodotà lo nacque). L’impressione è che gli altri siano in affanno, grandissimo affanno!

    D’accordo al 100% con Stefano: anche Repubblica.it è molto ambigua con tutte queste belle pubblicità indirette e gossippare.

  4. però capisco anche cosa dici tu. Cioè l’articolo di Grasso dimsotra che per lui la questione di genere non è rilevante. E questo dispiace. Ma sono sicura che se l’interlocutore in oggetto avesse parlato di media giornalisti e mondo intellettuale che si occupa di televisione con altri modi, si credo che Popper de noantri non l’avrebbe letto.

  5. Oddio, mi ero persa il blog della editor indipendente, che ha un tale coraggio da firmarsi AA e però mica ci pensa due volte a criticare con ferocia chi invece da sempre ci mette la faccia (Loredana), il nome il cognome eccetera eccetera…
    Uh che orticaia (citazione) mi fanno venire certe donne colte e indipendenti!

  6. Zaub, capisco cosa intendi, ma va detto che la critica di Zanardo agli intellettuali non è generalizzata ma diretta a quelli che deliberatamente se ne infischiano di comunicare con chi non ha i loro strumenti (peraltro non credo che Grasso fosse mai stato preso di mira).
    Io credo che qui ci sia un diverso modo di utilizzare i saperi: la critica tecnica sulla Tv di Zanardo e dei suoi collaboratori (che con la TV ci lavorano, con le competenze che questo comporta) non passa attraverso le interviste ma è, piuttosto, parte sostanziale del lavoro nelle scuole.
    Non è maschilismo, forse – dico forse – è “l’invasione di campo” che ha disturbato Grasso.

  7. Salve a tutti, dopo un lungo periodo di lurking leggendo un bel po’ di post e commenti passati oggi ho proprio voglia di lasciare un commento…vorrei dire solo questo, e cioè che a giudicare dal livore e dall’agitazione di certi commenti sentiti e letti sui vari media pare proprio che qualcosa si stia muovendo.

  8. @zauberei: perdonami, ma quali sarebbero i modi di Lorella Zanardo che giustificherebbero la reazione di Grasso (che secondo me è ingiustificabile a prescindere)?
    Sono curiosa perché, vedi, io invece penso che proprio le sue modalità schiette (mai irrispettose) di comunicare il suo pensiero siano state determinanti per un risveglio di coscienza sui temi da lei sollevati.
    D’altra parte, se siamo arrivati a questo punto in italia è anche vero che il silenzio/assenso di molti intellettuali sia stato determinante, soprattutto di quelli che ruotano intorno al mondo della televisione.

  9. Laura non ho mai fatto un post sui modi e le cose che dice Zanardo perchè ho ritenuto più importante appoggiare e non criticare più di tanto il lavoro che ha fatto piuttosto che esasperare aspetti conflittuali – anche se per me non sono stati marginali – come sai. per quanto mi riguarda io amo le invasioni di campo quando sono fatte con competenza e rispetto. Quando la gente però viene da me e con palese arroganza e mancanza di riflessione e studio pregressi mi fa le partacce – anche parlando solo del mio campo o della mia materia anche senza chiamarmi in causa io sono indotto a rendere pan per focaccia. pensa a un dilettante di fotografia, perchè Zanardo è oggettivamente dilettantesca anche se ha delle ragioni, diciamo che ha un che del Grillo – che comincia a tenere lezioni e a dire che il resto dell’universo mondo fotografico e studioso di fotografia non ha capito una ceppa, perchè so stronzi! perchè vogliono tenere il sedere al caldo! Non è un’argomentazione che ti avrebbe irritata? così generalizzante? Così qualunquista? Zanardo ha delle ottime idee, ma sarà perchè ci tiene al fare, delle idee degli altri se ne frega e te lo dice pure sputando.
    Ora proprio per non cadere in contraddizione, anche se avrei altre critiche da fare penso che sia saggio da parte mia tentare di astenermi. Torno diciamo molto più tardi ecco:)

  10. scusate ma solo io sono quella caduta dal pero che ha interpretato l’articolo di Grasso in modo ironico e in sostanza pro-zanardo (cioe’ con il device di far dire alla zanardo quello che lui avrebbe voluto dire a lerner)? dite che il soggetto non e’ poi cosi’ sottile?

  11. sono d’accordo nel boicottare affari italiani in quanto giornale di bassissimo livello e che utilizza il corpo delle donne in maniera vergognosa ma non sarebbe il caso di cominciare a snobbare e protestare anche con i giornali + grossi ( repubblica, corriere, stampa ecc ecc)?
    in repubblica.it il lato desto della pagina web, quello dove ci sono solo minchiate per capirsi, ha sempre due o tre immagini di gnocche in bella evidenza.
    In questo momento accanto alla pagina sulla manifestazione, bellissima, del 13 febbraio, compare la copertina di sport illustrated con una supermodella in bikini
    . Era proprio necessario farci conoscere la nuova copertina di sport illustrated?? che NOTIZIA è?? Non sarebbe il caso di boicottarli???
    non è benaltrismo sia chiaro, non voglio deviare il discorso ma ragionare e, provare, ad allargare il fronte.

  12. la questione non è che quelle poveraccie furbette orbe di Ruby e Co. rappresentano il prodotto della tracimazione di una mentalità maschilista che Jacopo Fo nel suo Lo zen e l’arte di scopare ha definito in negativo(facile sentirsi uomini quando ce l’hai duro,o qualcosa del genere.E questi maschi medi mentalmente sono sempre in erezione.Fisicamente invece spesso senza l’ausilio della chimica non fanno tanto i galletti.E quasi sempre nelle relazioni interpersonali di rango “amoroso” non sanno proprio come comportarsi se qualcuno dall’alto non gli impone dei modelli).Ma quella relativo al fatto che donne tipo la centralinista della questura che a seguito dell’uccisione di Carlo Giuliani disse che stavano vincendo uno a zero o il muliebre braccio destro di Bertolaso alla protezione civile arrestata per malversazioni potrebbero ben rappresentare la mentalità dominante che una ristretta classe di governanti ha voluto montare a neve,e che purtroppo persino una straordinaria ma minoritaria(almeno a livello elettorale) manifestazione come quella di domenica non riesce a contrastare

  13. A Lippa e al commentarium, un’altra buona notizia per la giornata, se vi fosse sfuggita: il comitato di “Se non ora quando?” s’è fatto permanente:
    http://giovannacosenza.wordpress.com/2011/02/15/nasce-il-comitato-permanente-se-non-ora-quando/
    PS: se per caso in qualche commento fra ieri e oggi è stato detto, mi scuso. Ho seguito i commenti, come faccio spesso, ma quando sono molti, l’attenzione – e il tempo – vengono meno.

  14. Zanardo è efficace perché mostra l’evidenza più evidente e su quella lavora con le ragazze e i ragazzi. Non è colpa sua che nessuno prima di lei abbia saputo farlo in questi modi. Per cui trovo in parte comprensibile l’irritazione di chi si vede criticata da chi – e ci risiamo – sa criticare con strumenti sofisticati, ma è riuscita a spendersi in maniera costruttiva. Che in questo la Zanardo possa peccare di rozzezza o insofferenza ingiustificata è un problema suo, a mia parere. Mentre mi sembra un problema nostro domandarci come mai codesta dilettante sia arrivata a smuovere molto più di quanto persone assai più attrezzate e sofisticate abbiano saputo fare. E magari poi vedere dove e come si potrebbe spendere questo sapere più differenziato in modo utile…

  15. Due aggiunte:
    Il mio commento non vuole essere polemico con Zauberei.
    Poi mi è scappato il solito refuso…”sa criticare con strumenti sofisticati, ma NON è riuscita/o a spendersi in maniera costruttiva.

  16. a lato: sabato a Pordenone Fabrizio Gifuni ha recitato L’ingegner Gadda va alla guerra. Che, al di là del titolo ipermaschile c’entra, c’entra tantissimo con tutta la riflessione che qui si va svolgendo.
    È da un bel po’ che lo spettacolo gira, se vi capita a tiro una rappresentazione, andate vederla. Sennò, c’è ancora in libreria Eros e Priapo…

  17. Mi riallaccio al primo commento: perché su repubblica.it c’è Ruby che parla di un certo libro e che lo fa in un certo modo? Prima si invita a scendere in piazza, poi si dà spazio a certe cose, perché bisogna comunque darne notizia? Sono d’accordo sul fatto che bisogna informare ma c’è modo e modo di informare: regalare link a personaggi come Ruby testimonial è un modo per strizzarle l’occhio, vale a dire, ma sì, il cancan l’abbiamo tirato su ma non ti preoccupare, sei sempre nei nostri cuori!!! Per cui prendersela con Aldo Grasso dopo che Repubblica pubblicizza Ruby mi un tantino superficiale. Che si critichi anche la Repubblica per il messaggio che lascia passare. Grazie.

  18. Acuta osservazione, questa del post.
    Per un lungo periodo l’indifferenza verso le condizioni di vita delle donne hanno portato anche come conseguenza che se una donna veniva picchiata per strada, tutti si giravano dall’altra parte, nessuno interveniva. Per non parlare di come sono spesso andati i processi in cui sono state coinvolte le donne, come vittime, come giudici, come avvocati, come pubblici ministeri…
    Speriamo che questo risveglio, al quale Lorella Zanardo ha contribuito in larghissima parte, ci porti verso il superamento della violenza contro le donne, violenza di tutti i tipi, anche quella verbale che spesso conduce con sé istanze irrisolte, non solo da parte maschile, evidentemente.

  19. Ultimissima (poi mi tocca lavorare un po’, mannaggia). Mi piacerebbe che il termine “populista, populismo”, fosse impiegato con più circospezione, più attenzione al suo significato basilare che è politico. Sennò rischiamo di non distinguere più, continuando a farci del male, come al solito. Nel caso di sopra userei piuttosto “antintellettualismo”, pensando, tra l’altro, che si utile far presente a chi fa qualcosa di encomiabile che andrebbero ascoltati con più con considerazione quelli che pensano “soltanto” (per farla un po’ semplice).

  20. Lorella Zanardo è arrivata come “nuova” alla nostra impotenza ma darle della dilettante vuol dire, ad esempio, non aver partecipato alle attività di formazione che ha ideato e che realizza con gli insegnanti e con le giovani generazioni, o non averne colto la professionalità, grande, di cui si è dotata e si continua a dotare. Lo dico da esperta non di tv ma di formazione.
    Se di discussione pubblica c’è bisogno si dovrebbe parlare piuttosto dei problemi che come donne incontriamo ma, anche, generiamo, per il solo bisogno di sfogarci o di trovare riparazione a quei conflitti che non abbiamo saputo trasformare in altro. Lo dico anche a me stessa per la fatica che faccio a tenere sotto controllo l’impulso di portare sulla scena pubblica la miseria con la quale spesso agiamo tra di noi. Una delle regole, seppure la più trasgredita, di una possibile amicizia politica tra donne, sarebbe, come diceva Angela Putino, quella di non andare mai in più d’una contro un’altra e visto che qui si è già schierato Aldo Grasso, direi che le truppe in campo sono sovrabbondanti…
    C’è una sottospecie di costume che ha preso a dilagare da un certo momento in poi e che consiste nel gettare discredito sul lavoro, sul pensiero e sull’azione di altre solo perché non siamo daccordo con loro, spesso perché nemmeno lo conosciamo. E’ pazzesco. E’ una rovina. Ed è in quegli spazi che s’insinua la mortificazione del nostro sesso operata da uomini, certo ma non da tutti e da molte donne, troppe. Si passa il segno senza volerlo, credo, spero, ma lo si passa.
    Facciamo il pieno di senso del rispetto, invece e lasciamo lavorare anche chi ha un, eventuale, brutto carattere, se di questo, poi si tratta. Io ce l’ho pessimo, ad esempio, ma mai mi sognerei di azzannare una donna e nemmeno un uomo quando è già stata assalita ingiustamente. Simone Weil con una metafora, racconta questa biega tendenza, come nel pollaio, delle galline a beccare il sangue di quella che già lo perde.
    Chiedo scusa, prima di tutto a Loredana, della mia veemenza, ma se continuiamo così ci facciamo non il male ma il peggio.

  21. Mi avete dato spunto, commentarium, per un post sulle “nuove”. Lo farò appena riesco a rifletterci.
    Quanto a Grasso: penso che abbia, appunto, scritto un articolo triste. Ma anche sintomatico di un cambiamento che è in corso. Non a caso si moltiplicano i se, i ma e i “che vogliono queste?”.
    Però la cosa importante è una: la cornice del puritanesimo non è passata. Questo è un grande risultato. La differenza e, insieme, la convergenza di obiettivi sono il segnale. Adesso, andiamo tutte e tutti avanti.

  22. I miei filosofi preferiti hanno meno di dieci anni. E lo stesso dicasi per i critici televisivi.
    Proprio oggi un amico mi diceva che la figlia di sette anni reagisce con irritazione e spaesamento quando in TV vede le pubblicità di prodotti gastronomici, in cui sono sempre rappresentate donne in cucina. In effetti lei in casa vede molto più spesso il padre cucinare (‘azz, ne so qualcosa pure io…) e non si spiega perché gli spot pubblicitari mostrino invece sempre le “mamme” intente ai fornelli. Lei trova la cosa… discriminante :-). Ecco certo quella bambina non ha i raffinatissimi strumenti d’analisi di un Aldo Grasso per decostruire e apprezzare quello che passa la TV, ma senz’altro è più capace di lui di accorgersi di quanto possano essere univoci i modelli proposti e di quanto questo possa fare incazzare qualcuno. Chissà se è un caso che sia femmina…

  23. A mio parere lo scritto di Rodotà è formidabile come capacità di osservazione e sintesi, e fa esattamente il contrario di quanto stanno facendo molti commentatori della giornata di domenica, ovvero criticare con visione assolutamente parziale e retrò (appunto) le ragioni e le modalità della manifestazione. Se non si coglie l’attualità e le differenze con qualunque passato, non si va nella direzione giusta temo. In fondo anche la reazione della gente sulla metro potrebbe voler dire pure ‘mo basta colle cazzate, che abbiamo da fare!
    La editor che ridicolizza i commenti dei blog è proprio strana, che senso ha prendere in giro entusiasmi e parole, visibilmente scritti per fare un po’ di cronaca? Una lucidità anaffettiva a caldo sarebbe stata buffa… non era il senso del post credo.

  24. Grasso aveva intenzione di muovere una critica ponderata a Lorella Zanardo? Avrebbe potuto farlo nel momento giusto, la presenza della stessa in trasmissione, e nel modo giusto, esponendo le sue riflessioni sull’operato e sui contenuti a suo parere non condivisibili. Avrebbe dovuto spiegare perchè.
    Mi sembra invece che l’articolo sulla trasmissione di Lerner sia stato un pretesto per un’invettiva non argomentata e livorosa verso la persona Zanardo.
    Si evince da quella ripetizione ossessiva del “per fortuna che non c’era”, da quelle espressioni che si dovrebbero utilizzare in contesti ben diversi (es. blog,pagine personali di facebook) dalla sezione spettacoli del Corriere, espressioni come “la Karl Popper de noantri” e “la castigamatti della tv”.
    Ho notato anche che in chiusura Grasso attribuisce un potenziale pensiero alla Zanardo utilizzando l’espressione “inveire”, piuttosto che “dire” o “chiedere” , a suggerire appunto che la Zanardo non chiede, non dice, non partecipa ad un confronto civile, ma inveisce.
    Credo che l’articolo di Grasso sia ingiustificabile, e se da una parte non voglio esprimere giudizi sull’autore relativamente al suo eventuale maschilismo, dall’altra mi sento di poter affermare che lo sgradevole dileggiamento di cui sono intrise quelle poche righe fanno parte di un modo di relazionarsi con le donne tipicamente maschilista.
    Perdona l’ot Loredana.

  25. Io sinceramente mi aspettavo queste reazioni alla manifestazione di domenica, e sono d’accordo con quanto dice Rodotà (Nel migliore dei mondi possibili che vive nella mia testa Rodotà è Ministro della Giustizia o Presidente del Consiglio, se non l’avete ancora fatto vi consiglio di leggere il suo articolo su Wired a proposito di diritto a internet e libertà) purtroppo, per noi, parliamo due lingue diverse, la loro (Di Silvio & co) comunicazione è studiata per creare sudditanza, per renderci spettatori passivi, quindi non potevano che sminuire e offendere ciò che abbiamo fatto, per paura e perché non hanno gli strumenti adatti per capire e poter rispondere. quindi è più semplice ignorare e andare avanti, fin quando riusciranno a farlo…

  26. Scusa, Zaub, ma stavolta non sono d’accordo con te.
    Uno punta una freccia avvelenata contro una persona e tu dici: beh, sì, però il bersaglio ha un pessimo carattere. E no, scusa, che c’entra?
    C’hai da criticare? Critica, altrimenti che sei ‘critico’ a fare?
    Satie diceva, e se la prendeva con i critici, che il lupo non critica l’agnello, lo mangia e basta. Grasso deve aver fatto tesoro della lezione di Satie, e così, almeno con Lorella Zanardo, usa solo i canini.
    L’antintellettualismo della Zanardo, io l’ho sempre interpretato come una critica alla passività e all’inerzia degli intellettuali doc di fronte a tutto quello che accadeva e accade in televisione: ‘Quelli che però è lo stesso’ per dirlo con il titolo di un libro presentato qualche giorno a Fahrenheit.

  27. valeria ancora una volta sono d’accordo con te e con quel che diceva donatella, sull’inutile quanto maschilista attacco di grasso alla zanardo, credo come ha detto qualcuno in uno dei primi post che grasso abbia sofferto”l’invasione di campo” che si sia sentito attaccato dall’analisi che la zanardi fa dei media e della tv italiani (analisi ben più utile e profonda della sua, a mio modesto parere). Questo dovrebbe farci riflettere su quanto i nostri uomini non siano disposti per nulla a dividere al 50% alcune comode posizioni!essere ritenuti l’unico e intoccabile critico televisivo è una cosa dividere il posto con il Karl Popper de noartri è un’altra! e un po’ brucia!!

  28. Comincio dalle cose positive: la manifestazione è servita eccome (addirittura solidarietà nel metrò su temi sessisti!), e ora diventa comitato permanente.
    Come a Paola Di Giulio, anche a me piace molto il modo costruttivo e ampio di Rodotà di analizzare i risvolti e le relazioni tra questioni.

    Della questione dei pareri sulla manifestazione, mi preoccupa la strategia generale, e i suoi effetti, non il particolare di questo o quello (incluse le editor “neutre”). Che si usino donne che si fingono sceme (nessun giudizio sulla realtà, bensì sulla rappresentazione) per criticare e dileggiare chi manifesta contro gli sterotipi, e che si usi con alta probabilità ulteriormente il festival di Sanremo, non fa che confermare il problema. Che Giulia Bongiorno dica parole ottime in proposito, e cioè che in qualunque paese civile rivendicazioni fatte da tante persone verrebbero ascoltate e rispettate, ma poi si lasci sfuggire che non era una manifestazione politicizzata, mi dice che ci sarà da lavorare tanto sul ridare alla parola politica la sua dignità, e da distinguere bene tra ciò su cui si può lottare insieme e ciò su cui invece si resta politicamente molto diverse. Ma resta un grande apprezzamento per la Bongiorno, sia chiaro. Capisco cosa voleva dire, ma bisogna andare oltre, non dover più giustificare e spiegare il nostro non essere participi passati, bensì presenti.

    Passando a note un po’ meno positive, mi servo delle parole di un saggio di Leopardi che amo particolarmente, premettendo solo che purtroppo non si applicano soltanto alle discussioni tra le due fazioni in cui l’Italia è permanentemente divisa, ma anche ai rapporti tra “noi” per dirla in breve e citando Wu Ming 4 da un commento al post precedente. Ora, non è che voglio dire che non si debba discutere o criticare, dico solo che farlo in un certo modo ci ha confinati fin qui a divisioni sterili, ed è un male peggiore che una semplice discussione animata o, come nel caso di Grasso, una critica decisamente troppo aggressiva (ed è un eufemismo). E’ una debolezza che non ci permette né di confrontarci come avversari né di unirci, e che la manifestazione ha cominciato invece a curare. Su Grasso mi sono già espressa, credo davvero che il sessismo sia una realtà che non lo tocca, e quanto al resto lascio parlare Leopardi (che tra l’altro anni fa l’avevo visto citare). Su Lorella devo dire che io non sempre sono stata d’accordo con lei, ma mi sono sempre chiarita velocemente e civilmente, anche e soprattutto pubblicamente. Ne ho grandissima stima, sia personale sia per il lavoro che svolge, di più, la sento anch’io come una sorella, e credo che ci si dovrebbe chiedere, quando la si critica a livello personale (soprattutto, ma non solo), se non ci siano modi più costruttivi e civili per farlo. Anche di quelli che si attribuiscono a lei, che sbaglia, come tutti/e.

    “Le conversazioni d’Italia sono un ginnasio dove colle offensioni delle parole e dei modi s’impara per una parte e si riceve stimolo dall’altra a far male a’ suoi simili co’ fatti. Nel che è riposto l’esizio e l’infelicità sociale e nazionale.” Dal Discorso sopra lo stato attuale dei costumi degli italiani, ancora attualissimo e che di recente vedo con piacere citato ampiamente da De Monticelli e Viroli, nonché affiancato da un saggio di Franco Cordero sugli Ultimi due secoli della malata. Ci sarebbe molto di più, infatti, da citare.

    Ah, per chiudere in bellezza: mi dice un’amica che nel mondo del diritto la discriminazione lei non la vverte, ci sono tante donne. Deve essere per questo che la magistratura funziona così bene, e piace così poco a Silvio. Le ultime notizie lo proverebbero.

  29. per quanto mi concerne non ho mosso in questa sede critiche personali alla Zanardo, nel caso Ilaria si riferisse a me. Le mie critiche si riferiscono al modo con cui fa comunicazione e scrive sul suo blog, agli atteggiamenti che ha, altre ne ho fatte in merito ai contenuti che lei ha pubblicato e con cui dissento. Non vedo cosa ci sia di personale.
    In generale io amo – Zanardo o meno – uno stile di comunicazione molto sorvegliato e certe modalità mi risultano respingenti, trovo che portino a conseguenze non lontane dalla reazione di Grasso, Valeria questo lo sai perchè ne abbiamo già parlato. Helena ha ragionissima a riflettere sull’efficacia di chi usa questi modi efficacia maggiore di molti altri che si sono occupati di queste stesse cose. Tuttavia quell’efficacia ha a che fare spesso con una semplificazione dei temi che io non ho condiviso. Che muove le masse ma che fa pensare di meno. Quando dico questo però non mi riferisco assolutamente al documentario – di cui ho sempre e solo parlato molto bene, e neanche al lavoro nelle scuole – di cui invece non posso dire niente perchè non ho conoscenza diretta, ma il solo fatto che Lorella ci vada è meritevole, mi riferisco ai suoi interventi sul suo blog – o su altri canali come la televisione.
    Ma io non credo che questo post sia fatto per parlare di Lorella Zanardo – e chiedo scusa se ho direzionato la discussione fuori dal contesto e in maniera che può sembrare inelegante. Ritornando nel tema: forse avete ragione, se non c’è del sessismo in Grasso c’è un disinteresse alle tematiche del sessismo. Di questo ci deve importare. POi a parere mio la questione si è innestata su altre cose – un problema che Grasso ha anche con Lerner e con gli intellettuali più di quanto lo abbia Zanardo stessa, perchè è Lerner che Grasso doveva colpire e un problema che abbiamo tutti noi intellettuali in questo momento storico in cui avvertiamo da una parte la necessità di continuare ad usare certi strumenti senza cadere nel ricatto della divulgazione e della semplificazione che distorce, dall’altra di cambiarli in modo da renderli più penetranti rispetto al mondo che vogliono migliorare.
    In sostanza sono d’accordo con Helena primo commento.

  30. Premesso che 1) Lorella Zanardo ha fatto un ottimo documentario di cui non le saremo mai abbastanza grate 2) che non mi sono piaciuti i toni di Aldo Grasso, ritengo che le questioni che dividono alcune di noi da Lorella non siano ascrivibili a un suo presupposto cattivo carattere -) Tende a sminuire pesantemente, con attacchi ad personam le competenze altrui in altri settori del sapere. Sminuisce con costanza qualunque elaborazione intellettuale diversa o collaterale alla sua definendola “una perdita di tempo” “una distrazione dal compito principale”. Questo è un atteggiamento populista – lei stessa ha dovuto procurarsi i mezzi intellettuali e critici per il documentario. A che pro svilire chi si occupa d’altro? Perché qualificare come perdita di tempo indagini in altre direzioni? Oltretutto quando esce dallo specifico televisivo sostiene tesi che non sono né in cielo né in terra perché non le basta esprimere un’opinione (cosa legittima) ma tenta di mettere mano ai massimi sistemi senza l’adeguata strumentazione. Per non essere accusata di sparlare cito un esempio: un lunghissimo intervento sulla teologia cattolica senza alcun fondamento nella scrittura. Per questo alcune di noi – pur rendendole eterno merito per il suo lavoro – abbiamo una qualche difficoltà ad entrare in relazione con lei e il suo blog. Soprattutto dopo la chiusura del forum. @ Loredana, credimi i toni non volevano essere offensivi. So che la consideri una sorella e so quanto può ferire una critica a chi c’è caro.

  31. Lo so, ma mi sembra che si stia spostando l’argomento della discussione. Anche perche’ questo tipo di attacchi non riguardano soltanto una persona: basta sfogliare i giornali. E non parlo solo de Il Giornale o di Libero. Per me, resta centrale la questione “in fondo non sono affari miei, che ho gia’ una vita appagata”. Credo che su questo occorra lavorare, e non poco.

  32. Grazie Ilaria, in particolare della citazione di Leopardi sulla quale tornerò subito. Ma prima voglio dire che mi fai venire in mente, parlando della discriminazione non percepita in magistratura, che mi capitò di trovarmi di fronte alla medesima osservazione da parte delle donne che lavorano, a vari, ma alti livelli, in una Prefettura della mia regione. Dicevano, per l’appunto che gli uffici sono pieni di donne e che sono collocate tutte ai massimi livelli o giù di lì. Nonostante ciò la viceprefetto ha insediato il comitato pari opportunità per porre l’attenzione anche in un ente periferico e internamente ai luoghi appartenti allo Stato che, per l’appunto, ha promulgato una legge per accrescere la sensibilità sulle discriminazioni uomo-donna. Mi conforta pensare che siamo ancora in tempo, che il nostro Stato non è andato ancora distrutto e che se molto ancora funziona è per via delle brave persone, per i molti civil servent che non si sono lasciati lusingare dalle scorciatoie di cui parliamo in questo periodo. Dobbiamo guardare con fiducia al futuro della nostra società, anche se, come ci avvertiva Leopardi, è proprio della sua mancanza che il nostro Paese sembra patire. Però la manifestazione di domenica ci dice qualcosa che non dobbiamo lasciarci scappare, ovvero che ci siamo dati ancora la possibilità di costruire/ricostruire la nostra società, magari partendo da quella femminile che personalmente ambirei a veder composta da donne e uomini. Confrontarci così serratamente, Ilaria, ho l’impressione che riporti, o che ci porti a quell’arte della conversazione che Leopardi vedeva mancare in Italia: “(…) poiché una società stretta non può durare tra uomini continuamente occupati a deridersi in faccia gli uni e gli altri, e darsi continui segni di scambievole disprezzo”.
    Proviamo a parlar bene, lo dico prima a me stessa, gli uni delle altre e viceversa, laddove ce n’è motivo. L’ho già detto sopra ma (me)lo ripeto: all’origine del risveglio di cui gioiamo in queste ore, non dimentichiamo che c’è Lorella Zanardo. Molto è stato fatto in seguito, ma non dimentichiamo l’origine che poi consiste in una pratica suggerita anche dal femminismo migliore, oltre che dai testi sapienziali orientali: è nei luoghi dell’origine di qualunque cosa che la sua potenza sorgiva viene conservata e si può espandere.

  33. Prima di ritirarmi in buon ordine (causa lavoro) ma perché un attacco della Zanardo a una commentatrice del blog o un’altra donna è solo cattivo carattere e quello di Aldo Grasso diventa un attacco alla persona? Domanda non retorica e non polemica. Ripasso dopo. Buon lavoro.
    @Loredana
    Mia mamma non sopporta – da tempo immemore gli assembramenti umani – ma stamani è andata da in libreria e ha comprato svariate copie di Dalla parte delle bambine e Ancora dalla parte delle bambine e le ha regalate alle biblioteche delle scuole del suo quartiere. Animo situazionista!

  34. @donatella: ti quoto.
    @zaub: credo che le critiche vadano motivate. grasso non l’ha fatto e, scusami, ma seppur in altri modi non lo stai facendo nemmeno tu. non si capisce quali siano questi modi della zanardo che a te risultano respingenti, ad esempio. io il blog lo seguo spesso e i toni con cui si pone la zanardo mi sembrano efficaci, a volte anche forti ma sempre più che altro interroganti sia verso se stessa che verso gli altri. in ogni caso mai pieni di giudizi gratuiti o fini a se stessi.
    per quanto invece riguarda la semplificazione dei contenuti non credo sia un difetto, anzi in generale, la trovo un merito. soprattutto se porta, come nel caso del lavoro della zanardo, ad un allargamento e non ad un restingimento della visione del problema da parte di tutt*.

  35. @Zaub. Sì, in linea generale, sul fatto che il ‘come’ si dice è importante al pari del ‘cosa’ si dice, siamo d’accordo, ce lo siamo dette più volte. Solo che, non leggendo in modo sistematico il blog di Lorella Zanardo, temo mi stiano sfuggendo i termini della questione. Mi sono un po’ persa.
    La sensazione che oggi sia ancora domenica ce l’ho pure io.

  36. io sono contento che ci sia stata la manifestazione di “se non ora quando?”, e penso che era anche contro la bestialità di chi ti urta per strada o sulla metropolitana, e invece di scusarsi ti insulta, che si manifestava.

  37. Scusate un momento, vorrei esprimere anch’io il dubbio che è sorto anche a supermambana ma nessuno, mi sembra, ha colto e cioè l’eventualità che l’articolo di Aldo Grasso possa essere ironico e tenda a colpire Lerner che cavalca l’onda auditel attraverso una finta invettiva contro Zanardo. Ho letto l’articolo per la prima volta prima di leggere questo post; in principio mi è sembrato un attacco sguaiato, ma andando avanti mi era sembrato di cogliere il ribaltamento ironico di cui parlavo prima e così lo avevo giudicato. Ora, grazie al post di Loredana, l’ho riletto, ma il dubbio mi rimane. Non fosse per la definizione “Karl Popper de noantri”, effettivamente sgradevole e inequivocabilmente diretto a Zanardo, sarei ancora propenso a valutarlo un pezzo ironico malriuscito. Anche perché nell’attribuire frasi e argomentazioni a Zanardo, in realtà Grasso le mette in bocca cose che ha detto lui in altri articoli, addirittura parola per parola (si veda qui: http://www.corriere.it/spettacoli/10_settembre_12/grasso-fil-di-rete-tristezza-bambini-cantanti_75350992-be3d-11df-b1cc-00144f02aabe.shtml ). Se invece così non fosse, si tratta davvero di un inveire gratuito e, posto in questi termini, ingiustificabile. Ma magari a me sfuggono altarini e questioni televisive di cui non sono informato (io di Zanardo conosco solo l’ottimo documentario e non so dir nulla del suo modo di polemizzare in TV e sui blog o di eventuali ragioni per le quali Grasso potrebbe nutrire livore nei suoi confronti). Non so, ditemi voi.

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