So perfettamente che questo blog sta diventando come le informazioni sulla viabilità: ovvero, sono a Roma per poche ore, riparto, ritorno (il 1 novembre). In compenso vi lascio qualcosa su cui riflettere. Dopo l’intervento di Nicola Lagioia (uscito anche sul Riformista), un articolo di Wu Ming 1. Su Pasolini, certo.
Su Vie nuove n.40, anno XVII, 4 ottobre 1962, Pasolini racconta nella sua rubrica quel che è successo alla prima di Mamma Roma: «…Il pivello fanatico che, in cima alle scale della galleria del Quattro Fontane, nel silenzio che seguiva la morte di Ettore appena accaduta sullo schermo, mi ha affrontato con l’urlo stentoreo che sapete ("Pasolini, in nome della gioventù nazionale, ti dico che fai schifo") […] L’ingiustizia dell’iniziativa patriottica è stata largamente compensata dagli incivili schiaffi che ho allentato all’eroe, non appena, sicuro dell’impunità, ha chiuso quella povera bocca di minus habens strillante il nulla. Dovrei vergognarmi di quella mia reazione improvvisa, degna della giungla: sono "partito per primo", come dicono i tanto disapprovati ragazzacci del suburbio, e gli ho dato "un sacco di botte". Dovrei vergognarmi, e invece devo constatare che, date le circostanze che mi riducono a questo – a ragionare coi pugni – provo una vera soddisfazione: finalmente il nemico ha mostrato la sua faccia, e gliel’ho riempita di schiaffi, com’era mio sacrosanto diritto.» (Le belle bandiere. Dialoghi 1960-1965, Editori Riuniti, Roma 1977).
In una lettera a Panorama del 7 novembre 1974, Pasolini commenta insinuazioni sul suo conto fatte dal giornalista della Stampa Carlo Casalegno (tre anni dopo verrà ucciso dalle BR, ma questa è un’altra storia) e conclude: «Quanto all’affermazione di Casalegno su una mia "nostalgia di un passato anche tinto di nero", sia ben chiaro: se egli osa ripetere qualcosa di simile, prendo il treno, salgo a Torino e passo alle vie di fatto.» (Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975).
In un frammento inedito di fine ’74, Pasolini afferma di non aver mai esercitato «un atto di violenza, né fisica né morale» (Ibidem). Mica per non-violenza, anzi, la non-violenza «se è una forma di autocostrizione ideologica, è anch’essa violenza». Ne consegue che Pasolini non considera affatto violenza gli "schiaffi incivili" e le possibili "vie di fatto" di cui sopra. Di seguito, però, racconta "una sola eccezione", risalente a dieci anni prima. Aggredito da alcuni fascisti, Pasolini reagisce e ne insegue uno, "il più scalmanato": «La nostra corsa è durata per più d’un chilometro attraverso il quartiere San Lorenzo», tra diverse peripezie, salti su e giù da un tram in corsa, calci etc. Alla fine, il fascista riesce a fuggire. «A quel punto, però, probabilmente, anche se lo avessi acciuffato, non avrei fatto più niente. La rabbia cieca mi era ormai passata.» Pasolini fa capire che, se avesse acciuffato quel "miserabile" prima del calare dell’ira, sarebbe parsa poca cosa la reazione "degna della giungla" al cinema Quattro Fontane (altrimenti perché definire "violenza" quest’inseguimento e non quell’alterco?).
Il trentennio seguito alla sua morte ci ha restituito un Pasolini tenero e fragile, saggio e ieratico, eccessivamente ingentilito, "indebolito", "postmodernizzato". Lui, invece, era uno a cui saltava la mosca al naso, uno che poteva pure menarti, nulla da invidiare a Hemingway o Norman Mailer. Si teneva in forma, giocava a calcio e poteva inseguire un fascista per oltre un chilometro, prendere un tram al volo etc.
Anche per questo, fin da subito, ben pochi credettero alla prima versione di Pino Pelosi. Se Pelosi fosse stato solo, Pasolini gli avrebbe come minimo incrinato tre costole, fatto ingoiare qualche dente. All’Idroscalo, infatti, lo scrittore si difese: il corpo reca vistose tracce di colluttazione.
In occasione del trentennale del suo assassinio, tutti scriveranno più o meno le stesse cose. Variazioni sullo stereotipo. Porre l’accento su risse e scazzottate può aiutarci a rimarcare la complessità di Pasolini, a ricordarne aspetti meno noti.
Be’, un risultato non da poco: siete riusciti a sdoganare (a rendere popolare, emasculandolo) persino Pasolini. Che cosa c’è, Loredana Lipperini, Pokemon e i weblog non ti bastavano? Sei perfetta per una strofa di una canzone di Venditti, tanto più che per La Repubblica ci lavori già. Salut.
Emasculandolo? A me questo pezzo sembra dimostrare il contrario!
Pasolini *era* popolare, aveva enorme reverenza e amore per la cultura popolare, tutta la sua poetica è “popolare”, mai elitaria. Anche quando teorizza e spiega la degenerazione antropologica del popolo, il suo interlocutore rimane quest’ultimo (il Gennariello delle “Lettere luterane”).
A meno che Virginia non intendesse dire “popular”, all’inglese (l’area semantica dei due aggettivi non combacia, anzi), la cultura popolare non va confusa con la “cultura di massa”, ma anche nei confronti di quella aveva un atteggiamento ambivalente e fecondo: il cinema era cultura di massa, e lui lo faceva;
il calcio era cultura di massa, e lui ci giocava;
la TV era cultura di massa, e lui ci andava;
il giornalismo era cultura di massa, e lui lo praticava;
le canzonette erano cultura di massa, e lui le scriveva.
Dopodiché: “popolo” è un concetto ambiguo, è un’identità indefinibile, che pone grossi problemi filosofici, che rimanda a una “etnicizzazione della classe” (Balibar), che esiste e si delimita in rapporto allo stato-nazione, che ha vinto la “guerra linguistica” del 17esimo secolo contro l’altro concetto, la “moltitudine” (Virno)… Ma qui non c’è bisogno di spaccare in quattro il capello
“siete riusciti a sdoganare (a rendere popolare, emasculandolo) persino Pasolini.”
Sdoganare Pasolini? Loredana Lipperini avrebbe sdoganato Pasolini, questo sconosciuto…E Mondadori, Einaudi e Garzanti? E le università italiane e straniere? E qualche milione di lettori e amanti del cinema? Non mi pare che Pasolini abbia bisogno di essere sdoganato da nessuno!
Ho detto: *sdoganare, emasculandolo*. Wu Ming 1 ci insegna, non spiega, come al solito da quando frequento questo blog (poco). Non è piacevole, ma chissene. Basta andarsene. Salut.
questa immagine di un pasolini incazzoso come caravaggio mi pare una forzatura pari a quella che lo dipinge come un santo perdente. i testimoni lo descrivono diversamente, i suoi scritti pure. è sufficiente leggerlo, pasolini, e possibilmente non con occhi pregiudizialmente apologetici.
“sdo|ga|nà|re
v.tr.
CO
1 svincolare la merce trattenuta in dogana, effettuando le procedure necessarie o pagando le tasse daziarie: s. un carico di caffè, una partita di sete cinesi; anche ass.: iniziare a s.
2 fig., nel linguaggio giornalistico, immettere nel comune circuito politico, culturale”
Riguardo “emasculare”, io non ne ho tenuto conto, perché conosco il termine emasculazione (evirare et similia), ma non mi risulta, tranne che in un “tardo latino” emasculare. Ora, non mi venire a dire che questi sono insegnamenti, ho persino evitato di rispondere.
Secondo me Wu Ming1 spiega s “si spiega” benissimo, esattamente come al solito.
(comunque sia, insegnare non è un delitto, chiunque sappia qualcosa ha il dovere di farlo pronunciandosi)
accipicchia Virginia, se ti metto un bicchiere di latte sotto il naso mi fai lo yogurt…
Sdoganare mi piace.
Ho fatto la ricerchina sul De Mauro:
“sdo|ga|nà|re
v.tr.
CO
1 svincolare la merce trattenuta in dogana, effettuando le procedure necessarie o pagando le tasse daziarie: s. un carico di caffè, una partita di sete cinesi; anche ass.: iniziare a s.
2 fig., nel linguaggio giornalistico, immettere nel comune circuito politico, culturale”
Dunque tornando a Pasolini, in che dogana si trovava? E chi ha pagato in questo caso le tasse daziarie? Lipperini? Repubblica? Einaudi, forse?
Nel caso due invece mi sembra proprio che queste celebrazioni siano d hoc perchè davanti a tali affermazioni diventa tangibile la necessità di ribadire chi fosse, cosa facesse, dove e come scrivesse, filmasse o poetasse Pasolini…
Bella, invece la storia del menare le mani…
Ivan… insieme postammo????
:DD
Paolo, è “una immagine”, e come ogni immagine è parziale, non credo che abbia la pretesa di raffigurare la quintessenza di nessuno…
(ma qui mi fermo, evidentemente capisco cose diverse da voi, devo essere ubriaco)
sì, mi sa che abbiamo postato la stessa cosa, Isabella (la sensazione di essere ubriaco si attenua)
fatto sta che anche se noi siamo ‘mbriachi, Pasolini continua a provocare risse.
@ virginia
la tua affermazione sull’*emasculazione* di Pasolini sarebbe stupida (il che probabilmente è) se non fosse culturalmente razzistica, cioè omofoba e fascista al tempo stesso. Se non te ne rendi conto, “peggio per te”, come diceva Pasolini.
PPP era cintura nera di karate e tirava di boxe, oltre che giocare una partitella di calcio ogni pomeriggio che poteva: cioè aveva forza nelle braccia, competenza nel difendersi e attaccare con le mani, fiato e gambe per correre. Da quale cultura da giornalaccio popolar-gossip viene fuori una signorina (senza alcuna allusione: se Virginia è un nickname, “peggio per te”) che crede che un omosessuale dichiarato non possa evere forza, braccia e gambe? Che non sappia e non abbia voglia di menare le mani? (basta aver visto “Victor Victoria”, signora mia!). Per deduzione (esattamente come, pasolinianamente, una lingua si deduce dalle parole e una cultura dalle sue manifestazioni empiriche, dai codici pratici che manifesta) la tua cultura (cioè ciò che ti fa aprire bocca, olre al bisogno di rinfrescarti l’alito) è impregnata di una visione fascista, mussoliniana del corpo e del maschio. Il che vuol dire che inutilmente parli per rinfrescarti: le parole che dici peggiorano la tua alitosi, signora mia.
Se i WM dicessero che la terra è un globo schiacciato ai poli, Beneforti controbatterebbe che è piatta. Che noia, la stizza…
Caro Franco, non dico nulla su Beneforti, ma in generale ho l’impressione che qualcuno si irriti all’ “apparizione” di Wu Ming per motivi tutt’altro che limpidi (e già da qualche settimana)
Forse perché monta sempre in cattedra?
Se il prezzo da pagare per leggere cose sensate è che anonimi accusino chi le scrive di “montare in cattedra”, direi che è davvero molto basso e possiamo permettercelo
Magari questi anonimi sono gli stessi che dicono che nei blog c’è solo fuffa…
Che bello sentirsi dare dalla fascista. Non mi capitava dal liceo. Però i fascisti, per così dire, della mia scuola, il Gioberti, mi dicevano pure , che stranezza. Wu Ming 1, ho fatto male a tirarlo in ballo, ormai è più realista di Bertinotti e nulla mi interessa, né lui né amichetti sui. Rivoluzionario einaudiano, lasciate stare le foreste, evviva il bonobo, film con Guido Chiesa, ciao ciao Wu Ming. Mavaffanculo, che fa sempre bene. Io esco, è sabato, fuori si respira. Salut.
errata corrige: mi divevano “ti mado i fasci sotto casa.”
Ti divevano ti mado, ma povevina…
Virginia odora di “benedettismo”, non so se mi spiego…
Ero io sopra, Gianna, anonima comunque e non meno di chi chiosa attribuendo intenzioni inesistenti o facendo illazioni prive di fondamento. Wu Ming non è l’unico a dire cose sensate. Sempre se è permesso dirlo, c’è modo e modo di dirle. Mi sembra che le condisca con un po’ troppa prosopopea. Tutto qui.
E il contributo del “Vecio Fritolin” di Venezia, con l’iniziativa “Fritti corsari”?
P.S. WuMing1, domattina una parodia che ti riguarda:-/
Io mi firmo col mio nome. E pure Ivan. E pure Girolamo. Non perché non mi piacciano i nicknames, ma perché non me ne è venuto in mente nessuno.
Comunque: ricordare che Pasolini tirava cazzotti è prosopopea? E sia. A me non dispiace.
ma allora, oltre ai libri che possono piacere o non piacere, questo pasolini che ha fatto e detto di così epocale ? era contro la tivù e ci stava sempre dentro sempre più. ha scoperto l’omologazione trent’anni dopo adorno e marcuse – ricordate, l’uomo a una dimensione? – anche se nel frattempo c’è stato un certo bourdieau che ha dimostrato che gran cazzata sia: la società è fatta di tribù. basta farsi due passi per strada con gli occhi aperti non foderati dal prosciutto ideologico. e comunque odiava la tivù che omologa sempre più e ci stava sempre dentro sempre più. era contro la pubblicità e ha girato degli spot poverino di nascosto che giustamente si vergognava -quello del fornaretto che consegna il pane fischiettando, con ninetto davoli, per alcuni la cosa migliore che abbia girato. era contro la sopraffazione del più forte e adescava ragazzini di 14 anni – per questo venne cacciato dal pci,non perché fosse un ricchione semplice. erano gli anni del terrorismo e non mi risulta che abbia detto qualcosa di diverso da quello che si diceva in giro e, visto che era così profetico e anticonvenzionale avrebbe potuto dire, e cioé che l’italia stava cadendo vittima di un branco di fanatici ignoranti sanguinari. adesso mi si ricorda pure che participava alle rissette come uno qualsiasi dei teppistelli che avevano fatto delle strade ridotto le strade luoghi pericolosi dove non potevi più fare due passi senza rischiare di beccarti una “chiavata”, ma inglese, tra capo e collo – ma mille volte meglio i ragazzi che vano al grande fratello! era contro la volgarità e vestiva come un modello di dolce e gabbana. e ogni estate vedo le campagne del nord del centro e del sud puntualmente illuminate dalle lucciole. e tutte le volte che ho provato a leggere un suo libro – ma in che lingua li scriveva ? – l’ho puntualmente chiuso dopo una ventina di pagina. che noia sto pasolini e che noiosi i suoi orfani in lacrime.
Perché mischi le carte in tavola, Melloni alias non so chi? Che c’entra Pasolini con la prosopopea di WU MING? Facevo soltanto notare un SUO atteggiamento che trovo pedante.
Per tornare al tema del post, infatti, lo trovo molto interessante.
Anche secondo me odora di benedettismo, ma c’è una cosa che non capisco: i sacerdoti di quella confraternita amano Pasolini al di sopra delle proprie braghe (ma, rinnegato il proprio nome dopo averci fatto due coglioni come quattro meloni, non è detto che non rinneghino altro).
D’accordo con Franco, tanto più che Wu Ming non sale su nessuna cattedra, come chiunque si esponga alle repliche attraverso blog e commenti (questo, a prescindere dal contenuto e dai modi, che mi sembrano non contenere alcun eccesso di arroganza)
@Rangun: bourdieau o bourdieu, per caso?
“ha scoperto l’omologazione trent’anni dopo adorno e marcuse – ricordate, l’uomo a una dimensione?”
Puoi chiarire questo concetto? Sì, ricordo benissimo “l’uomo a una dimensione”, ma credo che tu non conosca la scuola di Francoforte.
E tu dici che Bourdieu ha dimostrato come la società sia fatta di tribù (dimostrato, addirittura!)…dove e come lo ha dimostrato? E dopo hai smesso di leggere, ti sei fermato lì? Se è per questo, è probabile che tu possa trovare interessante la moderna sociobiologia, che si sforza di dimostrare l’indimostrabile, e magari anche le vecchie teorie di Wilson, che adesso si sta riciclando come ecologista.
grazie wu ming 1 per questo pasolini che magari si ricorda meno.
credo che un omaggio molto bello a pasolini sia stata l’ultima puntata di blu notte di lucarelli, quasi una dichiarazione di poetica di lucarelli stesso, nel solco di pasolini.
grazie angela scarparo per averci elencato cosa ti annoia.
@ squirt: si trova online? (la puntata di blu notte)
su raiclick ci sono ancora le puntate della scorsa edizione, ma la puntata si trova col p2p.
certo, per i palati fini lucarelli è troppo popolare, fa televisione (quella scatola malefica!)…
be’, sì Bourdieu. Pierre Bourdieu – per me un martini vodka. m’è sfuggita una lettera chevvuoi! meglio comunque che la ricchezza complessiva della realtà che sfuggiva al tuo eroe. o rockentin. l’uomo a una dimenione è uno che ha una sola dimensione di pensiero, un po’ come i pasoliniani o chiunque guardi la realtà attravesro un solo punto di vista. adesso che vuoi farmi l’esame? o rockentin? comunque mi dispiace che il paso sia defunto. non foss’altro perché mi sarebbe piaciuto vederlo alle prese con quell’altro degno intellettuale mediatico del Busi. e che fieri match televisivi ci siamo persi altro che celentano! e il Paso avrebbe resisistito al vizietto di prendere a sberle l’avversario? e il busi come gli avrebbe soavemente risposto. sarebbe stata una bella lotta tra prime donne. che non si fa per il proprio posto al sole!
Vabbè, vado di fretta. Squirt credo che Angela abbia il diritto di dire quello che pensa di PPP e credo che l’articolo che ha linkato non sia banale. Da ciò si deduce che non ho un buonissimo rapporto con Pasolini e con le sue contraddizioni. Però sono solidale con quelli che lo ricordano anche perchè una figura come la sua non può lasciare indifferenti. Mi spiego. Non ho nostalgia di una fotocopia o copia carbone di PPP, ma della sua capacità di spendersi ed essere vivo rispetto alla realtà. Se penso all’attuale ‘vivere’ degli intellettuali (ma anche di noi comuni mortali) sempre un pò con le braccine corte rispetto a vita, prese di posizione, atti, contraddizioni, limiti, bhe, quando penso a questo mi viene nostalgia di un PPP, ma anche di come eravamo o di come erano certe persone ‘vere’ (anche se senza ‘Nome’) che ho conosciuto.
In sintesi: di PPP non mi mancano molte cose, mi manca la sua vitalità e la capacità di calarsi (anche con le contraddizioni piu’ brutte) nelle realtà che affrontava e viveva.
besos
ps: se replicate e non rispondo è perchè sono ‘scollegata’
Mi sembra ridicolo ridurre tutto Pasolini – uno che ha spaziato per trent’anni in ogni campo della creazione artistica – alle polemiche dell’ultimo periodo, e mi sembra anche fuori luogo schiacciare la sua posizione su quella dei “francofortesi” (con cui esistono solo somiglianze superficiali), perché Pasolini non era un teorico o uno scienziato, era un poeta. Non costruiva sistemi, comunicava sensazioni e sentimenti.
@ ranqun
si, me lo ricordo *L’uomo a una dimensione* di Marcuse. E’ del 1964: quattro anni dopo la pubblicazione di *Passione e ideologia*, per dire. Lo stesso anno del primo saggio di *Empirismo eretico*, che parlava dei problemi linguistici della società industriale, per dire. Sette dopo *Le ceneri di Gramsci*. Le date dei libri sono scritte sui libri, Ranqun: basta aprirli e leggerli. Quelli che parlano di libri che hanno letto, dopo averli letti, fanno così: li aprono e li leggono. E’ un po’ più difficile che fare clic sul telecomando e guardare L’isola dei famosi, ma con l’esercizio dopo un po’ s’impara (quasi sempre).
Ah: anche i nomi degli autori sono scritti sui libri. Non sulla stessa pagina della data di edizione, però: che vuoi farci, la vita è piena di problemi.
Neoumanesimo: la Mindfulness va sul web: http://www.mindfulnessitalia.it
@ Rangun, onestamente dai l’impressione di scrivere senza cognizione di causa: arrampicata libera sugli specchi. Io non ho eroi e tu non hai letto gli autori che citi, oppure non li hai capiti. Tutto qui. Fai ancora in tempo, buona lettura.
magari dico un’eresia ma a me pasolini ricorda de andré: hanno idealizzato un mondo – porto e periferie sottoproletarie – che comunque non era il loro mondo.
l’hanno anche capito, certo, apprezzato, altrimenti non si spiegherebbe “che le persone migliori sono quelle che non hanno fatto la quarta elementare”, come disse pasolini nella celebre intervista a biagi…
ho dimeticato il finale: ma comunque non era il loro mondo
@girolamo. visto che sei così ferrato sulle date, quando pasolini ha tirato in ballo il “concetto” di omologazione erano passati una decina di anni dalla pubblicazione dell’uomo a una dimensione. ti pare? e poi, ammettiamo che io non abbia letto i libri che cito, che vuoi sarò sempre come i migliori, quelli che non hanno fatto “la quarta elementare”. diomio quanta finta innocenza e vera damagogia c’era in quell’uomo! ripeto: akltro che celentano
No, non mi pare. Mi pare che tu (se sei ranqun) continui a parlare di cose che non conosci, perché leggerle ti costa fatica. Pasolini “tira in ballo” il concetto di omologazone nello scritto di Empirismo ermetico che ti citavo (ma anche prima, se è per questo): che è dello stesso anno della pubblicazione (in tedesco) del libro di Marcuse. E lo usa in un senso molto diverso da quello di Marcuse, come sa chi Pasolini lo ha letto.
Hai poco da cascare dal pero: sei tu che hai sparato c*****e su libri che non hai letto, in aggiunta a libri che ammetti di non aver letto oltre pagina venti. Pasolini non ti piace? Bene, leggi altro, sei liberissimo. Ma pontificare su ciò che non conosci, e ricascarci, va ben oltre il tuo modello culturale. Che è evidentemente Celentano. Continua così, metti mai che ti diano un incarico di governo, prima o poi: dopo Calderoli c’è speranza per tutti.
@ Rangun: adesso basta (lo dico a me, nel senso di “basta tacere”): il concetto di omologazione NON è un’idea di Marcuse! I meriti critici del testo che citi, tra parentesi, sono altri: alienazione e repressione dell’individuo, non distinzione di un piano morale, che presuppone la volontà d’agire, da uno stato di cose che è organizzato per “vietare” l’azione, etc.
Il valore de “l’uomo a una dimensione” consiste nella denuncia di un sistema che neutralizza l’individuo. Quanto all’omologazione, erano anni che se ne parlava e scriveva, la Scuola di Francoforte si proponeva di fare critica sociale, non di vendere cotechini. In ogni caso l’idea di omologazione è molto più vecchia, basta conoscere la letteratura, non dico la filosofia (o addirittura la storia! Avresti delle belle sorprese)
P.S.: e ritengo che tornare a criticare l’omologazione (almeno nel senso di Marcuse) sia assolutamente un merito, e non sia per nulla facile. Prova tu ad affrontare un esercito di qualunquisti con a capo milleduecento Rangun!
@ ivan
la prima sorpresa di ranqun sarebbe quella di scoprire che quei segni neri sulle pagine non sono cacche di mosca, ma lettere. la seconda sarebbe quella di scoprire che vanno lette da sinistra a destra, dall’alto in basso
ranqun ha davvero fatto la figura dell’imbecille… per essere ‘contro’ bisogna prima prima mettersi di fronte… è incredibile che nel 2005 uno pensi e scriva di Pasolini come ‘copione’ dei francofortesi…
che sgradevole discussione. Sia le cose che dice rangun sia come gli viene risposto, quasi gli altri fossero dei luminari.
Ad ogni modo rangun non è esatto riportare la citazione di pasolini come fai tu. Infatti pasolini non ha mai detto che i miglori sono quelli che hanno fatto solo la 4 elementare, ricordo la trasmissione e grosso modo diceva che migliori sono (come sempre) gli intellettuali puri quelli veri quelli grandi (pochissimi in ogni epoca) e poi quelli che non hanno studiato (perchè la scuola italiana, secondo lui, rovina). E’ chiaro che il massimo, per lui, sarebbe un intellettuale poeta e scrittore che avesse avuto la fortuna di NON frequentare la scuola ;-).
georgia
P.S
Ma su pasolini (anche ad aver fatto solo la 4° elementare) si possono dire tante cose interessanti, sia a favore sia contro, possibile che la vostra discussione voli addirittura più bassa del Padulo?
Caro Girolamo ti faccio presente che quei segni neri sulla pagina possono essere letti anche da destra verso sinistra, e metà del mondo lo fa.
Certo sarà una vera sorpresa per un occidentecentrico come te, ma di sorpresa in sorpresa … si cresce;-)
georgia
.. quel che hanno scritto roquentin, giovanni, girolamo… non mi sembra ‘più basso del padulo’ .. cmq georgia può alzare il livello della discussione su Pasolini quando vuole… senz’altro non è bello leggere certe cose e lasciarle correre, indenni: se il trentennale ha un senso, passerà pure per una accalorata difesa di ciò che Pasolini continua a rappresentare per chi lo ha letto, lo legge e lo apprezza. Giusto? Lui non può più difendersi, ahinoi, né a parole (soprattutto verso coloro che sembrano non avere intenzione di leggere le molte che ha lasciato qui sulla terra), né inseguendo sui tram o scrivendo risposte piccate a chi se le merita: lo faccia chi in cuor suo sente (il più sinceramente possibile) di dovergli qualcosa.
Georgia,
perchè prendersela con Girolamo? credo che abbia fatto bene a precisare. Le noe ironiche erano anche troppo lievi.
Su PPP ho già detto come la penso e credo di averne tutto il diritto, ma non tollero uno come Ranqun che fa finta di analizzare e spaccia in giro una serie di inesattezze. E’ una presa in giro anche per quanti, come me in questo momento, non hanno modo di verificare e si bevono delle informazioni non corrette.
Se motivi una presa di posizione entrando nei dettagli delle opere e della storia hai il dovere di essere preciso. Le bacchettate di Girolamo e Ivan ci stavano tutte. La prossima volta Ranqun, magari!!, parla di sua simpatia o antipatia senza pretendere di pigliarci per i fondelli.
besos
Girolamo :”la prima sorpresa di ranqun sarebbe quella di scoprire che quei segni neri sulle pagine non sono cacche di mosca, ma lettere. la seconda sarebbe quella di scoprire che vanno lette da sinistra a destra, dall’alto in basso :-)”
Sì, ma io sono pessimista: anche dopo l’opportuna dell’agnizione dell’inchiostro e della merda non credo possibile una metànoia di Rangun:-)
“Caro Girolamo ti faccio presente che quei segni neri sulla pagina possono essere letti anche da destra verso sinistra, e metà del mondo lo fa.
Certo sarà una vera sorpresa per un occidentecentrico come te, ma di sorpresa in sorpresa … si cresce;-)”
Occhio, Girolamo, è convinta di averti rivelato un segreto. Non diffondere la notizia, in oriente sono sicuri che non lo sappia nessuno a ovest di Pechino, ti scambierebbero per una spia.
Sono d’accordo con spettatrice, le affermazioni si motivano, soprattutto quelle assurde: lo sfottò, di solito, è una reazione sdegnata (trovo che chi non capisca lo sfottò sia irrimediabilmente stupido, e in questo sono certamente meno speranzoso di spettatrice)
non è che a me le cose dette da rangun piacessero gran che (anzi), tra l’altro non so come mai ma mi da l’idea che rangun sia giovanissimo o giovanissima.

A me pasolini piace moltissimo (e infatti nel mio blog in questi giorni metto anche troppe cose).
Non è pasolini in ballo, è il modo di discutere in rete, quelli che hanno “difeso” pasolini (che tra l’altro non ha nessun bisogno di essere difeso, prchè lo fa benissimo da sè con le sue opere)lo hanno fatto come degli abatini spocchiosi, ed è questo che mi ha dato veramente fastidio.
In rete si può essere ironici, irridere, offendere ma … salire in cattedra e dire guarda che io ho letto più di te (e soprattutto ho capito più di te) sono più bravo di te, tu dovresti far cosi e cosà, spiegare meglio ecc. è cosa fastidiosa. La cosa buffa è che poi si chiede agli altri quello che si sa che noi non potremmo mai dare, altrimenti nvece di chiederlo lo daremmo direttamente e stop.
Poi è buffo anche che quelli che si comportano così di solito non leggono neppure i commenti degli ma partono subito in quarta dopo le prime tre righe
Ad ogni modo come non detto, ragazzi, in rete uno ci sta come vuole e come può. io oggi commento giusto per passare il tempo
georgia