PEPPINA NON E' SALVA, IL DELTAPLANO E' UNO SCEMPIO. QUALCUNO E' DISPOSTO A RIPETERLO?

Il punto di partenza è ancora una volta Peppina Fattori. Peppina, già: suo malgrado simbolo della cecità burocratica e della bieca astuzia elettorale. Sfrattata dalla casetta di legno (edificata a sue spese, nel proprio terreno) dove voleva solo finire i suoi 95 anni, granello di sabbia nell’ingranaggio, elevata a dolente madonna dei terremotati da Salvini, dalle destre, da chi cavalcava e cavalca l’onda nera elettorale.
Bene, cosa leggete nelle ultime notizie? Qui google, verificate da soli: il senso è “Peppina è salva, può rientrare, è già rientrata”, il Parlamento sta per approvare una norma tutta per lei, Salvini esulta e vigila, evviva, urrà.
Non è vero.
Scrive su Facebook la figlia, Agata Turchetti:
“Mentre gli sciacalli del dolore si contendono il suo nome, mia madre muore lentamente di crepacuore. E c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di parlare di rispetto della legalità e di contrasto all’abuso edilizio. Non mi piace la legge che non ha rispetto della sofferenza di un essere umano, in particolare se ha novantasei anni”.
Qui l’articolo di Luca Craia: la casa non è stata dissequestrata, la norma è entrata in vigore agli inizi dello scorso dicembre. Il resto è propaganda.
Oh, ma il punto è proprio questo: potete portare i fatti, potete raccontare le cose come stanno, e non verrete creduti. Anche se sono i diretti interessati a farlo. Quando non si intende percepire che una verità, quella che ci fa comodo, potete sgolarvi. Non vi crederanno. Per tutti, da oggi, Peppina è salva.
La settimana scorsa è uscito un mio articolo su Lo stato delle cose, a proposito di Castelluccio di Norcia. Più delle mie parole, contano le fotografie di Attilio Gagliardi. Le reazioni? Potete immaginarle.
Giornalisti e scrittori che hanno bisogno di visibilità. Decidiamo noi. Sottotesto: mica penseranno questi maledetti intellettuali di saperne più di me (per il me potete intendere tutto: presidenti di comunanze agrarie, esperti di social media marketing, autori di libri,  e via così)?
Qui non è questione di sapere o non sapere. E’ questione di non voler vedere i fatti, neanche quando te li squadernano davanti: e i fatti, per la propaganda, sono, ripeto, che Peppina è a casa sua e che il villaggio alimentare, o come volete chiamarlo, di Castelluccio, è un’utilissima meraviglia che in nulla influisce sul territorio.
Dunque, care e cari, di ritorno da quello che fu un luogo di confino come Ventotene, la sensazione è che c’è una vastissima parte della società a cui i fatti non interessano, al momento. Sarà molto lungo il lavoro di ricostruzione, e stavolta non parlo solo del terremoto. Ci riguarda tutti, si dovrà avere un’enorme pazienza e continuare a ripetere, fino alla nausea, che Peppina è fuori dalla sua casa e che il Deltaplano è uno scempio, frutto del ricatto, della disperazione, e dalla malafede di chi sulla disperazione conta, e specula. Coraggio.

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