PLAY!

Mi diverte una cosa: pensare a tutti quelli che andranno a leggersi l‘intervista a Niccolò Ammaniti sperando in un atto d’accusa contro i videogiochi, per poi scoprire che le sue parole sono un atto d’amore nei confronti dei medesimi.

Ps. Jpod e non iPod, nel passaggio da file a carta è cambiata una lettera…
Pps. Per chi non lo avesse scoperto dai commenti al post precedente, il lungo intervento di Gianni Biondillo sui generi letterari è qui e qui.

27 pensieri su “PLAY!

  1. Ultima domanda e ultima risposta dell’intervista ad Ammanniti:
    E qualcosa di simile al gioco collettivo non potrebbe ripetersi in letteratura: non si sta, anzi, ripetendo?
    “In parte sì. Ho anche partecipato ad un libro, una global novel, Il mio è nome nessuno, dove ci siamo dati la staffetta in diversi. È stato divertente. Ma c’è una differenza: nel videogioco tutti credono in quel che stanno facendo, si entra in un mondo costruito da altri ma con degli obiettivi condivisi. Che è difficile ottenere in letteratura, dove ognuno, infine, fa la propria strada rinunciando a costruire insieme un universo fantastico. Magari, anche giustamente”.
    Fare tesoro, letterati.

  2. Ammaniti mi ha sorpreso. Direi che è nuovo dei mmorpg però ha colto un punto fondamentale
    “nel videogioco tutti credono in quel che stanno facendo, si entra in un mondo costruito da altri ma con degli obiettivi condivisi.”
    La sovrastruttura del mondo la construiscono altri ma il mondo è fatto dalla comunità di players.
    Il rischio è nella fuga. Visto che nel game “conti e crei”, sei parte del tutto, allora “sarebbe stato sufficiente giocare per potermi creare un mondo diverso da quello in cui vivevo”.
    Ma la promessa è ancora più grande. Tutte queste persone, abituate a “creare il mondo”, a essere parte di una comunità, a costruire insieme, che mentalità porteranno nella vita di tutti i giorni?

  3. Standing Ovation, Loredana. Hai portato i videogiochi nella pagina di cultura di Repubblica, è roba da farti una statua 🙂
    sul tema della dipendenza (oltre a Infinite Jest) io consiglio questo post (non mio) su gamesblog.it
    PS. Ammaniti mi sa che è meglio che sta alla larga dai mmorpg, che se dà un’occhiata a Second Life lo perdiamo definitivamente 🙂

  4. Dark ho fatto un giro sul tuo blog ma non riesco ad aprire le altre pagine. boh
    terranova è molto, molto interessante, però credo sia prematuro in italia. comunque, perchè non provi a contattare von su mmorpgitalia o gianfire su fansite.it ?

  5. attenzione a essere benevoli con il romanzo d’appendice (seppur sublimato, in altro): si rischia d’essere crocefissi come accadde a beniamino placido, anni fa.
    mi riferisco, ovviamente, al (bell’)articolo di biondillo

  6. Lucis: più che mmorpgitalia, vedrò se riuscirò a coinvolgere qualche mente sveglia all’imminente Njoy, a Napoli.
    E non è poi così prematuro: WoW ha sfondato le barriere, i mmorpg sono sempre meno prodotto di nicchia per pochi eletti. Secondo me si può fare, e se si riuscirà ad organizzare, si farà 🙂

  7. Le pagine culturali di Repubblica possono ormai permettersi di tutto: anche di pubblicare simili sciocchezze. Tanto l’alternativa sono i lenzuoli di Arbasino!

  8. C’è chi le ritiene sciocchezze, c’è- vedi bacheca di Nazione Indiana, chi le reputa indegne e vacue superficialità. Liberissimi: io continuo a ritenere che se si parlasse di più di altri luoghi della narrazione che non siano il libro, le patrie lettere sarebbero meno asfittiche e, ha ragione Biondillo, meno borghesi.

  9. “Sforzo apprezzabile ma temo inutile, non credo che ci siano molti disposti a credere al valore letterario dei videogiochi.”
    questo è uno dei problemi. si tratta invece di un prodotto culturale che meriterebbe se non maggiore rispetto, maggiore attenzione.
    complimenti per la bella intervista. l’ho ripresa sul mio blog e vedo l’han fatto in tanti.

  10. Farò un intervento, ma non risponderò a nessuno, perchè non sopporto più l’alone di livore e ignoranza che avvolge il medium ludico elettronico.
    Potete pure ignorare la lezione cruciale di McLuhan, per cui il videogioco, al pari di ogni altro medium ”crea un ambiente. Un ambiente è un processo, non un dato di fatto. È un’azione che modifica il nostro sistema nervoso e le nostre capacità percettive, alterandoli completamente”.
    Considerare il videogioco come puro ludus elettronico equivarrebbe ad affermare che è l’unico media moderno non in grado di veicolare massaggi e contenuti.
    Chi crede che esistano solo i videogame normalmente acquistabili, se vogliamo a caro prezzo quindi capitalisti, si trincera dietro una cazzata di dimensioni apocalittiche e dovrebbe giocare a “Under Ash” o “Special Force” prodotto dal un Hezbollah libanese (questi alcuni esempi, la lista è infinita).
    Chi attacca il mezzo sta conducendo, pur inconsapevolmente, una partita culturale molto pericolosa. Questo la America Army lo sa bene, perché se da una parte i senatori repubblicani conducono una battaglia accorata contro il nuovo satana, dall’altra foraggiano lo sviluppo di giochi mirati. E guardate che mirano bene, perchè veicolare ideologie nella così detta “sottocultura” non è impresa facile.

  11. trovo comunque interessante quanto postato da alessandra c. che, ho visto, ha scritto un libro sull’argomento (bella copertina).

  12. SONO PERFETTAMENTE D’ACCORDO con Alesandra c che dice
    “Questo la America Army lo sa bene, perché se da una parte i senatori repubblicani conducono una battaglia accorata contro il nuovo satana, dall’altra foraggiano lo sviluppo di giochi mirati. E guardate che mirano bene, perchè veicolare ideologie nella così detta “sottocultura” non è impresa facile”:

  13. A ma sei quella alessandra c? non lo avevo mica capito.
    c’è una domanda che avrei voluto farti: rolleball, l’originale, lo hai visto?
    ciao e complimenti. bel libro

  14. Non posso intervenire per mancanza di argomenti. I videogiochi non rientrano tra le mie attività ‘ludiche’. Però sono convinta che le cose che dite non sono banali. Ammetto la frustrazione per mancanza di materia prima su cui elaborare e da ‘comunicare’. Non manca però la materia ‘seconda’ e sono andata a pescare (e trascrivere pedissequamente) alcune frasi di un intervento sul sito WM.
    Non sono i WM a parlare, ma un altro scrittore. Per incuriosirvi non rivelo il nome ma indico il link
    http://www.wumingfoundation
    .com/suoni/antracite_18_dic_2003_96k.mp3
    ……ero stanco di scrivere libri pochissimo letti se non da specialisti – volevo piuttosto tentare l’arma della letteratura popolare come grande fonte di costruzione di immaginario – a quei tempi avevo in mente, all’inizio, quasi solo la letteratura – poi mi sono accorto che il mio stesso immaginario era condizionato da tante altre fonti: cinema, fumetti, musica, tantissime cose – io posso anche datare esattamente il momento in cui presi coscienza di questo – facevo un gioco – un videogioco – malgrado l’ età non più acerba sono un appassionato di giochi per computer, tuttora – questo gioco era Indiana Jones 4 – non era un film – era Indiana Jones e il destino d’atlantide – mi pare che fosse: the faith of atlantis – io lo giocavo in inglese – non era un film ma era un gioco per computer che mi portava via notti intere – e io sognai – feci tutta una serie di sogni molto vividi negli scenari dei giochi per computer e allora mi dissi: perbacco qua e entrata nella mia mente della roba che non ne uscirà forse mai più – e da dove è entrata? – non era un libro – era un videogioco e io non ritengo che una forma di narrazione sia piu nobile, in realta, di un altra – ritengo che tutte le forme di narrazione siano nobili – del resto se noi consideriamo le prime espressioni del proprio immaginario che l’uomo ci ha lasciato, ha creato, si trattava di graffiti (quasi dei fumetti) nelle caverne – dove si vedevano gli animali che cacciava, l’ambiente ecc. – spesso quegli animali erano anche piu grossi del reale erano come li vedeva – l’immaginario non si limita a un solo aspetto, non ha una sola via……ecc.
    besos

  15. Grazie alesandra. scusa la stranezza della faccenda, ma avrei due altre domande se non ti dispiace.
    1) Sei in uno stanzone. ci sono tre gradoni. dal pavimento due pilastri che salgono e scendono. sulla parete un cuore nero che pulsa, a ogni pulsazione uno sputo. che c’è dentro?
    2)c’è una casa, la porta chiusa con assi di legno. ha una cassetta postale. anche un viottolo. tu che hai fatto?
    Ciao e scusami ancora per le domande “strane”.

  16. Georgia,
    sì, è V.E. e credo che il grazie vada indirizzato a lui e ai wm. Ci sono anche altri materiali audio interessanti e, visto che li sto spulciando solo ora, tendo a contagiare gli altri con il mio entusiasmo:-) compatitemi
    besos

  17. contagia spettatrice contagia … mi piace ‘sto tipo di contagio:-)
    Favoloso Evangelisti parla di tutto: libri suoi naturalmente (ed è un piacere), america, sindacati, persino di uno sciopero di cowboys, dei no global e … poi fa una deliziosa campagna a favore del fumo … non perchè faccia bene ma … perchè non ci rompano i coglioni (fumo pure io naturalmente) insomma è piacevolissimo veramente.
    Ma a proposito, loredana aveva postato una intervista a lui che io non ero mai riuscita ad aprire, non è possibile averla in formato apribile?

  18. Georgia,
    dovresti scarcare un real player (gratuito) dalla rete. Questo consigliò a suo tempo Ivan, io pedestremente eseguii e fui in grado di visionare V.E. e Lolip in strana conversazione, visto che Eymerch aveva temporaneamente preso le sembianze del suo ‘creatore’.
    besos

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