Come siamo quando abbiamo paura? Cosa facciamo, cosa ci aspettiamo quando siamo smarriti? Una volta Margaret Atwood disse di non aver mai scritto nulla, nei suoi romanzi fantastici, che non fosse già realmente avvenuto. Allora, nella nostra realtà di oggi, guardiamo indietro. Sono gli anni Ottanta, gli anni dell’Aids. Quelli qui sotto sono due articoli tratti dall’archivio di Repubblica. Piccoli articoli, dunque dimenticati:
“Occhio ai limoni, i tossicomani possono infettarli. E’ questo il senso della singolare ordinanza firmata ieri dal sindaco di Piacenza e recapitata dai vigili urbani nei supermercati e nei negozi della città per mettere sull’avviso fruttivendoli e commessi. Un invito che ha diffuso in tutta la città il timore che i limoni acquistati dalle massaie siano infetti. Il sindaco di Piacenza, il socialdemocratico Angelo Tansini, raccomanda nella sua ordinanza di esercitare ogni possibile vigilanza e custodia delle ceste di limoni al fine di evitare la loro sottrazione o il prelievo abusivo del succo. Il sindaco non spiega il perché dell’ originale iniziativa, ma dice di aver ricevuto un telegramma del servizio di igiene pubblica dell’ unità sanitaria locale che segnala la diffusione di assunzione di droga sugar brown, in veicolo acido (cioè il succo di limone – ndr) prelevato abusivamente nelle rivendite di articoli ortofrutticoli, specie nei supermercati. Per tutta la giornata nessuno a Piacenza è riuscito a capire di quale genere di segnalazioni si trattasse. Erano forse stati visti tossicodipendenti infilare siringhe nei limoni? Oppure, come ipotizzano alcuni, sono stati visti dei ragazzi rubare dei limoni e qualcuno ha dedotto che si trattasse di untori della nuova peste? Mistero. Il responsabile dell’ ufficio di igiene, il dottore Francesco Sozzi, dopo l’ ordinanza del sindaco, era irreperibile. Per tutta la mattinata, però, nel suo ufficio c’ era stato un gran via vai di persone. Un medico dell’ unità sanitaria locale, che ha chiesto di mantenere l’ anonimato, sostiene che non esistono casi di Aids, epatite o di altre malattie denunciati all’ Usl, la cui trasmissione sia avvenuta con questa modalità. Forse, aggiunge, è stato qualche cliente a denunciare di aver visto un tossicodipendente infilare un ago nei limoni. Ma potrebbe essersi anche sbagliato. Allarme inutile, dunque? Meglio fare dell’ allarmismo che stare con le mani in mano senza reagire davanti ad un possibile pericolo ha dichiarato ieri sera il sindaco Angelo Tansini. Poi è arrivata anche la spiegazione della singolare ordinanza. La segnalazione dell’ Usl era inequivocabile dice il sindaco . In un cantiere dove lavoravano alcuni operai, vicino a una palizzata, è stato trovato un limone con un buco o con una siringa dentro, adesso non ricordo bene, perché il telegramma mi è arrivato tra le 13 e le 14. Fatto sta che io, che sono la massima autorità sanitaria, non potevo rimanere indifferente”.
10 aprile 1988
“L’ AIDS non è solo una malattia che uccide ma è anche un fantasma che semina terrore, quasi sempre ingiustificato. A Roma e a Milano, capitali d’ Italia, due casi ripropongono con forza il problema di una efficace campagna d’ informazione su questa peste del ventesimo secolo. Due bambini sieropositivi (e quindi non malati) sono stati respinti a furor di popolo dalla scuola e dall’asilo in cui i parenti li avevano iscritti, come qualsiasi altro bambino della loro età. Ma, quando i genitori degli altri ragazzi hanno scoperto la verità, è scoppiata la rivolta. La paura di un possibile contagio ha preso il sopravvento sul buon senso e sulla realtà. Nonostante le assicurazioni rilasciate da ogni parte, nonostante gli spot pubblicitari e le campagne d’ informazione a livello scientifico, per i due piccoli non s’ è trovato un posto. Eppure, come vanno ripetendo gli esperti di ogni parte del mondo, l’ Aids non è una malattia che si diffonde attraverso i normali rapporti sociali. Il virus si trasmette solo ed esclusivamente in determinate condizioni: rapporto sessuale o contatto di sangue. Ma, evidentemente, i recenti casi di Roma e Milano stanno proprio a dimostrare che sul piano dell’ informazione c’ è ancora molto da lavorare, che la paura continua a condizionare le scelte degli adulti. A qualsiasi ceto sociale appartengano: basti ricordare l’ ancora aperta battaglia degli abitanti del quartiere residenziale dei Parioli, a Roma, contro la costruzione di una casa di cura per persone colpite dall’Aids”.
19 ottobre 1988
E allora, cosa intendo dire? Nulla di più di quel che ho detto. Proviamo a essere quelli che siamo in grado di essere, proprio oggi. Facciamo nostre le parole che il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg pronunciò nel luglio 2011, alla folla intervenuta per manifestare pacificamente dopo la strage dell’isola di Utøya. Queste:
“Dovremo comunque prenderci cura l’uno dell’altro.
Dimostrare che è qualcosa cui teniamo.
Dobbiamo parlare con quelli per cui è stata più dura.
Dobbiamo essere umani e fraterni.
Noi riuniti qui questa sera abbiamo un messaggio per tutti quelli che hanno perso qualcuno cui volevano bene: siamo qui per voi”.
Solo così, soltanto così.