Continuano ad arrivarmi storie sulla pillola del giorno dopo e sull’interruzione di gravidanza. “Sono ancora in tempo?”, mi ha chiesto, via mail, la donna che si firma “giovane puttana”. La risposta è sì. Ecco la storia.
Sono arrivata a Milano per studiare dieci anni fa, mi trovavo qui, come molti studenti, lontano dalla famiglia e dalla sicurezza di un paese dove sei cresciuta. Avevo un ragazzo, il mio e, come è giusto, bello e normale che sia ho fatto l’amore con lui una domenica mattina. Avevo vent’anni, ero una studentessa e non desideravo figli, quindi abbiamo usato, come sempre il preservativo.
Quella bloody sunday, come la chiamo io, il preservativo si è rotto. Ne sapevo abbastanza da calcolare di essere purtroppo in periodo di ovulazione e che quindi sarebbe stato giusto prendere la pillola del giorno dopo. Con la paura di ciò che poteva accadere, ma con la CERTEZZA e la FIDUCIA nelle strutture di una città come Milano, siamo andati al pronto soccorso. Il primo della serie.
Arrivata lì non sapevo di essere diventata una Giovane Puttana (ti chiedo scusa per il tono, ma la rabbia, come vedi, non è svanita). Mi affibbiarono subito, e in malo modo, il codice meno grave. Ero d’accordo, mai mi sarei permessa di passare davanti a chi era ferito! Dopo 5 ORE, mi liquidarono dicendomi che il medico era UN OBIETTORE. Io non sapevo il significato di questa parola (sapevo solo quella inerente all’ambiente militare) e chiesi cosa intendesse.
“Significa che è, siamo, contro l’aborto!” Io ero incredula. “Non devo abortire” risposi “ho bisogno della pillola del giorno dopo!” “E’ la stessa cosa!” E ci lasciarono lì come due allocchi, passando al paziente successivo.
Al secondo p.s. la stessa cosa e via dicendo. AL QUARTO quando mi dissero che AVREI DOVUTO PENSARCI PRIMA risposi che io ci avevo pensato prima, ma era stata una tragica fatalità. Poi una dottoressa, di cui ricordo ancora perfettamente il muso mi chiese perché non usassi la pillola. Quando le risposi che non potevo per dei valori del sangue non idonei, si mise a ridere e mi disse che comunque era meglio che me ne andassi. Ed era sera inoltrata!
In quel momento impazzii, ero stanca, terrorizzata, delusa, furiosa! Iniziai ad urlare, a tirare calci alla porta e dissi: giuro che se non fate qualcosa e dovessi essere incinta io vi sbatto il bambino nel cassonetto qua di fronte e vi butto addosso tutti i telegiornali della nazione! (premetto che MAI avrei fatto una cosa del genere, ma volevo terrorizzarli, come loro stavano facendo con me)
Magicamente, a seguito di ciò, ottengo la visita. Mi viene fatta un’ecografia interna e qui, in un clima di odio e ripugnanza verso di me, mi inseriscono lo strumento per la visita SENZA NESSUN GEL LUBRIFICANTE. Quando lo faccio presente, per il dolore che sento, mi chiedono se voglio anche un té coi pasticcini.
Non penso più a nulla, solo che sono una ragazza sbagliata, che sono una Giovane Puttana e arrivo quasi a pensare che me lo merito, che è giusto che paghi per ciò che ho fatto!<
Ottengo la ricetta. Prendo la pillola. Dopo tre giorni mi viene un ciclo devastante, sto male, ho la febbre, non riesco neanche a stare in piedi. Nessuno mi ha detto degli effetti collaterali e come sopportarli, erano troppo impegnati a giudicare, umiliare, offendere!
Ho a che fare per lavoro con giovani ragazzi e ragazze, io non dico mai di NON FARE, ma di andare SEMPRE prima nei consultori LAICI e farsi dire TUTTO, di chiedere TUTTO e di rivolgersi a loro in caso di bisogno, di farsi dare un numero di emergenza per le domeniche e i giorni di festa, di chiedere aiuto a chi lo sa dare e di denunciare l’omissione di soccorso! Perché nessuno di loro abbia una bloody sunday come la mia!
Sono arrabbiata, ancora! Auguro queste persone che ho incontrato dieci anni fa il male, auguro agli obiettori e ai loro figli di non ricevere le cure quando ne avranno bisogno, odio il bigottismo di quest’Italia malata. Non mi interessa se sto sbagliando nel pensare e dire queste cose, ma un’esperienza così, a vent’anni ti segna, ti rende cattiva, diffidente!
Oggi ne ho trenta, ho un lavoro, un compagno, una casa, se rimanessi incinta sarebbe una gioia, ma lo sarebbe perché l’abbiamo deciso noi, non la strafottenza e l’ipocrisia di un branco di stronzi!
Giovane Puttana
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Basta che fai copia e incolla sul link dell’articolo – spero di essere stata chiara. Disgraziatamente l’informatica non è il mio forte -)
Sorry, il commento precedente era mio
il modo in cui è stata trattata questa ragazza è disumano e, forse, anche illegale.
Personalmente ho trovato tanto aiuti nei consultori della mia città, e ora che sono (felicemente, per fortuna) incinta consiglio a tutte le mie amiche di rivolgersi a loro perchè il sostegno e le cure oltre che gratuite sono davvero esemplari.
allo stesso modo, ma questo è solo il mio parere, non condanno gli obiettori di coscienza.
Mi rendo conto che questo possa essere o diventare un problema per chi si trova a dover affrontare una gravidanza non voluta, però credo anche un medico non possa essere costretto a effettuare una interruzione di gravidanza.
Che schifo. Viene da vomitare.
E comunque non è prevista obiezione per la pillola del giorno dopo. Di contraccezione si parla, non di aborto.
mi riferivo alla frase “auguro agli obiettori e ai loro figli di non ricevere le cure quando ne avranno bisogno”, di certo dettata dalla rabbia perchè non credo che nessuno auguri ai figli di pagare eventuali errori dei padri…
Capisco che la persona non ne abbia voglia, la ringrazio moltissimo di questo post. Però ecco, io vorrei i nomi di questi consultori, gli indirizzi e quant’altro. E’ passato del tempo, ma sarebbe interessante sapere se è cambiata l’aria – purtroppo ne dubito.
Come ti capisco.. 20 anni fa io, 10 anni fa tu. E ce n’è sicuramente un’altra in questo momento a subire gli stessi insulti, lo stesso clima d’odio. Dobbiamo mandare donne come noi, con gli stessi nostri ideali laici e liberi al potere. E cambiare il sistema, affinchè la legge non rimanga solo lettera morta nelle mani di questo branco di animali in camice bianco, che -ad esempio- in Lombardia rappresenta più del 90% degli addetti ai lavori.
anch’io chiederei di fare nomi e cognomi delle strutture e dei medici perchè tutte queste storie, tante storie davvero, una dopo l’altra e tutte negative, non mi risultano per niente credibili.
E anche sui preservativi: mi sembra che se ne rompano un po’ troppi; è vero che è bene non basare i nostri giudizi solo sulla nostra personale esperienza, ma in vita mia non una – non una – fra le mie amiche e conoscenti (e sono un buon numero) ha avuto esperienza di preservativi rotti.
e neanche io.
Penso di poter fare queste obiezioni, data l’assenza totale di dogmatismo e la tolleranza e la laicità che caratterizzano questo posto e i suoi visitatori.
@ Giulia:
Puo’ togliere il forse: rifiutarsi di prescrivere la pillola del giorno dopo e´illegale. Chi lo fa viola la legge e deve essere denunciato. Stessa cosa per i farmacisti. Non esiste nessun diritto all´obiezione di coscienza anzi esiste il dovere del medico e dei farmacisti di prescrivere i farmaci che il paziente richiede (a patto ovviamente che ragioni mediche lo sconsiglino)
…… anzi, direi che è assolutamente doveroso denunciare questi come ogni altro comportamento illegale o non rispettoso della dignità delle persone, altrimenti non capisco a cosa serva star qui a lamentarsi e a piangersi addosso.
e in più si rischia appunto di non essere credibili ma di essere mossi da altri intenti.
Rita, la pregherei di mostrare maggiore rispetto nei confronti delle persone che rendono pubbliche le proprie storie. Il motivo per cui lei è in moderazione, come già detto, è la modalità irriguardevole che usa in rete. Mettere in dubbio la veridicità di questi racconti e accusare le protagoniste di piangersi addosso non contribuisce in nulla alla discussione. Grazie.
Io non voglio accusare le donne protagoniste delle sue storie (di cui non metto in nessun modo in dubbiol averidicita’) di piangersi addosso, pero’ sta di fatto che oggi non esiste nessun movimento femminile serio (nel senso di numericamente vasto e politicamente rilevante) che si batta contro la pratica illegale dell´obiezione di coscienza (un medico che si rifiuta di farlo potrebbe benissimo essere radiato, figuriamo che succedere se un medico si rifiutasse di prescrivere l´insulina a diabetico; stessa cosa per i farmacisti).
No io non credo che i nomi vengano fatti perchè siano storie inventante, men che mai penso che le storie siano state vane. TUtt’altro. Io stessa a raccontare queste vicende percepirei un certo timore, però se si riuscisse a trovare il modo di identificare posti sarebbe un altro tipo di efficacia.
Secondo me, c’è qualcosa di vergognoso e di percepibile come tale, di sanzionabile eticamente in una struttura medica che non assolve il suo dovere di struttura medica. La sanzione morale acquista corpo quando indica un oggetto preciso. Il merito della successione di queste storie è nell’aver cementato una nuova possibile sanzione etica. In realtà infatti dall’altra parte non si incontra questa univoca reazione e appello, c’è confusione mistificazione, non detto, scoperte a posteriori…
Sono in completo e totale accordo con quanto detto da Zauberei e approfitto per ringraziare l’autrice di questa testimonianza.
Due riflessioni,
1) Se quanto raccontato fosse appena accaduto allora si’, avrebbe senso nominare direttamente le strutture che hanno negato il servizio (almeno per avvisare chi in futuro potrebbe rivolgersi alle stesse) ed eventualmente fare denuncia, anche se in nessun caso questo deve essere visto come “obbligo” visto che chi scrive qui puo’ giustamente voler tutelare la propria privacy e non sentirsela. In questo caso specifico pero’, dopo 10 anni, c’e’ ben poco da fare davvero. E’ possibile persino che quel personale cosi’ inumano e vergognosamente poco professionale non lavori nemmeno piu’ nella struttura.
2) Nonostante questa testimonianza appartenga ormai al passato, io credo che questa assieme alle altre abbia il merito di renderci consapevoli di quel che accade in Italia e cementare, come dice giustamente Zauberei, “una nuova possibile sanzione etica”. Come avevo scritto tempo fa, quando mi capito’ di richiedere contraccezione d’emergenza in Italia, non ebbi davvero nessun problema ad ottenerla. Questo pero’ perche’ vivo in una Regione in cui i servizi funzionano abbastanza bene ed in cui la mafia di CL non ha ancora prolungato i suoi tentacoli ovunque (anche se ci sono alcune piccole roccaforti anche da noi). Un reality-check per me ci voleva e vi ringrazio davvero. Per chi vive in Regioni con un alto numero di obiettori ANCHE contro la contraccezione di emergenza, invece, la lettura di queste storie e dei commenti non puo’ che spronare a reagire, a capire che non sono sole/i. E questo e’ davvero molto importante, secondo me.
La professionalità e l’umanità non dovrebbero mai mancare a prescindere dalle proprie posizioni. Quello che colpisce in queste storie è la cattiveria gratuita unita ad una molto esplicita dichiarazione di supposta superiorità morale, che invece si dimostra inferiorità etica.
Quando si leggono queste storie, e mi rivolgo a chi mostra una certa incredulità (in verità, il trattamento subito da queste donne è davvero incredibile!), occorre tener presente che sono testimonianze non statistiche. Non possiamo sapere se si tratta di una maggioranza o minoranza di casi, fatto sta che non dovrebbero verificarsi e sono indegni di una società civile.
@rita
se a te o ai tuoi conoscenti non è mai capitato qualcosa, non vuol dire che non succeda. Io non ho nessun amico diabetico, per esempio, ma non mi sognerei mai di dire che non si può avere il diabete a trent’anni.
A me il preservativo rotto in prima persona non è mai capitato, ma a qualche amica si, magari dopo anni che lo usavano e non avevano mai avuto problemi.
Mi dici come fanno a sembrarti sospette si e no una decina di storie dove si parla di incidenti di questo tipo, considerando che vengono da tutta Italia e che hanno un lasso di tempo assai ampio?
Quando a me è capitato di aver bisogno della pillola del giorno dopo sono andata al consultorio di zona. Lì nessuno mi ha giudicata né trattata male e ho trovato delle dottoresse disponibili.
rispondo alle obiezioni da un’altra postazione e utilizzando sempre lo stesso nome, cioè il mio nome .. speriamo bene…
Allora, io chiedo alla titolare del blog: riceve e automaticamente pubblica?
Quale tipo di verifica effettua?
Ma a parte questo, insisto nel ribadire la mia convinzione e cioè che tutte le storie raccontate non mi risultano credibili, non so cosa farci, a cominciare appunto dal motivo che spinge a correre ai ripari: il preservativo rotto (Frà, a questo proposito, ho fatto delle precisazioni che forse le sono sfuggite).
Mi sembrano quindi storie inventate, certamente non dalla padrona di casa che, nonostante non riscuota proprio per niente la mia simpatia, è certamente una persona di ottima intelligenza.
Sono inventate secondo me perchè si vorrebbe cancellare l’obiezione di coscienza (stracciandosi le vesti magari in altri settori dove gli impostori pure non mancano o non mancavano), perchè ad esempio si vorrebbe una legge 194 libera da paletti (motivo che aveva indotto il Partito Radicale a votare SIì al referendum dei primi ’80, ovviamente per motivi opposti a quelli del Movimento per la Vita).
Allora vorrei semplicemente più sincerità, più fiducia nelle persone che non la pensano come noi – e che, evidentemente, come noi non sono sempre guidate da malafede o squallido tornaconto o volontà di umiliare il prossimo – e anche meno storie di preservativi rotti: basta dire che è capitato anche a noi di commettere un’imprudenza e che si è cercato di correre ai ripari.
E anche se le storie fossero vere al 200%, si rimane pur sempre nel campo dell’anedottica mi pare, che a questo punto potrebbe allungarsi all’infinito con storie opposte o con storie di medici, ostetriche, genetisti, infermieri, che trattano la vita umana e il tema dell’aborto con estrema sbrigatività e superficialità.
In questo post non si parla d’aborto ma di contraccezione d’emergenza – ovvero un sistema che evita alla coppia di trovarsi di fronte al dilemma se abortire o tenersi una gravidanza non voluta. La contraccezione d’emergenza non è abortiva e sì alcune coppie (non so quante) la usano a piffero al posto della normale contraccezione, altre coppie, invece, solo quando hanno un incidente contraccettivo. Che può capitare a tutti. I medici obiettori – anche se l’obiezione non è legale – esistono in tutti gli ospedali romani, come testimoniano non solo le storie inviate a questo blog ma numerosi servizi giornalistici. Detto un po’ fuori da i denti la continua – e voluta – confusione tra i due livelli (contraccezione d’emergenza e aborto) comincia ad essere stucchevole.
Rita, che le devo dire?, frequenta gente fortunata. A me e’ capitato una volta, che si rompesse un preservativo nel corso di un rapporto (un’altra invece si e’ sfilato in modo improprio e probabilmente non era successo nulla, visto che era integro, ma io la pillola del giorno dopo l’ho presa comunque per evitare problemi). Devo dire inoltre che questo tipo di incidenti sono capitati almeno una volta ad altre 3 persone che conosco nel corso di 10/15 anni di vita sessuale attiva, fra quelle con cui ho confidenza abbastanza per discutere della nostra vita sentimentale/sessuale (e una di queste persone ha subito un trattamento umiliante al pronto soccorso, sebbene non allucinante come quello descritto in questo post). Magari siamo gente maldestra, magari andiamo a letto con degli adorabili imbranati, chissa’.
In ogni caso, secondo me, presupporre la malafede di tutte coloro che hanno scritto in Lipperatura in virtu’ di un complotto contro l’obiezione di coscienza pare un po’ eccessivo (e peraltro, nel caso della pillola del giorno dopo, obiezione di che? contro un contraccettivo? ma allora si dovrebbe obiettare anche a pillola, preservativo, spirale etc etc). Mi sembra un po’ come essere il sindaco di una citta’ che si blocca con 15 cm di neve e poi gridare al complotto contro “Il nord che non vuole le olimpiadi a Roma”, se mi passate il paragone.
Devo dire in effetti che quello che mi ha più sconcertata in tante testimonianze (non solo tra quelle raccolte qui, ricordo esperienze simili con la pillola del giorno dopo raccontate in altri blog di ragazze che mi è capitato di leggere, tra cui il non più online “Underbreath”) è l’equiparazione tra pillola del giorno dopo e aborto da parte degli obiettori. Io sono favorevole all’obiezione di coscienza per l’aborto (a patto che venga salvaguardata la possibilità della donna di abortire), ma l’obiezione sulla pillola del g. dopo mi pare davvero assurda e senza giustificazioni.
@Rita: è brutto quello che dici; puoi se mai contestare la capacità di queste storie di essere rappresentative di una situazione generalizzata ma non la loro veridicità. Se fossi una delle donne che hanno vissuto, sofferto e poi scritto e inviato una di queste storie, i tuoi commenti mi farebbero male. Non si vede perché per difendere una tua idea devi ferire altre persone screditando le loro testimonianze.
Poi vorrei dire una cosa molto semplice: gli aneddoti vengono da persone che sono state umiliate, insultate e/o maltrattate in un momento di estrema fragilità e spesso a un’ età molto giovane. Non mi meraviglia affatto che ci abbiamo messo anni a parlarne e solo grazie all’ anonimato e alla massa critica creata da Lipperini qui, proprio a questo scopo. Ci vuole un gran coraggio per farlo ed è bello che almeno qui la maggior parte dei commentatori dimostri una grande delicatezza. Non ci vuole un premio Nobel alla Veggenza per capire perchè proprio qui arrivano certe storie e perchè proprio chi ha un carattere sospettoso non becca mai, ma proprio mai, neanche fra gli amici, persone che si azzardino a mettere a repentaglio la propria fragilità facendo confidenze fuori luogo. Uno che sta male cerca di proteggersi, mi sembra.
Temo che per chi è prevenuto, e sprezzante, e vuole soltanto dimostrare di essere fuori dal coro, nessuna rassicurazione sia sufficiente. Lo dico perché mi hanno scritto alcune delle donne che hanno testimoniato per dirmi che si sono, giustamente, sentite ferite da Rita. Non volevano dimostrare nulla, ma offrire una storia. E se non crede a me, creda ai numeri, alle inchieste sull’obiezione di coscienza, legga il libro di Chiara Lalli, consulti i dati del Rapporto Ombra Cedaw e quelli di Cittadinanzattiva. Ma nessuno al mondo le dà il diritto di mancare di rispetto ad altre donne. Lo faccia nei miei confronti, se proprio la fa sentir meglio.
E’ OT, scusate, ma volevo segnalare questa cosa che avevo letto anni fa su un giornale:
http://www.womenonwaves.org/
E’ tanto tempo che sono in rete e sorrido sempre del la convinzione diffusa per cui chi vi manda i propri messaggi sia un tale appassionato di finzione. Si sottovaluta sempre quanto sia faticoso fingere, simulare non tanto storie e aneddoti ma linguaggi, stili emozioni diverse. Su questo blog sono uscite furo storie piuttosto diverse e personalità diverse. Due sole ragazza con preservativo rotto, una delle quali per altro vivacemente criticata dal commentarium e che a me per esempio che ci posso fare non risultò simpatica affatto come le altre. Un’altra storia invece non fu considerata pertinente la questione. Alcune sono arrivate dal libro di Chiara. Trovo quindi piuttosto ingenua e mi fa sorridere questa fuga nel sospetto di Rita, una cosa piuttosto inefficace e poco credibile.
Anche la critica all’aneddotica lascia il tempo che trova. La narrazione in prima persona serve a dare lo spessore esistenziale ai numeri che si possono trovare altrove – nel libro di Chiara – e citati all’inizio di questa impresa di Loredana. Le narrazioni sono servite per creare un pensiero collettivo su questo tema – e che in passato era totalmente assente. Se Rita è totalmente antiabortista può essere rattristata dall’emergere di questo pensiero, ma ne prendesse atto e argomentasse di conseguenza anzichè attaccarsi un po’ mediocremente, a false questioni di metodo.
Voglio dire. In un certo senso, una volta che ci sono i numeri, anche se erano pezzi di romanzo a noi non ci cambiava tantissimo – purchè naturalmente sia ben scritto:)
Stavo pensando a come si può rendere più concreta la voce che finisce nei numeri, qualche volta in tribunale, qualche volta diventa un racconto di cui, come accade spesso per lo stupro, viene messa in dubbio la sincerità. Così da soddisfare le persone che, come Rita, o non ci credono proprio, o trovano vantaggioso lanciare discredito sulle testimonianze che ad altre/i costano e sono costate tanta sofferenza. Ma soprattutto in modo da rendere più rara, o addirittura eliminare, la sofferenza e l’ingiustizia che la causa.
E ho trovato un documento che mette a confronto le garanzie dei diritti dei pazienti in Europa. C’è una voce interessante, “right to complain and compensation”.
Confronto tra l’Italia e qualche altro paese (c’è anche chi è messo peggio, sembrerebbe, ma in alcuni paesi c’è qualcuno a cui rivolgersi).
Finlandia: All healthcare establishments have a patient Ombudsman. A patient Ombudsman informs the patients of their rights and assists them as necessary in submitting an objection or complaint (Section 11). A complaint in treatment can be submitted to the relevant State Provincial Office.
Francia: Art. L. 1112-3 of the Code of Public Health states that every healthcare service has a committee for the quality of healthcare. It is at this committee that patients can express their complaints.
Germania: Complaints can be filed with the direct healthcare provider, furthermore patients‟ complaints committees are available for complaints, mostly already accommodated by the hospitals.
Grecia: Every patient has the right to submit complaints and objections. Furthermore the office of Ombudsman is created especially for complaints relating to healthcare and welfare.
Irlanda: There are various options for complaints in Ireland. The patient can file a complaint at one of these institutions (depending on the complaint): the Ombudsman; the Medical Council; or the Nursing Board.
Italia: In case of routine operation, medical professionals are subject to strict liability. In case of complex operations the courts call for a high level of professional care and attentiveness.
http://www.eu-patient.eu/Documents/Projects/Valueplus/Patients_Rights.pdf
C’è una bella differenza, sembrerebbe.
Dico anch’io però che una storia, qualsiasi storia, pur essendo vera può essere inverosimile. E questa lo è parecchio. Eccedente in ogni parte, dal volgare autoappellativo, all’uso delle maiuscole, il tono oltremodo rabbioso che si addice più ad un arringa che ad una testimonianza , fino alle offese finali degne di un branco della curva sud. Ecco pensando a queste offese trovo poco verosimile che una persona che ha davvero ha provato questo dolore , a dieci anni di distanza sia capace di augurarlo ai figli di qualcun altro. Sembra insomma ci sia un disagio che eccede la testimonianza e in qualche modo la sminuisce.
Ma questa è una questione di forma e d’altronde non che tutti possono essere Primo Levi.
Io dalla testimonianza qualcosa comunque ci imparo. Cosa ci insegna, secondo me, ai nostri figlioli questa storia.
Intanto che il preservativo è inaffidabile, (dico a zabuerei che contando anche quelli dei commenti penso siamo arrivati quasi a una ventina) Criminale non era il Papa quando diceva che il preservativo aumenta i problemi. Criminali semmai erano quelli che lo accusavano.
Che rinfidarsi nel sistema burocratico sanitario è sempre un pericolo anche a parte gli obiettori vagabondi.
Eppoi ma quello lo sapevamo anche prima, che un uomo e donna, l’amore, è bello e normale e giusto che lo facciano in un ambito capace di accogliere il futuro che questo atto schiude.
Ciao,k.
K. Io trovo, dal mio canto, volgari e offensivi e rabbiosi e infinitamente inaffidabili quelli che pretendono di fare la morale alle donne dal loro comodissimo angolino, sai? Quelli, hai presente?, che tiravano le bottiglie d’acqua a Beppino Englaro. Quelli che, hai presente?, tirano i feti di plastica sulle donne che vanno al consultorio. E, come ho già detto, piantatela di mancare di rispetto alle donne che testimoniano qui (che poi, se ci mettiamo a parlare di disagio, non so quanto sia più disagiato e disagiante un ferventissimo antiabortista che piantona un blog dove di aborto si parla). Piano con i toni. Ultimo avviso.
Ps. Quanto alla forma, una ripassatina alla punteggiatura non farebbe male neanche a te. Prima di somigliare anche solo a Rick Santorum devi esercitarti.
un po’ il blog l’ho sempre letto per via che conoscevo l’autrice dalla radio3 che mi piaceva. ora da quando si occupa di questo tema ho iniziato anche a commentare. vorrei quando possibile continuare a farlo cercando magari di non apparire un piantonatore, ma un semplice commentatore. d’altronde anch’io, come tutti ho i miei disagi. diversi errori grammaticali e di punteggiatura li inserisco di proposito per nascondere quelli che faccio per ignoranza. vado ad informarmi su chi è questo Rick Santorum spero non sia un offesa
Allora, K. Spiacente di deludere l’ascoltatore. Ma una cosa è il mio ruolo a Radio3, una cosa è Lipperatura. Che è un blog personale, che preesiste al mio ritorno in radio. E se anche tu hai i tuoi disagi, come me e come tutti, perchè bisogna puntare il dito su quelli degli altri? Tu da cattolico, e io da laica, dovremmo cercare di evitarlo. Ok?
“una nuova possibile sanzione etica”, grazie zaub, vogliamo dare concretezza operativa a questa acquisizione? Questo blog non è il solo spazio in cui si parla dell’espansionismo aggressivo dell’obiezione di coscienza e dell’annullamento dei diritti (all’autodeterminazione) riconosciuti dalla 194: vogliamo passare ad un altro piano? Vogliamo coordinarci in qualche modo? Confrontarci e cercare uno strumento operativo efficace?
Non volevo equiparare la pillola del giorno dopo all’aborto, esprimevo solo una mia senzazione dopo aver letto tutte le testimonianze pubblicate che parlavano anche di aborto.
Non sono sprezzante, Lipperini, dico quello che penso, tutto lì.
Mi dispiace se ho ferito qualche donna, volevo solo dire, sulla base anche della mia esperienza, che a volte ci comportiamo in maniera poco avveduta a proposito, ad esempio, di preservativi; è capitato anche a me di farne senza, d’altronde non siamo macchine no? E, ormai molti anni fa, forse 20, ho fatto ricorso senza problemi alla pillola del giorno dopo.
Però, se ci penso, dico che sono stata un po’ idiota.
Tutto li. Allora si dice: ho fatto l’amore senza preservativo, poi mi è preso il panico e ho cercato la pillola del giorno dopo.
Non leggo tanto come lei, di sicuro Lipperini, ma mi pare – mi pare – che un tale tipo di comportamento irresponsabile sia abbastanza diffuso tra le adolescenti.
Paola: 7 marzo, ore 18, presso Tuba, Roma. Diffonderò meglio nei prossimi giorni. Quello vorrebbe essere un momento di incontro e confronto, anche operativo.
grazie!
OT ma non troppo. Ritengo particolarmente poco dotato di buon senso, l’argomento secondo il quale, visto che occasionalmente un preservativo si rompe, allora e’ giusto considerarlo una fonte di problemi invece che una soluzione per proteggersi da malattie e gravidanze indesiderate. E’ come dire che la cintura di sicurezza e’ inutile perche’, talvolta, puo’ essere stata prodotta in modo fallato e comunueq non protegge mai dagli incidenti veramente mortali. Dunque il vero problema e’ l’invenzione dei veicoli a motore e dovremmo tornare al carretto di buoi. Poi se uno sta male e deve essere trasportato d’urgenza in ospedale, beh, fatti suoi, i motori sono il Male e lui deve imparare a vivere secondo natura.
E’ un fatto che ci sono gli incidenti d’auto ma si guida lo stesso, e’ un fatto che talvolta gli aerei cadono, le navi affondano ma la gente continua a prendere l’aereo e a fare crociere. E’ un fatto che c’e’ un rischio di morte per parto ma che le donne continuano a fare bambini. E’ un fatto tutte le volte che esci di casa c’e’ una piccola, remota, possibilita’ che una mattonella malferma ti cada in testa, ma che quotidianamente tutte/i noi usciamo di casa (anche se con ‘sta bufera che imperversa, forse quest’ultima affermazione non e’ proprio vera per ognuno).
La vita e’ essa stessa un rischio. Proprio per questo i rischi vanno mitigati, se possibile. Talvolta anche i buoni strumenti per mitigare i rischi possono fallire ma questo non vuol dire che noi si debba utilizzarli lo stesso. Pensare o insegnare ai nostri figli che “Tanto le cinture di sicurezza sono inutili, se dio vuole che tu muoia, tu morirai lo stesso. Quindi NON METTERLE” secondo me e’ una scemenza e una scemenza pure pericolosa. Io, almeno, mi rifiuto di agire cosi’ (e credo che buona parte di chi scrive qui possa capire perche’ ragionamenti come quello appena esposto mi fanno l’effetto delle unghie sulla lavagna).
Lipperini, quanto all’essere sprezzanti anche lei, ad esempio nel commento di risposta a K del 10 febbraio 2012 alle 10:43 pm, non scherza mi pare.
Sui toni poi! “Piantatela, “non ammetto”, “argomenti odiosi”, ecc ecc., ecco, non mi sembrano toni particolarmente pacati, o no?
E ogni tanto, quando scriviamo e magari scriviamo in fretta, siamo sgrammaticati o usiamo molto impropriamente i termini. L’ha fatto anche e proprio lei, Lipperini, nell’altra risposta a K: “Tu da cattolico, e io da laica …..” quando (quasi) tutti sanno che laico non è l’opposto di cattolico; la laicità è ben altra cosa e ben poco praticata, DA TUTTI purtroppo!!
Comunque io NON ho mancato di rispetto proprio a nessuno e nessuna, ho solo detto quello che penso, ritenendo di rivolgermi a un pubblico davvero laico e comunque nella libertà di espressione o si crede o non si crede e comunque un’altra volta, quando parlavo di anedottica era evidente che mi riferivo a quei comportamenti incivili e cattivi dei singoli sanitari o farmacisti o o o …. perchè sul fatto che i ginecologi obiettori siano la maggioranza – e su questo avrei molte cose da dire dato che ne conosco alcuni, LAICISSIMI, strenui sostenitori della 194, che a un certo punto sono diventati obiettori e NON CERTO per fare aborti a pagamento o per altri squallidi motivi, ma per stanchezza, per disillusione rispetto alla constatazione del principale mancato obiettivo della legge stessa – è largamente e da molti anni risaputo. Lo so anch’io, pensi un po’ …
Rita, io non la conosco e non so da cosa le derivi l’atteggiamento che ha avuto dai primi minuti che ha messo piede su questo blog. Non so cosa cerchi dalla rete, non so se intende dialogare o intende unirsi al grande coro dei web urlatori.
No, non ammetto che si manchi di rispetto a chi offre la propria testimonianza: l’ho scritto e lo ripeto. Trovo odioso mettere in dubbio la veridicità di chi racconta: l’ho scritto e lo ripeto.
Quanto alla sgrammaticatura: si figuri se mi interessa. Ma K. aveva accusato la donna che ha postato di peccare in bella forma, per questo ho sottolineato che ognuno ha le proprie sgrammaticature.
E, visto che ritiene di sapere cos’è la laicità, mi dispiace ricordarle che la medesima coincide con il rispetto. Quello che lei, insisto, dimostra di non avere nei confronti di interlocutore alcuno. La saluto e la prego di chiudere qui l’off topic. Perché chi riporta a se stesso la discussione ha un solo nome in rete: troll. Grazie.
nooo, non ci credo: troll, OT ….!
Devo prendere atto che le critiche che taluni le muovono sono azzeccate e che gli argomenti che lei usa per far desistere qualche commentatore non perfettamente allineato si ripetono e sono sempre gli stessi: troll, ot per l’appunto!
E’ vero comunque che la laicità coincide ANCHE con il rispetto …. quindi?
e io non avrei mostrato rispetto per alcuno, ma “alcuno” chi?
Infine quando mai avrei riportato la discussione a me stessa?
Distinti saluti
Penso che anche questa storia confermi la necessità di adeguare il personale sanitario ai tempi, l’obiezione di (s)coscienza è un pericolo per la salute pubblica, quindi va eliminata dagli ospedali, a meno che non si riesca a garantire ad ogni turno la presenza di medici e personale non obiettore, ciò significa che gli ospedali devono avere il doppio del personale, e che una volta dichiaratisi non obiettori non possano più tornare indietro, tutte cose semplici.
Intanto, come segnala il laboratorio Sguardi sui Generis (http://sguardisuigeneris.blogspot.com/2012/02/il-tar-spalanca-le-porte-degli-ospedali.html) il 10 febbraio il Tar si è pronunciato sul ricorso promosso dall’associazione Casa delle Donne riguardante l’ingresso dei volontari del Movimento Per la Vita nei consultori e negli ospedali pubblici, cioè quelle persone che sono protagoniste delle storie ignobili che stiamo leggendo.
Secondo il Tar, in pratica, il ricorso non sarebbe valido perchè mosso da donne che non sono né madri né gravide (http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/02/11/sentenza-tar-piemonte-le-donne-non-hanno-interesse-perche-ne-gravide-ne-madri/).
Non so a voi come sembri, a me sembra assurdo e incostituzionale, dato che pur non avendo ora figli o essendo ora gravida sono comunque una cittadina ed una persona, ed ho diritto all’assistenza sanitaria ed a protestare se questa mi viene negata in base ad una ideologia religiosa.
Loredana, ma come fai a attirarti tanti matti in un colpo solo? Hai la calamita? 🙂
Allora vuol dire che negli ospedali e nei consultori può entrare chiunque? Incluse associazioni di donne che si occupino di far valere i diritti delle pazienti? Da quel che ho letto, mi pare che in altri paesi ci siano persone o enti a cui rivolgersi per far rispettare i propri diritti immediatamente, senza dover subire prima e ottenere poi una eventuale, improbabile e rara giustizia per il dolore e il danno già subito. Non si possono richiedere con forza dei rappresentanti dei diritti dei/delle pazienti negli ospedali?
Mi spiace tantissimo, comprendo la furia e l’invettiva della protagonista di questa storia e l’abbraccio. Non posso mettere in dubbio la veridicità del suo racconto perchè non ne ho gli strumenti e poi perchè è purtroppo verosimile anche se è probabile che gli anni e la ferita non guarita ne abbiano amplificato qualche aspetto.Ho fatto per un certo tempo il mediatore culturale in consultorio al tempo della nascita dei consultori pubblici e della 194 e vi assicuro che storie come quella raccontata mi provacano rigurgiti che vorrei dimenticare: ne ho sentite tante e troppe e vi assicuro che i preservativi come tutte le cose umane si rompono o non vengono indossati correttamente,le spirali si spostano etc..Non ho più l’età di avere figli,ma ad esempio mia figlia si ed il solo pensiero che si possa trovare in una sorta di macelleria come quella descritta mi scatena istinti ben più violenti di quelli raccontati. Ma il problema, uscendo doverosamente dall’emotività, è l’assoluta mancanza di professionalità di chi si aprroccia al paziente esprimendo giudizi e non fornendo informazioni corrette. Mi chiedo poi come, rispettando l’obiezione di coscienza individuale, il servizio sanitario che noi paghiamo possa non offrire un servizio vero di personale non obiettore, e perchè rispetto alla contraccezione di emergenza qualcuno, ancora oggi si rifugi dietro il dito dell’obiezione.Che questo succeda è sicuro o perlomeno io credo a quanto mi riferisce la ginecologa che ha fatto nascere i miei figli.L’animosità che ha suscitato l’argomento su questo Blog testimonia di un problema assolutamente non risolto, o sbaglio?Mi scuso per la punteggiatura a spaglio e per la non felice scrittura:sono abituata a lunghe e lagnose relazioni in burocratichese stretto.
@Barbara il tuo ragionamento fila che è un piacere, permettimi di provare a seguirti nell’ allegoria a quattro ruote dicendoti che sulle auto non solo ci sono le cinture di sicurezza e gli airbag, ma anche le catene e i pneumatici da neve, sta di fatto che il viminale in questi giorni ha invitato tutti quanti ha non mettersi in viaggio. Un invito comprensibile a fronte delle elevatissime condizioni di rischio che ci sono a mettersi adesso sulle strade. Simili diciamo a quelle della Nigeria degli ultimi anni,( se mi segui nel paragone )
Ma anche a emergenza finita penso sarà sempre giusto chiedersi che uso fare dei propri mezzi. Certo che ognuno della propria “ automobile” ne fa l’uso che gli pare, chi la prende per farsi vedere, chi per l’ebrezza della velocità, per prepotenza, altri magari per noia. Per cui hai belle capito la morale del discorso, quanti più ammennicoli e optional offri agli automobilisti, quanto più aumenta l’uso inutile e irresponsabile dell’automobile e i rischi per tutti quanti, pedoni passere e uccelli compresi
ciao,k.
Cara K, grande perplessità! A ragionar per proverbi e similitudini possiamo veramente dire di tutto ed il suo contrario.
Alla base della storia che ha dato origine alla discussione c’è invece una palese inottemperanza delle norme, che possono trovarci concordi o meno, ma sono leggi dello stato.
C’è poi un’impreparazione ed una mancanza di cultura degli operatori e qui il discorso ci porta troppo fuori.
Se ancora oggi succedono o dovesero succedere questioni simili a chi ci si rivolge?Alla procura, al tribunale del malato? teoricamente si, ma chi subisce è per lo più senza difese, in stato di sofferenza e vuole solo dimenticare e passare oltre.Consideriamo poi i tempi e le difese degli ospedali e dei medici: ad esempio perchè l’hanno visitata? E cosa c’era scritto sui verbali dei due pronto soccorso?Probabilmente una cosa qualunque rispondente alla realtà in modo assolutamente generico.
Come e con quale sistema si può prevenire , in questo caso non solo la gravidanza indsiderata, ma la serie dei comportamenti penalizzanti per le donne?
Se la ragazza avesse ragione o torto, se fosse stata colpevole o innocente, peccatrice o santa, quale Dio e quale Stato possono permettersi un comportamento così lontano dalle Loro regole?
Mi capirà se le dico che con la macchina facciamo prima:andiamo dal meccanico o, estrema ratio, la rottamiamo.
Buona notte a Lei.
Roverella,
io trovo molto sensato tutto quello che lei dice
Tornando solo un attimo ai preservativi, lo so bene che si possono rompere, ma a volte non si usano proprio, è questo il punto, è capitato a tutti di sicuro, perchè non dirlo allora?
E, visto che ha lavorato in consultori, le risulta che insieme ai comportamenti che qui sono stati raccontati, ce ne siano altrettanti non solo di segno opposto ma di disinvoltura e noncuranza e sbrigatività totale da parte di molti sanitari per la vita umana (esempi: l’ostetrica che ti dice: se incinta? Lo tieni o abortisci? Il medico che di fronte alla diagnosi di bambino down ti dice che DEVI abortire, il genetista che, dopo aver stabilito le tue maggiori probabilità di mettere al mondo un bambino non sano ti consiglia di provare e riprovare, poi se c’è qualcosa che non va, abortisci)?
Grazie.
Io invece ci ho un altro paragone: quando sei obbiettore di coscienza NON entri nell’esercito – FAI un’altra cosa: è tuo sacrosanto diritto. Se entri nell’esercito però non è che se ti mandano in Iran dici ooooh uhhh ihhh io so’ contro le armi volevo solo stare a casa a sparà alli fagiani.
La tua risposta k ha inoltre un problema logico. L’oggetto preservativo si rompe non per delle condizioni esterne o per delle irresponsabilità di chi lo usa. Non è come andare in macchina col ghiaccio perchè non è il corpo specie nei rapporti eterosessuali a romperlo, e infatti si rompe con una frequenza molto più bassa degli incidenti stradali – inoltre giacchè un buon preservativo è quello che non si fa accorgere di se, non è che se uno non si avvede in tempo che si è rotto è un imbecille e sciagurato, perchè l’oggetto è programmato per non farsi sentire. Perciò non so come interpretare il tuo invito alla prudenza se non come o un invito al rischio o un invito all’astinenza perchè la nemesi divina potrebbe riversarsi sul lattice. Troverei più coerente riferirsi a certi principi personali in materia religiosa e di sesso – eventualmente argomentare in base a cosa questi principi soggettivi debbano essere estesi a una comunità. Questo perdonatemi è invece mero arrampicarsi sugli specchi.
In effetti, tutto sta nel decidere se la sessualita’ umana sia da considerare una situazione di gravissima emergenza in se stessa (uno stato di necessita’ perenne da circa 6 milioni di anni, ovvero dalla comparsa degli ominidi sul pianeta), da gestire in modo fatalista, o invece se la sessualita’ sia da valutare come “business as usual”, come elemento importante della quotidianita’ di tutti, in cui ci sono si’ dei rischi ma si possono mitigare, in modo che i singoli individui possano cercare un equilibrio, fare scelte sessuali consapevoli in armonia col proprio carattere e con chi li circonda.
Io una mia idea in merito ce l’ho… E in genere, ribadisco, sono abbastanza diffidente verso chi per un problema serio ma risolvibile, grida allo stato di calamita’ naturale ed esige che – a causa di questa presunta catastrofe – i diritti individuali possano essere negati in funzione di un non ben chiarito “bene superiore” (bene di chi? cui prodest?).
Se non ricordo male, qualcuno prima citava The Shock Doctrine di Melanie Klein, ricordando come le catastrofi (vere o percepite) possano essere usate dai governi per limitare le liberta’ civili. Ecco, credo che il ragionamento si applichi bene anche al discorso sulla sessualita’ e alla negazione di una sessualita’ informata, adulta e consapevole