Scrive David Foster Wallace: “Il genere di libertà davvero importante richiede attenzione, consapevolezza, disciplina, impegno e la capacità di tenere davvero agli altri e di sacrificarsi costantemente per loro, in una miriade di piccoli modi che non hanno niente a che vedere col sesso, ogni santo giorno. Questa è la vera libertà. Questo è imparare a pensare. L’alternativa è l’inconsapevolezza, la modalità predefinita, la corsa sfrenata al successo: essere continuamente divorati dalla sensazione di aver avuto e perso qualcosa di infinito”
Domenica si vota per le elezioni regionali. In estate avevo scritto questo articolo per l’Espresso. Le cose non sono cambiate.
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Nei giorni passati a ElbaBook (giorni benedetti, dove ho avuto la possibilità di rivedere vecchi amici e di partecipare a un bellissimo incontro su incanto e reincanto e disincanto con Wu Ming 1 e Mariano Tomatis), ho sentito nominare molto spesso Alex Langer.
Alla luce dei fatti recenti e soprattutto di quelli venturi, andrebbe riletto un intervento del 1987.
Dove dice fra l’altro: “Molto spesso la comunità locale può essere quella che dice “purché vengano i turisti, noi facciamo anche 7 sciovie e se c’è bisogno costruiamo anche un nuovo monte, perché il vecchio non basta più per la quantità di turisti che vorremmo ospitare”. Non e che automaticamente la comunità locale, l’autonomia locale sia risolutiva, ma se non si trova un ambito entro il quale (come in una qualsiasi comunità percepibile reale) le autolimitazioni hanno un senso, cioè non sono soltanto la paura della multa o della pena o della repressione, il discorso non regge. Se non si trova una dimensione in cui la ragione ecologica possa coniugarsi con la democrazia, allora probabilmente le virtù di cui parlavo prima rischiano di essere un nobile e minoritario esercizio di ascesi ecologica, un nobile esercizio di solidarietà, ma un esercizio probabilmente con in grado di invertire la tendenza, o per lo meno di rallentare o arrestare il degrado, cosa che d’altra parte vorremmo tentare di fare”.
“Contro la guerra, cambia la vita: le guerre scoppiano “a valle”, quando tutta una infausta concatenazione di soprusi, violenze e fallimenti si è già prodotta e sembra diventata irrimediabile; i popoli, la gente comune, sono poi chiamati a pagare il conto finale senza aver potuto intervenire sulle singole voci che lo hanno via via allungato. Ma dinnanzi al fallimento della politica e della negoziazione, che sfocia nella guerra, bisognerà pur rafforzare gli “anti-corpi” a disposizione di ogni singola persona”. Così Alex Langer, nelle parole, nelle azioni.
Era il 3 luglio di ventiquattro anni fa. Alex Langer disse addio alla vita, volontariamente. Aveva 49 anni. L’11 dello stesso mese, di quello stesso 1995, Adriano Sofri usò queste parole per la commemorazione al Parlamento europeo. Sono parole preziose,…
Questo è il momento in cui tutti parlano, e questo è il momento, credo, in cui bisognerebbe riflettere cosa sia vita, cosa fine vita, cosa il suicidio assistito. Per chi vuole, Radio Radicale aveva una rubrica, Vivere&Morire: qui trovate i…
In questa settimana più volte è tornata alla ribalta, complice la tormentata vicenda del Deltaplano a Castelluccio di Norcia, una percezione dell’ambientalismo inteso come punitivo nei confronti delle comunità locali. Si veda, per esempio, il video dove viene presentato il…