Questa mattina, nella consueta bolgia di spintoni e calci della metropolitana, pensavo a quanto siamo diventati fragili. E, no, non solo ed esclusivamente per la nostra povertà, ma per la nostra incapacità – ormai ai punti massimi – di concepire l’esistenza degli altri: una difficoltà, un rifiuto, un dubbio, e si alza una polvere nera che ci rende incapaci di sperare. Perché se non riconosciamo l’esistenza degli altri siamo soli.
A volte quella polvere nera diventa materia di cronaca: le tre donne uccise alla vigilia e nelle ore stesse dell’8 marzo e del consueto tripudio di mimose finte sui social e mimose afflosciate offerte ai finestrini delle automobili; le tre bambine accoltellate dalla madre (che diventano atroce piatto della bilancia per chi fa delle negazione dei femminicidi un miserando scopo di esistenza); le altre bambine schernite come ninfomani da servizi giornalistici e televisivi; i bambini o poco più che tali pennellati come bulli alcolisti.
Dietro la cronaca, c’è il disinteresse verso qualsiasi forma complessa di realtà e di spiegazione della medesima. Tutto passa, tutto scorre, non ha importanza l’effetto di quel che raccontiamo, conta solo farlo.
Siamo diventati fragili perché non siamo capaci di guardare agli altri. Ecco, anche per questo motivo ho risposto all’appello di Shady Hamadi. Leggetelo, contattatelo. E sperate.
Appello degli scrittori per la Siria
Noi scrittori ci dichiariamo solidali con i numerosissimi siriani che sono scesi in piazza nel 2011 domandando libertà, dignità e pari opportunità e per questo massacrati dal regime. Tenendo a mente la natura e la storia della rivoluzione siriana, siamo consapevoli del fondamentalismo religioso che oggi è presente nel paese e che è rifiutato dagli stessi siriani liberi, in quanto a loro estraneo e nemico tanto quanto il regime. Ma sappiamo anche che le passate complicità e connivenze del regime siriano con il qaedismo iracheno hanno creato quelle “divergenze parallele”, quel torbido intreccio di opposti estremismi indispensabili a salvare il regime, alimentando e foraggiando una “rivoluzione controrivoluzionaria”. Il silenzio assordante dell’Occidente nei primi dodici mesi della rivoluzione siriana, quando le milizie fondamentaliste non avevano ancora fatto irruzione, “salvifiche” per il regime, dall’estero, ha dimostrato che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Dichiariamo la nostra solidarietà e amicizia ai siriani liberi, sostenendo, con questo atto, i loro ideali. Ci appelliamo al mondo della cultura, della politica e della società tutta affinché non volti lo sguardo verso ciò che accade ma sostenga la società civile libera e democratica della Siria; inoltre, chiediamo che Bashar al Assad, insieme a molti altri esponenti del regime, venga processato per crimini di guerra e contro l’umanità.
Firmatari
Dario Fo
Shady Hamadi
Loredana Lipperini
Daniela Padoan
Diego de Silva
Giuseppe Catozzella
Bene! Finalmente. Cara Loredana, mi auguro tu voglia sostenere anche la manifestazione nazionale del 15 marzo allora. https://www.facebook.com/crsps grazie e buon lavoro!
Constato che della situazione siriana lei ha capito tutto, ovvero il contrario di ciò che è ed è stata. Lei è una movimentista nata. Non servirà a nulla ricordarglielo ma che si parli di femminicidio, editoria, diritti lei dimostra sempre una superficialità rara. Quando c’è una causa spendibile per un disorso evanescente e autoterapeutico lei è sempre in prima linea. Questa sembra essere la sua cifra. Auguri per la sua carriera esistenziale.
Buon proseguimento.
Oh, è tornato hommequirit. Mi mancava, in effetti. 😀 Ps. Movimentista nata è un complimento, faccia attenzione.
Vabbé Lippa, ma sei sempre evanescente e autoterapeutica!
Non son mica cose da scherzarci su!
(Fossi in te, mi metterei un maglioncino nero da esistenzialista e mi ritirerei a meditare…)
(Quando riconosciamo l’esistenza degli altri, é solo per massacrargli gli zebedei a puro scopo narcisistico – quindi in sostanza…)
Il maglioncino ce l’ho 🙂
Cara Loredana, il cappello che hai scritto all’appello di Hamadi, e’ bellissimo. Mi ci ritrovo in pieno. Spesso questo correre, scorrere e lasciar scivolare tutto mi lascia addosso una sensazione da criceto. Dove tutto circonda la nostra personale ruotina senza che noi ce ne sentiamo parte. Il caso della Siria e’ emblematico. Abbiamo crimini contro l’umanita’ in casa e solo pochi illuminati se ne preoccupano.
vado a prendere un cappellino e vi raggiungo
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2561748/Picture-four-year-old-boy-attempting-cross-desert-Syria-Jordan-young-refugee-separated-family.html