WELCOME

Volevo postarvi l’intervista che ho fatto ieri a Roberto Calasso, e che si trova oggi su Repubblica. Invece, vi posto questo intervento di Femminismo a Sud.  Benvenuti nel meraviglioso mondo della letteratura.

16 pensieri su “WELCOME

  1. Non c’entra, ma c’entra. Ho fatto, faccio parte di una rete di scrittori che si sono battuti contro la censura dei libri a fini politici che la Lega e il PdL hanno cercato di organizzare in veneto. Il gruppo, è noto, si chiama “Scrittori contro il rogo”, e ha dato vita a un’antologia di racconti. Tra le iniziative che la destra razzista di governo ha cercato di attuare in Veneto, c’è stato il tentativo di rimozione di Gomorra da (almeno) una biblioteca pubblica, a Preganziol. Su questo blog se ne è parlato molto, a partire da qui. Ora, il se-dicente “critico letterario”, autore di una “se-dicente” fanzine, a suo tempo – anche questa è cosa nota – stroncò Gomorra sul “Domenicale” di Dell’Utri (sento già i garantisti doc rammentare che Dell’Utri è stato riconosciuto essere uomo di mafia solo in primo e secondo grado, non anche dalla Cassazione), dando la stura alle velate parole che anticiparono le precise parole della camorra di Casal di Principe. Invitando Saviano a togliersi di torno, a girare al largo per il mondo, ad andare a nascondersi nella spazzatura. Una “recensione” nella quale le informazioni che Serino dimostrava di possedere si fermavano alle prime 5 pagine. Adesso vorrei sapere, da chi solidarizza con questo “critico”, qual è la differenza tra chi si incarica di impallinare Gomorra con una recensione talmente malscritta da far pensare di non averlo mai letto e chi si incarica di togliere Gomorra dagli scaffali di una publbica biblioteca. Quale differenza c’è tra l’esaudire a tambur battente i desiderata di un presunto amico degli amici (con sospensione di giudizio in attesa della Cassazione), ed esaudire quelli di un sindaco leghista?
    E già che ci sono: leggo che questo se-dicente “critico” che riceve buste piene di banconote (si può sintetizzare con la parola “mazzetta”, o non è abbastanza letteraria?) liquida come «legale de noantri» chi gli fa notare che è illegale un pagamento in contanti di 5000 €: sai che originalità, difendersi da un’accusa grave dichiarando che era “solo evasione fiscale” è stata la linea difensiva di Previti – «sì, va bene, ho evaso il fisco, ma questi sono fatti miei».

  2. Non c’entra, ma c’entra. Quello che fra ieri sera e stamattina mi ha lasciato sgomenta è, oltre alla vicenda – su cui verranno fatti gli accertamenti dovuti – la corsa alla solidarietà da parte di una bella fetta del mondo letterario italiano. Laddove non uno ha espresso non dico solidarietà alla ragazza, ma ha cercato di guardare la vicenda a mente fredda. Anzi, in questi minuti si dà la caccia alla “merda umana” esortando il critico a postarne nome e cognome. Guarda caso, la ragazza potrebbe essere la vittima di questa storia. Ma questo, pur di ottenere una recensione, una parola, un segno di appartenenza allo stesso ambiente di affini, non conta. Contano le virili pacche sulle spalle e i gridolini “ti amo” delle commentatrici. Non è il mondo delle meraviglie, quello dei libri: rispecchia il resto del mondo in cui viviamo. E, guarda caso, a uscire fuori dal coretto siamo pochissimi.

  3. A parte lo schifo per l’atmosfera di greve sessismo, mi viene da dire: forse la Finanza dovrebbe andare a dare un’occhiata ai conti di Satisfiction…

  4. Non sono d’accordo. Non si può fare torto al mondo reale per qualcosa che ha molte più ragioni di capitare nel “mondo letterario”. Non dico che nessuno avrebbe creduto al tizio in questione se fosse stato un operaio e non un brillante seduttore, e quindi un intellettuale, però qualche dubbio viene.

  5. Il livello è racchiuso in uno dei commenti : “… fare come noi del Pdl: una escort e via! la paghi, trombi, e ci si saluta senza strascichi”.
    E comunque un giornalista che afferma:
    “Anche leggendo i quotidiani di oggi penso sempre di più che non ci sia bisogno di libertà di stampa, ma di libertà dalla stampa.” mi sembra merito di nota. Su questa faccenda il problema non è l’accertamento fiscale ma l’approccio fatto di ricatti, intimidazioni e una violenza verbale inaccettabile. In nome della vanità personale, del successo ad ogni costo.

  6. Una premessa: conosco Serino, non benissimo ma abbastanza da non assolvere nè condannare senza conoscere i fatti, e comunque mi è sembrato un giovanotto brillante ma spregiudicato, che sulla spregiudicatezza ha costruito la sua immagine.
    Detto questo, parliamo non di un uomo ma di un ambiente.
    Intorno a chi ha potere di pubblicazione-recensione-promozione (come Serino e molti altri) si muove da sempre un codazzo di simpatizzanti, adulatori, clientes. Non perchè è maschio, non perchè è disinvoltamente spregiudicato, ma perchè ha il potere che ha, Serino sarà difeso a oltranza su Facebook o altrove. Non facciamone una questione sessista perchè proprio non lo è. E ammettiamo che l’ambiente letterario e para-letterario fa schifo in quanto tale, perchè è la smania di autopromozione di autori veri o presunti che lo costruisce.

  7. ‘su questa faccenda il problema non è l’accertamento fiscale ma l’approccio fatto di ricatti, intimidazioni e una violenza verbale inaccettabile. In nome della vanità personale, del successo ad ogni costo’
    Yes. anche perchè nutro non lievi sospetti che la parte monetaria sia furba posticcia strategia difensiva.
    Ora, che nell’ambiente come in tutti i gli ambienti certe cose avvengano, non ci piove, e altrettanto che una donna dovrebbe cautelarsi al massimo. E allora ? quando avvengono e qualcuno ha la dote di denunciare, rallegriamoci di qualche coperchio scoperto, o nulla si muove. Certo se una non conosce i giochetti schifosi, vuoi perchè giovane/nuova o perchè ‘smaniosa/spregiudicata’ (la stra-grande maggioranza di editori, critici, recensori etc etc sono uomini, e gli intellettuali non son meglio nè peggio di altre categorie quanto a umanità e rispetto), e finisce in un odioso ricatto, tanto di cappello davvero a questa donna che ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto, tutelarsi, sebbene in extremis, e render noto qualcosa che credo molt* sospettiamo/sappiamo. Se riuscirà a provare i fatti, avrà contribuito con la sua ingenuità iniziale e coraggio nel momento cruciale, a mettere, chissà, in guardia qualche altra in futuro. E parliamone invece, di un uomo, o di una donna. Altrochè! Sugli ambienti serve più parlare in una rivista d’arredamento che qui. Individui, non ‘così fan tutti’.
    OT. al riguardo ma anche no: l’autenticità di Michela Marzano in TV ieri in tv

  8. Io non so chi ha ragione in questa vicenda, per cui taccio e aspetto che sia fatta luce dagli inquirenti. Però una palese falsità mi sento di segnalarla subito: Serino non è un critico letterario, non lo è mai stato. Un bee-jay al limite, come diceva Scarpa, o un copywriter che si occupa di libri.

  9. scusate ma non mi va di andare a controllare la pagina Fb di questo tale, vi credo sulla fiducia e mi astengo dall’andare

  10. Trovo molto utile il commento di Binaghi – Loredana: mette esattamente in luce la deriva che implica la prospettiva Wuming su Femminismo a Sud. L’accento posto cioè sul tradimento del contesto che credevamo bello – più di altri? (mboh e invece lo è meno di altri (anche qui, mah). Il problema è l’asimmetria e i rapporti di potere e il sessismo quando ha a che fare col sesso. Ora vedremo come andrà avanti il processo – tuttavia io mi concentrerei su quello, che non vuol dire non citare altri casi delle patrie lettere < ne ho diversi di carini, anche sulla mia persona, ma dovendo fare generalizzazioni, le farei su un certo trasversale modo di concepire i rapporti di genere, in certi contesti più frequenti di altri. (Spero di riuscire a scriverne – anche se non so quando la settimana è terribile)

  11. @ zauberei
    In realtà l’intervento del mio socio Wu Ming 1 in calce al post di Femminismo a Sud è proprio una contestazione della premessa del post stesso (per altro assunta in chiave già provocatoria dall’autrice del pezzo). In sostanza dice che l’ambiente letterario è la stessa sguana degli altri, che non c’è nessuna maggiore sensibilità rispetto all’andazzo generale, anzi. Perché “anzi”? Perché se mai ci fosse ancora qualcuno/a che crede il contrario è meglio sfatare ogni illusione. Foto di scrittori e/o critici in pose meditabonde, o ammiccanti, bianco e nero, faccioni in primo piano sulle quarte di copertina e sui giornali, sui siti dedicati, ipse dixit virgolettati, personaggi costruiti… costruiti appunto. A tavolino. Poi gratti un po’ e trovi la rogna.
    Trovi anche il sessismo. Non soltanto quello, ma anche. In certi casi ostentato, e che corona l’aspirazione a sesso, potere e denaro, vissuti come saldamente intrecciati l’uno all’altro. E’ giusto fare notare certe cose, affinché si sappia. Anche perché non tutti sono così. Non esiste un solo stile e – come si diceva una volta – un altro mondo è possibile.

  12. @Cip
    Non volevo negare la realtà del sessismo nè tacciare di paranoia chi lo denuncia: solo in questo caso non mi sembra l’elemento principale.
    Da quel poco che si capisce, è brutale questione di soldi, da recuperare a tutti i costi e – particolare non trascurabile – in nero.

  13. posso esprimere qui il mio disagio (e la mia amicale solidarietà a loredana) per gli attacchi forsennati che (senza che io lo volessi: e ci tengo a sottolineare questo punto) mi sono arrivati a conoscenza, sotto gli occhi, ripetutamente, oggi – attacchi a loredana, appunto?
    (A Wu Ming 1, di cui ho apprezzato molto il commento postato in Femminismo a Sud – lo posterei el mio blog – ricordo l’ovvietà (ma ci tengo) che si può abitare a Milano o a Roma senza essere stronzi o cortigiani. Sto a Roma come in campagna, e vedo meno gente che se fossi sull’Appennino).
    un abbraccio, beppe

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