WHAT AN EXCELLENT DAY FOR AN EXORCISM

Prima o poi, si cede e si comincia a parlare di quel che
si trova nella propria casella di posta elettronica. Nei giorni scorsi, per
esempio, mi sono chiesta seriamente cosa stesse accadendo: non mi riferisco
allo spam, attenzione, bensì a materiali più nobili come i comunicati stampa e,
nel caso, a tre messaggi che il Fato aveva fatto recapitare in successione.
Incipit del messaggio uno: “non capisco come questa cosa di ciucciare il etc
etc faccia arrabbiare così tanto le donne”. Link a sito porno? Niente affatto:
ennesimo annuncio di un libro in uscita a fine mese – per nota e non piccola
casa editrice – a firma di -sembra- attivissimo blogger e flicker (di cui taccio il nome per non
fargli pubblicità).

Messaggio due
: annuncio di altro blogger che rimanda alla notizia, data da due
noti quotidiani di destra, dello sciopero della fame di uno “scrittore ed
editorialista” che si dice ignorato dai media. Bersaglio della protesta, “lo
strapotere delle gnocche”, ovvero le “ninfette” scrittrici che invaderebbero la
cronaca culturale nazionale non per meriti artistici (non faccio il nome
neanche di questo signore, per i medesimi motivi).
Chiedendomi se abbia ricevuto le stesse mail anche il sociologo di Digione
che sabato, su D, ha definito i blog il “reality show dei miserabili”, contenenti materiali “al limite del
pornografico” (leggere, per credere, qui e qui), apro la terza
mail
e trovo la notizia del prossimo
talk show di Pierluigi Diaco.

Forse la mia casella di posta ha bisogno di un esorcista.

Ps. Per fortuna, questa mattina arriva un messaggio di Information
Guerrilla
che mi fa ricredere sullo stato di possessione della mailbox
medesima: la notizia riguarda l’uscita, per Editori Riuniti, del libro di
Philip J.Berg e William Rodriguez, 11 settembre: Bush ha mentito. Dalla
prefazione di Giulietto Chiesa:

Rodriguez ha perduto, con le torri, il suo posto di
lavoro, non è un politico, un politologo, un ex membro di governo. E’ solo un
testimone oculare, diretto, che fu considerato a tal punto affidabile da essere
sentito anche dalla Commissione d’inchiesta ufficiale. A quanto lui stesso ha
raccontato, i membri della Commissione furono molto turbati dal suo racconto.
Eppure non c’è nel rapporto finale una sola riga che riguardi la deposizione di
William Rodriguez. E si spiega: perché il suo racconto di testimone non collima
affatto, anzi sembra smentire clamorosamente, la versione ufficiale. Dove?
Rodriguez era, alle ore 8:46, al primo piano interrato della torre nord. Le
8:46 sono l’ora esatta in cui il volo AA 11  colpisce la torre nord. Le
due torri avevano ben sei piani sotterranei, dove erano concentrati, oltre ai
garages, depositi, strutture tecnologiche, impianti di sicurezza e tutto quanto
doveva servire alla manutenzione degli edifici. Questi piani erano denominati
come B1, B2, B3, fino a B6. Rodriguez stava dunque al B1, dove era arrivato,
per cominciare la sua giornata lavorativa, alle 8:30.

Egli racconta che alle 8:46 lui e un supervisore che lo
accompagnava sentirono una potentissima esplosione "ai piani di sotto a
quello in cui ci trovavamo, tra il B2 e il B3". L’esplosione fu così
potente che "l’edificio tremò, le pareti si creparono e il controsoffito
crollò". La prima cosa che Rodriguez pensa è che è saltato un generatore
di corrente. Ma "alcuni secondi dopo" (si noti questo dettaglio
cruciale) "si sentì un enorme colpo nella parte alta dell’edificio, che cominciò
a tremare così forte che tutte le 40 persone che erano con me cominciarono a
gridare tutte assieme, in una confusione totale". Tralascio il resto del
racconto per fermarmi sui particolari più essenziali. Una potente esplosione,
nelle fondamenta della torre nord,  ha preceduto "di qualche
secondo" l’impatto dell’aereo. Inspiegabile. Si è forse confuso, sbaglia i
tempi? Ma che rapporto c’è tra le due esplosioni?

17 pensieri su “WHAT AN EXCELLENT DAY FOR AN EXORCISM

  1. Vedendo l’inchiesta di Report ieri sera mi sono sentito un demente. E’ chiaro che le torri non potevano venire giù con quella velocità senza la tecnica delle demolizioni controllate. Ogni piano si sfarinava un attimo prima che la massa sovrastante lo investisse, è questo il motivo per cui i piani non opponevano resistenza e una torre immensa è caduta nel tempo incongruo di 7-8 secondi, senza che la struttura si sbilanciasse, raccogliendosi tutta quanta nel proprio perimetro. Mi sono sentito un demente perché è chiaro anche a occhio nudo, ma io non guardavo a occhio nudo, mi ero bevuto per bene la teoria del calore che avrebbe fuso la struttura.

  2. Concordo con a.b.: ho guardato Report, ieri, e ho capito che per sei anni sei, pur pieno di dubbi e domande, ho creduto – formalmente – alla versione ufficiale. Forse per difesa personale, per non sentirmi così teleguidato, in pericolo, oscillante, sul baratro.
    Credo che chiunque sia dotato di sufficiente onestà intellettuale non possa non avallare la teoria della demolizione controllata delle due torri. E’ andata così, così è andata anche al Pentagono.
    Trasmissioni così ti distruggono; testimonianze come questa di Rodriguez è sconcertante. Mi dispiace per noi tutti, ma soprattutto per i newyorkesi che ho conosciuto e con cui ho condivido la loro meravigliosa e insaziabile città. Sono persone piene, affollate di idee e di necessità di stare assieme: è soprattutto a loro che va il mio pensiero.
    [Ste]

  3. Sapevo dell’esistenza di questo documentario, ma non l’avevo mai visto.
    Spesso è più comodo accettare la verità ufficiale, anche se la menzogna è così evidente. Si fa inconsapevolmente.
    Quello che lascia atterriti, secondo me, è il fatto che la caduta delle torri gemelle ci riguarda da vicino e che si tratta di una cosa successa pochissimo tempo fa. Queste cose di solito vengono fuori dopo moltissimo tempo, quando magari i protagonisti non ci sono più. Invece, in questo caso, i protagonisti hanno molto più potere di prima.

  4. Per cairtà!! I complottisti no, ragazzi, vi prego… ;(
    leggetevi con calma la documentazione che trovate qui:
    http://undicisettembre.blogspot.com/
    e per piacere: il complottismo è un fenomeno editoriale, non politico. Questi figuri vanno in giro per il mondo per conferenze di pesci che abboccano all’amo dell’antiamericanismo, producono dvd, film per la tv eccetera eccetera… Siamo seri.

  5. Marco, una cosa che volevo scrivere prima (e che poi non ho più scritto) era proprio questa. C’è il rischio di cadere nel complottismo, nell’eccesso opposto. Sento tante teorie che sinceramente mi paiono assurde, ma non si può neanche accettare la verità ufficiale in toto.

  6. Ma se hanno messo le bombe, perché darsi da fare con gli aerei? Bastava farle saltare come a Oklahoma City. E se gli aerei c’erano già perché guidati dai tizi col temperino, e la Cia lo sapeva e ha chiuso un occhio, perché metterci anche le bombe? Perché “non si sa mai, metti che le mancano…”? Ma non potevano mancarle, era tutto previsto, no? O no?
    Insomma, non dico sia impossibile, ma imo è tutta un’antieconomia esplicativa, anche piuttosto inutile: non serve una teoria complicata quando un fenomeno può essere spiegato con una teoria semplice. La teoria delle bombe serve a dire: “visto? il terrorismo è un loro occulto e forse inconsapevole alleato in una strategia di dominio planetario”. Ma che bisogno c’è di una teoria del genere, peraltro pressoché impossibile da dimostrare, quando tale alleanza o tale strategia è sotto gli occhi nella realtà delle cose, a prescindere dalla volontà o dalla consapevolezza degli attori concreti, che anzi possono benissimo, e probabilmente lo sono, esser convinti del contrario? Eterogenesi dei fini, do u remember? Se disconosciamo le “buone intenzioni” dei laboratori politici neo-con o delle madrase afgane finiamo per cogliere una realtà mutilata, trasformando in mera sovrastruttura – con mossa d’antan – un’ideologia che deve invece essere presa sul serio per essere compresa, e ci impediamo di comprendere l’inferno che vanno producendo.
    la polarizzazione fantasmatica che devia lo scontro planetario – scontro nella ineguale distribuzione delle occasioni di vita, in cui ahimé i buoni non esistono – sui binari morti dello scontro di civiltà è un fatto, ed è un fatto che faccia il gioco conservativo delle opposte élite ed è questo che politicamente conta, non se tizio o caio si sono o non si sono messi d’accordo per ottenere un risultato che comunque è visibile ed evidente di fronte a noi. La storia è fatta da attori complessi, collettivi e stratificati su molteplici piani, e nello stesso tempo è molto più stupida e lineare di quanto si tenda a fantasticare. Pensare che gli episodi la determino o che tutto si svolga in segrete stanze accessibili a pochi individui è ingenuo. La prima guerra mondiale non è scoppiata per l’attentato di Sarajevo.
    Senza contare che io non mi azzarderei a sostenere che ” è chiaro che le torre non potevano che essere minate per cadere così”: personalmente non ho mai fatto cadere torri del genere e non ho idea se quella caduta sia anomala o del tutto normale date certe premesse, e non essendo un ingegnere dei disastri (?) penso che fidarmi dell’esperto di turno o di uno che forse ha sentito uno scoppio o forse era ubriaco, non sia un meccanismo molto diverso che fidarsi della Cia.

  7. “Insomma, non dico sia impossibile, ma imo è tutta un’antieconomia esplicativa, anche piuttosto inutile: non serve una teoria complicata quando un fenomeno può essere spiegato con una teoria semplice”
    quanto sono d’accordo.
    Non dico che il governo US abbia detto tutta la verità, ma negare che ci sia il terrorismo islamico dietro le torri è poco pragmatico. Le così dette “prove inconfutabili” dei complottisti non sono affatto inconfutabili.
    Vedi ad esempio gli sbuffi di calcinacci spacciati per “esplosioni”…

  8. Data una tesi si può dimostrare tutto e il contrario di tutto! Ma fare sempre dietrologia e negare l’evidenza mi sembra una cosa assurda! Le torri sono state perforate da due aerei di linea, sono cadute…mica mi vorrete dire che gli Americani se le sono demolite da soli? Avete presente che danni all’economia Statunitense e a quella mondiale ha portato l’11 settembre? Non fatevi affascinare dai complottisti di professione!

  9. Tanto i “complottisti” quanto i difensori della “verità ufficiale” tendono a ragionare nello stesso modo: se la tesi del mio avversario è falsa, allora la mia è vera. Il che non è, ma sembra sensato. Dimostrare che Bush ha mentito non rende vera la tesi della demolizione controllata, confutare la tesi della demolizione controllata non rende vera la versione ufficiale. La tesi della demolizione controllata è piena di fallacie logiche e di errori argomentativi, nonchè di specifici punti non verificabili se non da tecnici specialistici – su questo concordo con g. –, ma ciò non toglie nulla al sospetto che l’attentato sia stato un auto-attentato: basta venire a sapere di un attentato (come l’uccisione dello zar Alessandro II, come piazza Fontana, come via Fani, come M.L. King) e non fare alcunché per impedirlo…
    Quattro anni addietro la controinformazione (ad es. Chiesa) lavorava, e bene, su questa tesi, che rimanda al contesto economico che rendeva inevitabile una guerra in Asia centrale già nell’estate 2001 (Sbancor), e più in generale alla guerra infinita come supporto al Warfare State (Modugno). Adesso siamo tutti esperti in edilizia, da Punta Perotti alle Twin Towers…

  10. Evidentemente, signora Lipperini, lei eccelle di più nell’esercizio della censura che nello spirito del dialogo. Sono lieto di non doverle nulla. Si unisca piuttosto al mio digiuno, e protesti anche lei, ché lo sa benissimo di che cosa si tratta. Saluti.

  11. Ma non esisteva una differenza fondamentale tra elusione e censura?
    Quanto al gentile invito, signor Bianchi: ai tempi, ho utilizzato il digiuno anch’io, come forma di protesta. Ma le motivazioni, se mi permette, erano alquanto diverse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto