12. ATTACCO COL FUOCO

E adesso che si fa, eh?
Si ricomincia dai fondamentali.  Per esempio, il diritto all’interruzione di gravidanza: perché è inutile girarci intorno, questo è stato, è e sarà il terreno di scontro per eccellenza, negli Stati Uniti come in Italia. Dunque, i due punti fra le centinaia su cui vale la pena, a mio parere, concentrarsi, sono quelli già centinaia di volte affrontati qui e non solo qui: educazione sessuale a scuola, applicazione della 194.
Intanto, vi riporto quanto dice Aied sulla giornata contro l’aborto clandestino. Non una realtà superata.
“La giornata di oggi, indetta da un network di organizzazioni internazionali, nasce dalla campagna avviata vent’anni fa da gruppi di donne e attiviste dei paesi dell’America Latina che chiedevano ai propri governi la depenalizzazione del reato di aborto e l’accesso all’intervento in modo sicuro e legale. La data del 28 settembre è stata scelta in commemorazione dell’abolizione della schivitù in Brasile.
Ricordiamo che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale Sanità rilevati dal Guttmacher Institute, dei 4.4 milioni di aborti praticati nel 2008 in America Latina e Caraibi, il 95% erano “insicuri”, ovvero clandestini.
Del totale delle morti materne, il 12% è attribuito alle conseguenze dell’aborto clandestino e oltre un milione di donne l’anno subiscono un ricovero a causa delle gravi conseguenze di un intervento di aborto insicuro.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità oramai da anni avverte che l’aborto clandestino non è solo un problema di salute pubblica: è anche una questione di diritti umani. I governi hanno l’obbligo secondo le legislazioni nazionali o le convenzioni internazionali sui diritti umani a garantire i più alti standard di tutela della salute, a non attuare discriminazioni e a garantire ad ogni persona di non dover subire trattamenti inumani e degradanti.
In molti paesi del mondo le politiche di informazione e accesso alla pianificazione familiare e ai metodi contraccettivi non sono ancora adeguate, si muore ancora di parto insicuro o a causa di gravidanze a rischio, si parla poco di sessualità e di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili”.
Dice, inoltre,i Mario Puiatti, Presidente nazionale dell’AIED:
“Da quanto si legge sul sito di Radio Vaticana a proposito dell’iniziativa di domani, sembrerebbe che sia la giornata della “promozione dell’aborto”. Ma non è così. Secondo gli obiettivi dei promotori, che condividiamo, è la giornata mondiale per la depenalizzazione dell’aborto, l’accesso all’aborto in sicurezza, l’informazione e la diffusione dei metodi contraccettivi e della pianificazione familiare.
Il Vaticano e le organizzazioni cattoliche, oltre che pregare, dovrebbero promuovere l’uso dei metodi contraccettivi sicuri; questo è l’unico modo concreto per prevenire le gravidanze indesiderate. Condannare la contraccezione significa, di fatto, promuovere l’aborto.”

14 pensieri su “12. ATTACCO COL FUOCO

  1. Mi chiedo sempre perché il Vaticano si batta con tanto accanimento contro l’aborto, e non si batta con altrettanto accanimento contro la pena di morte, applicata ancora in tanti paesi. Ma credo di conoscere la risposta.

  2. la risposta, Milva, l’ha data mirabilmente Guzzanti con uno dei suoi personaggi: “A noi ci interessa la vita dal concepimento alla nascita, e poi dopo la morte”.

  3. Spero si parli “autorevolmente”, domani, anche dei medici obiettori.
    Che quasi sempre per motivazioni non religiose, ma pratiche. Condivisibili, nel senso che non obiettando si troverebbero adibiti alla sola funzione di interrompere gravidanze.
    Sarà semplicistico, ma non si potrebbero assumere del personale ad hoc, cioè con il requisito preliminare della non-obiezione?

  4. Condannare la contraccezione significa, di fatto, promuovere l’aborto.” Non è così vero come può sembrare.
    Secondo uno studio riportato dal quotidiano “Avvenire, in Inghilterra dove nonostante una campagna martellante nelle scuole che da almeno cinque anni promuove contraccettivi, spiega come averli gratis, il numero medio di aborti tra le adolescenti resta altissimo, ( circa quarantamila) e a fronte di un lieve diminuzione del numero medio, sono aumentate le ragazze che hanno ripetuto la triste esperienza diverse volte , più di cinquemila hanno abortito per la seconda, qualche centinaio per la terza volta.
    Promuovere la contraccezione può voler dire banalizzare la relazione sessuale, demandare le responsabilità che comporta a un vago sistema sanitario burocratico, rinunciare al proprio esistere.
    Che infatti la sessualità responsabile da insegnare a comportarsi ai ragazzi, è quella di quando vuoi bene a una persona, ci condividi un destino, il bene porta la vita
    ciao,k.

  5. k.: “Promuovere la contraccezione può voler dire banalizzare la relazione sessuale”
    Però la posizione della chiesa non c’entra con questo; infatti il ricorso ai contraccettivi “veri” è condannato a prescindere, anche in una relazione stabile o coniugale, sulla base del principio che l’atto sessuale dovrebbe avere come fine la procreazione.
    Come realpolitik, correggetemi se sbaglio, visto che l’astinenza tout court non ha mai avuto grande seguito e poche coppie oggi se la sentono di procreare un figlio all’anno per non disubbidire al papa, da quanto capisco sono tollerate dalla chiesa forme di contraccezione “naturali”, come l’astinenza selettiva (cioè sai che quel giorno avresti alta probabilità di rimanere incinta e allora non hai rapporti), o il coito interrotto. Di fatto sono metodi contraccettivi veri e propri, solo più aleatori e rischiosi di altri. E quando falliscono?
    E’ giusto che la chiesa proponga ai credenti i propri valori, ovvero la sessualità come parte di una relazione profonda, progettuale, rivolta a formare una famiglia: ma non vedo davvero come questo progetto, quando c’è, tra due persone, possa essere inficiato da un piccolo dispositivo meccanico o chimico. Basterebbe dire che agli occhi della chiesa il profilattico non è più peccaminoso della conta dei giorni fertili, perchè nel cuore la cosa che si vuole è uguale, ed è cosa umana e comprensibile, cioè un momento di piacere e condivisione con la persona che si ama senza rischiare una gravidanza indesiderata. O temono che se non ci fosse più questo rischio tutti i fedeli si metterebbero a fornicare a destra e a manca?

  6. sono d’accordo con francesca violi e aggiungo, anche se mi pare un’ovvietà, che non è strettamente necessario seguire la Chiesa Cattolica o essere credenti per apprezzare una sessualità legata ad una relazione amorosa

  7. Scusate se continuo il filone off topic, ma secondo me k. non ha tutti i torti.
    Ha fatto semplicemente notare che in Inghilterra – paese non certo cattolico – i contraccettivi sono disponibili, il loro utilizzo viene incentivato, eppure il ricorso all’aborto è massiccio; inoltre, sono moltissime anche le ragazzine che decidono di portare avanti una gravidanza.
    In altre parole, le campagne inglesi sono fallimentari. Avrebbe senso chiedersi perché. Io non credo che la soluzione sia “educazione all’affettività”.
    Forse questi corsi sono fatti male. Forse non si insiste abbastanza anche sull’altro fattore di rischio, cioè la trasmissione delle malattie, contro la quale pillola, contraccezione di emergenza e aborto possono veramente poco.
    Della posizione della chiesa, in questo frangente, non mi interessa. Francesca, scusami ma io proprio non ce lo vedo uno che è così devoto da usare come metodo contraccettivo la conta dei giorni, e poi la donna resta incinta e allora ricorrono senza problemi all’aborto…ovvìa. E non si puyò chiedere alla Chiesa addirittura di promuovere l’uso di contraccettivi sicuri. Piuttosto pretendere che non interferisca! Piuttosto imporre le ore di educazione sessuale anche nelle scuole cattoliche!

  8. la situazione inglese va letta meglio. da quando ci sono le campagne pro-preservativo, secondo lo studio ( volendosi fidare ) gli aborti sono grossomodo quelli di prima. questo non consente di fondare alcun nesso fra preservativi e aborti. semplicemente la promozione della contraccezione vuole dire solo quello, usate il preservativo. se l’uso dei preservativi è aumentato la campagna funziona, amen. se poi vogliamo pensare che negli ultimi cinque anni gli adolescenti inglesi hanno scoperto il sesso…

  9. @ herato, proprio perché la Chiesa si assume un ruolo educativo e di socializzazione dei giovani, e vuole essere una presenza pervasiva nella società civile, tra l’altro anche all’interno di un’istituzione come la scuola pubblica, quello che dice non riguarda solo, direttamente, i devoti ma contribuisce a influenzare l’ambiente culturale in cui tutti viviamo.
    Se la Chiesa accetta la sostanza, cioè la programmazione delle nascite, trovo irrazionale e ipocrita mettere così tanti paletti “tecnici”: soprattutto sdoganando l’uso di metodi contraccettivi farlocchi e continuando a condannare quelli più efficaci.

  10. “semplicemente la promozione della contraccezione vuole dire solo quello, usate il preservativo. se l’uso dei preservativi è aumentato la campagna funziona, amen.” @__@,
    spererei che in Inghilterra la campagna non sia stata promossa semplicemente per smaltire scorte di preservativi, ma casomai per arginare l’alto numero di aborti tra le adolescenti. se nonostante la campagna anticoncezionale i numeri restano questi, penserei si possa dire che qualcosa, evidentemente, non ha funzionato. forse volevi dire qualche altra cosa, che non ho capito.

  11. @ k.
    è che tu leggi un fenomeno complesso come i numeri degli aborti e lo relazioni a un’azione semplice come la distribuzione dei preservativi. io non so perché sia stata fatta la campagna, ma presumo che fatti due conti è meglio che gli adolescenti usino i preservativi. per le malattie e per le gravidanze. gli adolescenti che usano i preservativi probabilmente diffonderanno meno malattie e avranno meno gravidanze, grazie alla campagna. che infatti funziona non in relazione al numero degli aborti ma in relazione a quanti adolescenti adesso usano i preservativi. se dici che la campagna non ha funzionato, fai un errore non tanto nel merito dei numeri degli aborti ( per esempio non sono aumentati, e pure questo è un risultato ) ma di fondo.

  12. @ k.
    potrei anche essere cinico, ammesso di capirci, ma il punto per cui sono intervenuto è perché hai citato un commento di avvenire e ne hai stravolto il senso. spero che su questo siamo d’accordo. come immagino l’abbia stravolto avvenire, non conosco l’articolo.

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