ADDIO A PIERMARIO CIANI

Magari parecchi di voi non conoscono-non ricordano-le edizioni AAA (e magari fra loro ci sono anche quelli che sostengono che si parla sempre delle stesse case editrici, bla-bla). Beh, una decina di anni fa capitava di avere fra le mani libri che parlavano di arte postale e testi di Stewart Home, le prime teorizzazioni sul cattivo gusto e saggi sui Provos, le riflessioni sulla guerra psichica di Luther Blissett e gli scritti sull’arte di Enrico Baj. Merito loro, di Vittore Baroni e Piermario Ciani, fondatori di una casa editrice piccolissima, senza una lira e piena di belle idee, lungimiranti.
Ora, apro la posta elettronica e apprendo, da un invio di Giap!, che una delle due anime di AAA non c’è più. Così mi associo a Wu Ming nel salutare Piermario Ciani, con grande tristezza. Qui sotto riporto il loro ricordo.

Lo abbiamo appreso pochi minuti fa, da una laconica e disperata mail di Vittore Baroni.
Dopo mesi di lotta e terapie, stanotte un male subdolo ha stroncato la vita iper-sinaptica di PIERMARIO CIANI.
Piermario era fotografo, grafico e mail-artista;
testimone privilegiato dell’avventura punk italiana;
leader della rock-band virtuale Mind Invaders, poi divenuta pseudonimo multiplo;
colonna portante del Luther Blissett Project e, prima ancora, di tanti altri progetti in network da cui LB prese le mosse (es. TRAX, Stickerman);
autore degli adesivi "blissettiani" che nel decennio scorso tappezzarono i muri delle città italiane;
tra gli inventori della celebre beffa a "Chi l’ha visto?" (1995) e delle beffe che costellarono la Biennale di Venezia 1995 (es. Loota, la scimmia pittrice);
fondatore (insieme a Vittore Baroni) delle edizioni AAA;
principale animatore della rassegna annuale "Stazione Topolò-Postaja Topolove".
Piermario aveva cinquantacinque anni. Nel 2000 aveva pubblicato una sorta di autobiografia/antologia/libro-oggetto, Piermario Ciani. Dal Great Complotto a Luther Blissett (AAA edizioni e Juliet Art Magazine). Celiando, l’aveva alternativamente titolato: "I miei primi cinquant’anni". Purtroppo, altro mezzo secolo non seguirà. Quel libro è una testimonianza cardinale di mezzo secolo di underground italiano. Descrive le radici di quel che è seguito. La vicenda individuale di Piermario illumina un’epopea che va dalla dimensione locale (la scena punk del Friuli) a quella transnazionale (la mail art, il LBP, l’alba del web etc.). Duecentocinquanta pagine di meraviglie grafiche e autentico amore per la creazione.
A Piermario dobbiamo tanto, tantissimo. Il suo contributo è stato inestimabile. E’ un colpo durissimo, lascia con le labbra in preda a un formicolìo e il rimorso di averlo sentito di rado, negli ultimi anni. Ti appunti sempre: "Un giorno o l’altro lo chiamo… Appena ho tempo gli scrivo…" Sai che sta poco bene, ti informi, ti dicono che migliora, allora pensi: adesso lo chiamo, poi capita sempre qualcosa, e infine la notizia ti dà il capogiro e ti fa sentire una merda, l’ultimo dei vermi. Ti rendi conto di quanto gli volevi bene, di quali miracoli possa fare una rete: hai condiviso innumerevoli momenti con una persona che, fisicamente, hai incontrato soltanto una manciata di volte.
Piermario era – in senso buono – un piccolo patriarca, fin dall’aspetto una sorta di quieto capostipite biblico. Dai suoi lombi sono discese tante vite. Si lascia alle spalle una famiglia numerosa, a cui mandiamo queste impacciate condoglianze… e una famiglia allargata che copre tutto il pianeta: nelle prossime settimane, man mano che la notizia li raggiungerà, migliaia di artisti e attivisti riempiranno le reti con il loro dolore. Noi, con queste righe, cerchiamo di dare un apporto non di circostanza. Qui sotto proponiamo alcuni link, perché chi non ha conosciuto Piermario e il suo lavoro possa farsene un’idea.
Addio, Piermario.

Piermario Ciani: Maschingegno
I divertissments sessuografici di un artista totale

Blissett e non più Blissett
Intervista a Piermario Ciani

Fra arte e anti-arte

Intervista a Piermario Ciani

Le origini della mail art in Italia

Intervista a Piermario Ciani

41 pensieri su “ADDIO A PIERMARIO CIANI

  1. Grazie, Lippa. Io ci metterò un po’ a riprendermi… Questa cosa è scritta in fretta e furia dopo un giro di telefonate, ci sono refusi (era la Biennale 1995, ovviamente, non la Biennale 2005), ed è proprio vero, io mi sento una merda. Hai un amico che sta male e che fai? Temporeggi, ti fai inghiottire dagli impegni quotidiani e lo chiami a ogni morte di papa, diventi lasco, sempre più lasco, e poi va a finire così… Era di Piermario l’idea del percorso in bicicletta per scrivere la parola “ART” sulla mappa d’Europa… Li aveva dipinti lui i “quadri” di Loota… Era suo l’adesivo del “percorso psicogeografico” per Venezia, un adesivo che è rimasto su quei muri per anni, sbiadito, azzurrato, finché non si è decomposto. Erano sue le copertine psichedeliche dei libri AAA. Che perdita, che buco davanti ai piedi…

  2. La data della Biennale è stata corretta: conservo un ricordo bellissimo degli anni e delle avventure di AAA. E conservo con affetto anche un ricordo tangibile: un piccolo quadro in forma di ex-voto che è ancora al posto d’onore dietro la mia scrivania…

  3. non conoscevo questo artista, ma nel leggere le parole di Loredana lipperini sono stata presa da una grande commozione.
    Sicuramente era una persona speciale

  4. Grande Piermario!
    Mi ha colpito profondamente la scomparsa: dentro AAA c’era tutto…sin dal nome della casa editrice. Una ricerca, un’invocazione, una poesia, una provocAZIONE. L’editoria come dovrebbe ESSERE.
    Ciao Pierre!!!
    Gian Paolo Serino

  5. Con ammirazione per Ciani che non conoscevo, e che ora capisco essere stato l’artefice di tutto quello che ammiravo nel vecchio Luther Blissett Project, volevo precisare che Enrico Baj nel 1964 aveva sviluppato completamente le sue idee artistiche coi bellissimi Generali esposti alla Biennale di Venezia (che poi, da bambino, avrei amato alla follia). Questo accadeva appunto 40 anni fa. Che trenta anni dopo siano stati pubblicati suoi scritti teorici e divulgativi (anche da parte di Rizzoli) non mi pare così significativo: quelle idee erano ormai nei manuali di storia dell’arte, nei testi dei cataloghi, nella critica, e forse anche superate. Le pubblicazione erano certamente la prova della stima di Baj per la casa editrice di Ciani, ma testimoniavano di un tempo infinitamente precedente, infinitamente diverso da quello di LBP o di cose a questo contemporanee, un tempo che aveva dato altri frutti.

  6. Nemmeno di fronte alla morte, Barbieri, freni la tua mania di classificare, etichettare, esaltare o sminuire, dirci cos’è significativo e cosa no… fai schifo. Tu e gli altri leoni da tastiera.

  7. Sì, inopportuno. Inopportuno come minimo. Tono sbagliato, argomento specioso e trascurabile. Brutto commento, mentre altri piangono un amico. Brutto. Brutto e fuori contesto. Da persona chiusa in un micromondo. a.b. – che non conosco – dovrebbe ammetterlo, tutto qui.

  8. Era anche mio amico perché ho ammirato davvero le sue cose tanti anni fa, sono state anche quelle a portarmi fuori dal mio micromondo, come lo chiami tu. Solo non conoscevo il suo nome.

  9. No, non era tuo amico. Non confondere i piani. Non sai nemmeno lontanamente cosa sentano oggi i suoi amici. Ti prego, smettila.

  10. Non so che farci Francesco: mi pare a ventitré anni, ventiquattro, quando potevo staccavo i suoi sticker dai muri di Bo. Non sapevo nemmeno cosa fossero, immaginavo solo che dietro LBP ci fossero dei ragazzi come me che lasciavano segnali per uscire dal micromondo. Sentivo che erano segni di una rivolta intelligente, anche gentile. Come è gentile pensare di scrivere “art” con un lungo percorso in bici. Erano cose importanti, che come vedi hanno toccato persone in modo impensabile. Poi col tempo ci si fa una strada da soli, ma il primo shock fu quello di LBP, soprattutto nella sua parte di segno, di arte perché a quella ero ricettivo.

  11. Non “annetto” niente, te lo ripeto, ognuno si fa la sua strada. Riconosco solo che quelle cose erano importanti, magari in modo sghembo, perhé non si sapeva chi poteva “incontrarle”, però rimanevano. Se vuoi posso anche dirti che mi piacevano molto più quelle cose lì (gli sticker, i ritratti di Luther Blissett, le beffe…) che l’arte contemporanea. Avevano forza (avevano per esempio la forza di non essere prodotti), avevano una voce, mentre l’arte contemporanea l’ha persa tutta. Ce l’aveva Baj negli anni sessanta, poi pian piano le cose eversive sono finite.

  12. Mai fatto fino a ora. Ma è un po’ che ci penso, almeno su certi blog dove ti pigliano a insulti. Almeno insultano un nick…

  13. E in ogni caso, finché non capirete la grandezza di Moresco, di Scarpa e di Carla Benedetti, la vostra libertà di parola è un vero e proprio insulto all’intelligenza. Che dire di un uomo che si inventa una lingua e riesce, con parole mai pronunciate prima, a descivere la miseria umana, l’amore, la gelosia, la paura, la solitudine, la vita reale e quella sognata? Geniale. Sì, dovrebbe bastare. Eppure a voi non basta mai.

  14. Beh, abbiate pazienza. Passino le accuse ripetute di mediazione reiterata; passino i ghigni e i cachinni di chi sostiene che i blog ad argomento letterario siano tenuti a dar notizia dei premi e di quanto si può comodamente leggere su carta; passi tutto.
    Ma la libertà di ricordare una persona cui molta cultura di oggi è debitrice, potrò rivendicarla, o no?

  15. Similarità:
    Il fatto è che la vita è brevissima e bisogna economizzare al massimo i tempi. Preferisco spendere il mio (scarso) tempo libero per leggere le cose che sento davvero importanti (necessarie) per la mia vita. (L’Orco su Lipperatura, 28/06/06 a 09:39)
    Ovviamente, dato che la vita è breve, occorre selezionare le proprie attività. Io preferisco vedere o parlare di Rothko, piuttosto che buttare tempo in pseudolibri confezionati da maghi del marketing e fatti girare qua e là da appositi mediatori. (Barbieri su Vibrisse, 04.07.06 10:14)

  16. Non si capisce come mai, visto che la vita è breve, alcune persone perdano del tempo (e lo facciano perdere) in lamentele su cose che gli altri dovrebbero fare e non fanno. Si tratta di tempo sottratto alla vita e alla lettura dei classici, si Vergognino, se non altro per la costante incongruenza tra quello che vogliono farci credere e quello che fanno
    ops

  17. Caro tasso barbasso non sono poveri fake, sono anticorpi: questa è gente intelligente che si arma di anonimato e spara su quello che secondo loro si caccia di traverso.

  18. Caro tasso barbasso non sono poveri fake, sono anticorpi: questa è gente intelligente che si arma di anonimato e spara su quello che secondo loro si caccia di traverso.

  19. Squallidi. Schifosi. Strumentalizzate anche la morte di una persona, ve ne fregate di tutto, vi interessa solo lasciare commenti velenosi sul tale o il tal altro blog, a sostegno o a discredito del tale o del tal altro scrittore, per denunciare questo o quel complotto contro chissàchi, e si deve sempre parlare di quello che volete voi… Lerci maiali, puzzate di vomito, mi ribaltate lo stomaco. Chiamare “micromondo” la fogna in cui vi muovete serve solo a farla sembrare più grande.

  20. Mi spiace,ma sono d’accordo con Francesco.
    E’ triste vedere persone che passano e ripassano per il blog di Loredana; e quando c’è un momento di vita importante, lo sporcano.E’ questa la sensibilità alla quale hanno portato tanti studi “letterari-culturali”?Che tristezza, allora.
    Senza rispetto per la soffrenza di Loredana, e degli amici di un giovane uomo che ci ha lasciato.

  21. Cara Zoe, le cose che ha scritto barbieri sono belle, ma gli hanno detto che “annetteva” che faceva “protagonismo” che doveva stare zitto insomma. E chi lo dice? degli anonimi casseur. Dovresti riflettere su questa cosa…

  22. Mi si tira in ballo, ma io non ho sinora partecipato a questo, peraltro assai interessante, forum. Noi orchi non c’entriamo nulla con Barbieri o altri che neppure conosciamo.

  23. Basta così, per favore. Non accetto altri commenti che non siano direttamente riferiti all’argomento del post.

  24. Volevo soltanto ringraziare tutte le persone che sono state vicine a Piermario in questo ultimo periodo.Quando lo portavo a fare la chemio mi raccontava di tutti i messaggi e le telefonate di incoraggiamento che aveva ricevuto… A parte gli amici più cari, non riesco a ricordare i nomi di tutte queste persone, soprattutto ora, dopo la sua scomparsa….con questo dolore così pesante da sopportare….
    dunque,…solo questo: GRAZIE a tutti quelli che hanno voluto bene al mio Pierma.
    Emanuela Biancuzzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto