Casomai qualcuno si fosse chiesto che diamine ci facesse una famiglia con sedici figli nella prima serata di Sanremo, la risposta era già nota su Tempi.it, testata ultrà del cattolicesimo . Gli Anania erano all’Ariston “per bilanciare l’invito alla drag queen austriaca Conchita Wurst”.
Per bilanciare, dunque, un’esibizione artistica, gli autori (chi sono, a proposito? Giuro di aver trascorso gli ultimi trenta minuti a cercarne i nomi, senza esito, ma sicuramente è un mio limite) optano per un’esibizione etica. La vera famiglia italiana, sembra essere il sottotesto, è questa. Perché in altro modo non è spiegabile la presenza degli Anania: un contentino da dare a crociati e sentinelle che a ogni sorger del sole protestano contro “l’ideologia gender”.
Quando, sabato scorso, parlavo dell’esigenza di trovare nuove parole per raccontare le famiglie (plurale, accidenti, plurale!), le donne, la genitorialità, intendevo esattamente questo. C’è una narrazione che giorno dopo giorno afferma che è necessario, e rassicurante assai, tornare a un impossibile passato (se possibile, peggiorato). Possiamo ignorarla e concentrarci sui vestiti di cantanti e conduttrici, o passare in modi più lieti la serata. Però quelle narrazioni restano, e ci dicono che in tempi economicamente scurissimi è bene sospingere le donne verso la casa e i figli (perché tante mamme casalinghe fanno comodo, di questo periodo). Comunque la si pensi, resta una domanda: perdonate, autori di Sanremo, ma mi piacerebbe sapere in quali altri programmi di intrattenimento europei si “bilancia” applaudendo lo Spirito Santo.
A me interesserebbe capire cosa diavolo si intende per “ideologia gender” 🙂
Intanto bisognerebbe darti un premio per esserti dovuta sorbire un osceno polpettone che tirava le bestemmie come una calamita senza che la tua pazienza zen ne venisse inficiata(io invece ho dovuto cambiare canale quasi subito onde evitare che i vicini chiamassero un esorcista o venissero i ragazzi dell`isis per riformarmi imponendomi l`ascolto di radio maria)
Io di Sanremo non guardo (letteralmente) un solo fotogramma da quando avevo sedici anni, e ne ho cinquanta. Mi hanno detto della cosa, e anche che a presentare c’era Arisa. Quella che a suo tempo difese l’indifendibile Povia di “Luca era gay”. Non bastava lei, a “bilanciare”? E, soprattutto: la par condicio non era una cosa da applicare alla comunicazione politica in tempo di elezioni (e non la applicacano, tra l’altro)? Che c’entra in un’asibizione artistica, ammesso che si possa definire “arte” quella poltiglia disgustosa?
L’intenzione degli autori e di Conti non le conosco e non mi interessa leggere cosa dice Tempi o qualsiasi altro giornale, ma il risultato – al di là appunto delle intenzioni – è stato quello di voler rappresentare un fenomeno da baraccone, più che proporre questa famiglia come esempio ideale per tutti (anche perchè è una situazione veramente limite). E anche questo è grave.
Infatti Conti sembrava in imbarazzo alla chiamata in causa, più volte, dello spirito santo.
C’è stata comunque una sorta di concorso di colpa perchè la famiglia poteva evitare e se non l’ha fatto perche’ pagata (cosa comprensibile nei loro panni), avrei evitato di insistere con lo spirito santo.
Tutto abbastanza patetico.
Ottima riflessione! E a me, da calabrese, questa fiera della banalità mi ha fatto incavolare ancor di più … QUi le mie riflessioni a riguardo. https://justlaure.wordpress.com/2015/02/11/perche-sanremo-e-banale/
Permettetemi un inutile, vuoto sfogo personale: quando ero attivista in una nota associazione LGBT, per anni ho ripetuto -inascoltato- che non bisognava sottovalutare la voce di queste minoranze integraliste così aggressive e che era pericolosissima la loro capacità di pervadere i media di massa. Inoltre denunciai ripetutamente le loro connivenze con i partiti di centrosinistra, nostri peggiori nemici (davanti ti incensano dichiarandosi amici a parole, dietro ti pugnalano tirandosi regolarmente indietro quando dovrebbero passare all’azione). Gli illuminati dirigenti di quelle associazioni (non i responsabili dell’Azione Cattolica!!) mi risposero sempre che ero una Cassandra, che col mio pessimismo non sarei andato da nessuna parte e che nessuno mi avrebbe seguìto (avevano ragione), che tutti i sondaggi erano favorevoli alla “causa” LGBT e che nessuno ormai credeva più alla famiglia del Mulino Bianco (sic! Ma l’ultimo Eurispes ci racconta ben altro, mi pare…), che l’unico problema (a ri-sic!) era la “classe politica” perché la “società civile” ormai stava con noi…
Quando le Sentinelle in piedi sono sbarcate anche nella mia tranquilla Regione, ho proposto di riunire tutte le associazioni LGBT insieme a quelle che si riconoscevano nei valori costituzionali (in particolare quelle femminili, l’ANPI e Amnesty) per proporre un’altra piazza: mentre le associazioni “etero” hanno aderito entusiaste, la principale associazione LGBT regionale mi ha risposto che aveva altro su cui lavorare, le altre -con la lodevole eccezione dell’AGEDO, unica disponibilissima- non pervenute (per la cronaca, nelle Marche sono attive ben 4 associazioni LGBT!). Ho prontamente restituito la tessera che avevo dal 1997.
Mentre noi ci rivoltiamo qua dentro, là fuori, nel mondo reale, gli integralisti di ogni sorta prendono sempre più piede e fanno proseliti approfittando dei megafoni mediatici che gli vengono concessi graziosamente e generosamente nonché dell’ignavia e della divisione di chi dovrebbe contrastarli. Successe in altri analoghi momenti della nostra (e non solo) Storia, ricordate come andò a finire?
P.S.: a proposito di “piccola eguaglianza”… come mai per par condicio non è stata invitata a Sanremo una famiglia omogenitoriale non riconosciuta? Opera anche questo dello spirito santo?!?
Leggere per credere: “abbiamo così tanta ragione”…”risvegliare il popolo” . É religione questa?
http://costanzamiriano.com/2015/02/11/sentinelle-in-piedi-e-palloncini-gonfiati/#more-13022
Mi ha fatto impressione quella sfilata di figlioli quasi tutti con gli occhiali sostenuti dallo Spirito Santo quando ci sono in giro interminate brancate di figlioli che non sanno a quale santo votarsi.
San Remo. Conchita Wurst. Arte.
Per il sito della Miriano, tocca sperare che Anonymous ci faccia un pensierino… No, vabbe’, lo so che è sbagliato, maccheccavolo però… ma come si fa a scrivere una roba come quella che segnala Silvia?
@Maurizio Sí é vero ” non condivido , ma mi batterò perché si possa avere la libertà di dirlo” . Ma le diverse opinioni non devono interferire sulla libertà di altri, sulle leggi , sulla televisione ,pubblica, che occultamente trasferisce modelli diversamente santi .
@Silvia
Concordo.
Non ho mai capito perché ci siano persone che sentono il bisogno di scendere in piazza affinché ad altri sia tolto qualcosa che a loro non nuoce.
Inoltre mai, in nessuna discussione in cui mi è capitato di essere coinvolta vengono visti per quello che sono: persone che manifestano, scrivono, vanno in tv per sottomettere, emarginare e mettere in vari modi un gradino sotto altre persone. Non combattono per fare un passo avanti, ma per far arretrare e ghettizzare altri. Chissà cosa passa nella testa di chi attivamente si impegna per causare danno ad altri.
@H.L.M.
Nessuno sta valutando la caratura artistica di Conchita Wurst, si potrebbe dire altrettanto di ogni singola esibizione sanremese… qua si parla d’altro, e cioè della contrapposizione “famiglia numerosa voluta dallo spirito santo” contro “artista transgender” che gli autori e i responsabili del Festival e di Rai1 hanno permesso. Come dire: persone transgender = demonio, famiglie tradizionali = padreterno. A buon intenditor…
@Daniele
La famiglia in questione potrebbe non esser stata pagata affatto: se proviene dall’ambito cattointegralista potrebbe averlo fatto per puro spirito di “testimonianza” (=ostentazione) di fede. Se dovesse far parte della setta Neocatecumenale (parlo di setta perché in questo genere di gruppi -di cui ho fatto parte anch’io in un lontano passato- vige una ferrea logica esclusivistica, tipica delle sette), le spese sono state sostenute dai “fratelli e sorelle di comunità”. Non prevedere che certi comportamenti possono non essere dettati dalla mera logica del profitto materiale più o meno immediato significa non poter comprendere né il funzionamento, né il successo di tali gruppi e di tali istanze.
Luca Perilli,
sì, hai ragione, troppo spesso si pensa subito ai soldi quando invece non è affatto automatico.
Non sono molto d’accordo sull’ostentazione, o meglio sono anche d’accordo, ma penso che non sia prerogativa di una categoria in particolare.
Una vergognosa beatificazione catto-fascista dell’italica prolificità. Imperdonabile.
@Daniele:
Parlo provocatoriamente di ostentazione perché la vera testimonianza di fede non dovrebbe essere esibita ma discreta e limitata all’ambito privato. Non è stato questo il caso.
@Raffaele:
Di quale prolificità italica si parla, visto che come nazione siamo precipitati nuovamente all’ultimo posto per numero di bambini per nucleo familiare? Semmai siamo di fronte all’ennesima falsità propagandistica che spaccia un discutibilissimo “dover essere” con ciò che invece è!
solo una precisazione: Conchita Wurst è una drag queen, non una transgender, per il resto concordo con luca perilli
Giusto, Richie. Grazie della precisazione.