BOOKTRAILER, BOOKFAIR

Molte ere fa (non esageriamo: circa un anno), la sottoscritta si fece due chiacchiere con Jacopo De Michelis sulla Click Lit: ovvero sull’utilizzo, specie in Inghilterra, di brevi video pensati per il web allo scopo di promuovere libri. Beh, adesso, sempre grazie a Jacopo, il booktrailer arriva anche in Italia. Nel caso, per pubblicizzare il noir Baciami, Giuda di Will Christopher Baer, in uscita per Marsilio Black. Potete guardarlo su www.baciamigiuda.it
Altro. C’è la Fiera del Libro per Ragazzi a Bologna, come si sa. Ed è, sarebbe, l’occasione per discutere di editoria e di giovanissimi (i quali, a dispetto di chi li vorrebbe prossima carne da talk show e defilippate varie, leggono: più degli adulti). E anche di scrittori italiani per ragazzi, che sono tanti e bravi (un esempio, uno solo e parzialissimo: Licia Troisi, l’autrice della saga fantasy Cronache del mondo emerso). Intanto, è uscito per Idest Il senso di leggere, a cura di Domenico Bartolini e Riccardo Pontegobbi, dedicato alle avvisaglie di una crisi riscontrabile, dicono i curatori, “nella diminuzione delle vendite librarie e nei fenomeni di “massificazione” che riguardano le attuali offerte editoriali…Oggi, la vita delle giovani generazioni appare sempre legata al mondo del­le relazioni con i coetanei, ma il “passaparola” che ha sancito l’alleanza tra ragazzi e libri appare sem­pre più contaminato e appannato dall’interferenza di altri media. La promozione del­la lettura deve tener conto di questa situazione e adeguare le proprie strategie di intervento”.
(la sottoscritta è in partenza per Torino, intanto: a sabato)

 

41 pensieri su “BOOKTRAILER, BOOKFAIR

  1. per chi andrà a Bologna, ma anche per gli altri, segnalo
    Serena Gaudino
    “All’ombra delle due Torri”
    – le avventure del Piccolo Principe di Sansereno
    Colonnese Editore

  2. Per chi andrà a Bologna e per tutti, segnalo uno straordinario piccolo gioiello della scrittrice Cristina Brambilla, edito da Mondadori Junior: IL DRAGO IN DISCARICA. E’ esilarante, per piccini e per grandi, proprio come “The Incredibles” o “Monsters Inc”. Me ne occuperò presto sui Mis, Cristina Brambilla è una delle menti più brillanti all’opera nella scrittura oggi e, prevedo, seguendola ci sarà da divertirsi…

  3. Antonio Moresco su Nazione Indiana a Caliceti:
    “D’ora in poi io non voglio più rispondere a interventi di questo tipo. Non ne vale la pena, è una perdita di tempo rispondere a chi non si confronta con quello che hai veramente cercato di dire e con le argomentazioni e i problemi realmente sollevati ma che li manda in vacca con banalizzazioni e meschinizzazioni e variegate difese dell’esistente.”
    Carla Benedetti su Nazione Indiana a Caliceti:
    “E voi indiani, cosa ne pensate? Dove siete finiti? Ce l’avete anche voi un sogno? O vi preoccupate solo di sapere a quale pseudo-categoria sociologica appartenete, e se potete definirvi “veri scrittori” oppure “scrittori anomali”? E’ questo il vostro solo rovello? O vi preoccupate solo di sapere quante copie vendono i vostri libri? Vi sentite o non vi sentite in guerra con le forze della desertificazione e dello svuotamento? Vi rendete conto o no che appena qualcuno si mette in testa di fare qualcosa, anche una semplice analisi della macchina di potere odierna, il suo discorso viene subito innaffiato dagli idranti della delegittimazione, da voci che vi accusano di “narcisismo”, “autoreferenzialità”, “lamentosità”, “pessimismo”, “rancore”. Vi rendete conto o no che chi cerca di dare voce a un sogno oggi viene bacchettato da tutte le parti perhé i sogni non sono più concessi?
    Sapete solo pubblicare le risposte depistanti di La Porta e di Caliceti, o pensate anche voi qualcosa sull’argomento? O sognate anche voi qualcosa? Vi sentite o no parte di qualcosa che è in tensione, o siete tutti sereni come Caliceti? Nazione indiana è davvero un luogo in cui si sta in attitudine di combattimento e di sogno oppure un club di pensionati della cultura? ”
    Un bel saggio di democrazia.

  4. Xurioso, e che devo dirti? Su Nazione Indiana è in corso una discussione: io ho la folle pretesa di pensare che le discussioni siano una cosa utile, anche se molto spesso i toni sono fin troppo accesi.
    Cosa preferisci? Quelli che lanciano battutine oblique? Quelli come Sifossifoco, per fare nomi e nick, che sostengono che se io cito un libro come “Scrivere sul fronte occidentale” lo faccio per l’esclusivo e bieco scopo di farne vendere copie e abbindolare citrulli (uh, magari avessi il potere di far vendere copie di quel libro, per inciso)? Quelli che non discutono, ma ingiuriano comodamente dal proprio pulpito, insomma?
    Io no. Preferisco persino la lite, perchè alla fine qualcosa resta, e quel qualcosa è a mio parere positivo.
    Ciò detto: ho risposto all’invito di Gianni Biondillo di partecipare ad una puntata delle sue riflessioni sulla scrittura. Questo cosa fa di me? E di Gianni medesimo?
    Signori, usiamo la ragione, per favore.
    ps. A proposito di quella chiacchierata con Gianni. Ho usato, perchè avvenuta giorni fa, l’ormai vieta espressione “mitico Andrea Barbieri”. Non volevo farlo più, perchè il titonco ed io ci siamo fatti una chiacchierata chiarificatrice via mail e adesso siamo in assoluta pace. Dunque, chiedo venia.

  5. Che divertente il moralista commento di Xurioso! Se si discute pacatamente e magari ci si trova perfino d’accordo, ecco che subito ti dicono “siete una combriccola, vi fate i p… a vicenda!”. Se si manifesta un dissenso, se si fa una polemica (che è il sale della vita culturale), ecco che non si è democratici… Come ci si muove, si sbaglia, qualsiasi cosa si faccia!
    Che in rete le cose vengano dette apertamente, sotto gli occhi di tutti, semmai mi sembra il massimo della democrazia.

  6. Sifossifoco ha appena postato:
    “In tutto ì mazzo delle carte la figura più deprimente gli è la donnina di fiori. Assai meno bella della regina di cuori, meno sciàrmante della donna di picche, e parecchio più volgare della regina a denari (la preferita da certi puttanieri) essa gli è alla continua ricerca dì carico, che crede beffardamente di poter trovare in tanti due di picche, quando briscola è a fiori.
    Povera donnina di fiori, che pena che fai, nel cicaléccio continuo di tutte quelle tue scartìne. Quelle rare volte che ti capita (ma solo a chi con le carte ci vuol giocare, che chi fa sul serio con ben altri mazzi ha da misurarsi)… ti capita – dicevo – di esser te la madama di briscola: io ti vedo oscenamente arrovesciata su ì tavolo, mentre vorresti règgerle tutte quante te, le carte, convinta per un triste e penoso momento, d’esser te la mazzièra.
    Sarà forse per questo che vai d’accordo solo col briàco che – ad onta del mazzo – vuol farsi re? E che poi, per quanto ti affanni, preferisce ad ogni giuoco far la coppia con donnine assai più amène di te. Già… perché te, donnina di fiori che una volta fosti ad uso per qualche mano di bridge, ormai diverti solo nei mazzi che intrattengono i giuochi volgaròtti dei bar di paese. E ì gioco della vita, ahimé, unn’è più quì blèffe che mani più esperte, comunque, t’insegnarono.
    Secondo ì mi modesto parere – e se ne parlò già un’altra volta, ricordi? – te tu avresti bisogno solo d’un po’ d’asso, ma non nella manica. ”
    E’per te?

  7. No, anonimo, la donnina di fiori non è una Lippededica a Loredana, la quale solo ogni tanto mi solletica la fantasia d’un post (bonario di solito). Ti ringrazio comunque per la segnalazione molto realtime e letteraria degli aggiornamenti del mio blog!

  8. Ma dài Loredana, nel mio piccolo e del tutto marginale intervento, io non criticavo la vendita di un titolo, quanto piuttosto una “modalità” su cui varrebbe la pena (e lo dico con assoluta simpatia) di soffermarsi. Quel post, a dire il vero, se la prendeva più con i citrulli che con gli acchiappacitrulli, e non voleva comunque generare un flame. La questione è e rimane, secondo me, che le persone dovrebbero sentire di più la responsabilità di ciò che fanno, perché la sostanza è nei fatti e non nelle parole. Un concetto assai più semplice di Scrivere sul fronte occidentale, del quale si è fatto volume (di cui largamente si discusse un tempo) non dell’Occidente (pensa te quanto è grande l’Occidente) ma un fenomeno (vogliamo chiamarlo così?) italiano su cui oltre al libro si è pronunciata (ma guarda un po’?) la Fallaci. Va be’, per quanto il dialogo sia interessante, le voci di quel libro non lo sono: né interessanti, né rappresentative.
    Grazie per avermi citato ad esempio nel tuo commento, Loredana, non ho più la tua email, ma se me la invii sarò lieto di spiegartelo meglio che posso il concetto.

  9. Tanto per restare nelle fole per l’infanzia v’ho da dire che Andrea detto il Titonko è una sorta di bestiolo pelosissimo e multicolore amico mio da anni,
    esso va vagolando critico e stuzzicante, tra il serio e il faceto; ogni tanto da una graffiata, ti fa una smorfiaccia, fa il cialtroncello raramente, soffia e sbruffia qua e là, ma è bravo davvero,
    oh sì,
    ed io non temo i suoi occhi acuti, pungenti
    e talvolta lo accarezzo
    e lui non mi graffia più,
    ecco

  10. Tanto per restare nelle fole dell’infanzia, ma come genitore, parafrasando Benedetti, una che deve insegnare al proprio figlio, “Piuttosto che marginale figlio mio la lotta?” Non lo so. Sarò,come al solito scema e dickensiana io, signori miei, ma tutta la cultura “undegorund”, dove la mettiamo? Con questo non sto dicendo che uno debba ricercare – l’under – la marginalità a tutti i costi, ma vivvaddio, godersela, visto che non si ha da “gestire un potere”, no, eh? Mai. Sempre a proposito di fole e d’infanzia, direi che “Amore, prima di tutto fa quel che ti piace! Se sai che ti costerà fatica e sudore della fronte, pensaci, perchè potresti non reggere! Psico e fisicamente!”. E non di certo, “Conquista gli avamposti del potere, e se qualcuno ti mette i bastoni fra le ruote, prima di tutto dì, ‘Ecco il mio nemico! ‘, grida. Così, quello che ha detto Caliceti mi è parso convicente. Lippa, questo è OT? se sì, scusatemi tutti.

  11. Ma no, mi pare che a questo punto non si possa parlare di OT, il posto:-)
    Sifossifoco, neanch’io voglio flame: preferisco di gran lunga parlare, o scrivere, con pacatezza. Comunque la mia mail resta quella che appare sotto la firma.
    Mario: neanch’io posso fare a meno del titonko
    🙂

  12. …e va bene allora specifico. Perchè ho detto “la lotta”? Lo scrittore, ha ragione Caliceti, è un mestiere particolare. L’impegno lo si assume con sè stessi. La lotta quindi va bene – dico io – ma se diventa “l’ obiettivo”, uno come la mette con l’impegno che comunque lo scrittore/ice ha con sè stesso? Giuro è una domanda, E poi, 🙂 se devo essere sincera, la “restaurazione” non è che non la veda, ma allora, descriviamola, no? E cerchiamo di farlo attraverso “il linguaggio” – fuori dai luoghi comuni, no? – perchè il mestiere di chi scrive è complicato e impegnativo proprio per questo. Mica per altro.

  13. Lippa! Oddio che corsa! Tanto fino a sabato non ci sei, posso osare qualche OT. Allora, un po fedifraga, vado in CASA di nazione Indiana. Noi, saranno DIECI ANNI (20) che diciamo, “la nostra casa, la nostra casetta”, a proposito del blog? Ma il problema non è questo. Montanari carinamente ha ripreso il concetto. poi è arrivato Scarpa carinamente ha detto un’altra cosa. Io ero andata a prendere un caffè, mi ero accomodata, facevo i convenevoli. Poi subito di me entra uno che comincia a dire “…volgari ospiti indesiderati”, e siccome c’ero solo io di ospite appunto nella casa, sono scappata via. Io di certi di Nazione Indiana ho paura, Lolip. Meglio i cattivoni (e oltre) andreac, andreab, Ienax, gl, Wu Ming, il culo del duce, le sue litigate che lui chiama precisazioni! Io da questa casa non mi muovo più!

  14. Ho letto parte del dibattito du Nazione Indiana. Sono frastornata. Lo percepisco come un rimpallarsi considerazioni di carattere anche molto personale. Mi sembra che ci sia una certa difficolta’ a identificare i problemi e questo perchè non si considera l’idea di essere ……nei problemi e di agire come parte integrante di essi. Mi spiego. Che siamo in un’epoca di ‘restaurazione’ del peggio che l’umanita’ e’ in grado di produrre sembra assodato a molti, che il mondo editoriale e la vita di scrittori e artisti ne faccia parte a pieno titolo pure e che ognuno di noi sia immerso nella melma sino a diversa altezza e intensita’ non sembra contestabile. Nessuno e’ fuori da questo merdaio, neanche chi ne stigmatizza le dinamiche: in misura maggiore o minore siamo tutti attori sulla scena. Non ha senso rimpallarsi responsabilita’ o codardie di sorta e non ha senso neanche rassegnarsi allo stato di cose. Meglio analizzare, capire, creare, fare scelte anche importanti e difficili. Saro’ pure retorica, ma a uno che sta a menarla sugli aggettivi e le frasi usate nella discussione preferisco altri che (forse rozzamente) provano a trovare strade e alternative.
    Tra i tanti interventi che ho letto ho trovato alcune buone osservazioni (per confronto tra realta’ diverse) nell’intervento di Livio Romano, in alcune considerazioni della Lippa e in pochi altri post (ma non ho letto tutto).
    Chiaramente le mie sono opinioni personali e saro’ ben felice di scoprire che ho sbagliato tutto e che quello spreco di parole ha un senso che non ho afferrato…. pero, visto che non sono molto perspicace, spiegatemelo.
    abbracci
    p.s.: Posto, sono solidale, lo spazio della Lippa e’ decisamente piu’ accogliente.

  15. Ma lasciatelo in pace il povero Ienax, che quello non morde nessuno. Basta che non gliene venga offerto motivo. Su Nazione Indiana sono tanto divertenti: meglio delle litigate che faccio col mio portinaio. Però non mi piacciono granché, anzi proprio per niente. Alla faccia loro, altro che arroganti. E poi dicono a me. Ecco perché evito quelli lì, portinai e portieri tutti, compresi.
    Saludos.
    Iannox

  16. Anonimo, ti risponderò un giorno, quando sarai cresciuto. Scegliti uno pseudonimo col quale possa identificarti, uno che indichi la tua identità; poi ne parliamo.
    Fammi capire che non sei oggi ravanello e domani insalatina e ne riparliamo. Dammi un cenno di maturità che valichi gli asili per l’infanzia e ne riparliamo.
    In quanto alle donnine di fiori, vedo che ne hai una conoscenza sì vasta da ricercarle perfino tra i fogli, ma del resto…cosa ne sarebbe delle speranze di certi che s’illudono di scrivere mentre invece scribacchiano? E poi c’è l’eleganza…ne potremmo riparlare un giorno, quando lil tuo turpiloquio plebeo si sarà (improbabile ma la speranza è sempre ultima a defungere) elevato almeno al primo piano della comunicazione non infetta. Insomma Anonimo, di grazia, torna nelle stalle, uff.

  17. Vomitorium
    A: ciao caro
    B: ciao cara
    A: che bel salotto.complimenti.
    B: grazie cara, qui a Milano si progetta il rinascimento sai, ma mica quello snob della Elisabetta Sgarbi sai!
    A: noi partiamo dal basso lo so, lo sai! Quanto mi piacciono le periferie degradate!
    B: si , si trova un sacco di materiale tra quelle bestie li!
    A: senti cerchiamo di farlo bene questo dialogo , magari poi ci pubblicano su Minimumfax.
    B: si si si dai dai dai , hai visto che fighi i doc “Scrivere NewYork”?
    A: wow, tutta quella fotografia li, le inquadrature, magari pi ce lo fanno anche a noi il doc, c’ho la stanzetta dove scrivo fichissima.
    B: Be cool , be cool diceva mio nonno.
    A:senti cerchiamo di dire qualcosa di sinistra, senno ‘sto dialogo ce lo snobbano qualche parola così!
    B: ok, ehm …. resistere?
    A: ok, anche….copyleft?
    B:operaio ,
    A: wuming
    B: genna
    A:comunità alternativa.
    B:a cosa?
    A: fregatene dillo e basta.Tanto siamo sempre gli stessi
    B:comunità chiusa allora ok!
    A: se qualcuno tenta di penetrare , prendilo per fascista, funziona!
    B:li desteto e con loro il 95% della popolazione italiana.
    A:ignoranti caproni, tutti in fila appresso al papa.
    (continua)

  18. V. che noiosa/o che sei. Poi berluschino/a come sei non ti si può neanche confondere con l’anonimo, che almeno è più anarchico/a. Secondo me mangi male. Certe volte ti gira bene, altre no. Chiaro indizio di cattiva digestione.

  19. Il Posto qualche notizia a tua misura:
    Desperate Housewives
    Eva Langoria nella realtà ha lasciato il giocatore di basket dei San Antonio Spurs, Tony Parker, e si è fidanzata con Butch Klein, l’agente Eric Richard di 24.
    Desperate Housewives
    Le ragazze si odiano, specie Teri Hatcher e Marcia Cross. Teri arriva sempre sui set fotografici in anticipo e ruba i migliori vestiti e non vuole mai essere fotografata in mezzo alle altre. Su Vanity Fair americano (ma forse anche quello italiano) c’è l’esilarante cronaca della seduta fotografica (sono sulla copertina di maggio).
    Di la verità ti interessa! Il Posto

  20. Pongo una questione:
    Perchè nei blog letterari si parla poco o quasi nulla di cinema?
    E dire che molta parte della formazione degli scrittori oggi è proprio cinematografica.

  21. Be’, Anonimo, che dire, mi hai tolto la parola di bocca. Anche perchè, Iannox, non è che bisogna per forza parlare di film che escono adesso. Si potrebbe accennare a classici, no? Quelli che uno vede alla televisione, che si registra. Ho detto una parolaccia? E poi, domanda: qualcuno s ricorda “Loser” dei Doors? e’ bello quasi – come – come Kafka.

  22. Forse perché il biglietto del cinema costa caro, forse di più che non un libro. Ed allora di cinema se ne parla poco. E poi, con l’immonnezza che c’è al cine, che bisogno c’è di parlarne?
    Vabbe’.
    Mi guardo un dvd. No, vado in birreria. E’ meglio.
    Saludos
    Iannox

  23. Vero. Si puo’ parlare di film in tv, o dvd. Tanto io al cinema ci vado gratis. ^___^ Altrimenti col cavolo che ci andrei. Però stasera piove, e anche la mia birra sotto la pioggi non è granché. Quindi credo che metterò su un gran bel film, “Fronte del Porto”, con un Marlon Brando magistrale.
    Saludos
    Iannox

  24. E dire che ci sono anche oggi buoni autori , uno su tutti paul thomas anderson di Boogie nights,poi Ubriaco d’amore è una perla perfetta per me fatto della leggerezza di cui parlava Calvino.
    Un classico che vi consiglio e che forse pochi conoscono è Paris nou appartient di Rivette le somiglianze con lotto 49 di Pynchon sono impressionanti, non a caso molti autori postmoderni sono stati influenzati da quel cinema francese su tutti DeLillo per il quale fu la molla verso la scrittura.

  25. Scusa, Iannox, perchè vai gratis al cinema? A proposito di trailer? 🙂 Scusate, e Hitchcock? Io lo conosco tutto. E Anonimo, sai che è vero, io i registi che amo molto li conisdero un po’ scrittori. Cioè, per esempio, “Marnie” (di W Graham) o “La donna che visse due volte” (Boileau -Narcejac), io mi diverto a vedere la traduzione che ne ha fatto Hitckcockone (enorme! in tutti i sensi) 🙂 E infatti adesso che ci penso sul postodeilibri.it, li ho recensiti tutti e due, per dire come proprio mi piacciono! Non è che il film sia più o meno bello del romanzo, per me. Come “Vertigine” di C. Woolrich che diventa “la mia droga si chiama Julie” di Truffaut! Strepitoso!

  26. ANONIMO! SEI… MEGLIO DI GENNA! 🙂 Ma allora conosci anche Sotto il segno del leone, di Rhomer, che non è per niente rhomeriano, però! La storia di quell’uomo disperato senza soldi in una Parigi deserta, che alla fine, quando stai pensando al peggio…eredita! O il film di Malle, tratto da Drieu La Rochelle, Fuoco Fatuo, e Ascensore per il patibolo, e…Truffaut! Tutto! Triuffaut è uno scrittore perfetto!

  27. Posto, sei un pozzo di scienza!
    I registi sono un po’ scrittori, non so. I due linguaggi raccontano in modo diverso e a me capita di preferire la scrittura. Mi piace essere la regista delle storie: immaginare facce, situazioni e quant’altro. A volte (non sempre) resto delusa da film di cui ho letto in precenza il libro. A volte faccio uno sforzo e li aprezzo comunque considerandoli pero’ altro dal riferimento letterario. Dopo questa chicca di banalita’ chiedo anch’io a Iannox come fa ad andare al cinema a scrocco e ….che cosa gli ha fatto di male il portinaio: quello di casa sua, non quello metafisico 🙂
    Visto che Lolip nun ce vede mi concedo anch’io qualche OT
    ‘notte
    ah…Iannox…mi piacerebbe anche sapere con CHI vai al cinema…..sai…la gelosia…:-)

  28. Allor, ora non è che c’habbia poi troppa voglia di precipitarmi dentro a un pozzo di scienza, quindi, per il momento dirò, che registi bravi ce ne sono: Kubrick e Wenders sono i miei preferiti. Il linguaggio cinematografico è una cosa, un’altra quello letterario. Si possono, e in alcuni casi si devono incontrare: però, precipuamente, non si deve tendere a far per mezzo del solo linguaggio cinematografico la letteratura.
    Al cinema ci vado gratis… ma alle prime, come giornalista, è chiaro. Boh, mi sembravo così lapalissiano.
    Al cine, solitamente, quando ho voglia di cercar distrazione con la mia ragazza, da quando tu, Spettatrice cara, hai rifiutato l’isoletta cubana che eppure era tanto bella ed accogliente. E io c’havevo pure quel diamante che doveva esser per sempre. M’hanno fregato un’altra volta, quelli della pubblicità. ;-D
    ‘Notte.
    Iannox

  29. Ma Spettatrix, che posto di scienza? Divertimento allo stato puro! (e un modo di evitare le “problematiche” o di prenderne “cossienza” facendo meno scene isteriche possibile!) Chiaro, no?

  30. Posto ok, capito 🙂
    Iannox
    sono contenta che tu ti sia consolato e che la topolino e il diamante abbiano finalmente un giusto indirizzo 🙂
    Besos

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