DIRITTO DI CRITICA

Su Liberazione di ieri, Angela Azzaro firma un lungo articolo sul "diritto di critica". Ve lo riporto, ancora dalle terre piemontesi.
Update: Sempre su Liberazione: un intervento di Elena Stancanelli e uno di Giuseppe Genna. Qui.
Ri-update e OT: E’ arrivata Matilde Bui, a cui vanno gli auguri per una vita meravigliosa!

"Vivi e vegeti. Molto combattivi. Sono gli scrittori italiani. Chi li voleva defunti, chiusi nel loro orticello, intenti a creare solo la loro pagina, sbaglia di grosso. Gli scrittori sono vigili, intervengono nel dibattito, non si risparmiano critiche. Vogliono dire la loro su tante cose, a partire da quello che è il loro mestiere: fare letteratura. Che non significa solo pubblicare un libro, definire la propria poetica, ma mettere nero su bianco che cosa vuol dire oggi fare cultura in Italia. L’Italia di un Berlusconi in crisi, ma sempre però governata dalla destra: berlusconiana non solo e non tanto sul piano politico, ma nel senso comune, nell’ideologia che domina le dinamiche profonde. Loro, gli scrittori, non ci stanno. Si ribellano, scazzano tra di loro.
Nel passato ad esercitare la stroncatura furono, tra gli altri, Giuseppe Baretti, fondatore della "Frusta letteraria" (dal 1 ottobre 1763 al 15 gennaio 1765). E poi ancora, dall’inizio del Novecento, Carlo Dossi, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Pietro Gobetti. Di recente il poeta, l’intellettuale Edoardo Sanguineti, quante volte lo ha detto non si sa: bisogna parlare non solo dei libri colti, impegnati, bisogna sfidare anche il mainstream. Non aver paura di dire quello che si pensa. Aldo Nove lo ha preso in parola. Ha letto il best seller del momento, Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno, ed è scoppiato il finimondo. Ok la polemica, il dissenso. Il guaio è che, spesso, la reazione è stata di tutt’altra natura: come si permette quell’Aldo Nove di criticare il libro più letto (ha venduto 120 mila copie), il caso letterario del 2005? La reazione è stata condita da toni molto accesi, come il caso de Il foglio che ha attaccato personalmente lo scrittore, con punte di vera e propria cattiveria. Il massimo: proporre per Aldo Nove la legge Bacchelli.
Ma che ha detto Nove nella sua recensione, che ha fatto? Ha esercitato un diritto: esprimere la sua opinione. Si è servito per farlo, non solo di Lukacs come è stato detto, ma anche dell’approccio più raffinato della critica letteraria: confrontare il segno, la lingua dello scrittore, con la realtà, vedere come l’esistente diventa metafora, costruzione letteraria. La domanda di fondo della stroncatura di Nove era: qual è il valore del romanzo di Piperno e quale operazione c’è dietro? La risposta non è piaciuta. Soprattutto ai critici, agli operatori culturali. «Scarpa, lo scrittore Tiziano Scarpa?». «Chi parla?». «E’ lei Tiziano Scarpa». «Sì». «Non avevo il suo numero e non ero sicuro che questo che ho trovato… Volevo farle un’intervista su Piperno per il mio giornale…». «Non ho ancora letto quel romanzo…». «Oh che interessante: i Cannibali non leggono Piperno!». Il delirante dialogo non è estratto da un romanzo di fantascienza, ma da un colloquio vero tra lo scrittore Tiziano Scarpa e un giornalista (di un quotidiano nazionale) a caccia di polemiche dopo la recensione di Nove. Pur surreale, la dice lunga su come il sistema mediatico ha voluto strumentalizzare l’episodio. «Le critiche a Nove – commenta per Liberazione Scarpa – sono una delle tante manifestazioni del tentativo di mettere in cantina il dibattito culturale. Siccome gli scrittori, gli intellettuali, gli artisti sono cittadini, far credere che chi dissente è un cretino o è pericoloso, non significa delegittimare Aldo Nove, ma delegittimare il ruolo dello scrittore-cittadino. Attaccare chi esercita il diritto di critica, è sbagliato. Si rischia di far venire meno una funzione simbolica e politica fondamentale. Difendere Nove dagli attacchi che ha subito, significa difendere la libertà di un cittadino di dire quello che pensa».
Nanni Balestrini di stroncature, insieme agli scrittori del Gruppo 63, ne ha collezionate più di una. «Si deve andare avanti su questa strada. Le reazioni all’articolo pubblicato da Liberazione testimoniano che si è persa l’abitudine della critica, del dissenso. Fino a poco tempo fa non era così. Il Gruppo 63 ha ricevuto moltissime stroncature, ma nessuno di noi ha mai protestato. Pensavamo che fosse un diritto di chi scriveva. Anzi, per noi riceverne una era motivo di orgoglio. Ci battevamo contro i canoni letterari imperanti, la stroncatura confermava che stavamo andando nella direzione giusta. Sono convinto: un libro che piace a tutti, non è un buon libro. Con questo certo non voglio dire che quello di Piperno sia un buon romanzo…».
In questa contesa, c’è chi decide di non schierarsi. Goffredo Fofi: «Ho letto il libro di Piperno e non mi ha affatto disgustato. Con le peggiori intenzioni è un pamphlet contro la borghesia italiana. Caratteristica che non mi dispiace per nulla. Non penso che sia un capolavoro, come dice Giuliano Ferrara, ma mi piace. Mi piace di più Aldo Nove: è più serio, è più seria la sua linea di ricerca. Non vedo però nessuna necessità di schierarsi per l’uno o per l’altro».
Stesso appello dalla critica di Repubblica, Loredana Lipperini: «Piperno e Nove, li stimo tutti e due. Sono diversi, ma non vanno contrapposti. Semmai la contrapposizione va fatta tra loro due e i libri dei comici, come quello della Littizzetto. Temo molto la tentazione di creare manifesti letterari, in cui si stabilisce una regola buona per tutti. La stroncatura di Aldo Nove è stata usata dal Corsera, che l’ha subito rilanciata in questa direzione. Una propensione che però si notava già nell’articolo. Una cosa mi sembra chiara: il dibattito letterario è vivo. Semmai ha abbandonato le pagine dei giornali e si svolge in altri luoghi».
Uno di questi è il blog gestito da Lipperini. Un altro luogo che va forte è quello della rivista letteraria on line "Nazione indiana". Ancora non si è spenta l’eco su Piperno, che già si discute di altro. Quale deve essere il ruolo degli scrittori: lanciare una sfida, risvegliarsi? Oppure accettare la propria marginalità e da lì costruire la critica all’esistente? Tra i protagonisti, Giuseppe Caliceti e Antonio Moresco: tra i due parole molto dure.
Tutto bene allora? Anche in questo caso solo un piccolo appunto: la polemica spesso slitta nell’attacco personale, i toni si fanno aspri e quella che può essere un’occasione rischia di diventare un boomerang".

12 pensieri su “DIRITTO DI CRITICA

  1. ma insomma… dico io, la vogliamo finire di guardarci l’ombellico? aldo nove che parla male di piperno.
    e ‘sti cazzi nun ce li mettete?

  2. uno dei motivi per cui le discussioni sull’Internet sono accese è che sui giornali non si critica più ma si fanno segnalazioni.
    Credo.

  3. “…e non le legge nessuno” ma stiamo ancora a fare la conta?
    ma che vuol dire nessuno? io proprio non capisco. a parte che, evidentemente angela azzaro le ha lette, quindi, se ci vogliamo attenere ai numeri, le ha lette almeno una persona, ergo nessuno non vale più.
    allora che vuol dire nessuno? una parte esigua e trascurabile? ma una parte esigua è davvero trascurabile? oppure nessuno vuol dire nessuno che conta? ma chi è che conta?
    anonimo, le tue categorie sono qualunquiste, vetuste, vaghe e vagamente fasciste. occupi spazio, poco, per fortuna, perchè poco hai da dire.

  4. Torno solo ora da tre giorni fuori casa, e devo ripartire subito.
    Solo una cosa: Roberto (permettimi di chiamarti per nome, in questo caso) un milione di auguri.
    Queste sono le uniche cose VERAMENTE importanti della vita.
    Un abbraccio da uno che ha due figlie. Certe notti insonni sono, ti sembrerà strano, un regalo immenso che sa darti al vita. Goditele.

  5. Meno male che esistono queste discussioni, forse sono segno di vitalità, (lo spero proprio), sono persino stupito di un’eco così vasta e di uno scambio di opinioni tanto acceso e non credo che sia in ballo solo un posto nella top ten,
    spero, perdianaperbacco, spero che sia anche per un buon, alto livello di scrittura!

  6. Al mio buonumore primaverile si aggiungono alcune belle novita’:
    Matilde, BENVENUTA tra noi.
    Un caro saluto e Augurio anche a Mamma e WuM1
    Ehm….a quanti wm siamo? 🙂
    Meno male che anche Lolip ogni tanto si fa l’OT in casa 🙂
    abbracci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto