CHECKPOINT

Per esempio, cosa rileggerei in questi giorni? Un libro uscito non molti mesi fa. Di cui si è parlato anche nella blogosfera. E di cui ho scritto già, su carta, così.
Attaccato dalla stampa americana in quanto “vomitevole libercolo”, Checkpoint è un sarcastico, amarissimo dialogo scritto dal Nicholson Baker di Vox. Il protagonista è Jay, intellettuale di mezza età, separato, fallito, che individua in George W. Bush il bersaglio perfetto per personali nevrosi e pubblici furori. Jay conosce i misfatti del Presidente quasi come Michael Moore. Ma sa anche che gli orrori del mondo, simboleggiati dalla famigliola uccisa a un checkpoint, accadono “indipendentemente da quanto sei bene informato”. Dunque, convoca in un albergo di Washington l’amico Ben, che ha placato i vecchi ardori con l’hobby della fotografia e, davanti a un registratore acceso, gli rivela che intende uccidere Bush. Conta poco che i mezzi scelti siano improbabili (lame circolari volanti come quelle di Goldrake, un masso di uranio impoverito, proiettili autocomandati). Conta che nella progettazione dell’omicidio possano riversarsi, in uguale misura, gli errori del Presidente, le isterie dei suoi oppositori, l’angoscia di un paese che produce soprattutto armi e antidepressivi: e che, come dice Jay (“ammazziamo persone e moriamo al tempo stesso”), comincia a saperlo.

63 pensieri su “CHECKPOINT

  1. Rifaccio la domanda fatta non in questa sede ai tempi di Moore. Perchè anche Checkpoint è pubblicato da Mondadori? La verità è che questi libri servono come fiore all’occhiello ad una multinazionale per dimostrare la sua buona fede rispetto a case editrici piccole e penalizzate e non passare per i colonizzatori della cultura che di fatto sono. Per questo non compro nè Moore nè Baker.

  2. Qualche tempo fa mi fece una certa impressione vedere Checkpoint nella libreria alle spalle di Andrea Margelletti, intervistato dal tg2 – presumibilmente a casa sua (A. M. è quel signore rotondetto e con gli occhiali che spesso interviene sui temi legati al terrorismo e agli affari internazionali)

  3. un libro non ha fatto mai vincere ne perdere un’elezione…
    L’annosa questione mondadori è stata archiviata a long time ago.

  4. Caro gl, mi ricordo una trasmissione televisiva, forse otto e mezzo di Giuliano Ferrara, dalla fiera di Torino. Partecipavano mi pare Marino Sinibaldi di radiotre, uno della Minimum Fax e Arturo Ferrari di Mondadori. A un certo momento si parla di politica ed editoria e che ti fa Ferrari? Cala l’asso tirando fuori il libro di Moore, con ciò intendendo che loro, i colossi di berlusconi, avevano la coscienza pulita. A te sembra una cosa buona? A me no.

  5. sapete perchè abbiamo il governo che abbiamo? perchè c’è gente che fa ragionamenti del tipo: è pubblicato mondadori allora non è un buon libro. oppure moore ha fatto perder le lezioni a kerry, l’ha detto anche klaus davi e lui è un’intellettuale lana vergine, ha pure gli occhiali no?
    bravi.
    bello, bravi.
    avete detto la vostra, siamo in democrazia. iva zanicchi dice la sua voi dite la vostra. finito?
    vi ammiro, sapete (ce l’ho con oedipa e barbarus) voi si che siete puri e valorosi. che vi costruite le mutande intrecciando foglioline accuratamente coltivate da voi, in un isola che non c’è. AVTARCHIChic!!! (ho coniato un neologismo?addirittura?)salutatemi peter pan. e se volete fare i fighi, fate un favore: andate a rileggervi marx. ah no, non lo leggete perchè marx è ebreo quindi israele e… come il cane di pavlov voi duri e puri che leggete solo libri della trulluspullus e vi fabbricate le mutande da soli voi “boicottate”.
    ecco, se vi rileggeste marx magari capireste che le macchine non si distruggono: si conquistano. you know? ma magari marx è troppo difficile (però guarda se giri con il capitale sottobraccio fai molto compagnoduroepuro) c’è il sempre utile “tallone di ferro” di jack london.
    ah no, jack london, è americano, quindi…
    (continua finchè la croce verde non lo porta via con la bava alla bocca)
    gl
    ps
    karry non ha perso per colpa di moore. ha perso perchè un cazzo di miliardario che fa finta di essere un colletto blu fa ridere i polli.
    pps.
    cara loredana, si potrebbe aprire un dibattito su: perchè barbarus ed Oedipa mi fanno capire il motivo per cui la gente dice di non leggere perchè chi legge è snob?

  6. Scusate, Oedipa e Barbarus, ma avete letto il libro? (va bene, Barbarus no perchè l’ha pubblicato l’impero del male). Guardate che Checkpoint è stato attaccato da ENTRAMBE le parti politiche, in America.

  7. Cara La Lipperini, e come mai tutti i libri precedenti di Baker sono stati pubblicati da Frassinelli e questo che era più seducente per cavalcare la tigre politica se lo è preso Mondadori?

  8. Della serie un bel libro è un bel libro e…mangiamoceli… se necessario, se serve ad aumentare la nostra consapevolezza. Ci sono anche le biblioteche, se uno non vuole o non può comprarli. Scelta che capisco, ma non condivido.

  9. Teresa, scusa, ma che affermazione è? Che vuoi dire? Uno deve parlare tutti i giorni – tipo la qui presente ossessiva sotto tutti punti di vista? Può decidere lui quando parlare e quando no? Ma che è un blog, o sorveglianza speciale?

  10. A proposito leggete Adriano Sofri oggi su repubblica . Cosi si scrive! Io amo Adriano Sofri.Che qualcuno lo imiti vi prego!

  11. scusami tanto, Barbarus, ma questo cosa c’entra? E anche se Mondadori avesse acquistato Checkpoint perchè aveva capito che poteva avere successo, cambia qualcosa? Soprattutto rispetto al senso che mi pare indicasse Lippa, di ritrovare in un libro qualcosa, o una parte di questo qualcosa, che in questi giorni è sui giornali (l’incidente al checkpoint). A me delle intenzioni con cui è stato pubblicato, scusa tanto, ma non me ne frega proprio niente, se il libro può darmi qualcosa.

  12. Adesso ce lo spiega Monina Michele, perché se no sembra che venga qua solo quando esce un suo libro per pubblicizzarlo…

  13. perché mi era piaciuto e l’autore non era più legato a nessuna casa editrice perché le due che l’avevano pubblicato in precedenza (Einaudi e Frassinelli) non avevano pubblicato gli ultimi titoli di Baker

  14. Salve, sono la persona che ha pubblicato per Mondadori Strade Blu tanto Checkpoint di Baker che Michael Moore. Visto che l’interessante dibattito che Loredana cercava di mettere in piedi è bloccato da questo millenario dibattito sulle strategie della Mondadori spero di poter contribuire a riportare la discussione sul contenuto (molto meno lineare di quanto si possa pensare) del libro di N.Baker, rispondendo alle domande sulle strategie occhiute & occulte della Mondadori.
    Eccomi qua.

  15. Quando decido di pubblicare un libro lo faccio sulla base di una valutazione di qualità e di commerciabilità (il peso percentuale di questi due elementi cambia – e molto – da titolo a titolo).
    So che è una lettura indigesta, ma la biografia di Arnoldo Mondadori scritta anni fa da Enrico Decleva per l’UTET chiarirebbe alcune cose. Fin dalla sua nascita la Mondadori è una grossa bestia onnivora, pubblica di tutto, pubblica l’alto e pubblica il basso, pubblica Michael Moore e pubblica i neo-con. Non seguo Giuliano Ferrara né in TV né altrove per cui non so cosa dire sullo specifico episodio del “fiore all’occhiello”, ma ripeto: quando decido di pubblicare un libro questo genere di cose non entra nemmeno in misura infinitesimale nelle mie valutazioni.

  16. Per “il postodella…”: non è sorveglianza. Ma se uno imperversa qui per giorni (sto rileggendo or ora gli archivi di questo weblog) soprattutto a proposito di libri Mondadori e STradeblu in particolare, è strano che non si faccia più vivo quando non ha più un libro da promuovere. Tutto qui… niente di più…

  17. Ma io bakker l’ho letto e mi è piaciuto ! E ho visto anche Moor del quale mi è piaciuto di più Bowling a Columbine che è quasi perfetto treanne la parte in cui massacra il povero Charlton. Converrete infatti che le opere di Moor sono massimaliste ed intransigenti , creano il Mostro , lo condannano senza speranza di riscatto e redenzione , non c’è spazio per idee appena differenti ma solo disprezzo.
    P.S: esempio: Leggete il post di gl , al mio commento da mezzo rigo!

  18. guardate che il fascino estremo di questo testo risiede proprio nell’ambiguità totale: è un libro o una sceneggiatura? i protagonisti sono esponenti della sinistra liberal o dei conservatori smarriti (leggete le parti sull’aborto)? Checkpoint va intyeso come romanzo realista o come divertissement surreale?
    Se vi piace o vi interessa, leggetelo e non curatevi di ciò che dice il Foglio (che ha parlato bene di Checkpoint e male di Stupid White Men).
    Ricordatevi di Kant:
    “L’ illuminismo é l’ uscita dell’ uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità é l’ incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.”
    Augh!

  19. Buongiorno a tutti, e soprattutto a Teresa. Tanto per rendere noti un po’ di affari miei, non è che frequento o non frequento blog in base all’uscita di un mio libro (anche perché altrimenti sarei sempre presente, visto che il libro a cui, suppongo, fai riferimento, non è uscito poi così tanto tempo fa). Io intervengo, nell’ordine A) quando ho qualcosa da dire
    B) quando ho qualcosa da dire e il tempo per farlo
    Visto e considerato che di lavoro faccio il giornalista, e nello specifico, il giornalista musicale, e visto che si è da poco concluso il Festival della Canzone italiana di Sanremo, puoi ben intuire che in queste ultime settimane abbia avuto qualcosina da fare.
    Per cui, torno al lavoro e ci si sente in futuro
    Michele

  20. Scusa, Barbarus, ma davvero non è questo il punto. Ha ragione Dado: la discussione su Mondadori è antica e auspicabilmente chiusa (ti consiglio una visita al sito di Wu Ming, negli archivi di Giap! troverai riassunta la questione, e si trovano articoli anche su Carmilla). Mi piacerebbe invece che leggessi il libro: ha ragione edoardo: è un libro tutt’altro che lineare e, a mio modo di vedere, tutt’altro che schierato. Anzi. E’ sul luogo comune, o sulla gestione e sul consumo dell’informazione – uno dei nodi principali – che agisce, con spietatezza e non poca ironia, Baker.

  21. Ah, per tua informazione. Il libro a cui ti riferisci è pubblicato da Marco Tropea, non da Mondadori, peraltro.

  22. teresa, grazie per l’attenzione. Ma posso assicurarti che Michele ha parlato solo occasionalmente, e su sollecitazione altrui, del suo libro. Gentilmente, ti chiederei di evitare affermazioni di questo genere. Anzi, non troppo gentilmente, a pensarci bene.

  23. non so se sono daccordo con la tesi di “tendenzialmente”. forse è quella censura di quel termine che contiene il nome volgare ti del testicolo che me lo fa immaginare come uno di quei “bacchettoni” di sinistra. quelli, non so se avete presente, che si sono fatti l’idea che il senso critico è come un muscolo da sviluppare.
    non so, ma secondo me non basta esercitare le funzioni di decodifica di segni stampati su carta per aumentare il proprio livello di coscienza politica.
    io mi sto chiedendo, e non la mia non è una domanda retorica, se non sia la “gestione” dell’industria culturale, e cioè la riduzione del suo potenziale sociale, ad essere alla base di un potere fondato più sul depotenziamento della cultura che su un “condizionamento” psicologico.
    mi spiego: se un libro è solo un libro, dentro, ci puoi scrivere quello che cazzo ti pare, tanto non cambia niente.

  24. forse non mi sono spiegato bene, per me la produzione culturale comprende anche la TV. non penso che il leggere in sé, solo perchè mette in moto determinate aree del cervello, sia un segno distintivo di una etnia “antropologicamente schierata”. per intenderci, non è che se ti leggi la storia d’italia di vespa ti rincoglionisci di meno che se ti guardi scherzi a parte.

  25. Che meraviglioso paese sarebbe questo se il potere di B********** fosse basato sul suo controllo dell’industria culturale. Peccato che, come hanno dimostrato innumerevoli studi, tutto il suo potere derivi dalle TV. Chi legge è “antropologicamente” schierato da un’altra parte.
    P.S. Guardate che Einaudi è di proprietà dello stesso gruppo che possiede Mondadori.

  26. Guarda che ciò di cui si lamentano Panebianchi & Co. (una presunta egemonia della sinistra sull’editoria) è vero. Ma per un motivo molto semplice: chi legge è “tendenzialmente” schierato e sarebbe quantomai stupido da parte delle case editrici rivolgersi a un pubblico che “tendenziamlmente” ha una forma di rifiuto totale nei confronti del libro. La lettura richiede comunque uno stacco dall’immediato, un isolarsi dal flusso continuo delle informazioni, un utilizzo delle propri capacità di immaginazione che fa sì che sia “tendenzialmente” critica. Per cui, sì, mi sento di sostenere che chi legge B.V è meno rin*******ito di chi si limita a guardare la TV. Almeno ha impiegato alcune ore della sua esistenza impegnato in una attività che – per quanto in modo perverso – richiede da lui una partecipazione appunto attiva.
    “Tendenzialmente” beninteso

  27. certo che si potrebbe andare avanti a parlare della “annosa questione mondadori” per tutta la vita. già, la questione è davvero annosa, perchè riguarda il ruolo che spetta allo scrittore, all’artista, ma anche all’editore e al lettore. di uno scrittore è importante ciò che scrive o anche quelle che sono le sue scelte di vita, e questi due aspetti sono davvero separati? ossia, come si fanno a tracciare i confini della coerenza? devo mangiare prodotti nestlè? devo boicottare i pompelmi israeliani?
    l’aspetto che, da una parte, mi lascia perplesso della mondadori è proprio quel “carattere onnivoro” e sulla “valutazione di qualità e commerciabilità” dei titoli. questa, però, è quella parte di me che fa finta che non ci sia l’industria del libro e, soprattutto, che guarda sprezzante quell’altra parte di me che è vittima felice del libro-feticcio, che ci rimane male che gli einaudi tascabili adesso si chiamano ET (che per tutte le parti di me rimane l’extraterrestre) e che lo struzzo (almeno secondo il promoter con cui ho parlato) si è messo a camminare, tanto per ricordarci che c’è il nuovo che avanza. se non fosse per una fiorente industria editoriale molti degli autori che amo, ma anche qualcuno che odio, non avrebbero la possibilità di essere pubblicati. in italia in questo momento c’è la spinta a una forte polarizzazione, che non è necessariamente una presa di posizione, c’è chi sente l’esigenza di schierarsi, a me sta bene, anche se essere schierati non significa necessariamente prendere una posizione rispetto a chi fa parte dello stesso schieramento.
    dico ciò tralasciando l’interrogativo più interessante, e cioè: il potere di b********** è basato sulla produzione culturale o sulla sua gestione?

  28. però FORSE NON TUTTI SANNO CHE…
    Mondadori i libri di Bondi (di cui diciamocelo non frega un cazzo a nessuno e li pubblica ben al di là sia della qualità che della commerciabilità) TE LI INVIA D’UFFICIO!!! (gli unici insieme a quelli del cavaliere)
    vero ???

  29. cara oedipa.
    i mostri esistono.
    uno che inventa le cluster bomb come lo chiami?e io non diprezzo te, oedipa, non ti conosco neppure. duiprezzo il tuo modo di ragionare. è diverso.
    l’argomento sollevato da loredana era interessante, ma qualcuno usando la migliore tecnica schifani, ha pensato che era meglio parlare d’altro. peccato.
    gl

  30. Allora ritornandoci … è vero che un certo attaggiamento di “disprezzo” degli intellettuali democratici verso le idee degli avversari possa aver fatto compattare l’elettorato Repubblicano?

  31. senti oedipa, se vuoi discuterne ok come vedi c’è il mio indirizzo. però per favore non paragonarmi ai democratici. e poi, tra parentesi, gli usa non sono il faro del mondo, ok? kerry non poteva vincere perchè l’11 settembre c’è stato un colpo di stato, e quando c’è un colpo di stato le elezioni non sono mai regolari. inoltre pensi che kerry avrebbe ritirato le truppe? o prodi ritirerebbe le truppe?
    giàgiàgiàgià…
    gl
    gl

  32. che bello, da quando frequento questo blog sono costretto ad interrogarmi su tante cose.
    oggi mi chiedo a me stesso:
    è davvero necessario il gioco del “forse non tutti sanno che…”?
    attenzione, prima di fiondarvi sulle tastiere, leggete il resto. la domanda è “in tema” con l’articolo della lipperini, perchè (premetto che il libro non l’ho letto, ma evidentemente mi fido di quello che ho trovato scritto) perchè – dicevo – a quanto pare, Jay si pone il problema che “gli orrori del mondo, simboleggiati dalla famigliola uccisa a un checkpoint, accadono ‘indipendentemente da quanto sei bene informato’.”.
    e allora, questo gioco è proprio necessario?

  33. Loredana,
    sicuramente di Terese che leggono il tuo blog ce ne sono tante, ma mi affretto ugualmente a distinguermi dall’altra proprio perché discute – l’altra – di un autore che ho letto da poco e apprezzato molto. Il libro in questione è quello di Genna e Monina su Costantino. L’ho trovato bello e molto intelligente. Una sfida difficile: prendere un personaggio trash e trattarlo al pari di un grande personaggio storico. Scusate per questo intervento fuori tema.

  34. Off Topic per Loredana:
    scusa, ma se di Battisti si studiano i testi delle canzoni per cavarne un ordine filosofico – si dovrebbe parlare di filosofia di Mogol o di Panella (Hegel non capita a caso)
    e ancora, non sei convinta che la musica leggera non corrisponda necessariamente alla musica popolare? Popolare è Verdi e massimamente impopolare è Fausto Rossi che di musica leggera ci campa
    non discuto del libro che non ho letto – ma certe operazioni nascono già sfiorite. forse non è esattamente colpa della musica pop.
    ciao

  35. Di una cosa abbiamo bisogno come il pane in questi momenti, noi leccaculo degli americani, di menti lucide. Di analisti freddi e raffinati che sappiano guardare i fatti, sezionarli e ricomporli, per restituirli a noi guerrafondai illuminati dalla vivida luce della ragione. A nessuno saremo grati, perciò, come all’onorevole Roberto Calderoli, il nostro alleato ministro leghista. Ci è molto piaciuto, Calderoli. Ci è piaciuta la sua ricostruzione: “I terroristi, rilasciata la Sgrena, devono aver detto agli americani, attraverso i servizi, che c’era una macchina con autobomba e kamikaze a bordo, tutto questo per creare l’incidente e addossare la colpa agli americani”. E’ una teoria che convince. E ci è piaciuto che abbia aggiunto: “La francese Aubenas è stata certamente rapita, perché ha perso molti chili, le italiane non so”. E’ la seconda parte di un’analisi lucida. Ci sono piaciute una per una, le parole di Calderoli. Esse segnano, tra l’altro, un ulteriore passo in là nello spirito unitario del paese. Non lasciamoli più soli, non bisogna perdere un colpo, avanti così. Ad ogni Pier Scolari, il suo scolaro Pierino.
    Andrea’s version “il foglio”

  36. forse non tutti sanno che…calderoli è una merda.
    io ho provato a dribblare l’annosa questione mondadori, ho crossato al centro la palla della riduzione dell’arte a fenomeno autoreferenziale a danno del suo potenziale ideologico-sociale. ma nonostante ciò mi trovo costretto a marcare a uomo il giro di rivelazioni eclatanti sui traffici dei vassalli e sulla involontaria autoironia di un leghista.
    io ci ho provato…ma niente.
    attenzione, il ruolo della controinformazione è fondamentale, però poi, al di là dell’ironia, io sento l’esigenza di capire innanzitutto perchè ci sono cose che io mi vado a leggere e a cercare e altri no.
    ognuno ha da dire la sua, alcuni hanno da dire quella di altri, ma non leggo argomentazioni, aperture, tessuti nei quali innervarsi…solo esternazioni, diktat, prese di posizione.
    ciao.

  37. La libertà è di tutti e quando un popolo ha
    l’opportunità di scegliere tra una società
    basata sulla paura o una società libera sceglierà
    la democrazia”.
    “Non si può mai forzare a essere libero
    un popolo che non lo vuole, ma è sempre
    possibile imporre le dittature Purtroppo il mondo libero
    non di rado appoggia i regimi, credendo
    di potervi trovare comodi alleati. Nel mio libro
    ho provato a dimostrare che le dittature
    sono in realtà molto deboli verso il popolo
    che dominano, perché consumano tutte le
    loro energie nel controllo delle masse. La
    sola cosa che il mondo libero può fare è
    smettere di appoggiare queste società fondate
    sulla paura: in questo modo le dittature
    possono crollare da dentro senza uno sparo
    e senza il sacrificio di un soldato”.
    Una società libera spesso può essere ingiusta,
    teatro di violazioni dei diritti umani, ma ci
    sono i mezzi per salvaguardarli, per esempio
    attraverso le istituzioni. Invece una società
    basata sulla paura è sempre ingiusta e noncurante
    dei diritti umani.I paesi
    che fanno parte del mondo libero non devono
    sostenere i dittatori”.
    L’“uomo giusto” è, secondo Sharansky, Bush,
    che “ha iniettato una robusta dose di
    ‘moral clarity’ nella politica internazionale,
    con un messaggio chiaro: la via verso la sicurezza
    viaggia insieme con la libertà e la
    democrazia”.
    “Ci sono molti scettici che dicono che il
    mondo arabo non è adatto per la democrazia
    e che gli arabi non vogliono vivere liberi
    – spiega Sharansky – Ma, esaminando i recenti
    sviluppi in Iraq, in Egitto e in Libano,
    abbiamo visto che non è vero. Sono sicuro
    che questi risultati sono una diretta conseguenza
    del messaggio forte mandato dal presidente
    Bush nel discorso sullo Stato dell’Unione
    del mese scorso”.
    Amy K. Rosenthal

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