COMMIATI

Due, in un giorno: Giulio Mozzi e Antonio Moresco.

90 pensieri su “COMMIATI

  1. be’, scusate, della serie, tanto mi da tanto! se uno/a considera la buona educazione come sinonimo di mancanza di ribellione. 🙂 e scambia il fatto di essere gentili con la debolezza e la rinuncia. 🙂 certo, un po’ dispiace. umanamente.

  2. su vibrisse c’è un intervento di Mozzi a questo proposito e ci sono giĂ  molti commenti.
    Dopo il mio primo commento, ho postato anche questo che desidero far conoscere anche qui:
    “Il sito di NI è chiuso?
    Se si clicca appare la pagina bianca.
    Si è squagliata al sole, mi dispiace.
    Non meritava una fine così ingloriosa, da far apparire gli indiani piuttosto un esercito di Franceschiello…
    Questa fine ingloriosa lascia, lo si voglia o no, una ferita che va oltre NI.
    Nessuno degli indiani ci ha pensato?
    Aprire NI, stasera, e non trovare che una pagina bianca, è davvero mortificante.”
    Bart

  3. Caro Onan,
    non sono una scrittrice nè posso aspirare all’intelletualitĂ . Tutto quello che avevo da dire di intelligente l’ho detto nella mia vita precedente come scrittrice di libri rosa. In questa reincarnazione vivo di rendita sul copyright che nella penultima incarnazione mi sono incaricata di riversare su apposito conto corrente. Attualmente fungo da operatrice della ristrutturazione di immobili sul pianeta Vega, ma conto di trasferirmi presto in luogo ameno. Solo nei ritagli di tempo (essere una single su Vega mi consente di averne abbastanza) intervengo su questo blog e mi chiamo spettatrice perchè in origine avrei solo desiderato lurkare, ma poi mi sono fatta prendere la mano. Che cosa ci si può aspettare da una che è stata minatore nelle ardenne, saltimbanco da fiera, Liala dei poveri …e solo per parlare delle ultime reincarnazioni. Come ho specificato in un post precedente grazie alla ripetizione del Bardo Thodol in punto di morte conto di non disturbare con una prossima rinascita.
    Intanto non augurarmi di crepare presto, non sarebe educato, non sul blog di Lolip 🙂
    ‘notte, vado a leggere e poi a nanna

  4. Non ho ancora letto i successivi post( lo farò appena mi scollego), ma ribadisco…
    Gli scrittori mi hanno nauseato. Basta leggere i post che rilasciano qui, celati sotto improbabili Nickname. Basta sentirgli dibattere su e di Nazione Indiana, di Mozzi e Moresco; e di romanzi possibili. Basta con l’odore referenziale della loro anima. E che cavolo, uno si è spostato di stanza e l’altro non è mica morto. La sua voce era e sarà nelle sue opere. Basta sputacchiare sentenze (vedi Genna su Manacorda) e fare cattive allusioni. Basta scribacchiare di nulla. Sui commenti della Lipperini: nella prima giornata, ogni dieci minuti una cattiveria al collega… ma il tempo per scrivere in profondità di un lato buio della vita, quando? Per la prima volta mi sono detto: datemi la scienza. Voglio parlare di sistemi solari e simili. Almeno si finirà per discutere d’infinito.
    scusatemi… passo e chiudo

  5. scusa onan, tu che parli tanto di nickname, gente che a ogni angolo si nasconde e parla e sparla. io non so chi tu sia. me lo dici? e mi dici anche di che nickname parli? così. tanto per cominciare e prima di arrivare a parlare delle scienze. 🙂

  6. Come se non bastasse è partita pure l’home page di N.I.
    Sicuramente è un caso, sicuramente si risolverà (non so cosa sia successo).
    Ma di certo stanno iniziando a girarmi le palle.
    SarĂ  meglio che vada a dormire. Buonanotte.

  7. @ Helena: personale opinione: la macchina si è sfasciata, dovreste discutere di quel “voi”. Io non so nulla, ma ho letto la relazione di Carla, tra un po’ le rispondo (è un modo di dire, le rispondo in pubblico), perchĂ© la relazione è un classico documento da “stato di confusione”. Io indovino che qualcosa si è sfasciato sull’eccessivo conferimento di autoritĂ  a Moresco (che, dallo sbrego in poi, cancello dalla lista delle persone intellettualmente oneste), e a partire dalle scelte opinabili di Carla, che al momento cruciale ha prodotto un documento assolutamente inconsistente. Dopo mesi di chiacchiere attorno ad un “oggetto” mal definito, se l’oggetto è un concetto, la resa dei conti è tutta intellettuale.

  8. Ma questo oscuramento di NI cos’è, un muoia Sansone con tutti i filistei? Un mettere la polvere sotto il tappeto? Un far finta di non esserci mai stati? Un tagliare la corda senza passare dal via?
    Cazzo, però, che classe… L’eleganza si vede nei momenti di difficoltĂ .

  9. Grazie Manacorda… però si legge soltanto l’incipit, se clicco su continua viene fuori una pagina bianca. Tu, Biondillo, ci puoi aiutare a capire? Sono curioso di sapere che cosa ha scritto Moresco.

  10. Grazie Manacorda… però si legge soltanto l’incipit, se clicco su continua viene fuori una pagina bianca. Tu, Biondillo, ci puoi aiutare a capire? Sono curioso di sapere che cosa ha scritto Moresco.

  11. Questo il messaggio di Montanari, rintracciato su blognews.it
    Allora ce ne andiamo prima noi
    di Raul Montanari
    O meglio, me ne vado io, e spero che non sarò il solo. Concordo con Biondillo: Nazione Indiana senza Antonio Moresco e Tiziano Scarpa non esiste più.
    Mi sembra stravagante e involontariamente comico che i puri e i fondatori escano da quella che mi ostino a chiamare una casa, e che i conciliati, i mediocri, gli asserviti al potere, gli introiettivi delle logiche dominanti, o semplicemente quelli che hanno “altre aspirazioni” stiano qui dentro a consumare quello che c’è rimasto in frigorifero. Poi cosa succederà? I fondatori fonderanno qualcosa di diverso? E’ molto più logico che usciamo noi e lasciamo la casa Nazione Indiana a chi ha meritato, francamente, di assumerne l’identità. Usciamo noi, io per primo.
    Ho dissentito dalla reazione di Antonio Moresco e Carla Benedetti alle parole dimesse, modeste, sommesse, che Giuseppe Caliceti aveva scritto qui un mese e mezzo fa, e continuo a dissentirne. E’ tutto cominciato lì: basta tornare indietro e controllare. Nelle discussioni seguite, ho fatto notare che in Nazione Indiana esistono palesemente indiani di serie A e indiani di serie B, indiani nucleari e indiani marginali. Eccone la prova: l’uscita di Tiziano e Antonio polverizza la Cosa, istantaneamente, chiunque abbia onestà intellettuale lo capisce. Fossimo usciti io e Gabriella Fuschini, sarebbe stato lo stesso? (Scusami, Gabriella!). Non parlo di aristocrazia di sangue, è ovvio! Parlo di meriti e centralità.
    Essendo un po’ tonto, non ho capito che ci si giocava il culo, la faccia, l’anima e la vita sul convegno, e che tutto il resto, il lavoro a volte massacrante fatto per due anni e mezzo sul blog, un lavoro in cui si difendeva quotidianamente un’idea forte di letteratura e di ruolo dello scrittore, lavoro al quale pure Antonio riconosce un grande valore, veniva in secondo piano; sì, perché quando c’è stato da contare chi c’era e chi non c’era, a quanto sembra valeva solo lo scattare sull’attenti allo squillo di tromba che annunciava il congresso. In nome del congresso sull’editoria bisognava muoversi compatti e granitici, e fra l’altro unanimemente dire che “Giuseppe Caliceti è portatore di una visione rinunciataria e immiserita della letteratura”, cosa che a me, scusatemi tanto, continua a sembrare una bestialità. Io e altri ci siamo mossi troppo torpidamente, e la conseguenza è questa.
    Per questi motivi, sinceramente e fuori da ogni polemica, trovo inconcepibile che Moresco esca da una casa che lui ha fondato e a cui ha dato nome, e che io ci resti dentro; trovo folle che ne esca Tiziano, l’animatore, l’uomo delle idee, dei post folgoranti, il più creativo e anche, se posso dirlo, il più caro fra tutti noi.
    Non solo invito Antonio e Tiziano a ripensarci, ma faccio anche il nome di Piero Sorrentino e Andrea Barbieri per sostituire me e chi uscirĂ  con me. Sono giovani, sono motivati, sono intelligenti e pieni di passione, cose che forse a me e ad altri ormai mancano; lo dico con tutto il cuore.
    Un caro abbraccio a tutti. Questo è un bruttissimo giorno.
    Raul
    Pubblicato da raul montanari – 27.05.05 15:24

  12. A margine: sì, intendevo dire quello che hai capito. Sedersi a discutere, tra chi resta e chi potrebbe restare. Io provo a indovinare che un gruppo non andasse “molto d’accordo” con un altro, e che, in ogni caso, la spaccatura necessitava solo di un pretesto. Poi, se resta Scarpa e Moresco si congeda, a mio modo di vedere, ci avete solo guadagnato.

  13. Certo che dovremo discutere fra chi, trovandosi come resto, avesse voglia di restare. Ivan, non capisco a quale discorso di Carla di riferisci? Il solito torinese?
    Mezzo OT sui nick:
    Penso che ogni nome, quello registrato all’anagrafe come un nickname (anche scelto per qualsiasi ragione pratica), possa essere assunto come rappresentanza simbolica della libertĂ  e responsabilitĂ  di xy.

  14. @ Helena. Sì, mi riferisco alla relazione di Torino. Io non sono riuscito ad andare a Torino, ma l’ho letta su NI (per la veritĂ , con una certa lungimiranza, l’ho stampata). Ne ho appena scritto, qualche minuto fa, meglio leggere sul blog la mia opinione in merito: scritta in maniera piuttosto prolissa e frettolosa, ho l’ADSL che non va e approfitto di brevi minuti.
    Ho l’impressione che sulla “faccenda nick” siamo d’accordo. Dai un’occhiata anche al post numero 1 della serie, parlavo per lo piĂą di quello.

  15. update: nazione indiana è appena tornata on line (solo con la home page, mi pare; gli archivi del mese di maggio e i relativi commenti finora restano inaccessibili)

  16. Montanari, tu rappresenti un’idea di letteratura e di impegno che condivido. PiĂą di quella che rappresenta Moresco. Per questo, con questa rudimentale argomentazione ti invito a restare su NI e a organizzare una nuova “casa”. La casa attuale è stata creata da Moresco, è vero, ma adesso è altro, ti appartiene quanto apparteneva a lui. Appartiene a te e a noi lettori.

  17. Montanari, tu rappresenti un’idea di letteratura e di impegno che condivido. PiĂą di quella che rappresenta Moresco. Per questo, con questa rudimentale argomentazione ti invito a restare su NI e a organizzare una nuova “casa”. La casa attuale è stata creata da Moresco, è vero, ma adesso è altro, ti appartiene quanto apparteneva a lui. Appartiene a te e a noi lettori.

  18. Ebbene, sì, la colpa è tutta mia. Era appena apparso nei commenti, a firma di un certo Diavolini (Barbieri? Moresco?) un addolorato: “L’unico a trovare divertente quanto è successo pare sia stato Angelini. L’avete lasciato vincere, complimenti!” (cito a memoria) a cui aveva risposto: “Diavolini, tesoro, BEN ALTRE sono le vere catastrofi (vedi alla voce ‘benaltrismo’). In fondo, che cosa è successo? Mozzi si è solo spostato in Vibrissebollettino, Tiziano Scarpa potrĂ  concentrarsi sul grande libro che tutti si aspettano (non ha ancora dato il suo meglio), Antonio Moresco (che ha giĂ  dato il suo meglio, secondo me) non si chiuderĂ  certo in convento e gli altri nemmeno, dopo questa fase di scazzi… Guardiamo con fiducia al futuro!”
    Ieri sera, poi, sono andato a una proiezioni di diapo du due alpinisti-giornalisti, reduci dall’Oman e dall’Iran. Ci hanno raccontato della condizione delle donne, cui è proibito di andare persino in bicicletta … insomma, al confronto, non me la sono sentita di seppellire il mio cuore a questa Wounded Knee.
    Ci resta pur sempre una simpaticissima squaw: Helena!

  19. Rileggendo, a parte gli errori di battitura, vedo che manca la conclusione. Ebbene, lo spazio commenti in NI è saltato ***esattamente*** dopo tale mia risposta a Diavolini. Sì, insomma, sono stato LA CLASSICA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE L’INCENDIO:-)

  20. A’ scarpara! So’ saltati li commenti, ch’hai capito!
    Comunque: hai presente la Spigolatrice di Sapri? (“Eran trecento, eran giovani e forti e sono morti”, per intenderci). Be’, questi qua, per fortuna, rissosi e incazzosi finchĂ© si vuole, sono ancora tutti vivi e vegeti, ben piazzati editorialmente (chi in Einaudi, chi in Mondadori, chi in Feltrinelli e via discorrendo) e ben lontani dal poter dire: “Non abbiamo da perdere che le nostre catene”:-)

  21. Ah, Fake se so’ saltati pe na battuta tua vuol dire che co’ la testa non ci steveno piĂą, ma da un pezzo, scusa, sa? :-))))

  22. …o sei te che trabocchi fake? (ero io l’anonimo) voglio dire, nessuno abbastanza “forte” chiude per una battuta, no? al di lĂ  dei protagonismi, nostro(a) difetto(a) “principe”(ssa).
    @un brindisi al caffè alla simpatia di helena.

  23. Per caritĂ , non voglio togliere NULLA alla nobiltĂ  delle loro intenzioni, anzi tanto di cappello, ma se ai primi scazzi interni chiudono baracca e burattini, bisogna riesumare il detto ‘di buone intenzioni è lastricata la via dell’… be’, non voglio esagerare di nuovo: niente via dell’inferno e niente via Montenapoleone… facciamo una Via di Mezzo, va!

  24. Consiglio la lettura dei commenti di Roquentin e quelli di ieri di G. Mozzi su vibrisse.
    Pongono le dita nelle piagh…pardon nelle pieghe di questa resa indiana.
    besos

  25. E va be’ Fake, tra donne senza diritti e diritt(oni) editoriali di sti qua…tu stai sempre o al pane e cipolla o al sette stelle. e dai! un panino al bar e via andare no, eh? 🙂

  26. E va be’ Fake, tra donne senza diritti e diritt(oni) editoriali di sti qua…tu stai sempre o al pane e cipolla o al sette stelle. e dai! un panino al bar e via andare no, eh? 🙂

  27. Raramente ho visto condotte piĂą invereconde, ineleganti e cialtronesche.
    Stimo Biondillo, Montanari, Pallavicini, Voltolini etc. mentre penso che Benedetti, Moresco, Scarpa e qualche altro non abbiano mai compreso la rete e siano inadeguati a starci dentro.
    La Benedetti ha mostrato in più occasioni un atteggiamento retrivo, e uno stile arrogante, come quando sbottò in faccia al placido Caliceti.
    Moresco se la tira in un modo francamente insopportabile, si crede il centro dell’universo, l’unico modo per interagire con lui è la genuflessione acritica di fronte alla sua opera, e quanto sei bravo, e quanto sei geniale, e che capolavoro che hai scritto. Quando questo non succede, Moresco si inalbera, freme di sdegno, poi fa il muso lungo.
    Questa mossa del chiudere i commenti per poi spingersi a oscurare prima la homepage e poi i commenti di maggio, salvo cominciare a ripristinare il tutto una volta fatta la figuraccia, viene da alcuni di quelli che smerdavano la Mazzuccato per come aveva reagito all’accusa di plagio, minacciando, alludendo, retrodatando un post. Oggi gli accusatori danno sfoggio dello stesso, identico stile.
    Parafrasando un noto scrittore e una nota critica, direi che è stata tentata una mossa “restaurativa”: fingere che la rete non ci sia nĂ© ci sia mai stata. Ma la rete c’è, e li sgama.
    Sono d’accordo con chi scrive che è nato un modo di dire: “Fare la fine di Nazione Indiana”. Quello che è successo negli ultimi due giorni è l’esempio negativo per eccellenza, una dimostrazione perfetta di come non si sta in rete.

  28. Scusa se ho esagerato, non volevo offendere. Quello che intendevo dire è che l’intervento di Moresco, te lo dico da indiano ma anche in spirito critico, pone molti problemi. E’ troppo facile dire che “se la tira” o che “è un narciso”. Gli si fa torto, così. Anche se certo è molto da verificare, da affrontare il modo in cui è avvenuta la sua uscita.. Ci vorrĂ  un po’ di tempo, ecco.

  29. Bollare le opinioni altrui come “falsitĂ ” è una pessima reazione. E se non ti riferivi alle mie opinioni su Benedetti, Moresco, il poco stile della fuga dalla nave in tempesta e l’inadeguatezza del percorso di NI, non capisco quali “falsitĂ ” avrei detto. Siete tutti un po’ isterici, calmatevi.

  30. Stai dicendo falsitĂ , Franco. E, nella tua analisi, usi categorie un po’ troppo psicologiche. Al di lĂ  del fatto che, purissima veritĂ , la pagina dei commenti -come spesso è capitato alla fine del mese- salta per un costante problema di spazio.
    Quanto alla Mazzuccato: ognuno si sceglie i propri eroi..e se ne prende la responsabilitĂ . Adios

  31. Allora, visto che stiamo chiarendo: io non ho difeso la Mazzuccato. Ho scritto che ha minacciato, alluso e retrodatato un post. Solo che lo stile dimostrato da alcuni indiani negli ultimi tempi mostra un pulpito poco all’altezza del sermone. Tutto qui.

  32. Il post di Moresco è lineare, le sue ragioni sacrosante, la sua libertĂ  di fare quello che cavolo gli pare, inviolabile: a mio avviso i commenti denigratori ed ottusi che ho letto finora spiegano ampiamente il perchĂ© della sua decisione. E devo anche dire, mi dispiace farlo da anonima, ma non riesco a vincere la mia naturale ritrosia, che provo una profonda delusione nei confronti di Mozzi, per il suo atteggiamento in questa vicenda. Per quell’inezia che può servire (pari a zero, lo so, per via dell’anonimato), io appartengo alla schiera di quelli che hanno capito la scelta di Moresco. Forse perchĂ© per carattere tendo a conservare la calma quando gli altri si agitano. In quanto ai commenti che avrebbe inibito, le vostre sono pure illazioni. Vi ha forse proibito di scrivere e postare dove volete? Credete che le malignitĂ  potessero aggiungere qualcosa all’amarezza che ha giĂ  provato decidendo di andarsene? E non mi torna neanche parente, Moresco. Ma tutta questa bailamme, francamente, mi è incomprensibile.

  33. De profundis per “Nazione Indiana”.
    Un’antica leggenda indiana racconta che una volta i guerrieri di una tribù, rinchiusi dai bianchi in una riserva, dapprima cercarono in ogni modo di aprirsi un varco e di rompere i muri della segregazione; poi, quando videro che tutti i loro sforzi erano vani, litigarono fra di loro e si scannarono a vicenda. Rimasero in vita solo pochi testimoni della terribile lotta fratricida, come volle il dio Coyote, un pericoloso trickster, il quale condannò i superstiti alla pena dei solitari: una masturbazione smodata e priva di piacere.
    Ho ripensato a questa leggenda l’altro giorno, quando ho appreso la fine ingloriosa della rivista-blog “Nazione Indiana”. Le pose da serafini di Carla Benedetti e Antonio Moresco, i piagnistei di Raul Montanari, le schermaglie di Gianni Biondillo, la laconicità del peraltro logorroico Tiziano Scarpa celano infatti una lotta all’ultimo sangue, nella quale la posta in gioco è quella solita di ogni lotta: il potere. “Nazione Indiana” doveva essere – nelle buonissime intenzioni dei fondatori – lo spazio virtuale dei vasi comunicanti, della radicalità irriducibile, del rapporto con l’altro. E invece “Nazione Indiana” è stato il contenitore dell’esperienza esemplare della modernità, un luogo di confino entro il quale i saperi più avanzati trovavano la loro sterile concentrazione e distillazione, dove la radicalità era il pretesto del più marcato conformismo alle tecniche dominanti e il rapporto con l’altro ridotto al rapporto con se stessi, il trionfo dell’uguale. “Nazione Indiana” icona della società attuale.
    Ora Coyote ha deciso di buttare per aria il tavolo, di mischiare le carte. La punizione scende implacabile su trionfatori e perdenti, su carnefici e vittime. Del resto, perché preoccuparsi? Ognuno degli Indiani ha il suo posto di potere al quale ritornare, dove preparare un nuovo laboratorio per la riproduzione esatta dei meccanismi repressivi e restaurativi della nostra società, e una nuova, fascinosa vetrina. Un’altra riserva indiana nascerà fra non molto, a immagine e somiglianza di quella appena defunta, solo tecnologicamente più avanzata e, pertanto, più pretestuosa della prima. Intanto, però, come nell’antica leggenda, Coyote ha assegnato la sua pena.
    Per questo, il presente De profundis non ha altra ragione che salutare la fine di un’altra, non ultima, occasione mancata.
    GUSTAVO PARADISO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato.

Torna in alto