CRONACA SOGGETTIVA E PARZIALISSIMA

Questa mattina, in metropolitana, le facce del lunedì erano meno scure: e non era autosuggestione, garantisco. Quello che è successo ieri a Roma e in tante piazze d’Italia e del mondo è un segnale di speranza. A dispetto dei se e dei ma e dei “me ne sto a casa mia” di molte e molti intellettuali (o forse: poche e pochi), io la strumentalizzazione non l’ho vista. Non in piazza. C’erano donne e uomini di ogni censo ed età. C’era voglia di essere uniti (uno dei cartelli più belli? L’ironico “bigotte e mignotte, insieme”). E c’era consapevolezza.
Mi è molto difficile fare una cronaca spassionata e obiettiva: non può esserlo. Da venerdì pomeriggio, chiacchieravo con la troupe della televisione norvegese, che mi ha seguita in radio e a casa, ha conversato con la primogenita (“penso che le ragazze che cercano la scorciatoia del velinismo vogliano solo sentirsi parte di qualcosa di più grande: come quelli che portavano  avanti i valori della patria sotto Mussolini, senza rendersene conto”: Lotta dixit), bevuto il caffè, e ha ripetuto la stessa domanda. “Come siete arrivati fin qui?”.  Credo che la piazza di ieri abbia fornito molto altro: qualcosa che va oltre le analisi. Possibilità.
Confesso, caro commentarium, di aver pianto come un vitello nel mio angolino in fondo a piazza del Popolo, mentre alle mie spalle, per sovrammercato, una piccola orchestra con piccolo coro intonava il Dies Irae dal Requiem di Mozart. Perchè le mail che venivano lette dal palco e le testimonianze delle studentesse dai video ripetevano la stessa cosa: moltiplicare i modelli, rendere le donne e gli uomini liberi di scegliere fra tante rappresentazioni e non essere costretti a riconoscersi in una sola, far sì che il sesso sia felicità e non scorciatoia, ricominciare dalle bambine. Eccetera.
Tutto questo è passato. E non mi interessano i discorsi su chi intende metterci il cappello, da sinistra o da dove volete. E’ passato, sta passando, è entrato nella consapevolezza comune. Al di là di ogni distinguo, è questo che mi dà speranza.
Due piccole cose, per finire.
Una davvero piccola, in ogni senso. Mi auguro che stia scricchiolando non solo un certo immaginario, ma anche il giornalismo alla Affari Italiani: che fosse urlato lo sapevo, che fosse miserabile si è rivelato ieri, con la rubrica affidata alla sventurata Nicole Minetti in cerca di autoassoluzione (ma perchè in questo paese vogliono autoassolversi tutti? Ex sessantottini, leoncavallini, situazionisti, comunisti:  mai un mea culpa, neanche per sbaglio).
La seconda è un grazie. A Laura Albano che mi ha inviato la fotografia, e alla ragazza della foto. A proposito di commozione.
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90 pensieri su “CRONACA SOGGETTIVA E PARZIALISSIMA

  1. Loredana -) Questo paese ha una cronica difficoltà a fare i conti con se stesso. Te lo dico da storica. Ma oggi è proprio una bella giornata, godiamocela.

  2. 1. Ragazza della foto se ci sei batti un colpo:)
    2. Loredana, mi sento persino un po’ infantile, adolescenziale, scema insomma. Ma oh la gioia che mi ha dato la manifestazione di ieri! Non nel durante ma dopo! Quando mi sono ritrovata da sola ho detto: come sono contenta cavolo!

  3. A proposito di “Affari Italiani” con la rubrica Minetti.
    Vorrei vedere un po’ di scrittori ed editors “de sinistra” che smettono di fornire interviste e veline a questo campionario del gossip letterario.

  4. Berlusconi ha detto: “manifestazione faziosa”.
    Vero. Erano tutti dalla parte delle donne!
    Da papà di due bimbe, da marito e da uomo ringrazio tutte quelle che sono andate! La notizia è stata data dai giornali anche qui in Svezia.

  5. Sì, ieri è andata bene. Io non ho potuto andare a Milano, così mi sono associata alla manifestazione di Varese, che si è tenuta la mattina dalle 10.30 alle 12.30, così da permettere a chi voleva e poteva di andare poi alla manifestazione di Milano. E sono rimasta colpita dal numero di persone presenti. La città, di solito sonnolenta e sempre poco attiva, sembrava essersi finalmente svegliata dal torpore. Non mi illudo troppo, ma credo che il fatto che la manifestazione fosse apartitica e soprattutto avesse un tema forte e preciso (e trasversale: i leghisti sicuramente non c’erano, ma qualche appartenente ad associazioni cattliche si) abbia aiutato molti a liberarsi dall’imbarazzo di aderire a una manifestazione. Credo infatti che molti ancora oggi associno la forma di protesta della manifestazione (la piazza) alle lotte comuniste, e se ne tengano alla larga. Forse anche questo “frame” andrebbe rivisto.

  6. Oggi è domani. E ci siamo ancora.
    Ci portiamo dietro ( e dentro) quello che hai scritto tu, Loredana. Consapevolezza. Speranza. Desiderio di riconoscersi e di condividere e di ritrovarsi.
    Ho incontrato per le vie di Bologna durante il corteo donne con cui ho lavorato negli ultimi quindici anni, con cui mi sono anche scontrata, di cui mai avrei immaginato le idee.
    “Ci sei anche tu? Mi fa piacere”.
    E’ quello che ci siamo dette.
    E un leggero scambiarsi un buffetto sul braccio.
    Alla fine, all’imbrunire, in una Piazza Maggiore piena a metà, mentre ci allontanavamo, le note del coro Arcanto, voci di donne che intonavano una pietà a Maria per il Cristo morto e un canto delle mondine.
    La mia amica e io siamo andate via (l’orologio grande segnava le 18 meno 2 minuti) con il cuore più leggero.
    “Unite Diverse Libere”.
    Chissà.

  7. Dalla parte del buon senso, dalla parte delle donne, di quelle che vogliono fare e hanno idee per farlo,dalla parte delle bambine, ma anche dei giovani in generale, che li abbiamo privati delle gioe e dei valori della vita… è il momento di restituire loro qualcosa, prima che sia troppo tardi, dalla parte di chi fa qualcosa di buono, a prescindere dall’orientamento politico, è venuto il momento di: sposare la causa e mettere da parte l’ideologia, ormai fuori tempo… è ora di evolversi, e solo le donne forse possono farlo, solo loro tengono davvero al futuro delle nuove generazioni… visto che sono loro a partorirle!

  8. Sono segnali importanti.
    È stata una mobilitazione importante.
    Ed è una grande, grandissima, immensa, soddisfazione per te (brava Loredana! lo dico da quando ti conosco che hai fatto un servizio sociale, con quel libro… 😉 ) e per tutte noi che lavoriamo quotidianamente, ora dopo ora, minuto dopo minuto, con i più giovani e i meno giovani, con le ragazze e i ragazzi, con tutti i generi sessuali, con tutte le razze, provenienze e tutte le età, cercando di ricostruire – tutti assieme – l’immaginario delle donne e sulle donne. L’immaginario sui generi sessuali.
    Dobbiamo insistere, ripartire da qui. Ne faremo molte altre, di manifestazioni così.
    La prossima: senza il totem di Berlusconi da abbattere. Donne e uomini di destra e di sinistra, tutti assieme per le donne.
    Infine… è una bellissima foto, cavolo! 🙂

  9. Anch’io c’ero. E’ stato uno dei rarissimi momenti di ottimismo che ho provato negli ultimi giorni. Si era in tante/i, si era rumorose/i, soprattutto ho capito che quello di cui si parla qui non è solo pixel e caratteri arial ma esiste, si tocca con mano ed è diffusissimo. Mi sbaglierò, sarà l’eccesso di entusiasmo, ma per la prima volta mi è sembrato di vedere crepe nel marmo finto della statua equestre.
    *
    Nota sparsa: Suor Eugenia Bonetti è una di quelle poche figure che mi regala i rari momenti in cui mi sento orgoglioso di essere cattolico.
    *
    Momento di condivisione con il commentarium: a proposito di modelli e di immaginario, sarebbe bello che questo venisse letto al posto delle Winx e di Twilight, http://planetadeagostini.fumetto-online.it/ricerca_dettaglio.php?CODICE=62563
    Sarebbe stato bello che, tra la musica suonata (a volte un po’ stereotipata) agli altoparlanti, ci fosse stata lei: http://www.youtube.com/watch?v=VNQK9RpOloc

  10. Al volo. Anch’io a volte ho pianto come una scema e sono stata felice. Molto.
    Ah, l’intervento di un uomo di ‘maschile plurale’ è stato applauditissimo, e mi è piaciuto assai assai.
    E oggi, di tutta la manifestazione, ne stiamo parlando parlando parlando. Chi c’era, chi non ‘cera. E ci brillano gli occhi e la voce è più allegra e il cuore ci saltella in petto cantando.

  11. Ieri la mia figlia di mezzo, quasi 11 anni, ha incontrato due sue amiche alla manifestazione. Lo sguardo con cui si sono riconosciute è di per sé una felicità. Ho fatto fatica a dormire per l’eccitazione, non mi vergogno a chiamarla passione politica.
    Passando a un po’ di realismo e pensando a Severgnini, ma il Corriere è già di Berlusconi o si aspetta la scadenza della proroga della Gasparri il 31 marzo? Ho letto di altre manovre in corso per fingere di tutelare la libertà di stampa, qui ad esempio http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1081873.
    Già, la libertà di stampa, ma in quale paese democratico esiste un tg come quello di Fede, che ieri sera ha intervistato Anselma Dell’Olio, la quale ha dichiarato: diranno di essere il doppio di quello che sono realmente, e poi, insomma, un titolo così carico e importante per una questione di donne! Seguita da un montaggio di donne per strada che, intervistate, dichiarano di essere interessate ad altre notizie. Ma ho riso, perché si sente la paura, ne hanno tanta. Ieri Al Jazeera ci ha dedicato servizi lunghi e intelligenti.

  12. Su Affari Italiani & CO: è ora che i media facciano un’assunzione di responsabilità nel perpetrare la nostra sottocultura volgare e sessista che ha contribuito a mantenerci in questa situazione.
    Segnalo pertanto che, con altre blogger, abbiamo lanciato una campagna che si chiama CHEDIAMO COERENZA per iniziare quantomeno dalle testate che dicono di difendere la ns dignità.
    Qui la Facebook Action qui:
    http://www.facebook.com/#!/event.php?eid=165696433477984

  13. @ Valter
    sono a tal punto d’accordo con te da avere proposto a diversi colleghi la medesima linea di condotta, oramai nel luglio scorso, quindi prima del blog alla Minetti. Da allora, non rispondo nemmeno più alle mail con richiesta di interviste, dichiarazioni etc.
    Anzi, guarda, copio qui il testo di quella mail:
    .
    “Non solo affaritaliani.it è un sito filo-berlusconiano dai toni canaglieschi, ma la linea delle sue pagine culturali è sempre più gossipara e sensazionalistica (peraltro in assenza di eventi sensazionali). Dulcis in fundo, Prudenzano ha imbarcato a bordo Serino, che in un contesto così ci sguazza. Il suo ruolo è quello di montare polemiche inesistenti, mentre quello di Prudenzano è strappare dichiarazioni agli scrittori in modo da trascinarli nel gorgo di merda.”

  14. Credo che oggi i blog debbano fumare! 🙂
    Bisogna commentare, commentare, ricordare, restare carichi!
    Ieri c’ero, a Roma. Solo, perchè tutti i miei amici erano in punti diversi, mi sono quindi goduto tutto in modo autonomo, senza troppa condivisione ravvicinata. Ed è stato uno spettacolo magnifico: alle prime musiche e ai primi interventi ho pianto come un matto, poi ho iniziato a mettere in moto il cervello, a ragionare su ogni parola detta da quel palco.
    Non voglio e non sono in grado di fare pronostici, non so se ieri è esploso qualcosa di nuovo o meno, ma voglio credere di sì. Voglio pensare che saremo tutt* pront* a manifestare altre mille volte, a riorganizzarci in numero sempre maggiore, con iniziative sempre migliori.
    Sono curioso, però, di conoscere l’opinione dei lettori e di Loredana sull’intervento della Bocchetti.
    Ammetto che ho trovato più o meno pertinenti e commoventi tutti gli interventi, salvo il suo.
    Mi è sembrato partisse bene, poi mi sono sentito offeso nonchè deluso quando le ho sentito pronunciare frasi come “non fidatevi degli uomini: ai loro privilegi non rinunceranno mai”, “siate pronte a dare spallate anche ai vostri compagni” e simili. Come ho scritto sul blog di Zanardo, sono un femminista convinto, e devo ringraziare prima di ogni altra cosa scambi e confronti con le femministe storiche, separatiste, se oggi sono a manifestare. Ma noto che anche loro si sono rese conto che siamo ad una fase diversa: sostengo le spallate, la diffidenza e la volontà e libertà di dire no, di allontanare uomini e compagni violenti o in qualunque modo limitanti, ma mi è sembrato di percepire in quelle parole la convinzione che una solidarietà e una collaborazione tra uomini e donne sia impossibile: meglio difendersi.
    ieri di uomini ce ne erano: non eravamo un’infinità, ma c’eravamo.
    Credo che dovremmo abbracciarci, ormai: l’avversario è comune.
    Ditemi pure se è stata solo una mia impressione.
    A te, Loredana, mando tutti i miei complimenti, e sappi che sulla faccia di molti di noi c’era il tuo nome e il titolo dei tuoi libri. Di più: c’erano le tue parole. Grazie.

  15. Cito dalla parte finale dell’articolo di Severgnini, quando propone un metodo di protesta alternativo: “Dico la prima cosa che mi viene in mente: coprire l’Italia di post-it rosa, per un mese, scrivendo cosa fanno le donne vere, quelle che non hanno nessuna intenzione di sacrificarsi per i minotauri.”
    Ah be’, minchia, ecco uno che ha idee chiare e originali. I post-it ROSA (naturalmente).
    Piazza 1.000.000.000 / Post it rosa 0. Palla al centro. Diccene un’altra, Severgni’

  16. Felice che in altri luoghi la manifestazione sia andata come doveva.
    Dalle mie parti sinceramente è stata un’occasione mancata: tanti slogan anti-berlusconiani, e s’è parlato poco (niente) di donne e tanto (troppo) di donnacce.
    E così il mio fidanzato m’ha detto: “potevi dirmelo che mi portavi in un corteo anti-berlusconiano con slogan bungabungheschi. Non sarei venuto.”
    La prossima volta veniamo a Roma, forse andrà meglio.

  17. La situazione generale in Italia è triste sotto tanti (troppi) punti di vista. Ora ci si occupa di questo aspetto, cioè di come alcuni italiani uomini guardino la donna, come solo corpo e quindi oggetto di piacere, ma gli esempi sono infiniti. Penso che in questa pagina siamo tutti d’accordo sulla contrarietà alla vulgata della donna-oggetto, perciò alcune micropolemiche mi sembrano sterili. Dal poco spazio che la tv ha dedicato alla manifestazione, ho potuto comunque consolidare la mia spassosa pratica intellettuale dell’ascoltare parlare delle persone intelligenti (comiche, attrici, scrittrici, etc): ridere e riflettere insieme è sempre molto piacevole.
    Purtroppo in Italia esiste un’altra campana che ancora si nasconde dietro il “a casa propria ognuno fa quel che gli pare” che è una frasucola rispetto al tema generale della dignità e del rispetto dell’essere umano in toto. Spero solo che quando ci libereremo di B. avremo la forza di non farci sopraffare dagli strascichi di questo tipo di cultura.

  18. Giulia: non cascare nella trappola. Slogan antiberlusconiani? e ti meravigli? Berlusconi ha istituzionalizzato un certo pensiero (e non solo di tipo sessista, ma pensa anche a quello razziale o economico).

  19. Per avere un’idea mi sono fatta un giro. Sul Giornale trovo questa dichiarazione di misoginia apertissima e conclamata: Adamo avrebbe fatto meglio a morire con tutte le costole in corpo. Scritta da una donna.
    Ma ritengo comunque più dannoso Severgnini, perché fa leva su una certa affidabilità percepita del Corriere, perché so che donne che prima votavano PDL e ora si fanno domande (finalmente) lo leggono e apprezzano. Mi scuso per quel che segue, ma credo sia bene sapere.

    “Ma comunque, appunto: i bambini. A noi hanno stupito di più quelli. C’erano tanti di quegli «innocenti» in quella piaz­za, che in barba allo spirito della giornata, a un certo punto ci siamo scoperte a pen­­sare: ma perché Adamo non è morto con tutte le sue costole in corpo? […] E le mamme lì. Distratte ma fondamentali, invasate ma soddisfatte per l’Italia che stavano ridisegnando per le proprie bambine, che non cresceranno certo come quelle signorine ingorde che vogliono «e la borsa e la vita», che saranno un giorno donne in verticale, che saranno solo le nipoti del loro zio legittimo. Ieri l’hanno fatto capire subito alle lorofiglio­lette come va il mondo, per niente solleti­cate dal sospetto che forse, con un nulla di fatto, avrebbero fatto la cosa migliore. Per­ché certe cose, soprattutto ai figli, si tra­smettono meglio col silenzio.”

    Commento solo che il tentativo di rovesciare la frittata qui è indecoroso. E’ in atto una dittatura sull’immaginario, ma dare ai propri figli/e libertà e molteplicità viene indicata come una manipolazione. E chiaramente, molto meglio l’esempio dell’omertà. Non lo leggo mai, ma è peggio di quel che la mia immaginazione potesse da sola arrivare a concepire.

  20. @ giulia
    Ci si ribella sempre contro qualcosa. Ma ci si ribella sempre anche contro qualcuno. Le rivolte ideali e astratte non esistono. Ribellarsi contro Ben Ali, Mubarak, Berlusconi, non è soltanto ribellarsi contro di loro: non cadiamo nel discorso della destra berlusconiana. Le persone di potere incarnano uno stile, una forma di gestione del potere, che certo non riguarda soltanto loro (la condizione della donna in Italia non dipende mica da Berlusconi!), ma di cui essi sono appunto l’esempio, l’epitome. Gli egiziani stanno cacciando Mubarak mica soltanto perché odiano lui e il suo potere, ma anche perché vogliono democrazia, libertà, condizioni di vita migliori. Quello che voglio dire è che essere “anti-berlusconiani” non è solo essere “anti-berlusconi” e se laleggessimo così, se noi altri ci sentissimo tutti assolti, sbaglieremo di brutto. E credo che proprio la manifestazione di ieri, partecipata da donne e uomini ma gestita frontalmente dalle donne, abbia affermato questo. Per farlo con efficacia c’era bisogno che il problema politico venisse affrontato da un’angolazione completamente diversa da quella praticata finora, e cioè partendo dalla questione di genere. In questo blog il concetto viene ripetuto da anni e finalmente si è avuta la dimostrazione pratica che era corretto, che quella era la scommessa da fare.
    Per questo vorrei rispondere anche @ Amedeo: certi discorsi uditi ieri e nei giorni scorsi che a te suonano “anti-maschili”, secondo me invece colgono nel segno proprio per quanto detto sopra. Non basta stare dalla parte giusta al momento giusto, essere con le donne nel momento in cui prendono l’iniziativa politica. Questo è il minimo sindacale. C’è un lavoro su noi stessi da fare nel quotidiano: c’è una rendita di posizione di genere da scalfire che va ben oltre il berlusconismo come stile di potere. Ed è la cosa più difficile, perché si tratta a volte di cambiare noi stessi, un modo di pensare e di comportarci che siamo abituati a considerare naturale.

  21. “Essere anti-berlusconiani non è solo essere “anti-berlusconi”, ecco su questo sono totalmente d’accordo,. Ieri sono rimasta decisamente amareggiata di come nella mia piazza ci si sia fermati davvero alla figura di Berlusconi.
    Si è parlato solo di Berlusconi & le donne, come se esistessimo solo in funzione sua, cosa che non è vera.
    Sebbene io debba concordare con G.L. sull’aver istituzionalizzato un pensiero, personalmente trovo riduttivo circoscrivere il problema a Berlusconi.
    Se lui domani dovesse sparire dalla faccia della terra certi problemi resterebbero, e se lui fosse sparito anni fa, certi problemi sarebbero sorti lo stesso.
    Quindi capisco molto bene che parlare delle vicende del premier sia inevitabile (se non ora, quando?), ma avrei voluto vedere orizzonti un po’ più vasti nella mia città.
    Ribadisco però la soddisfazione di sapere che altrove si è andati oltre.
    PS
    Io la foto non la vedo…

  22. grazie a te Loredana, e anche a Giovanna!
    A Firenze la componente esclusivamente antiberlusconiana era forte ma non voglio prendermela, ho visto ragazze e ragazzi con slogan bellissimi…

  23. Amedeo, leggerai parti di questo mio commento , ora in moderazione, anche da Zanardo ma voglio dirti che Alessandra Bocchetti ha il coraggio, sempre, di dire la verità fino in fondo e non quella, mistificata, che vuole darci come buoni i risultati fin qui ottenuti, della parità.
    Non vogliamo governare per la parità e dentro le sue ragioni e i suoi schemi, noi vogliamo governare per la differenza e nell’orizzonte della libertà femminile, che è quella che a questo mondo manca di più alle donne e agli uomini.
    In questi anni sono accadute cose che mi hanno dato la percezione di essere di nuovo molto vulnerabile, come donna e come soggetto.
    Siamo state da un lato lasciate libere di prendere i nostri contatti con il mercato, compreso quello della politica e questo ha permesso, nel positivo, piccolissimi passi in avanti, grandi sì, ma in numero insufficiente. Nel negativo non serve dire altro.
    I femminicidi sono aumentati in modo impressionante.
    Alle nostre carriere bloccate non ci ha più pensato nessuno, anzi, il governo ha creduto bene di interpretare nel senso più becero della parità le normative europee e, per fare un esempio, il peggiore, ha stabilito per legge che il lavoro non retribuito delle donne deve restare invisibile (le manda in pensione a 65 anni, ricordate?).
    Abbiamo tradotto in inglese la persecuzione maschile, l’abbiamo chiamata stalking, è un reato e lo è dentro gli orizzonti conquistati dal femminismo (reati contro la persona e non contro la morale, ricordate anche questo?), ed è un reato che abbiamo visto normare da un ministro, Mara Carfagna, prodotto dentro il sistema che conosciamo bene e mi chiedo se sarà un caso se anche dopo quella legge, le donne continuano ad essere terrorizzate dagli stalker.
    Il dialogo che si è instaurato con gli uomini , Amedeo, deve ancora farsi grande anche se quello che noi già abbiamo, io lo considero un ottimo inizio, ma fai uno sforzo per capire dove ancora siamo, in questo Paese e vedrai che Alessandra Bocchetti non sta affatto esagerando.

  24. @ ilaria
    Prendo spunto dal tuo intervento per una piccola riflessione.
    Il paese è spaccato in due, certo. Ma del resto sono forse novant’anni che lo è. Per questo trovo sciocco certo ecumenismo professato da molti commentatori sui quotidiani e nei meeting della sinistra. Sembra che noi si debba convincere l’altra metà del paese, che si debbano fare proseliti nel campo avversario per la giusta causa, dialogando pacificamente, come se una mediazione “al centro” fosse possibile. No, non è possibile mediare con chi concepisce il vivere associato come sopraffazione del prossimo, paura, furberia, mercificazione e compravendita delle persone, monopolizzazione del consenso, etc. etc. O si riafferma un’idea diversa del vivere civile, altrimenti c’è soltanto rovina. Il nostro interlocutore è proprio quel “noi”. E ce n’è già abbastanza da lavorare, perché il berlusconismo ha lavorato in profondità in questi anni e a 360°, facendo leva su componenti pregresse ben radicate, sdoganandole, giustificandole. Nessuno può credersi assolto. Una consistente minoranza attiva, risvegliata da anni di torpore, che sappia reagire alla crisi culturale e della rappresentanza politica, è ciò che si contrappone oggi alla maggioranza silenziosa (canagliesca o meno che questa sia). Certo che le persone possono cambiare e che è su questo che tutti puntiamo, divenire maggioranza, ma è solo il radicalizzarsi delle lotte – non in senso guerresco, ma nel senso di andare alla “radice” dei problemi – che può fare esplodere le contraddizioni e interrompere certe coazioni (mentali) a ripetere. Fingere che un dialogo aperto sia possibile, come se vivessimo in un’agorà pubblica limpida e pura e non attraversata da interessi, abitudini consolidate, conflitti, rapporti di forza, è una atteggiamento puerile. E mi sembra, tra l’altro, che i toni della stampa e dei politici di destra che tu riporti lo dimostrino ampiamente.

  25. A Perugia, sia sabato che ieri, doppia catena umana per quasi un km su Corso Vannucci, carrozzine e passeggini compresi, e sì, i cartelli erano anche lo specchio delle parole di Loredana lette nei suoi libri e nel blog. Un gruppo di adolescenti ci ha chiesto per cosa manifestavamo: ‘per la dignità delle donne… di-gni-tà – cercate sul dizionario!’ è stata una delle risposte. Molto bello, e per niente strumentalizzato.

  26. Anche da noi qualche intervento parlava di Berlusconi, ma andando al di là del Berlusconi politico, parlando dell’uomo e del modello di donne e uomini e di relazione che lui propone, di come non ci sentiamo rappresentati da questo modello, però si è parlato molto anche di lavoro e diritti, e approfittando della presenza di alcuni assessori (area PD ma presenti a titolo personale) abbiamo fatto proposte CONCRETE per migliorare servizi e orari degli asili, insomma per una volta tutto ciò che ci siamo sempre dette solo fra di noi ieri è finalmente sceso in piazza, ora vedremo, forse come cantava ieri piazza del Popolo People have the power, e su Patti Smith non potevo non commuovermi!!

  27. D’accordo su tutto. Volevo però precisare che, se il paese è “spaccato a metà” *simbolicamente*, non lo è realmente. Il “centrodestra” (prima o poi la faremo finita con questo eufemismo) nel paese è una minoranza. Potente e proterva, prevaricante, ma è minoranza. Nelle elezioni politiche del 2008, che pure furono descritte da tutti come lo sposalizio plebiscitario definitivo tra Berlusconi e un Paese ormai interamente a sua immagine e somiglianza, su 47 milioni di elettori aventi diritto, il PdL (con Fini) prese 13 milioni di voti. Altro che plebiscito! Altri 3 milioni li prese la Lega, e qualcosina d’altro l’MPA di Lombardo. Tra chi si astenne, chi annullò e chi votò in modo diverso, gli *altri* italiani (e le altre italiane!) erano la grande maggioranza. Maggioranza che, secondo me, da allora si è ulteriormente estesa. Anche non considerando l’UDC.
    Ciò non significa in alcun modo che sul non-votare-per-Berlusconi si possa automaticamente costruire qualcosa: si tratta di una massa di persone eterogenea per interessi e desideri, unita solo dal non aver votato centrodestra. Il dato serve più che altro a smontare la propaganda avversaria. E’ uno slittamento del punto di vista necessario per ripartire.
    Berlusconi si descrive sempre come quello “scelto dal popolo”. Tecnicamente è così: è stato scelto dalla maggioranza dei votanti, anche grazie alla legge elettorale popolarmente nota come “Porcellum”. Ma più di questo non può dire. Che la maggioranza degli italiani, tout court, lo sostenga, è una delle tante menzogne che ci propina il regime, anzi, è forse la più grossa, e ci si deve adoperare perché non rimanga impunita.

  28. A costo di rafforzare lo stereotipo della femmina come essere sensibile e lacrimevole, mi unisco alle commosse
    :_D
    “Per­ché certe cose, soprattutto ai figli, si tra­smettono meglio col silenzio”.
    Davvero incommentabile questa frase…
    Io sono andata con un’amica e i suoi due figli, ed è stato bellissimo e istruttivo vedere due bambini di 7 e 10 anni abituati a chiedere il perchè e il percome di quello che succede intorno a loro, e anche a mettere in discussione le risposte. Mi ha dato grande speranza.

  29. Ho partecipato alla manifestazione di Bologna, e la cosa che in assoluto mi ha più colpito è stato il rovesciamento nei fatti di tutte le divisioni e i distinguo che una manifestazione focalizzata sulla questione di genere poteva creare – e in parte aveva creato nei dibattiti dei giorni scorsi.
    La questione di genere, a giudicare dai numeri e dalla vivacità della partecipazione, sembra anzi avere un potere aggregante superiore ad altre questioni per le quali si è lottato in questi mesi.
    Sarà perché un punto di vista costretto al silenzio quotidianamente e per troppo tempo si è finalmente manifestato come forza collettiva; sarà perché l’importanza di problemi reali e terribili (femminicidio, discriminazioni di genere sul lavoro) è stata finalmente urlata in piazza di fronte a migliaia di persone; fatto sta che nella mobilitazione di ieri ho visto emergere un bisogno di universalizzare le questioni particolari, sottolineandone la centralità assoluta e le relazioni con altre questioni, che dovrebbe fungere da esempio per tutte le lotte.
    Altra cosa: a differenza delle mobilitazioni di piazza (vedi V-Day e Popolo Viola) che si fanno un vanto del fatto di essere “nate sul web”, come se si trattasse di una specie di valore aggiunto, la cosa che trovo fantastica della mobilitazione di ieri è che si è avvalsa di una molteplicità di canali comunicativi… il web, certamente, ma anche – e soprattutto – il passaparola e i canali esistenti dell’attivismo civico… a dimostrazione del fatto che la società non è evidentemente ancora “evaporata” e la partecipazione sociale è ancora refrattaria a cercare surrogati nell’attivismo da click.
    Davvero, manifestazioni come quella di ieri sono dei ricostituenti per il morale.

  30. “mi chiedo se sarà un caso se anche dopo quella legge, le donne continuano ad essere terrorizzate dagli stalker.”donatella
    Scusa se mi permetto donatella, ma i reati di percosse e di omicidio, esistono da molto prima di quello di stalking eppure continuano ad essere commessi.
    La legge sullo stalking è stata un passo non disprezzabile visto che prima non era neanche reato (a prescindere dal ministro che l’ha promossa e voluta, avrei preferito l’avesse fatto un ministro di sinistra invece è stata Mara Carfagna e credo che le vada dato atto di questo, fermo restando che il governo di cui fa parte non ci piace, per usare un eufemismo), ma le leggi da sole non bastano e non sono mai bastate.

  31. Cronaca soggettiva e parzialissima da New York, cito la mail che è arrivata da mia cugina: “Quando sono arrivata a Times Sq. eravamo i proverbiali 4 gatti. Poi abbiamo visto l’insegna illuminata del Caffe` Ruby e ci siamo spostati la` sotto. Dopo un po’, eravamo piu` di 150-200 dimostranti, giovani, vecchi, donne e tanti uomini. Ho anche rilasciato un’intervistina a una giovinetta di bell’aspetto per l’Unita`. Faceva molto freddo ma ne e` valsa la pena. W LE DONNE, W IL CIOCCOLATO CALDO …” :-)))
    Credo che facesse veramente molto freddo…

  32. Paolo, intendo dire che quella legge è stata promossa dentro un clima culturale e politico insufficiente a rendersi conto del problema, di quello come di altri. Non tutto si risolve per legge, è chiaro, ma dovresti avere la pazienza di contestualizzare la mia affermazione dentro il ragionamento che stavo facendo. In più in quella legge non ci vedo niente di nuovo rispetto alla normativa precedente in materia di diritti delle donne, per cui la situazione non solo non è migliorata, col passare degli anni, ma si è fermata e in alcuni casi, troppi, peggiorata, come nel caso della violenza contro le donne. Poi so benissimo che c’è che nega tutto questo ma è in profondissima malafede: la violenza è in aumento, lo stalking dilaga, anche sul web.

  33. Figuriamoci se poteva mancare quello che rompeva!!!
    Severgnini ha toppato di brutto stavolta, se non altro perchè le piazze erano colme di ragazze che, come me, nei 70 sgambettavano solo nelle culle o nei sogni delle madri.
    Beppe, se capiti di qui: abbiamo capito che quel periodo ti sta sulle cosiddette, ma ti sbagli, non abbiamo commesso nessun errore, la consapevolezza e la capacità di dribblare i pregiudizi ieri è stata da campionato mondiale, niente “donnecomesideve vs donnedipiccolavirtù”. e poi, non è che + che le piazze a sembrare sempre uguali sono le questioni che riguardano noi ,il nostro corpo e la nostra dignità?Non è che a volte siete voi, i nostri compagni/mariti/amici/padri, etc. ad essere un po’ duri di comprendonio? Tutte le volte a spiegare la rava e la fava.

  34. questo lo devo proprio dire. mi sono proprio rotto. va bene il paradossale, ma qui si rasenta lo schifo. gente che spende tonnellate di parole per la libertà di parola antilega-rogodilibri, che va in piazza per la differenza delle donne, e si fa ascoltato portavoce di tutto questo, poi ti banna ti mette il bavaglio, perchè osi insistere che fanno crociate contro i mulini a vento. i falsi libertari, gesù sti mezzi socialdemocratici progressisti, cazzo non avevo mai capito come ora perchè i bolscevichi li odiavano tanto. sono la quinta colona del sistema all’interno della differenza, e non lo sanno, non l’hanno mai saputo. lenin li considerava più pericolosi degli stessi capitalisti, nemici espliciti, perchè falsi amici. il capitale ormai è virtuale, ma un sistema impersonale che funziona da sè caoticamente ma con alcune leggi base c’è ancora. e o lo si rileva e si tenta un percorso di pensiero e cambiamento radicale, o si è complici comparse. è ora di finirla con la compiacenza, il volemmose bene, il rimpasto del polpettone del centro sinistra. è immangiabile, da vomito, sbokko rosso militante! 🙂 e nessun comunista nè leonkavallino vedo perchè debba autossolversi! e di cosa? i buonisti dell’ultima ora invece non hanno nemmeno il il bisogno di autoassolversi, sono già stati ingaggiati.

  35. Sono stato alla manifestazione a new york. 200 persone e un po’ di più. Sotto al ristorante ruby tuesday. Il freddo era micidiale e si stava fermi invece di sfilare, un effetto un po’ strano . Troupe del tg 3. Ma non c’ erano solo italiani. Ormai la narrazione berlusconiana è percepita come forza del male globale. Questa cosa è interessante credo. E poi è stato bello anche il calore diffuso dei passati new yorkesi verso di noi

  36. Meno male Loredana hai subito chiarito: mi domando perché certe persone sentano questo irrefrenabile impulso di polemizzare sui blog altrui… Ma che se ne aprano uno tutto loro, no?

  37. Seguo il consiglio di Loredana (ignoro) e racconto della manifestazione a Pisa: sono rimasta stupita da quanti uomini c’erano e anche dai moltissimi ragazzi e ragazze sui vent’anni! Mi aspettavo un’età media più alta e invece c’era veramente una bellissima mescolanza di facce, tutte diverse!

  38. Era ora che qualcuno prendesse una posizione netta contro Affari Italiani e la valanga di spazzatura con cui intasa la rete, soprattutto FB. Mi chiedo da mesi perché scrittori a cui ho smesso di dare credito lo tengano in tale considerazione.

  39. chi sarebbero le donnacce?per quel che ho visto io,ieri,emergeva una divisione etica tra donne.mi sembra parecchio strana,come se esistessero donne e donne.oppure esistono donne e donne?poi,nella discussione non emerge mai il tema seduzione.ossia quella sottile arte o gene che l’uomo,come animale sociale,utilizza nel consesso sociale.che la seduzione sia anche,anche ,arma da sempre utilizzata dalle donne,e anche contro le donne,mi sembra evidente.sempre stata.dove mettere la seduzione nel discorso?non esiste o non è sociale?oppure una invenzione di intimissimi e di tornatore o altri maschi?

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