SCARY KRITIC: CLASSIC!

E’ andata così: gironzolavo per archivi, in cerca di
vecchi articoli su Oriana Fallaci. Mi imbatto, invece, in una
gustosissima inchiesta di Francesco Erbani e Simonetta Fiori per Mercurio
(supplemento culturale di Repubblica), datata 8 settembre 1990. Argomento, la
stroncatura
. A corredo, una selezione scelta di stroncature classiche. Non
resisto e ve la porgo.

OMERO Quandoque bonus dormitat Homerus (a volte il buon
Omero dormicchia) Orazio

EURIPIDE Un antologista di luoghi comuni.
Un fabbricante di manichini straccioni. Aristofane

SALLUSTIO

Sallustio che ho riletto di recente (1978) mi ha fatto sbadigliare. Alberto
Moravia

SENECA Harena sine calce (sabbia senza calce) Caligola

GEOFFREY CHAUCER Non volendo tenere conto degli
elogi riservatigli, direi che Chaucer è osceno e spregevole: deve la sua fama
solo alla sua antichità. Lord Byron

SHAKESPEARE Hamlet è un dramma
volgare e barbaro. Neanche la più vile plebaglia francese o italiana lo
tollererebbe. Quest’ opera teatrale sembra essere stata scritta da un selvaggio
ubriacone. Voltaire

VOLTAIRE Candide sembra
scritto da un essere di natura del tutto diversa dalla nostra, indifferente a
noi, che gode delle nostre sofferenze e che ride come un demone o uno scimmione
delle miserie di questa razza umana con la quale nulla ha in comune. Madame
de Stael

JOHANN WOLFGANG GOETHE Wilhelm Meister:
nient’ altro che stupidaggini. Francis Jeffrey

ALESSANDRO MANZONI (I promessi Sposi, ndr)
è un mediocre trattato di psicologia senile Gabriele D’ Annunzio

LORD BYRON Il suo modo di scrivere versi
manca talmente di armonia, gran parte dei suoi pensieri sono talmente forzati,
i suoi sentimenti così poco amabili, la sua misantropia così sinistra, il suo
libertinismo talmente svergognato da convincermi che i suoi versi finiranno ben
presto nel dimenticatoio. Quincy Adams

HONORE’ DE BALZAC Non dimostra grande capacità
inventiva nella creazione dei personaggi né nella trama né nel delineare una
passione… Il posto di Balzac nella letteratura francese non sarà mai né
rilevante né tangibile. Eugéne Poitou

EDGAR ALLAN POE Null’ altro che un poeta
verbale; privo di pensiero, privo di sentimento, privo d’ amore per ogni cosa
reale. Non era né umano né uomo. Saturday Review

CHARLES DICKENS Non crediamo che la sua fama
durerà a lungo… Fra cinquanta anni, la maggior parte delle sue allusioni
saranno incomprensibili, e i nostri ragazzi si domanderanno perché i loro avi
hanno messo Dickens tra i maggiori romanzieri del momento. Saturday Review

HERMAN MELVILLE Moby Dick è straripante
di melassa, di idozie e di squittii tragico-comici. William Harrison

CHARLES BAUDELAIRE Fra un centinaio di anni quest’
opera, (Les fleurs du mal, ndr) verrà menzionata dalla letteratura
francese soltanto come una stranezza. Emile Zola

GUSTAVE FLAUBERT (Per Madame Bovary, ndr)
Flaubert non è uno scrittore. Le Figaro

FEDOR DOSTOEVSKIJ I suoi romanzi son un tremendo
pasticcio, un miscuglio di sciovinismo e religione isterica. Lev Nikolaevic
Tolstoj

LEV NIKOLAEVIC TOLSTOJ Anna Karenina:
robaccia sentimentale… Mostratemi una sola pagina con una buona idea. The
Odessa Courier

GIOVANNI VERGA Nel romanzo veramente non
indusse nessuna novità, se non una pesante monotonia poco zoliana, che fece
naufragare i Malavoglia come quella barca carica di lupini che ne è il
substrato. Edoardo Scarfoglio

GIOVANNI PASCOLI Pascoli (per dir tutto in una
parola) in arte era un atassico, ossia non coordinava i movimenti. Benedetto
Croce

GEORGE BERNARD SHAW Sono convinto che tutto sommato
Shaw sia un mascalzone più che un genio… Non sono riuscito a finire Uomo e
Superuomo
: era disgustoso. Bertrand Russell

RUDYARD KIPLING Mi scusi signor Kipling, ma lei
non sa proprio usare la lingua inglese. (lettera di rifiuto del San
Francisco Examiner
)

BENEDETTO CROCE Non capisce, ma non capisce con
grande autorità e competenza. Leo Longanesi

ANDRE’ GIDE I Diari mi sembrano
compiaciuti, narcisistici, legati ad un’ idea datata della letteratura. Alberto
Moravia

MARCEL PROUST Mio caro ragazzo, forse sono
morto dal collo in su, ma per quanto io provi a spremermi le meningi, non
riesco proprio a capire perché qualcuno debba avere bisogno di trenta pagine
per decrivere per quanto tempo si sia rigirato nel letto prima di addormentarsi.
Marc Humblot
(editore francese) 

GERTRUDE STEIN Sapete una cosa? Non è mai
stata forte sui dialoghi. Un vero disastro. Ha imparato dalla mia roba… Non
poteva perdonarselo e aveva il terrore che la gente potesse accorgersene. Ernest
Hemingway

THOMAS MANN I Buddenbrook: nient’
altro che due spessi tomi nei quali l’ autore narra la storia di nessun valore
di gente inutile impegnata in ciance superflue. Eduard Engel

33 pensieri su “SCARY KRITIC: CLASSIC!

  1. Racconta lo stesso Hans Christian Andersen nella propria poderosa autobiografia “La favola della mia vita”:
    “Alcuni si lagnarono che fossi regredito a un genere cosí infantile. Laddove mi aspettavo elogi e complimenti per la nuova direzione impressa alla mia attività letteraria, ricevetti soltanto biasimo. Diversi miei amici, al cui giudizio tenevo assai, mi consigliarono caldamente di abbandonare il campo delle fiabe, adducendo che me ne mancava il necessario talento, e che non era un genere adatto alla nostra epoca. Altri suggerirono che, se proprio volevo cimentarmi in quel settore, avrei fatto bene a studiare prima i modelli francesi. La rivista letteraria ‘Dannora’, redatta e diretta da J.N. Höst, pubblicò una recensione che mi afflisse non poco. Diceva, infatti: ‘Queste fiabe potranno divertire i piccini, ma è talmente improbabile che essi ne siano edificati, che chi scrive non può assolutamente garantire l’innocuità di una simile letteratura. Nessuno vorrà sostenere, infatti, che nel bambino si affini il senso delle convenienze a leggere di una principessa che nel sonno si reca cavalcando un cane da un soldato che la bacia. Quanto a La principessa sul pisello, essa appare non solo indelicata, ma addirittura sconveniente, in quanto il bambino può derivarne la falsa idea che una dama di cosí alto lignaggio debba essere così ridicolmente insofferente’. Il critico terminava augurandosi che l’autore non sprecasse altro tempo a scrivere fiabe per bambini.”

  2. Stroncature impossibili.
    La Bibbia. Un sacco di gente che sgozza altra gente per poi dare la colpa a me. Migliora nella seconda parte, ma il finale è confuso. Dio
    Arthur C. Clarke La scrittura approssimativa denota l’appartenenza dell’autore a una specie inferiore. Giro giro ton… Hal 9000
    Love Story. Mi ha commosso profondamente, leggendolo non riuscivo a smettere di piangere. De Sade

  3. che dire… non riesco a non concordare con D’Annunzio.
    Ed anche con Effe.
    Propongo una vera e propria coltivazione di critici affinchè producano cose speciali come queste.

  4. Come pispisa? Una volta mi chiamavi per nome! vabbe’ Lipperini, beccatene altre due:
    Carmelo Bene. Zitti! Silenzio! Siete troppo sciocchi per parlare di me e troppo morti per parlare con me. Carmelo Bene
    Mo je faccio er cucchiaio. In senso epistemologico il modo in cui si pone – e ancor più quello in cui viene percepito – il rapporto fra il calciatore Totti, agente del gesto atletico individuale fruito dalle masse, e quello dello scrittore Totti, agito dai plurimi, anonimi estensori della sua opera letteraria, restituisce una duplicazione e al contempo una negazione dell’immagine… (prosegue per 40 pagine). Michel Foucault

  5. Bella la rece della Bibbia a firma Dio. Ho trovato in rete questa avvincente storia di Guglielmo Pispisa:
    “La storia di Guglielmo Pispisa
    La presentazione del libro
    ( foto T. Antonelli )
    Sabato 13 marzo, nei locali del Circolo Sottufficiali di La Maddalena, con il patrocinio dell’Unione Nazionale Sottufficiali (U.N.S.I.) e del CEPU Cagliari-Sassari-Nuoro-Olbia, è stato presentato il libro di Benito Pispisa ‘Un lungo cammino di speranza’, la ricostruzione della vita del padre dell’autore, Guglielmo, agente fanalista (o farista), soldato militarizzato, inviato in missione di servizio in Grecia nel 1942, internato dai tedeschi in un campo di concentramento dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il libro è stato presentato dal giornalista Franco Nardini al quale hanno fatto seguito gli interventi del presidente dell’U.N.S.I. di La Maddalena Eugenio Pastrello, del comandante di Marifari Del Curatolo, della presidente della sezione maddalenina di Italia Nostra Lucia Spanu, oltre che dello stesso autore Benito Pispisa. Tra il pubblico era presente il comandante della Scuola Sottufficiali di La Maddalena Francesco Palopoli.” 🙂

  6. …la memoria risale anche a quello splendido inserto culturale,Mercurio, che usciva il Sabato negli anni 80 con Repubblica. Poche classifiche, più sostanza letteraria.Anche se erano anni da bere, possiamo vedere che in alcuni casi c’era anche da mangiare.

  7. @ Girolamo Pispisa
    Fatico a penetrare (realizzare?) i concetti di “masse” e “plurimi, anonimi” espressi da Foucaultm.(Ma con i suoi si va che è un piacere!) Anch’io ho una preghiera: non trova che l’invidia andrebbe rivalutata? Mi riferisco anche al post della Lipperini, se serve per diventare dei “critici di tale fatta”? La ringrazio.

  8. @ Vitotaccone. L’invidia? Non lo penso. Competenza e un po’ di senso dell’umorismo dovrebbero essere sufficienti. Se poi ci si mettesse anche la capacità di non prendersi troppo sul serio…

  9. Ha ragione. Le sue parole mi giungono illuminanti ancora, non ho dimostrato nè competenza nè senso dell’umorismo. Sbagliai. Quanto alla capacità di non prendersi troppo sul serio…. non garantisco nulla ma ritenterò……… E’ che questo blog piace anche a me che “critico” non sono. Saluti a tutti.

  10. divertente.
    mi piace leggere ciò che i grandi pensavano dei grandi.
    a volte è snobismo, forse invidia, penso che pochi di loro abbiano scritto ciò che pensavano veramente.
    essere personaggio va sempre di moda

  11. Bel post. Invoglia a fare altrettanto. E dunque:
    Quella su Seneca … beh, insomma… è di Caligola!
    Quella su Shakespeare è un po’ razzista: “plebaglia francese o italiana”… uff, ‘sti francesi!
    Quella di Madame de Stael credo che Voltaire non l’avrebbe presa come una stroncatura, a giudicare dal personaggio!
    Quella su Manzoni… beh… su… D’Annunzio che accusa di mediocrità… Il fuoco che dice alla padella ‘Scansati, ché mi bruci’!
    Per quanto dice Poitou: “capacità inventiva”? Balzac non voleva affatto dimostrare “inventiva”!
    Su Melville: ma chi cavolo è William Harrison?
    Su Dostoevskij: è chiaramente invidia…
    Su Verga: l’ho sempre pensato anch’io!
    Quella di Croce su Pascoli è talmente geniale (il ‘gre-gre di ranelle’ è orribile!) che basta a scroncare la stroncatura di Longanesi su di lui…
    Humblodt: un povero idiota…
    Su Gertrude Stein: il più grande autore di dialoghi del ‘900 che stronca qualcuno sui dialoghi? Su, Ernest, non si spara sulla Croce Rossa!
    Quello che Engel pensa de “I Buddenbrook” di Mann è, probabilmente, quello che Mann pensa della famiglia Buddenbrook. quindi non è una stroncatura…
    A presto.
    Fabio

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