E DI NUOVO IL CORRIERE

Dal Corriere della Sera di oggi, titolo “Stroncare Piperno. Barricate sulla libertà di critica”, di Stefano Bucci. Della serie: Da Liberazione al web a Liberazione e poi al Corriere e dunque al web…

«Il diritto di critica in Italia? Si può esercitare, ma prima o poi finisci per pagarne le conseguenze». Aldo Nove sembra soprattutto annoiato dalle polemiche seguite alla sua stroncatura di Con le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno: «Mi sembrano francamente esagerate, ho solo detto che il libro non mi è piaciuto. Punto e basta». Ma, nonostante la noia, non esita comunque a dirsi convinto che quei toni «molto accesi», «quelle punte di vera e propria cattiveria» seguite alla sua bocciatura rappresentino in qualche modo proprio il famigerato «prezzo da pagare». Talvolta si finisce però per parlare più di «fatti personali» che non di letteratura. Come è successo con le citazioni di Lukacs di cui Nove si è servito per «esprimere la sua opinione», citazioni messe sotto accusa da Giuseppe Genna nel suo sito www.miserabili.com («una stroncatura vergognosa») con argomentazioni poi bollate da Elena Stancanelli su Liberazione proprio per questo loro personalismo («Genna anziché occuparsi, come lecito, di ciò che Nove scrive di Piperno, si occupa di Nove stesso. In modo piccoso, irritante e infantile»). Con rammarico, sempre Nove, conclude: «Il punto più basso l’ha raggiunto il Foglio . Un mio amico mi ha addirittura chiamato per chiedermi se ero a tal punto ridotto sul lastrico da essere stato proposto per il vitalizio Bacchelli?».
Ma ormai non sembra essere più nemmeno una semplice questione di stroncatura (o meno), per quanto «personale»: il libro di Piperno (pubblicato da Mondadori) si è infine trasformato nel pretesto «per discutere sul diritto di critica in Italia». Ieri, per primo, l’ha fatto Liberazione che già aveva ospitato la stroncatura di Nove e che ha voluto dare un’ulteriore sterzata al dibattito riportando, tra l’altro, le opinioni di Tiziano Scarpa: «Le critiche a Nove sono una delle tante manifestazioni del tentativo di mettere in cantina il dibattito culturale». Scarpa arriva a ipotizzare che «difendere Nove dagli attacchi che ha subito, significa difendere la libertà di un cittadino di dire quello che pensa».
Nanni Balestrini, sempre su Liberazione , afferma che «bisogna andare avanti su questa strada» e che questa vicenda «testimonia come si sia persa purtroppo l’abitudine della critica del dialogo» (d’altra parte, dice, «un libro che piace a tutti non è un buon libro»). Ma anche altri, come lui, sembrano piuttosto impegnati nella difficile ricerca di una giusta misura che allontani il più possibile toni «violenti» e «privati». Due esempi: Goffredo Fofi («non vedo la necessità di schierarsi per l’uno o per l’altro») e Loredana Lipperini («Piperno e Nove, li stimo tutti e due. Sono diversi ma non vanno contrapposti»).
Gli amori e le stroncature del romanzo di Piperno si susseguono così in maniera trasversale tra carta stampata (dal Giornale al Corriere con relativo Magazine ; dal Foglio al Riformista ; dal Sole a Vanity Fair a l’Unità ), blog e siti (da nazione indiana ad Azione parallela a Brodo primordiale ). Con definizioni che oscillano con una certa regolarità tra lo «strepitoso» e l’«irritante».
Difficile, insomma, allontanarsi da questa «saga borghese» incentrata sulle vicende di una ricca famiglia di ebrei romani che Cesare Segre aveva giudicato positivamente «pur nella sgradevolezza del protagonista») giunto ormai alla sua nona edizione e che ha già venduto 105mila copie e ne ha già «tirate» 130mila.
Un romanzo per cui, nonostante ideologie e «personalismi» viene intanto già annunciata una vera e propria tournée di promozione: primo appuntamento ufficiale previsto al Salone del Libro di Torino per l’8 maggio. E poi via «senza differenza alcuna tra Nord e Sud», come precisano orgogliosamente alla Mondadori. Al di là di tutto, sembra comunque necessario «in primo luogo» che la polemica non scivoli nell’attacco personale.
Anche se si tratta di quelli che Scarpa aveva chiamato, con ironico disprezzo, «beejay» ovvero «book-jockey»: non critici ma veri e propri «fantini del libro».

21 pensieri su “E DI NUOVO IL CORRIERE

  1. Quella di Balestrini è una fesseria, primo perché non esistono i libri che piacciono a tutti, nel senso che perfino un bestseller come Il Codice Da Vinci suscita, in una folta e autorevole minoranza, aspre critiche;
    e secondo perché all’equazione consenso=disvalore non crede più nessuno, tante e tali sono le eccezioni.

  2. signora Lippačenko!
    Certo che da quando lei è entrata a far parte della blogosfera, gli animi si son scaldati anzichenò.
    Ma certo, che è colpa sua (mia no di certo)
    O forse si tratta di merito.
    In ogni caso, lei è una sobillatrice di anime candide.
    Sia lode all’upupa (no, niente, è una parola d’ordine carbonara)

  3. Non credo che sia un problema di “diritto di critica”, si può e si deve criticare tutto ma senza paraventi ideologici che in letteratura valgono quanto la carta igienica già usata. Scusate, a me mi pare secondaria l’ideologia politica di Hamsun, di Cèline, di Pound se hanno scritto cose potenti e di qualità. Nove può benissimo dire che Piperno è un pessimo scrittore ma non perchè sarebbe un conservatore… Nove si sente un grande rivoluzionario, peccato che quando scrive (“con le migliori intenzioni”…ideologiche) poi la sua scrittura non è all’altezza. Io lo chiamo da sempre Aldo Cinque, per questo. E ora non si rimetta a frignare che “la gente è cattiva” o “è invidiosa” … è come nella boxe si danno e si prendono. Ciao

  4. Persino io sono annoiato da ‘sta finta polemica. Qui si stanno a fare una bella pubblicità sia Aldo Nove che Piperno che Genna e altri compagni. Solo che alla fine, alla fine hanno cominciato pure a suonarsele per davvero, ma solo un po’, come in unfil con Bud Spencer e Terence Hill.
    Che noia. Quando si passerà ad altro?
    Saludos.
    Iannox

  5. Personalmente non dico che Piperno sia un pessimo scrittore, pessimo è il suo libro. credo che così dovrebbe definirlo ogni libero lettore con libertà giudizio. diversamente farà chi è impelagato nell’editoria in vario modo. Il libro di Piperno è pessimo soprattutto in quanto stilisticamente nauseante. sopporteremmo anche la nausea, se questa fosse congrua con l’anima del narratore, ma invece l’infarcitura di avverbi e aggettivi non entra mai nel romanzo sottolineandone a ogni rigo ( due toh!) il fallimento. Non c’è spiegazione, forse si voleva imitare la versione di Barney. Ma più che una versione di Barney de’noantri, Piperno ha fatto una accurata sceneggiatura per la versione romana di “Anche i ricchi piangono”. E a parte questo il libro si esaurisce in una serie di ritratti, che non riescono a legarsi in quel “divenire” che è proprio dei buoni libri. Certo, in questi ritratti alcune buone cose ci sono, ma credo che di fronte a questi “casi letterari” montati ad arte dai potenti con poca autostima, vienga istintivo evidenziare il peggio, che davvero in questo libro osannato non manca. attendiamo il prossimo .
    ciao k.
    Signora Lipperini che bella voce che ha!

  6. Non penso che la polemica sia finta, è che andrebbero alleggeriti i toni e allargati gli orizzonti, a Piperno della pubblicità a questo punto non gliene importa niente, importa a Nove? Forse…e comunque invece delle solite recensioni -anche un tantino pilotate- almeno in questi giorni il dibattito si è animato, attacchi personali?Non più di tanto.

  7. Sul post di k: finalmente un ragionamento davvero sottile ed intelligente… “Il caso costruito dai potenti” ci scrive K. dopo illuminante contestualizzazione del Piperno romanziere. Questo è davvero un concetto nuovo e che testimonia una visione non banale, monda soprattutto da facili schematizzazioni. A questo serve il dibattito culturale: ad aprire nuovi ed inesplorati orizzonti di discussione.

  8. Specifico: non dico che sia tutta pilotata la disputa. Magari all’inizio era quasi per scherzo, ovvero una stroncatura come tante ne accadono nel panorama critico. Anche se di vere stroncature – a dire il vero – se ne leggono pochine di questi tempi. Ad ogni modo, quella che era una stroncatura di Aldo Nove ad un libro, mi pare sia stata pompata a dismisura. Adesso potrebbero – forse – arrivare anche alle mani: chi può dirlo? Certo, ora il clima è rovente, ma son cazzotti che non fanno male, non troppo comunque.
    Aldo Nove ha operato una stroncatura, ed allora? Mah.
    Magari ce ne fossero di più di stroncature oneste, invece delle solite recensioni fintamente critiche che sono brodino riscaldato – recensioni che le leggi, ti pare che stronchino, ma poi, subito a metà della recensione ti accorgi che si sta aggiustando il tiro. E alla fine, pare vogliano dire: “Ma sì, tutto sommato si può leggere. Anzi, leggetelo.” E che c***o. Non se ne può più di recensioni così, che sono poi quelle che circolano e che vanno per la maggiore.
    Saludos.
    Iannox

  9. Scusate
    chi e cosa vieta a Aldo Nove di criticare un libro in base alle sue categorie su scrittura, politica, tiramenti o altro?
    Cosa mi/ci vieta di prenderne atto (delle sue critiche e dei suoi tiramenti) e di decidere che per quanto leggittimo non e’ cio’ che pensiamo? (magari pensiamo anche di peggio 🙂
    che cosa ci vieta di partire da altre basi, considerazioni e tiramenti e arrivare a nuove conclusioni?
    credo che siamo/dobbiamo essere tutti liberi di farlo.
    In base a queste grossolane articolazioni ho trovato irritanti certe ‘ribattute’ al suo articolo.
    Lui era sceso sul personale?
    e bisognava per forza ripetere la sua falsariga o, vivaddio, ci sono persone ancora in grado di scrivere centrando l’attenzione sull’oggetto?
    Non intervengo per stabilire limiti o censure, ma solo per consigliare un approccio meno rivolto al rimpallo polemico e piu’ all’attenzione sugli argomenti di critica/discussione.
    Infatti non contesto neanche le peggiori ‘ribattute’ le trovo solo sfiancanti, mi rifiuto di leggerne altre e rimando l’acquisto e la lettura del libro (ammesso che ne abbia voglia)a edizioni economiche e tempi rilassati.
    abbracci

  10. Penso che la Cara Spettattrice abbia detto molto ma molto bene.
    E penso che anch’io rimanderò la lettura di Piperno quando in economica, perché ora non c’ho proprio più voglia con tutto ‘sto casotto tirato su. Boh, per me il caso è chiuso. Continuate pure voi se c’havete voglia.
    Buon Venerdì sera.
    Iannox
    P.S.: Spettatrice, e l’isoletta cubana? ^___^ Io ce l’ho ancora il diamante. O meglio, ne ho preso un altro. ^____^”’

  11. @ ilpostodellafidanzadiienax
    Sai, le fidanzate son fatte anche per esser cambiate, quando un uomo ne trova una migliore. ^___^”’
    Però meglio è che non lo venga a sapere mai la mia attuale, altrimenti sì, c’è il serio rischio che mi meni… O meglio, che mi stampi un calcione in quel posto tanto ma tanto delicato. E a me serve quel “pipino”, non so se mi spiego. ^___^”’
    Quindi, acqua in bocca. Mi raccomando. ;-D
    Saludos
    Iannox

  12. Ma nei blog letterari italiani si parla solo di critica letteraria?Quello ha detto di quello che ha detto …..
    Un po’ di mondo per favore!
    Palle al vento dico io!
    Minchia, in resta!
    Culo sulla fresca rugiada!

  13. Sto cercando di seguire la querelle multiramificata che sta invadendo nazioneindiana e, tentando di raccogliere i cocci sparsi per il web, mi trovo un’altra discussione-sorella! C’è qualcuno, nonostante la proprietaria abbia scrupolosamente cronologizzato tutti gli interventi della pipernostory, che mi sappia linkare un suntone degli interventi? Non è possibile che non ci sia in rete, non ci credo..sennò mi tuffo in emeroteca

  14. d’orrico , e mo’ basta ! dopo avermi abboffato con la storia di Faletti migliore scrittore d’Italia , adesso scrivi di resa dei conti tra Philip Roth e Kafka … ma va a cacare tu e chi ti da i soldi per scrivere sul corriere ..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto