DOVREMO FARE A MENO DI VOI

Freddo Già diverso tempo fa, si è parlato qui con Andrea Bajani del rapporto tra letteratura e problematiche legate al lavoro: il medesimo sta tornando sull’argomento in diverse sedi, come La Stampa, D La repubblica delle donne. Da cui traggo la parte finale di Sgomberiamo il campo da equivoci: l’integrale è su Nazione Indiana.

Quando hai visto tuo figlio smantellare metodicamente la città e infilarla dentro le casse blu dei traslocatori hai pensato di avercela fatta. Finalmente un contratto in un’azienda per bene, e un aiuto di tua mamma per accendere il mutuo. Quando ti hanno presa ti hanno detto Sgomberiamo il campo da equivoci, qui non assumiamo nessuno. Non è che non siamo sicuri di te, ma è che noi siamo un’azienda leggera. Il locale in affitto, i computer in leasing, le automobili in leasing, il personale coi contratti a progetto, la tua azienda è un’azienda leggera. Tu hai firmato il tuo contratto a progetto per almeno due anni, uno stipendio buono, il tanto che basta per pagare per un po’ il mutuo di una casa finalmente non in affitto. Tommaso ha smantellato la sua città fatta coi Lego, e l’ha montata nella casa pagata col mutuo, e giustamente hai pensato di avercela fatta. Ogni mattina sei andata al lavoro con lo stesso autobus e per due anni non ha cambiato odore né abito, e forse sei stata anche felice. Tornavi e la città di Tommaso era sempre più grande. Dove c’era il mare è arrivata anche la montagna e l’aeroporto è riuscito a far volare via le persone grazie a Tommaso.

Quando ti è arrivata la lettera a casa, Tommaso non era ancora tornato dall’asilo. Nella lettera c’era scritto Sgomberiamo il campo da equivoci. C’era scritto sgomberiamo il campo da equivoci, perché questo è un Nostro problema. L’azienda, c’era scritto, è in crisi, e un’azienda è leggera proprio perché quando è in crisi può volarsene via. C’era scritto dovremo restituire i computer, dovremo restituire le automobili, dovremo restituire la caparra dell’ufficio. Soprattutto, c’era scritto, dovremo fare a meno di voi. Quando ti è arrivata la lettera hai camminato per casa, e hai capito che quella non era più la tua casa. Hai guardato la città di Tommaso e la sua stanza costruita per lui. Poi hanno suonato alla porta ed era tua madre che lo riportava indietro dall’asilo. Quando è entrato ti è corso incontro e ti è saltato in braccio. Ti ha guardato e ti ha detto Mamma, un mostro la può distruggere una città?

Update: se avete nostalgia del tormentone settimanale, invito a leggere un gran bel post, di Babsi. "…ben venga tutto quello che non rientra nel copione, lo spettatore che all’improvviso irrompe in palcoscenico, afferra Amleto per il bavero e urla: il Principe di Danimarca sono io, che ti credevi? ".

19 pensieri su “DOVREMO FARE A MENO DI VOI

  1. Io ti ho addirittura citata nel mio, se per questo (“La questione vmoerica”)…
    Quanto al primo problema, non capisco perché i giovani, a mali estremi, non oppongano estremi rimedi: trasformarsi essi stessi in industria leggera:-/

  2. Sul sito http://www.adaltavoce.it, Pamela Villoresi che partecipa alla manifestazione dichiara:
    “Scegliero’ il tema del lavoro che sara’ un protagonista del 2006, anche perche’ e’ il centenario della Cgil. Attingero’ da un paio di racconti di miniera italiani, uno si chiama proprio “Donne di miniera”. Poi aggiungero’ scritti e poesie di Sciascia, Bufalino, Quasimodo che parlano del lavoro al Sud e dell’emigrazione, e brani dal libro di Livia Turco “I nuovi italiani” sui problemi degli immigrati. Saranno racconti molto belli, forti, toccanti”.

  3. Aldo Nove intervista Roberta:
    “Incominciamo?
    Incominciamo pure. Allora, mi chiamo Roberta, ho quarant’anni, vivo a Roma, guadagno 250 euro al mese…
    250 euro al mese?
    Lavoro in una scuola paritaria. Una scuola di studenti lavoratori, aperta dalle 18 alle 22.30. Duecentocinquanta euro è quanto ho guadagnato l’ultimo mese. E’ quasi nulla. Vado avanti in questo lavoro quasi per inerzia, per fare punteggio. Ho un contratto ad ore, un ex co.co.co. che però ancora è rimasto tale, che dovrebbe cambiare e resta così, nel caos ministeriale. Su quaranta docenti che lavorano nella mia scuola venti sono in regola, gli altri lavorano in nero.
    Com’è possibile?
    E’ una scuola potente, e quindi ha protezioni e non ha subito ispezioni…
    A parte questa esperienza?
    Ho riversato le altre energie, assieme ad una mia amica, mettendo in piedi un’agenzia di stampa di donne, per donne, che si chiama Delta news. Abbiamo una pagina web che aggiorniamo ogni notte. Questo è il mio impegno più gratificante.
    Quanto guadagni, dall’agenzia?
    In termini economici, nulla! Adesso abbiamo contattato un account che sta cercando di migliorare la pagina web per vendere l’agenzia come prodotto.
    Cosa altro fai, per vivere?
    Per ora, insegno anche in un corso regionale, di pomeriggio, un pomeriggio a settimana. Però è un impegno per un numero preciso di ore, 50, che inevitabilmente finirà. Poi ogni quindici giorni collaboro con un’altra scuola, dove abbiamo ideato un corso di giornalismo per ragazzi. Sono attività che in realtà mi piacciono tutte, ma essendo sporadiche, pagate in modo irregolare e poco, non mi danno nessuna forma di sicurezza…
    Come arrivi, a fine mese?
    Quando non ce la faccio proprio, mi aiuta mia madre. E’ difficile, vivere così. Cerchi di pensare che siamo in tanti, a vivere in queste condizioni, ma il pensiero non è sufficiente a combattere l’ansia che ti dà una precarietà così forte. E quando investi la maggior parte delle tue energie nell’organizzazione dell’esistenza quotidiana è difficile, è molto difficile immaginarsi una progettualità. Anche le passioni, anche l’amore per quello che fai sono duri da sostenere”.
    http://esteri.rifondazione.co.uk/Notizie05/03marzo05/05M1022.htm

  4. semi OT: i commenti all’articolo homes/céline sono stati chiusi o cosa?
    non ho la mail di loredana, sennò glielo chiedevo direttamente.

  5. i problemi li ho io che non riesco a postare con i miei dati (il sistema mi dice che sto spammando): lippa, mi hai bannato?

  6. “Supporto tecnico volante” Mode: ON
    Typepad ha questo vizietto. Ogni tanto riconosce certe email come “spam” e blocca. Non c’è modo di risolvere il problema: postare senza email, con un’altra email, e basta.
    “Supporto tecnico volante” Mode: OFF

  7. gli scrittori, in genere, sanno, a modo loro, dire cose su libri. l’esperienza della fabbrica, raccontata da loro è come una barzelletta malraccontata. a parte volponi e non so quali altri. gli scrittori non scrivono per chi, oggi, ha fatto solo la terza media. basta leggere i loro blog, andare alle loro presentazioni.
    basterebbe, io credo, partire da una cosa: scrivere per chi ha letto poco così da decentrare la letteratura oggi chiusa in salotti o in blog. poveri scrittori, poveri operai.

  8. Blisset, sulla questione scrittori-realtà un pò concordo con te. Ma ancora non ho le idee chiare e non ne scrivo per evitare commenti fuori luogo. Spero di trovare chiarezza presto.
    Nell’attesa vi rimando ad alcuni articoli pubblicati su Carmilla che commentano il suicidio di Riccardo Bonavita collaboratore della rivista. Una persona uccisa dal precariato e dal nuovo far west della forza lavoro. Ci sono commenti delicati sulla sua persona e critiche appropriate a questo nuovo schiavismo senza regole che quasi tutti dobbiamo affrontare. Dico quasi perchè usufruisco di un vecchio contratto a tempo indeterminato, ma so già che la prossima campagna marketing mi indicherà come privilegiata e chiederà la cessazione di questa ingiustizia a favore di un ‘precariato per tutti’.
    Alle logiche ‘egualitariste’ non si sfugge, soprattutto (o solo) in questi casi 🙂
    A differenza di molti colleghi che ancora si sentono privilegiati e sperano di conservare questo status, mi capita di essere molto solidale con i ‘precari’ e anche di invitarli a ricominciare le lotte per una dignità di e nel lavoro.
    Ecco i link ad alcuni degli articoli su Carmilla. Potrei non averli visti tutti, se interessati fatevi un giro e verificate:
    http://www.carmillaonline.com/archi
    ves/2005/09/001514.html#001514
    http://www.carmillaonline.com/archi
    ves/2005/09/001516.html#001516
    http://www.carmillaonline.com/archi
    ves/2005/09/001518.html#001518
    http://www.carmillaonline.com/archi
    ves/2005/10/001528.html#001528
    ‘notte
    ps: ho spezzato i link nella speranza che l’impaginazione non li tagli

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