Assai rapidamente, prima di far due chiacchiere con Gianni Biondillo di passaggio nella capitale: sul nuovo numero di Stilos c’è una conversazione di Gian Paolo Serino (con cui si discute assai nei commenti, due post sotto) con Michel Houellebecq. Ve ne anticipo un brano:
La stanza è piccola, quasi angusta, una doppia vista cielo piombo milanese, una piccola finestra che vorrebbe essere panoramica, annerita dallo smog e da cameriere evidentemente non troppo solerti, dà su una classica costruzione postindustriale. “Houellebecq ha abbandonato le Gitanes”: titola al mattino uno di quei quotidiani che non ti fanno passare “il giorno”. Ed in effetti lo scrittore è avvolto dal fumo di cigarillos che ammorbano l’aria di una stanza apparecchiata con il the delle cinque. Non siamo tra vecchie signore, ma ormai sono le sei e lo scrittore è reduce da un’intera giornata di interviste rilasciate per lo più a settimanali femminili. A fatica si rialza da letto dove si era appoggiato un attimo e si mette a giocare, quasi indolenzito, con i mocassini. Cuoio nero: usato, ma morbido. Di quelli che sembrano distrutti, ma è solo il fascino dell’usura a 5 stelle.
Vorrei chiedergli se ne ha le palle piene, ma non vorrei dare il là ad una recita di cui conosco le risposte. Si accende il registratore. E almeno per una volta, spero, non sia di cassa. Di certo registra un dialogo, solo in apparenza, surreale. (…)
Philip Dick era convinto che gli unici veri alieni fossimo noi…
Io non credo.
Nel suo libro, però, l’interrogativo alla base è: “Chi, fra voi, merita la vita eterna? Non crede, invece, e cito sempre Dick, che bisognerebbe cercare non chi merita o promette la vita eterna, ma chi ce la può dispensare?
Avere la vita eterna. E’ il sogno degli uomini da sempre. Lo scopo è ottenere la vita eterna. Tutto il resto sono stupidaggini.
Anche la morte dell’amore? In tutti i suoi romanzi descrive questo stato moderno delle affinità affettive…
La morte dell’amore. E’ vero. E’ un’agonia dolorosa. Un’agonia per me molto interessante. Come scrivo nel libro, la solitudine a due è l’inferno consentito. Nella vita di coppia, il più delle volte, esistono fin dall’inizio certi dettagli, certe discordanze su cui si decide tacitamente di tacere, nell’entusiastica certezza che l’amore finirà col risolvere tutti i problemi. Ma questi problemi crescono a poco a poco, nel silenzio, prima di esplodere anni dopo e distruggere per sempre la vita in comune. Anche questa è una delle tante forme di morte dell’amore.
Il suo ultimo romanzo, però, è anche venato di una grande nostalgia dell’amore?
Una volta che ci si rende conto che l’amore è morto si vorrebbe che fosse ancora possibile. Che ci fosse ancora “la possibilità di un’isola”. Ma è un’illusione, una contraddizione che ci condanna tutti.
Lei scrive: “Giovinezza, bellezza, forza: i criteri dell’amore fisico sono esattamente gli stessi del nazismo…”. Sono gli stessi criteri, però, alla base anche della nostra società…
Non ho in odio la vita, ma l’organizzazione della vita. Il nazismo si pone in una posizione darwiniana: lasciar sopravvivere soltanto i migliori. L’idea che la guerra rafforzi, l’idea della guerra intesa come unico, vero piacere.
Beh, anche adesso siamo in guerra. Una guerra più invisibile, ma altrettanto letale. Quella che sociologi che lei conoscerà, come Jean Baudrillard o Noam Chomsky, definiscono “guerra non ortodossa”.
Per me no. Qui ci si può difendere
In una dittatura democratica? In quel consumismo che Pasolini vede come “il nuovo fascismo”?
Sì. Ci si può difendere.
Integrerei con
http://www.blogdiscount.org/?p=298, da cui estrapolo:
“Però, adesso, Houellebecq ha 49 anni e capisco che il climaterio è un brutto momento. Ma sono un po’ troppe, 489 pagine di lagne, con la voce depressa della casalinga in piena sindrome da nido vuoto. Altro che Schopenhauer della nostra epoca. Altro perfino che “Zaratustra delle classi medie”. Daniel a me fa piuttosto venire in mente un Pippo Franco colpito da malinconia stuporosa.
Liala neo-darwinista, Houellebecq ci racconta che gli uomini e le donne sono delle brutte scimmie, e meno male che ci sono i cani, che valgono molto meglio.
Patetico poeta, narratore debole (la storia dell’uomo imperfetto e del robot o clone geloso [mettere una crocetta] della caduca carne / degli impuri desideri / della fallibile memoria degli umani, l’abbiamo già letta raccontata meglio), è un qualunquista brontolone che nemmeno un celodurista di Busto (Arsizio). Eppoi scrive da cani (oops) (oh, le descrizioni di paesaggi con “le nuvole seriche” e “i baluginii di luce” peraltro “opalescente”…).
Comunque, tutta colpa della mamma che non gli voleva bene (dice).”
P.S. Loredana sei tu quella in alto a destra (sullo sfondo) nella foto del ’68 romano che ho usato nel mio blog?
1. non sono 489 pagine – ne deduco che nemmeno i dati del libro son stati presi correttamente, ne consegue che il libro, al massimo, l’avranno letto in una leggera quanto scalcagnata sinossi;
2. oggi come oggi, Houellebecq è uno dei pochissimi scrittori che val la pena di leggere;
3. la dittatura (tirannia) democratica è l’unica via praticabile; democrazia è ormai sinonimo di “ismi” di destra e di sinistra, di “accodamenti e accomodamenti”, quindi una dittatura democratica è necessaria all’uomo che vuole vivere in gruppo;
4. l’intervista, quella parte che ho qui letto mi fa pensare che le domande importanti siano state tralasciate; un vero peccato… Domande così, al massimo, andavano bene per una Liala. Spero qualcuno di Voi abbia visto una bella intervista: Ottoemezzo, su LA7, ospite Houellebecq. Quella sì che era un’intervista.
A la prochain,
Giuseppe Iannozzi
P.S.: TypePad fa schifo, tanto per dirla tutta. Riconosce tutto come spam. Ma forse ha ragione.
Saludos
Giuseppe Iannozzi
comincio a capire come mai la critica letteraria attuale sia messa tanto male
Spiegatemi perche’ Houellebecq sarebbe un grande scrittore.
Perche’ tutti parlano bene di lui.
Perche’ se non lo leggi sei un poveretto.
A me pare una moda, come quella di Moresco.
provo levando l’indirizzo del mio blog e sostituendolo facendo pubblicit à una piccola casa editrice, come aveva consigliato andrea barbieri (da idea di tiziano scarpa) e mettndo una e-mail fasulla
per i nostri blog si può mettere il link alle nostre firme, ora provo se qui funziona
geo
P.S non ha funzionato
bene ora funziona però se anche metto l’url del blog all’interno del testo usando a h.r.e.f (i punti sono in più) ecc. non parte come mai?
georgia
scusate se continuo con gli ot ma volevo dire che in questi giorni c’erano vari problemi per i blog splinder, può essere che sia un problema solo di chi ha un blog splnder?
Cosa tecnica: se qualcuno ha la pazienza di spiegare cosa accade (chi non riesce a lasciare commenti, con quale modalità, ecc) si può capire che problema ha questo TypePad. Come ho già scritto ieri, può darsi che TypePad riconosca alcune email e alcuni link come “spam”, e li filtri. Come ho già detto ieri, basta cambiare email ed evitare di inserire l’url del sito, e il problema è risolto.
Vediamo se funge (pure io avevo messo varie risposte al post su Bagattelle e non sono apparse e alla fine mi son stufato). Se appaio, funge. Marco (scrittors)
io posso spiegare cosa succede a me: se metto la e-mail valida e l’url del mio blog mi viene rifiutato il mess. Però la cosa buffa è che viene rifiutato anche se metto il link all’interno del commento.
A questo va aggiuto (ma non so se è solo una coincidenza) che ai blog di splinder ieri e oggi ogni tanto (non sempre) cambia l’ordine dei lik sulla parte sinistra(cioè non sono più in ordine alfabetico) e le scritte, come “commenti” o “continua a leggere” appaiono in inglese, molti commenti in altri blog (sempre splinder) sembra non arrivino sempre, per questo ho pensato che potesse essere un problema dei blog splinder.
scusate provo se con l’e-mail funziona, per vedere se il solo intralcio è l’url del blog
evidentemente la e-mail non intralcia è il solo url del blog che fa rifiutare i commenti
Ok, potrebbe essere decisamente un problema legato ai link di Splinder. Non sarebbe una novità 😀
Marina, magari sbaglio ma a mio parere uelbek viene letto più per le sue opinioni sul mondo, che variamente mette in bocca ai personaggi, che non per il valore letterario in sé. Se mi è permesso il salto triplo, un po’ come fu per Sartre, per capirci, e molto diversamente invece dal Céline cui a volte viene maldestramente accostato. Come per il primo e diversamente dal secondo infatti (ma per restare in zona, diversamente da Camus), opinioni e scrittura sono perfettamente separabili. Segno di qualche difetto di base (cosa che non accade forse solo nel primo, Estensione, in genere apprezzato anche dai detrattori).
Imho le sue opinioni “funzionano” – meglio oggi di qualche anno fa – perché sono perfettamente adeguate al clima culturale (si fa per dire) attuale – crisi della globalizzazione, revanchismi integralisti di vario tipo, neo-spiritualismi, esistenzialismi di ritorno etc etc.
La sproporzione tra capacità di visione e scrittura non è necessariamente un fatto catastrofico: ad esempio come tutti sanno Dick scrisse cose notevoli pur non essendo forse dotatissimo (anche se era abilissimo nella “partitura”), o spesso “buttando lì” di fretta i suoi testi. Non so se si possa dire lo stesso di uelbek, forse va a preferenze e gusti, anche filosofici. Forse uelbek ha meno visione è più idee, magari anche troppe e un po’ confuse…
Personalmente lo ritengo un’icona del kitsch sentimentale rovesciato (il goffo costruttore di una metafisica della nostalgia e della “fusione”, patetica cioè appunto sentimentale, e piuttosto adolescenziale), ma non pretendo di far valere la mia impressione. So che c’è chi l’apprezza moltissimo e mi pare comunque legittimo. Non penso come Iannox che sia uno dei pochi che val la pena di leggere, ma che occorra leggerlo, anche per detestarlo, in questo momento forse sì.
(Mi scuso con la titolare per la proverbiale lunghezza)
Se c’è una cosa che in Houellebecq è assente è una visione dickiana del mondo, e dei sentimenti pure. Altrettanto evidente è che Moresco non ha nulla a spartire con Houellebecq: due scrittori agli antipodi, per idee, per conoscenze intorno a un po’ tutto.
E’ giusto dire che Houellebecq è anche un opinionista – uno che inserisce le sue proprie opinioni all’interno della trama dei suoi romanzi. E credo che ciò sia buono, in un mercato letterario che prende sempre più le distanze dal mettere a nudo le idee. Un libro, un romanzo che non sia anche di opinioni, è una lettura, piacevole quanto si vuole, stilistica quanto conviene, ma pur sempre una lettura, quindi un’avventura, una distrazione per la mente. Ciò che scandalizza i benpensanti sono le opinioni di Houellebecq, o meglio: lo scandalo che non gli vien perdonato è quello di avere delle idee che sono parte integrante enecessaria ai suoi romanzi. Ciò detto, rimango dell’idea che sia uno dei pochissimi che valga, oggi come oggi, un investimento, di tempo anche.
B. Georg, ti voglio bene, ma Iannox, please!, mettiamolo sotto due metri di fresca terra. 😉 Iannozzi o Giuseppe, come preferisci, ma Iannox no, non più. Non per Restaurazione o baggianate così, solo perché così mi sta/va meglio l’identità.
Giuseppe Iannozzi
sì, direi che splinder – o topic – ha dei problemi.
perde anche post.
bisogna commentare senza mettere url.
ma allora che si commenta a fare? 😀
Houellebecq è un abile scrittore, molto lucido e molto furbo. ha anche alcune idee ficcanti sul mondo di oggi.
però: 1. quelle idee le ha già sfruttate ampiamente in varie salse, ed anche con un eccesso di retorica; 2. sono idee un po’ datate.
ciò detto, i primi romanzi sono notevoli, fermi restando i limiti suddetti.
L’Isola ce l’ho qui ma è stato stroncato da voci per me affidabili.
url-aggira-splinder: vuvuvu dot parolevaliga dot splinder dot com
errata: topic
corrige tipic
@ PAOLO BENEFORTI
Se non si può lasciare l’url del proprio blog, non vedo perché dovrei commentare ulteriormente. E non lo dico a solo onore della provocazione.
Spero che la voce autorevole non sia quella di blogdiscount che manco sa(nno) il numero di pagine dell'”isola”.
Non esiste l’affidabilità, tranne nel caso tu voglia ammettere l’ipotesi d’una verità assoluta.
Per quanto sopra esposto, chissà quando tornerò su questa piattaforma. Senza links non vale.
Giuseppe Iannozzi
iannozzi, houellebecq non scandalizza più nessuno (nemmeno i vecchi zii e le ragazzine che infatti lo leggono con uguale entusiasmo) (ah, sono 489 pp. nell’edizione in francese, non ci posso fare niente).
angelini, pciù!
scusa iannozzi, non sono addentro a questioni di soprannomi restaurativi 🙂
solo per precisare che non ho detto che in uelbek “sia presente una visione dickiana” (non saprei che vuol dire). Dick era solo un esempio di squilibrio tra contenuto e forma, come si diceva una volta.
Sul sentimentalismo invece sì, l’ho detto, ed è strano che tu non lo colga. Sta dietro l’apparente cinismo, come la volontà universale sta dietro al “codice” positivistico (del resto basta leggere le poesie). Come tutti i finti duri, il ragazzo è un agnellino dal cuore tenero che vorrebbe “fondersi”, ma ahimé è impossibile (“la vita è un compito mancato”: ma mancato in base a cosa? Sui limiti interni di questa tensione alla completezza sistematico-metafisica, che è gioia e dolori della sua scrittura, non è il caso che mi dilunghi).
Sullo scandalo invece non saprei, le sue opinioni sono in certa misura molto antiche (non voglio rifare la tiritera degli aspetti schopenhaueriani presi col copia e incolla o robe simili). Questo non dice nulla ovviamente sul loro valore o disvalore, ci mancherebbe, ma che siano “scandalose”, boh.
iannozzi, con una “voce _per me_ affidabile” intendo il parere di una fonte di cui posso fidarmi perché in passato _io_ ne ho condiviso i giudizi. è anche così che si sceglie cosa leggere. e ovviamente non ha alcuna importanza, a quel fine, che questa ‘affidabilità’ sia condivisa da altri.
capìto?
@ ANTONIO BOIS
Colpa di Lucio (Lucius Maleficus) ^___^ Doveva esser maggiormente preciso. Ma tu l’hai detto nella tua/vostra recensione? Li avete indicati i dati dell’edizione francese? No, niente affatto. Colpa vostra, e pure doppia, che avete tratto in inganno Lucius mettendogli davanti la copertina dell’edizione italiana. Non mentire: sono su di Voi. Il link a IBS rimanda all’edizione italiana, non a quella francese… Ahia, ahia, ahia… Ma le citazione da Houellebecq, chi l’ha tradotte? Uhm, ‘sta recensione (recinsione) così fa acqua da tutte le parti.
@ B.GEORG
Io senza LinkS non commento più. Poi, qualcuno quando sarà a posto ‘sta piattaforma, magari mi farà un fischio, mi darà un volo di rondini o di gabbiani. O al limite un piccione viaggiatore.
Per me Houellebecq più che il sentimentalismo mette in gioco il cinismo, a volte ironico, spesse volte feroce tanto da esser pienamente kitsch. Tant’è. Se avessi visto la bella intervista su LA7… A ogni modo, una domanda che Giuliano Ferrara gli faceva, proprio in ultimo: “Lei ha mai letto Jane Austen?” E Michel, pensandoci su, brevemente: “No.” E Ferrara: “Peccato.”
E Michel, ridendo quasi: “Sì, dovrei leggerla.”
Questo per dire, al di là dei suoi romanzi, in Houellebecq è assente il sentimentalismo, c’è invece la spietatezza. Se c’è sentimento questo è spietato, schizzi di cervello sul finestrino. Solo schizzi.
Saludos
Giuseppe Iannozzi
Sono d’accordo con Iannox. Su tutto.
Giuseppe, ho segnalato il problema a Kw e ci stanno lavorando. Mi auguro che sia un inconveniente passeggero e soprattutto a cui possono ovviare da Kataweb.
Aggiungo, se ce ne fosse bisogno, che non sono io a togliere i link: anche se, consentimi, un’affermazione del genere “senza i link non commento più” mi fa un poco, appena un poco, sorridere.
Allora, annuncio ufficiale:ho telefonato e la sala macchine di Kw si scusa, c’è un problema di piattaforma che, mi si giura, verrà risolto entro domani. Mi aggiungo alle scuse e incrocio le dita: nel frattempo, accetto consigli e suggerimenti su come ovviare. Metodo beneforti compreso!
🙂
Iannozzi, a me la domanda di Ferrara non sembra tanto diversa da quella di Serino.
Giuseppe, schizzi di cervello sul finestrino non era tarantino? (ho fatto la rima). Questo per dire, insomma…
un sacco di sentenze, per lo più definitive, poche argomentazioni.
e allora, almeno, che questi proclami siano piacevoli da leggere.
vi propongo un pastiche a la Palomba:
hulbec a me, che me so letto solo du libri suoi, me piace e nun me piace, perchè ddice certe cose che sovvere, però, certe vorte le dice dentro a certe situazioni che allora è bbello, però certe artre vorte le butta lì ccosì come certi corpi de tacco che fanno certi ggiocatori che li fanno più pè ffà er corpo de tacco che pè ffà n’azione de carcio vero.
si nun c’avete un cazzo da dì (e pure da fà, ma viè dda dì) almeno ditelo in due parole.
@ LOREDANA
Se non altro non mi nascondo dietro un dito, e dico sempre quel che penso.
Se poi faccio sorridere poco, poco male: in fondo non ho mai aspirato a recitare con addosso i pantaloni d’un boffone. 😉
@ MARINA
Giuliano Ferrara ha posto delle domande, precise. Qui vedo delle… non lo so cosa, però non mi dicono nulla. E’ sin troppo quello che Houellebecq è riuscito a dire con le domande che gli son state poste.
@ B.GEORG
Tarantino? No, leggi meglio “Piattaforma”. O meglio, rileggi. 😉 Comunque in certe situazioni potrebbe somigliare al Quentin. Dico solo “potrebbe somigliare”.
@ ANDREA C.
Di cose da dire ce ne sono, e qualche cosa intelligente è stata detta. Ma possiamo approfondire… sperando nei links, perché sì, sono cinico anche. O cimice. Fa lo stesso, alla fin dei conti. 😉
‘Notte
Giuseppe Iannozzi
P.S.: Quelli di K. mi sa che t’hanno mentito in pieno, difatti or come ora funziona male, cioè non funziona. Secondo me rischi di perdere commentatori. ;-)))
Iiannozzi perchè rischia di perdere commentatori?
O per lo meno perchè mai dovrebbe perderli solo perche non si puo mettere la pubblicità al proprio blog?
Mi sembrerebbe un uso un po’ troppo strumentale del blog di loredana, obbiettivamente non se lo meriterebbe.
I commentatori si perdono offendendo o censurando o essendo eccessivamente parziali 😉
Approfittiamo invece per fare pubblicità a piccole case editrici o a blog di altri, non di splinder;-) sarebbe un buon esercizio per tenere sotto controllo il proprio invadente narcisismo che è la vera malattia della rete.
Se io la momento non commento è solo perchè sono un po’ provata da alcune offese roboanti che circolano in rete ma mi riprenderò:-)
georgia
@ GEORGIA
Non faccio propaganda, ne faccio già abbastanza in altra maniera, ragion per cui non vedo perché metter link alle case editrici. La pubblicità si fa in altri modi, più intelligenti, più seri, più professionali.
Il narcisismo serve. Inutile nascondersi dietro un dito. O tanto varrebbe non scrivere affatto: scrivere, sempre, anche per la più nobile delle cause è sempre e comunque anche forma di narcisismo.
I blog hanno anche la funzione di “essere strumenti” e “strumentali”, altrimenti non sarebbero blog.
Ci si sente in futuro.
“Anche” e non “solo”.
andrea c., vuoi che ci mettiamo ad argomentare su rapporto uelbek-shopenahuer in 10 righe? non capisco la tua reazione. non siamo d’accordo su un autore, tu dì perché e io dico perché. che bisogno c’è di colpi di tacco o di “nu c’hai un cazzo de dì”?
giuseppe, ma sono io che mi spiego male? non ho detto che uelbek somiglia a tarantino, ma che metterla sullo scandalo – il cervello sul finestrino come dici tu, ma È UNA METAFORA, OK? – è roba talmente riciclata che c’è passato persino tarantino.
(no grazie, piattaforma una volta è sufficiente)
il narcisismo serve?forse, ma i più li affossa e strangola, quindi meglio non esagerare;-)
Fare propaganda non è mai pubblicizzare il piccolo;-)
La pro-PAGAnda è sempre una cosa a favore del potente e di solito nessuno è così beota da farla gratis.
Portarsi dietro il link di una piccola casa editrice meritevole e coraggiosa non è pro-PAGAnda ma narcisismo tenuto sotto controllo e benefico a favore di altri. meditaci, magari uscire un po’ dal proprio ego-blog non è male, fa bene alla salute se non altro;-).
ma forse io sono una “tarà intellettuale” come dice un asfissiante luminare della rete;-)
georgia
Dal momento che il problema dei link sembra essere risolto, forse possiamo metterlo da parte e discutere di altro.
Non entro nella questione del narcisismo: credo che ognuno abbia il suo modo di stare in rete e, perchè no, anche i suoi fini per starci, che sono assolutamente legittimi. Personalmente, credo che persino gli OT possano, spesso, contribuire molto efficacemente alle discussioni in corso.
Però, Georgia, ti rivolgo una preghiera relativa al tuo ultimo commento e alla frase finale del medesimo: non voglio riproporre in questa sede lo strascico di quanto avvenuto ieri su Nazione Indiana. Credo che eventuali recriminazioni di carattere personale vadano risolte in un solo modo: via mail. Ok?
ok mandami l’e-mail (oppure potevi mandarmi direttamente in privato questa richiesta tramite il mio blog) qui non vedo link dove poterti contattare, avrei gradito che la stessa richiesta che fai ora (legittima) fosse stata fatta anche in altro post, dove io, per rispetto a te, non ho neppure risposto 😉
georgia
una cosa è certa: se Houellebecq leggesse il blog da cui “estrapola” angelini, rivedrebbe la sua opinione sui cani
Non capisco la polemica di chi dice che houellebecq non scandalizza più nessuno o che ha una visione schopenhaueriana fatta con il copiaincolla. Il fatto è che, piaccia o non piaccia, è l’unico scrittore “giovane” di idee, condivisibili o meno. Non è un grande scrittore, ma chi se ne frega? Non ha avuto vergogna di mettersi a nudo, di esporre il pessimismo, il nichilismo radicale che pervade la nostra società. E’ vero che è un cinico sentimentale, è vero che è un personaggio fastidioso. Gli è andata di culo, è diventato famosissimo, cavalca l’onda e probabilmente La possibilità di un’isola è una porcata (non lo so, non l’ho preso perche 18 euri sono troppi). E con questo? In lui (specie nelle Particelle e in Estensione del dominio della lotta) ho trovato quell’immersione nella condizione umana che è l’unico scopo sensato della letteratura e che non ravviso in altri autori “ggiovani”. E’ esagerato? E’ lagnoso? E chi se ne frega! Magari passerà alla storia come apripista di un modo di mettersi in gioco che dovrebbero avere tutti i cosiddetti scrittori.
massimo, be’, giovane magari non proprio…
sul resto, diciamo proprio la stessa cosa.
la differenza è che io ritengo pessime le sue “idee” e del tutto ideologica la sua “immersione nel nichilismo contemporaneo”. posso?
Certo, ci mancherebbe altro! 🙂
Molto meglio Parente di Houellebecq, se ne è accorto anche La Porta su Avvenimenti e ora anche il Corriere della Sera.
Franco Melloni
sì ma perché si fa tanta fatica a trovare la macinatrice? la pequod non dovrebbe avere una così cattiva distribuzione. parlo di librerie ma anche di biblioteche. non sarà mica il suo curriculum da giornalista a fargli il vuoto attorno? sarebbe un peccato