'E CCORNE

Tot C’era una poesia di Totò che si intitolava proprio così, ‘e ccorne. Ricordo di averne già utilizzato, anni fa, il finale, nel corso di una polemica con Liberazione. In particolare le ultime due rime:
‘ncoppa a sti ccome fatte nu surriso,
ca pure Napulione era cornuto!.
Mi sembra giusto rievocarle adesso, prima di postare l’articoletto uscito stamattina sul quotidiano: riguarda i VMO, e ho come idea che un ripasso della produzione poetica del Principe possa, in questo frangente, tornare utile. Il pezzo è questo:

“Grande! Immenso! Avanti così!”. Questo il tormentone quotidiano che accompagna le foto a tutto schermo dei letterati considerati meritevoli (quelle del “gigantesco” Sergio Fanucci si confermano le più frequenti), gli sbeffeggiamenti degli scrittori alla moda, i versi in pseudo-abruzzese (“i litturi/ cumuni murtali/nun butteno via gnenti/come col maiali/se beveno de tutto/se liggono Faletti/se fanno complici/d’un genocidio/ ). Risultato: decine di migliaia di visitatori in poche settimane.

   Sono la Gialappa’s dei blog letterari: si chiamano VMO, si presentano come Vincenzo Maria Ostuni e Basile Pesaro Borgna, coppia omosessuale di Cagliari dedita per passione alla lettura (nonostante i ripetuti errori di grammatica) e per professione allo sviluppo di siti Internet (nonostante la sgangherata veste grafica del blog). Nei fatti, sono i misteriosi agitatori satirici divenuti popolarissimi nella rete, e oggetto di una caccia all’individuazione che fin qui non ha trovato – né lo potrebbe-conferme.
Obiettivo apparente: staffilare gli autori di best-seller, gli stessi che da diversi mesi a questa parte sono nel mirino di un gruppo di critici, scrittori, editori in quanto agenti di una “Restaurazione” che soffocherebbe ogni voce fuori dal coro. Bersagli principali (e apparenti) dei VMO sono dunque Valerio Massimo Manfredi, Camilleri – storpiato in Cammellieri – e gli autori di gialli in assoluto. Gli idoli (più che apparenti)  sono i neoapocalittici che lamentano la morte dell’impegno e lo strapotere dei mediatori culturali conniventi con il potere.  Dunque, anatema a Faletti, viva Antonio Moresco: è quanto fanno i VMO usando caratteri cubitali giallo limone, azzurro cielo e rosa fucsia e disseminando nel web proclami e poemi. Uno, in particolare, è passato di sito in sito: lu kantu de lu ‘rniturinchia, che mette in burletta, fra l’altro, il celebre libro di Umberto Eco.
  Per alcuni  eredi diretti del dadaismo (Tristan Tzara alla mano), per altri inguaribili autoreferenziali, dell’autoreferenzialità  i VMO sembrano semmai i sorridenti fustigatori: e il mondo editoriale che esce dai loro stralunati racconti sembra giustamente simile all’inesistente Repubblica di Molvania, culla della polka e della pertosse (e sicuramente abitata da ornitorinchi).

172 pensieri su “'E CCORNE

  1. ehi MTT mica ti ho detto che sei la scarparo:-) ma dove lo hai letto? però la scarparo a me risulta che sia una donna e per quello ho sottolineato che non è toscana.
    Io non sono alessandra (ma da cosa lo deduci?) e per la verità non mi sono chiamata mai altro che georgia (ad ogni modo la lipperini dovrebbe poter vedere l’IP e quindi saperlo). Di essere toscana non ho mai fatto mistero ad ogni modo ‘un sono di arezzo dove si dice appunto cittina;-).
    Poi a me di furba, ahimè, non me l’ha dato mai nessuno/a.
    Magari fossi furba.

  2. Babsi, di qualsiasi cosa puoi dire qualsiasi cosa arzigogolando un po’, WuMing ha addirittura parlato di romanzo massimalista… Il problema credo è che il mio discorso è più persuasivo del tuo essendo basato sui fatti (togli la restaurazione da VMO e si svuoterà).
    A proposito Babsi, ieri sera ho visto la corazzata Potemkin, e mi viene da dire che è bellissimo anche se è nato come film propagandistico. Tu che dici, che faccia parte della jihad di Sergei Mikhailovich Eisenstein? Che sia sul libro paga di Dziga Vertov?

  3. a babsi:
    io sono pienamente d’acordo con te quando scrivi che i vmo ” mettono alla berlina il concetto di serietà, anzi, di “seriosità”. Mettono alla berlina persino i blogger, sono gli anti-blogger […] portano alla luce le contraddizioni (e le finzioni) di un mondo ossessionato dal tempo reale […] dall’enfasi”
    L’ho anche scritto, in risposta a Wu, che per me loro (fatte le debite differenze) erano più vicini all’operazione portata avanti dall gruppo di artisti del gruppo 70(1963) che smontavano e mettevano in crisi il sistema pubblicitario e mediatico, che all’operazione politica di surrealisti e futuristi.
    Loro traslocano (un po’ goliardicamente) quel modello di “guerriglia semantica” in rete, e questo è interessante, lo ammetto.
    geo

  4. Nell’Ottocento si scriveva sui muri “Viva Verdi” per dire Viva Vittorio Emanuele re d’Italia. Oggi i VMO scrivono “Viva SCarpa Moresco Benedetti” per dire, in realtà, Viva Barbieri:-)

  5. Andrea: i discorsi che nascono per convincere sono sempre più persuasivi: dammi retta, mi sono occupata di propaganda bellica per anni :D… Il mio discorso non è mirato a convincere nessuno: i VMO sono uno di quei fenomeni che nascono in rete che io trovo interessanti. Siamo negli anni in cui, ancora, il passaggio Internet-carta stampata non è affatto immediato o scontato; il fatto che un weblog atipico, imprevisto e imprevedibile sia finito a far parlare tanto, persino sulle pagine di grossi quotidiani, mi sembra significativo. Se cerchi nei miei archivi troverai parecchie riflessioni in tema: mi affascina il rapporto mondo-Internet, che si tratti di VMO o del .pdf Calipari. Ripeto, io in VMO non vedo il monotematico, lo vedo come pretesto (ed è la terza volta che adopero lo stesso termine); io facevo qualcosa di simile quando, partendo da un solo tema (la ex-Jugoslavia) finivo per raccontare di Kerouac e di Kissinger, dell’anoressia e dei vasi di gerani in Carinzia.

  6. Georgia, ascolta: a me il tuo blog piace, due giorni fa l’ho inserito fra i link, lo leggo spesso e trovo che tu faccia affermazioni intelligenti. In virtù di tutto questo, come caspita fai a dire “Alessandra non voleva offenderti”? Credo di essere in genere piuttosto paziente, ma ammetterai che all’ennesima accusa di connivenza con il regime alla sottoscritta qualche piccolo moto di insofferenza scappi, giusto?
    🙂
    Andrea. Che tu mi creda o no, leggendo i VMO io non ho la sensazione che persone fisiche vengano trasformate in macchietta (me inclusa). Semmai, ci vedo la voglia non di vanificare, ma di privare di aura discussioni e convinzioni che di auratico avevano poco. Posso sbagliarmi, naturalmente.

  7. “Risultato: decine di migliaia di visitatori in poche settimane.” scrive Loredana Lipperini nel suo articolo. Vmo è un malinconico fallimento, 25 mila contatti in due mesi e mezzo fa meno di quattrocento al giorno. Contando poi i refresh, e quelli che tornano su Vmo gongolando compiaciuti più volte al giorno… è sempre la solita trentina di persone che si fa i complimenti a vicenda, esaltandosi per quello che, con tutta evidenza, è un misero flop. La solita trentina che aveva una visione macchiettistica dei satireggiati già PRIMA di Vmo, e che si è rinsaldata da bravi compagnoni con questo piccolo blog semideserto e ormai sfiatato. “Risultato: decine di migliaia di visitatori in poche settimane.” Bell’esempio di disinformacija di Loredana Lipperini. Meno di 400 contatti al giorno. E’ la prova che Vmo interessa solo a chi lo fa, e ai suoi solerti conniventi: nonostante lo spazio inaudito che gli hanno riservato sui media Wu Ming e Lipperini. Si fossero adoperati per segnalare blog o siti interesanti. Macché. La Lipperini addirittura si dà da fare per segnalare sulle pagine letterarie di Repubblica un blogghino satirico. Roba che non succede mai: quando mai Repubblica segnala, addirittura nelle pagine della cultura, le cose belle, i siti, i blog notevoli che si possono leggere in rete? E nonostante tutta questa esposizione mediatica, i contatti sono 350 al giorno. ‘E ccorne del grande Totò erano una grande cosa. ‘E ccorne di Lipperini, Wu Ming e compagnia sono malinconicamente spuntate.

  8. Loredana, a me pare che Alessandra M. (o chi ci sta dietro) ponga domande sensate, a cui occorrerebbe pure una risposta. Né mi pare che ti si accusi di essere un agente del nemico (né ti offende: va bene, ha usato il termine ‘esaltati’, e ciò potrebbe suonare offensivo, ma credo che andrebbe letto più come cascame di un gergo giovanilistico…). Io non lo penso, che tu sia agente del nemico (nonostante tu abbia pensato che io lo pensassi…;-) – sai che affermo la necessità dell’essere legione, la necessità della differenza delle pratiche (in etica, in politica, in letteratura), laddove proprio nella differenza, nell’affermazione attiva delle differenze, è la Via… ma le questioni (perché tali sono) che Alessandra pone sono le stesse che mi pongo anch’io. L’ho detto altrove: tutto questo risalto ai VMO mi pare davvero insensato. E’ un’operazione brillante, che denota una certa intelligenza di chi ci sta dietro, va bene. Ma richiamare Tzara e tutta la catena di avanguardie è a mio giudizio fuori luogo (per non dire del riferimento al surrealismo: mi si faccia un esempio di un testo o di una pratica surrealista che abbia un’analogia con questo) – e farlo mi pare voler sovrapporre la propria parola alla loro, in un’operazione di tipo sacerdotale (laddove il sacerdote è colui che interpreta il Verbo, e lo traduce nel suo senso pieno). Per quanto mi riguarda, vedendola un po’ dall’esterno, mi pare qualcosa più affine a un regolamento di conti. Sit venia verbis. Insomma, oggetto degli attacchi sono la ben nota triade (più qualche malcapitato che ha avuto la sventura di trovarsi sul cammino), non l’intero mondo letterario nel suo insieme. Fosse solo questione di ‘smitizzare’, come tu dici, sarebbe diverso. (E con questo, sia chiaro, non sto dicendo – visto che nel web vige un sospetto permanente, nemmeno fossimo nella Russia di Berija – che dietro ai VMO c’è questo o quello. C’è bisogno di aggiungere che sto esprimendo un’opinione che non vuole infangare nessuno?)

  9. No, alessandra non voleva offenderti, ne sono sicura, ma potrà dirtelo lei stessa, se vorrà farlo. Chiaro che alessandra non sono io, anche se mi piace.
    E’un meccanismo naturale, che in rete arriva ancora più volento, quello di prendere persone con una certa visibiltà, come appoggio (negativo) per il proprio argomentare.
    E’ un brutto difetto, lo ammetto, ma è naturale. Si impara solo argomentando (se si viene aascoltati) a non farlo. Io non ho ancora imparato:-), però chi ha visibiltà non deve essere suscettibile, soprattutto in rete. Tu non mi sembri una suscettibile (ho apprezzato molto come hai reagito con calma quando mi sono incazzata per la foto passatista che credevo offensive nei confronti di giorgio), ma alle volte forse saltano i nervi anche a te.
    Ma è il prezzo del successo e va pagato il pegno;-)
    geo
    PS
    Beh grazie del linkamento (non me ne ero accorta), in effetti sei una delle poche che lo ha fatto 🙂

  10. Temo che per primi Scarpa, Moresco e Benedetti non sarebbero d’accordo con la logica che ispira la lettera di Alessandra.
    Secondo questa logica, quando “Tango” e “Cuore” facevano la satira dei dirigenti del PCI o di Guttuso che dopo una vita da ateo sul letto di morte si convertiva al cattolicesimo, siccome non stavano parlando male degli “altri”, facevano il gioco del potere, di Craxi etc. In effetti, ci fu chi lo sostenne.
    Idem per “Il male” e “Frigidaire”, immagino.
    E anche Altan quando, tramite le risposte di Cipputi a un collega, prendeva per il culo un certo imbolsimento della classe operaia.
    Anche oggi, evidentemente, se uno non ripete ventiquattr’ore su ventiquattro e sette giorni su sette “Berlusconi merda”, allora dev’essere di destra.
    Mai dare niente per scontato, mai prendere pause, non si sa mai che ce ne dimentichiamo, di Berlusconi. E’ un potere così poco invadente e appariscente, il suo, che se non si continua a strillare che è uno stronzo ci scordiamo che esiste.
    Alessandra ha le idee un po’ confuse. Prima di tutto, confonde la satira con la propaganda, pensa che la letteratura (“alta”, “midcult” o “bassa” che sia, e quindi ci metto anche la satira, i blog, qualunque cosa si scriva con l’intento di raccontare qualcosa) abbia principalmente uno scopo strumentale, debba servire a glorificare i “nostri” e attaccare il Nemico. Se non lo fa continuamente, allora è di destra.
    La letteratura dovrebbe dunque sottostare a un elenco di priorità definite dall’esterno, senza la libertà di scegliersi l’oggetto della critica, soprattutto oggi, quando pare esista un solo *legittimo* oggetto della critica: chi ci governa.
    A me sembra che la “politicità” della letteratura stia in ben altro.
    Prima di tutto, non avrei scritto quello che ho scritto se pensassi che i cattivi sono solo tra i Cattivi e che i buoni devono interpretare solo il ruolo dei buoni.
    In secondo luogo, faccio un esempio: non sono d’accordo con chi dice che – col fascismo che si impadroniva dell’Europa – fossero “intempestive” o “inopportune” le polemiche dei surrealisti contro stalinismo culturale e realismo socialista. I surrealisti avevano ragione, mille volte ragione, quando dicevano:
    “Insorgiamo in arte contro qualsiasi concezione regressiva che tenda a opporre il contenuto alla forma per sacrificare questa a quello. Il passaggio dei poeti autentici di oggi alla poesia di propaganda, poesia che si definisce come esteriore, significherebbe per loro la negazione delle determinazioni storiche della poesia stessa […] Non è con dichiarazioni stereotipate contro il fascismo e la guerra che riusciremo mai a liberare lo spirito, o l’uomo, dalle antiche catene che lo intralciano e dalle nuove catene che lo minacciano.”
    (Se è per questo, c’è anche chi dice che i surrealisti, in quel frangente storico, non avrebbero dovuto baloccarsi con cazzatine come l’inconscio, l’immaginario, l’erotismo, l’arte… Ma allora ditelo, che non dovevano essere scrittori e poeti, ma soltanto volantinare fuori dalle fabbriche!)
    Oggi, chi ci governa è lì per ragioni profonde, anche culturali, è lì perché interpreta umori, sentimenti, tic, atteggiamenti, che sono *trasversali*, si ritrovano anche tra i “nostri”, oppure generano contro-tic e contro-atteggiamenti che sono altrettanto risibili, come appunto la tendenza a dividere il mondo in modo manicheo, bianco e nero, e a indire delle specie di crociate.
    Poi c’è il narcisismo, c’è l’autoreferenzialità…
    Nessuno di noi è immune da queste tentazioni, io per primo.
    La satira ha il diritto e il dovere di metterle alla berlina ovunque si trovino, nel modo che preferisce.
    Detto questo, ripeto che non mi convince la lettura di VMO e cose del genere unicamente come sputtanamento di tre persone: è una lettura frettolosa e miope.
    VMO non è il solo blog satirico della rete, c’è Macchianera, c’è Blogdiscount, a volte là sopra si leggono cose che possono far tremare il mignolo alzato mentre si sorseggia la tazza di tè, ma è il bello di questo gioco.
    Anch’io sono stato bersaglio di prese per il culo, da quelle parti, e di attacchi (cfr. dopo “Body Bags”) molto più pesanti di quelli che, a dire di Alessandra e di Barbieri, starebbero subendo Scarpa, Moresco e Benedetti. Là non c’era niente di bonario né di ridanciano. Ma va bene così. Poi si vede che non bazzicate Indymedia. Io mi attengo a questo criterio: qualunque cosa si fermi *prima* di arrivare a certe esplosioni di merda che hanno luogo là sopra, va ancora bene. Forse, con l’età, impariamo ad accontentarci di poco, chi lo sa.
    I fans di altri scrittori e critici se ne facciano una ragione, sono cose che succedono, e sono pure salutari. A me la presa per i fondelli di Blogdiscount ha dato alcune idee per il sito di “New Thing”, e per questo li ringrazio.
    Ci sarebbe anche da dire qualcosa sul concetto di “potere”, io non credo affatto che in ambito culturale si possa tracciare una netta distinzione tra chi ha il potere e chi non lo ha. Nè Carla Benedetti né il sottoscritto né Loredana Lipperini sono “senza potere”, e come noi tanti altri. Un po’ di potere l’abbiamo: scriviamo su giornali e riviste, pubblichiamo per grossi editori, i nostri siti e blog sono tra i più seguiti, Carla Benedetti insegna all’università. Ha poco senso dividersi tra “apocalittici” e “integrati”, siamo tutti nella macchina dell’industria culturale, chi afferma di esserne fuori è un ipocrita.
    Inoltre, il potere è una strategia discorsiva, ma qui mi fermo, penso che una studentessa di filosofia abbia accesso alle opere di Michel Foucault e abbia il tempo di leggerle e trarne giovamento.
    Ho davvero esagerato, questo commento è lunghissimo e forse noioso. Amen. Tra ieri e oggi ho dedicato molto tempo a spiegare la mia posizione, ed era d’uopo: con l’articolo su L’Unità abbiamo gettato un sasso nello stagno, e non avevamo intenzione di nascondere la mano. Ma il tempo a disposizione è poco, quindi torno all’altro lavoro culturale. Ciao a tutt*.

  11. Tra l’altro, i VMO cominciano a prendere per il culo pure me, vedasi mio commento copiato da qui e incollato sul post di Georgia usando il loro account spinder! 🙂

  12. Ah, non sono solo. Mal comune mezzo gaudio, dunque :-/ Vabbe’, me la sono cercata. L’avanguardia rifiuta sempre il critico lungimirante, in quanto “recuperatore”. Interessante anche questa nuova tattica dello sbraco, comunque.

  13. Sulla colonna destra di VMO ci sono gli archivi di Georgia. I VMO stanno prendendo tutti gli interventi che – bene o male – parlano di loro e li incollano con la loro firma sul blog di Georgia. Mi sa che è una specie di protesta, o qualcosa del genere.

  14. A riprova di quel che scrive Wu Ming 1, vado a spiegare la citazione di Totò e la querelle con Liberazione. Mi scuso per il lungo commento, ma copio e incollo dagli archivi di Luther Blissett:
    “La beffa all’underground e all’editore Castelvecchi, maggio ’96
    Nel ’93 uscì un libro intitolato TAZ (Temporary Autonomous Zones) dell’americano Peter Lamborn Wilson, direttore della rivista newyorchese Semiotext(e), sotto lo pseudonimo di Hakim Bey. Testo che influenzerà moltissimo le culture “gggiovanili”, radicali o meno, e non solo, tanto che per un periodo venne agitato, quasi fosse un nuovo “libretto rosso”, dal vandalo metropolitano, passando per Jovanotti, fino a intellettuali come l’antropologo francese George Lapassade. Si trattava in realtà di un libro che metteva insieme sincreticamente molte cose diverse e, come più tardi molti intellettuali converranno, alquanto modesto. Luther Blissett per spazzare via quello che era diventato un vero e proprio odioso cliché dell’underground, mandò all’editore Castelvecchi, specializzato in questo genere di pubblicazioni, la finta traduzione di alcuni inesistenti testi inediti in Italia di Hakim Bey, firmandosi con lo pseudonimo Fabrizio P. Belletati. Accanto ai testi finti c’erano anche dei testi reali facilmente reperibili su Internet che servivano a rendere più verosimile l’operazione. Castelvecchi pensando di avere tra le mani un piccolo gioiello lo pubblicò senza esitazioni col titolo A Ruota Libera-miseria del lettore di TAZ, autocritica dell’ideologia underground. Luther Blissett aveva imitato lo stile barocco dell’autore americano e portato all’eccesso certe sue caratteristiche teoriche, puntando ad evidenziare la sua pochezza intellettuale e a metterlo contro i suoi seguaci. Il libro pullulava inoltre di occulte citazioni da film di Totò e alcuni testi erano parti riadattate di uno scritto di Stalin. Il libro nonostante tutto verrà accolto favorevolmente (!) dall’ambiente cui era indirizzato, rivelando come questo approcciasse alla teoria più per il nome che porta che per i suoi effettivi contenuti, ma anche da giornalisti come Benedetto Vecchi (Il manifesto) e Angelo Quattrocchi (Liberazione). Quando Luther ha rivendicato il libro come una sua beffa al conformismo dell’underground e all’editore Castelvecchi, Quattrocchi affermò dal suo giornale di non credere a una parola della rivendicazione. Si venne così a creare per un po’ di giorni uno spassoso botta e risposta tra la giornalista di Repubblica Loredana Lipperini e Quattrocchi, sulle pagine culturali dei loro rispettivi giornali, in cui la prima cercava di convincere il giornalista comunista dell’effettiva paternità blissettiana del libro di Bey riportando numerose prove e accusandolo di non saper accettare una beffa salutare. Quattrocchi si è dovuto arrendere alla prova più evidente: le occulte citazioni “totoiste” di Blissett. In un passaggio, infatti, il finto Bey riportava la citazione di un certo Lee Mortais che letto a voce alta…”
    Se siete arrivati qui fin qui senza annoiarvi, avrete compreso il perchè dell’accostamento. Così come non esistono persone “prive di potere”, non esistono intoccabili, nè a destra, nè a sinistra. E’ giusto che lo sberleffo, da chiunque venga, ci ponga davanti ai nostri limiti, intellettuali e fisici: Blogdiscount mi dà della vecchia carampana con ammirevole frequenza, e probabilmente ha ragione 🙂

  15. ATTENZIONE NON SIAMO NOI!!!!!!! CI DISPIACE!!!!!!!!!
    Avevamo cambiato la password ma qualcuno l’ha indovinata ancora! Adesso l’abbiamo ri-cambiata, è impossibile da indovinare perché ci sono numeri e simboletti. Evidente a qualcuno dà fastidio quello che facciamo e le nostre idee di libertà, ieri hanno messo la foto di un bambino che non c’era oggi lasciano a nome di noi commenti sui blog della Splinder (azienda restaurativa con un html non validate, noi facciamo i nostri sforzi per renderlo validate) che poi non sono commenti nostri ma commenti su di noi anche lesivi della nostra reputazione come dire che facciamo satire qualsiasi o che cercano di metterci contro Moresco (come potremmo mai firmare noi un commento del bambino coi capelli?) C’E’ UNA MANOVRA, MA PER DAVVERO (e chi ha orecchie per intendere capisca), Abbiamo cambiato la password e la cosa non dovrebbe ribadirsi, un tentativo viglaicco perché ci colpisce proprio nei giorni in cui lottiamo contro il virus thirller di Toronto, E RIDICOLO E INUTILE perché la battaglia contro la Restaurazione non finisce così, NON PUO’ FINIRE COSI’, i krauspenhackers e bambini coi capelli e golpisti tedeschi Raos/Inglese/(Prakash no, ce l’ha spiegato)/Iannozzek sono avvertiti!

  16. Wu Ming, io su Indymedia ci vado, e trovo livelli di merda insopportabili. Ma questo non è un buon motivo per accontentarsi. Quanto al resto, lungi da me affermare che occorra marciare compatti contro il Nemico: anzi, lunga vita alla Risata carnevalesca! Ma io continuo a pensare che ci sia risata e risata. Il riso è come il silenzio.
    Dopodiché, quanto dici e citi dei surrealisti mi pare confermare che con vmo non hanno niente a che fare.

  17. Marco, la citazione dai surrealisti, stavolta, non era specificamente indirizzata a un paragone con VMO. Ho citato Breton perché è lo scrittore che ha scritto e detto le cose più chiare sull’argomento.
    Del resto, non ho mai sostenuto che VMO sia affine ai surrealisti per tematiche e impostazioni, ho solo scritto che (probabilmente) fanno uso di alcune tecniche di composizione dei testi tipiche dei surrealisti.
    Non vorrei ripetermi, sul blog di Georgia, qualche giorno fa, ho fatto alcuni esempi di testi che mi sembrano scritti con la tecnica del cadavre exquis, e ho segnalato l’incongruità di certi accostamenti, altrettanto tipica del surrealismo.
    Tutto qua. Per il resto, ci vedo più dadaismo che surrealismo, il surrealismo era beffardo ma a suo modo era anche serioso e preso di sé, mentre Dada era buffonesco al 100%.
    Dopodiché, ognuno rimane sulle proprie posizioni, e non è che il mondo ruoti intorno ai VMO (non ruota intorno a nessuno, né a Moresco né a Berlusconi), se ne parla en passant. Adesso vado davvero, stacco il cavo fastweb, devo lavorare ad altro. Ciao.

  18. ah ah ah
    direi che è una protesta deliziosa, mi stanno portando a casa, con il loro zainetto, tutti i miei appunti sparsi su di loro e anche quelli di altri, credo lo facciano per documentarmi per quando scriverò un saggio su di loro. LO FARO’, prima però aspetto quello promesso da babsie, giusto per avere un po’ di bibliografia
    le foto le ho già archiviate da tempo userò le loro locandine.
    geo

  19. Io credo che il dato sui contatti, sottovalutato da tutti, a parte Pallottoliere, dica la parola “fine”. E’ stato dato davvero spazio sui giornali a 30 persone che ogni giorno se la suonano e se la cantano. Io conosco una bellissima rivista di Bologna, Hamelin, che fa fatica a tirare avanti. Se si fosse dato spazio a quella invece che hai mitici 30, non sarebbe stato meglio? e non offrirebbe meno argomenti a chi parla male dei “mediatori”?
    A questo punto occorrerebbe consegnare due tapiri d’oro.

  20. Ragazzi, siete voi che non capite il dato dei dati, scusate il gioco di parole. A luglio, come scrivono loro sopra il contatore, erano fermi a 6000 contatti. Hanno fatto 20.000 contatti tra agosto e settembre. Vi sembrano così pochi, per un blog letterario? Georgia, non per fare paragoni, ne ha fatti un po’ meno ma da febbraio a oggi. Comunque, mi sembra che questa delle visite sia proprio l’ultimo appiglio di chi sta cercando in tutti i modi di dire che VMO non dovrebbe farci ridere. Avremo o no il diritto di trovare divertente e stimolante quel che ci pare e piace, senza commissarietti politici? Moresco vende novecento copie in tutta Italia, e allora? Arrivereste a sostenere che fa schifo perché ha pochi “contatti”? Suvvia, un po’ di serietà!

  21. Mi sembra che sia i wuminghi sia la Lipperini segnalino continuamente cose che meritano, e valorizzino quello che si muove, con tutte le loro forze. UN articolo – sulle MIGLIAIA che hanno scritto – parlava di VMO, e ora si vuol far passare l’idea che parlino solo di quello, quindi sono malvagi, appoggiano il vile sputtanamento di Tizio e Caio, non parlano delle cose che meritano etc. Barbieri, guardati gli archivi di questo blog e guarda il sito dei wm. Può pure darsi che impari qualcosa.

  22. Su Vibrisse, due settimane fa, era lo stesso Barbieri [alias Andreino Campolmi, il bambino coi capelli di Forlì] a lamentarsi del grande numero di contatti di Vincenzo e Basile [undicimila!], e a dire che ogni visita su VMO era una visita in meno al blog di Davide Bregola [chissà poi perché]. Moresco si trovi un altro addetto stampa, che questo lascia a desiderare.

  23. A me pare che questo discorso sugli articoli di Wu Ming e Lipperini sia dovuto al fatto che i blogger si incazzano quando si parla sui giornali di blogger che non sono loro. Insomma, storia vecchia, dove la letteratura, l’antagonismo e le sinistre c’entrano poco.

  24. Iannozzi è andato fuori di testa!
    Le sue esatte parole:
    “Pagheranno altri, di tasca loro, per la vostra assurda deficienza. Poi verranno a ringraziare VOI.”
    “Adesso è un po’ meno grande, vero? molto meno grande?
    CAZZI VOSTRI
    L’ULTIMATUM l’avevate avuto… Ero stato fin troppo gentile.
    ripeto: CAZZI AMARI, CAZZACCI AMARISSIMI, per chi HA MESSO SU STA SCHIFEZZA DI BLOG.
    Credavate di poter fare i furbi, con Me.
    ILLUSI.”
    E’ scoppiato!!!

  25. Discorso VMO a parte, ché mi pare non si arrivi da nessuna parte (e come sempre vengo preceduta da Wu Ming1 che in 40 righe riesce a dire quel che io riuscirei a dire in 3/4 mesi di sforzi sovrumani :D), una cosa la trovo davvero poco intelligente, da parte di alcuni: “accusare” Loredana di non aver dato spazio a quel che accade in rete in ambito letterario e culturale. Credo sinceramente che, dall’apertura di Lipperatura in poi, Loredana abbia segnalato tutto quel che è accaduto, dando voce a tutti, dai grandi eventi alle cazzate quotidiane. Sarebbe bene che se ne tenesse conto.

  26. Come devo aver scritto qui nei commenti giorni fa, la penso come Wu Ming1: più dada che surrealismo. E quanto a Breton, manifesti a parte, i surrealisti “dichiaravano” delle tecniche “per ottenere determinati effetti-risultati”, e credo che l’osservazione di Wu Ming fosse rivolta più alla metodologia che al contenuto, più alla prassi che alla critica d’arte (e in effetti, dubito che i VMO guys rivendicherebbero il titolo di artisti, se non altro per l’inflazione del titolo stesso).
    Per il resto, cambiando del tutto discorso, non capisco perché mai un individuo essenzialmente querulo debba, in virtù di un’arte giaculatoria da vero avvinazzato, sentirsi in dovere di distribuire consigli (Di Costanzo docet?). Che penosa esistenza (ossia: quando morirete, morirete “di nuovo”: è un po’ criptica, ma non ho tempo da perdere)

  27. Ok Lippa.
    Regalo a tutti, anche a chi sostiene che non capisco mai una mazza e forse è vero, la mail di una fumettista finlandese, Amanda Vahamaki, giovanissima e con un talento schifosamente bello. Sia chiaro, fa dei disegni – come si dice in gergo fumettistico – Low Fi, che forse possono far storcere la bocca. Ma no, invece funzionano, e questo capita perché a lei le visioni, le metamorfosi, le risonanze simboliche vengono naturali, e le sue immagini che teoricamente dovrebbero divorare la realtà sono talmente gentili da sedersi tranquillamente vicino alle immagini che della realtà abbiamo tutti: non spaventano ma incuriosiscono profondamente. E’ difficile non provare simpatia per lei, è impossibile.
    Ma qui niente disegni, solo parole. Ecco a voi, Amandina:
    “Arrivo in Finlandia a luglio con un terribile mal di testa che non se ne vuole andare. Una notte faccio questo sogno rivelatore: sono un piccolo terrorista. Sono in missione segreta di notte con i miei due compagni. Ho un mal di testa terribile. Dobbiamo scappare, i miei compagni mi portano sulla bici verso i colli. Ad un certo punto ci fermiamo. Continuo a lamentarmi per il mal di testa. I miei compagni mi spiegano ridendo: “Ma non capisci? E’ perché sei su un altro pianeta!” Alzo lo sguardo ed e’ vero, vedo la Terra, la Luna e il Marte, enormi, circondati dalle stelle più piccole. Dopo un po’ vado a Helsinki a trovare Tommi Musturi che pubblica Glömp e altri fumettisti finlandesi, e il mal di testa sparisce nonostante io sia ancora su un altro pianeta.”

  28. “Amanda Vähämäki è nata a Tampere in Finlandia nel 1981. Abita a Bologna dal 2000 e studia pittura all’Accademia di Belle Arti.
    Ha collaborato con “Hamelin”
    e “Inguine mah!gazine”. Autoproduzioni: Strani frutti (Canicola, 2004) e Cani gatti maschi femmine (Canicola, 2005).”

  29. Le autoproduzioni credo siano esaurite. Costavano due euri.
    Cani Gatti Maschi Femmine comincia così.
    Titolo del racconto
    Una giornata a casa
    Prima vignetta
    “il mio cane sogna i boschi”
    seconda
    “Ehi, cane, voglio entrare nei tuoi sogni!”
    terza
    “nei sogni può parlare con i lupi”
    Se non è un geniaccio ‘sta ragazzina ditemi cos’è.

  30. Perdonate tutti l’intrusione: sono l’editore Gaffi e volevo informarvi che abbiamo appena ristampato un testo importante e (ancora) scomodo che era ormai introvabile: “Il branco” di Andrea Carraro, con una preziosa postfazione del critico Filippo La Porta. Lo trovate in libreria a soli 7 euro. Grazie e un saluto.

  31. C’è una novità sul blog dei VMO: quando ti colleghi, parte un saluto audio di ANTON CARACCI in persona!!!
    Chi dice che tutta l’operazione VMO servirebbe a prendere per il culo Carla Benedetti e compagni, può per favore spiegarmi qual è esattamente il ruolo di Anton Caracci?

  32. Beh, accurata, via… Simpatica. Però, Angelini, secondo me tiene ragione la guagliona Georgia: la vera performance non è il blog, è la discussione sul blog.

  33. Ano nemo è un imbecille, Ano nemo è una testa di cazzo, Ano Nemo è il capo della merda, il coperchio di un water, anzi no Ano Nemo è il water stesso.
    Ahhh, che bello che esistono i troll da offendere liberamente che tanto non hanno identità.
    Ano Nemo è il più grande cretino della galassia…

  34. Ano Nemo, proprio come Spettatrice, è anonimo ma non è un troll, non ha mai provocato né insultato nessuno, e non è andato più OT di tanti altri. Mi sa che ho insultato la persona sbagliata, solo perché è sabato notte, non ho battuto chiodo e sono solo come un cane bastonato.

  35. VMO è Iannozzi!!! Io non ho più dubbi dopo aver letto cos’ha scritto sul suo blog ieri, leggete qui, lo stile è IDENTICO. Iannozzi, ti rubo un’espressione: VERGOGNATI!!! 🙂 Comunque sei un genio, pochi sono in grado di sostenere così a lungo un simile gioco delle parti.
    “Hanno osato gettando fango, facendo un lavoro sporco, che non è più satira né altro: per me sono e rimangono dei terroristi informatici, ma non solo. Or come ora li vedo come dei terroristi della cultura, che buttano fango su fango a tutti, indistintamente: stanno facendo point blank, e chiunque finisca sotto il loro miniro a loro non gliene frega niente. Il loro comportamente è quello dei criminali.”
    “ti assicuro che a parderci di credito non sono io: è invece vero il contrario, che chi oggi sta sostenendo VMO, chi li ospita, chi li incensa persino, comincia/no a farsi un po’ male da solo/i. Io, per mio conto, sin tanto che simili comportamenti continueranno, non metterò più piede in certi blog”
    “Comunque, che facciano, che facciano club, dieci, venti idioti, e morta lì: altro credito non hanno e lo sanno. Io, per mio conto, bazzico altrove: non è questo affatto un problema. Io sono pulito, molti altri no, e lo sanno, e gli serve a nulla che scuotano la testa.
    Per me è finita, già finita, tranne nel caso eventi dell’ultima ora di cui non sono ancora a conoscenza. Finita, nel senso che ti ho detto: basta evitare un paio di blog, tre, e morta lì. Peccato, peccato per chi gestisce questi blog, ma se accoglie certi individui, evidentemente gli sta bene così. E ognuno a casa sua fa quello che vuole: volendo ospita pure i terroristi e tutta la feccia del Web.”

  36. notte insonne per molti vedo.
    Buongiorno e buona domenica (ma viste le ore piccole penso dormirete ancora 😉
    Teoria interessante quella di giovanni (anche la giardiniera di Santasubito aveva già lanciato ‘sto scoop nel mio blog a mezzanotte) ma io non ci credo. Però vorrei sapere cosa hanno fatto a iannozzi.
    Perchè si è incazzato a tal punto?
    Giovanni tu che segui con attenzione la faccenda mi dici che cavolo gli hanno fatto?
    All’inizio sembrava fosse per la storia dei link sulla parte destra (ma quello è un onore, dai un macrolink della madonna ;-), poi parla addirittura di roba coperta da copyright che circola …. via ditemi che è successo. Io escludo che iannozzi sia i vmo, mi gioco la mia e-reputazione (secondo me iannozzi è lontano dal pc e loro l’hanno clonato).
    Io su i vmo (la loro identità che non è poi così interessante) ho una mia teoria fin dall’inizio. Chi sono i vmo (almeno uno di loro) è, secondo me, cosa banalissima e visibilissima, da lì poi si risolve tutto il puzzle.
    Anzi secondo me la cosa più geniale dei vmo è stata proprio questo loro gioco su una identita segreta che in realtà non era segreta, hanno fatto diciamo un lavoretto alla Poe;-)
    georgia

  37. A me il branetto dell’Amandina sul mal di testa in Finlandia è parso scipito come il bambino coi capelli che ne è rimasto folgorato. Però che peste, ‘sto bambino, a giudicare dagli insulti che rivolge senza ragione ad Ano Nemo, sicuramente più educato di lui.

  38. Lippa, il post
    “Ano Nemo, proprio come Spettatrice, è anonimo ma non è un troll, non ha mai provocato né insultato nessuno, e non è andato più OT di tanti altri. Mi sa che ho insultato la persona sbagliata, solo perché è sabato notte, non ho battuto chiodo e sono solo come un cane bastonato.
    Scritto da: andrea barbieri | 09/10/05 a 02:24”
    non è mio nonostante ci sia il mio nome e la mia mail(e non corrisponde nemmeno al mio pensiero). Lo butteresti nella poubelle per favore?

  39. Una precisazione su Amandina. La ragazza non ha bisogno qui dell’approvazione di nessuno essendo una che accatta premi a destra e a manca in Italia e all’estero (qui occorre ulteriormente precisare che in età veramente ina ina vinse un concorso presentando mi pare quattro tavole di cui una pareva il frutto dell’albero di Francesco Clemente, pittore che la geniale Amandina nemmeno conosceva a quel tempo). Quindi, se a qualcuno venisse in mente di sostenere che è scipita, si dia già la risposta: scipita un cazzo!

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